Le
bugie delle industrie e dei governi sulla sicurezza dei cibi geneticamente
modificati
19-04-2004
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Prefazione di Vandana
Shiva.
"I
giganti del biotech come Monsanto stanno usando l'ingegneria genetica per
arrivare a controllare le nostre vite e i nostri sistemi alimentari,
attraverso la menzogna e la paura. Non manipolano solo la vita, ma anche i
fatti. Ed ecco finalmente in "L'inganno a tavola" abbiamo le
prove di come, negli ultimi anni, le colture e i cibi transgenici siano
stati imposti al mondo con la forza.
Abbiamo le prove di come la
propaganda abbia preso il posto della scienza, di come si siano fatti
sparire i rischi mettendo a tacere gli scienziati che lavoravano sui
rischi".
L'emergere
di nuovi pericoli da nuove tecnologie richiede un'intensificazione della
ricerca pubblica, per valutare i rischi e fornire conoscenze ai sistemi
deputati al controllo della biosicurezza e della salute pubblica.
Ma
proprio quando la ricerca pubblica e' piu' che mai necessaria per
proteggere la salute delle popolazioni, gli scienziati indipendenti che
svolgono studi indipendenti diventano novelli Galileo. Vengono allontanati
dalle loro ricerche e dagli istituti in cui lavorano, sotto la pressione
degli interessi di gruppi ristretti disposti a introdurre a qualunque
costo sul mercato alimenti pericolosi, e impegnati a creare un'atmosfera
generale in cui l'ignoranza dei rischi viene presa per garanzia di
sicurezza.
Tyrene
Hayes, uno scienziato dell'Universita' della California a Berkeley, nel
suo laboratorio ha esposto giovani rane a dosi molto basse di atrazina, il
diserbante piu' diffuso; i maschi si sono trasformati in ermafroditi, un
risultato che fa pensare che l'atrazina possa essere un distruttore
endocrino. Syngenta, la multinazionale che e' il principale produttore di
atrazina, per prima cosa ha tentato di bloccare questo studio. Quando
Hayes ha continuato con fondi propri, ha provato a offrirgli 2 milioni di
dollari perché proseguisse le sue ricerche "in ambiente
privato".
Hayes ha declinato l'offerta e ha pubblicato il proprio
lavoro negli Atti della National Academy of Sciences.
Syngenta ha
continuato ad attaccare quello studio e a fare di tutto perché non
divenisse lo strumento di politiche utili alla protezione della salute
pubblica e dell'ambiente.
Arpard
Pusztai era riconosciuto come la piu' grande autorita' mondiale nel campo
delle lectine quando lavorava al Rowett Institute di Aberdeen, in Scozia.
Pusztai fu incaricato dal governo britannico di condurre una ricerca per
valutare gli effetti sulla salute prodotti dalle patate geneticamente
modificate.
Cio' che fece fu dare da mangiare le patate transgeniche ai
ratti. Cio' che trovo' fu che i ratti manifestavano danni a molti tessuti
e al sistema immunitario. Dopo che, con il consenso del suo istituto, ebbe
reso pubblici i risultati della sua ricerca, Pusztai venne licenziato e
una vasta campagna fu orchestrata per screditare il suo lavoro, campagna
che vide tra i suoi protagonisti le piu' alte autorita' dello stato. La
sua casa fu svaligiata, i suoi dati e gli appunti rubati. In seguito, i
risultati delle sue ricerche furono pubblicati sulla rivista Lancet.
In
un altro istituto di fama mondiale, la Cornell University, John Losey ha
studiato gli effetti che il mais Bt, ottenuto con l'ingegneria genetica,
puo' avere su specie non-target. Ha alimentato larve della farfalla
monarca con foglie di una comune erba di campo cosparse di polline del
mais Bt.
Moltissime delle larve che avevano mangiato le foglie col polline
Bt sono morte, mentre le larve del gruppo di controllo nutrite con foglie
spolverate di polline non geneticamente modificato sono sopravvissute
tutte.
Questo studio innocente ha scatenato la furia della Monsanto e
della Novartis, che continuano a ripetere che le loro colture Bt,
appositamente ingegnerizzate per uccidere parassiti come il "bollworm"
del cotone e la piralide del mais, non hanno alcun effetto sulle specie
non-target.
Uno
scienziato dell'Universita' della California a Berkeley, Ignacio Chapela,
ha scoperto che il polline del mais geneticamente modificato ha inquinato
le varieta' naturali che crescono in Messico, il centro mondiale della
biodiversita' del mais; lo studio di Chapela e' apparso sulla rivista
Nature nel novembre del 2001.
Quel lavoro avrebbe dovuto suonare come un
grosso campanello d'allarme sul fatto che l'inquinamento portato dalle
piante transgeniche puo' contaminare la biodiversita' per sempre.
E invece
il Bivings Group, l'agenzia che cura le pubbliche relazioni per Monsanto,
ha lanciato una poderosa campagna [utilizzando soprattutto Internet]
attraverso esperti che si sono spacciati per scienziati usando nomi
fittizi. Gli editori di Nature, non abituati a forme di pressione cosi'
aggressive, hanno fatto qualcosa che non ha precedenti nei 133 anni di
esistenza di questa rivista scientifica: hanno pubblicato una prudente
lettera di parziale sconfessione del lavoro di Chapela.
Le ripetute
pressioni dei sostenitori del biotech hanno stroncato la carriera
accademica di Chapela a Berkeley.
La
strategia di manipolazione dei risultati scientifici e dei sistemi di
regolamentazione messa in atto dalle multinazionali pone serie minacce
all'indipendenza della scienza e alla salute pubblica.
Nel
2002 Monsanto e' riuscita a manipolare le autorita' indiane in modo da
ottenere l'autorizzazione a seminare il proprio cotone GM. Questo cotone
si e' rivelato un fallimento.
Piu' di 12 ricerche indipendenti, compresi
gli studi governativi, hanno dimostrato che, al posto delle 3 tonnellate
per ettaro promesse, il cotone GM ha reso soltanto 400 kg per ettaro. I
coltivatori, anziché veder aumentare il proprio reddito di 20000 rupie
per ettaro, hanno perso 12800 rupie per ettaro.
Questi
studi sono stati ignorati. Ed invece Martin Qaim dell'universita' di Bonn
e David Ziberman dell'Universita' della California a Berkeley, senza aver
mai neppure visto i campi degli agricoltori indiani nella stagione di
questi raccolti, hanno pubblicato su Science un articolo in cui dicono che
l'esperienza del cotone Bt fatta dall'India e' stata positiva e che il
rendimento e' aumentato dell'80%. Qaim e Ziberman hanno utilizzato dati
forniti loro da Monsanto-Mahyco, non hanno mai condotto una propria
valutazione indipendente. In Kenia la Monsanto si e' servita di Florence
Wanbugo per proclamare i supposti miracoli dell'ingegneria genetica della
patata dolce.
Oggi la falsita' di questi pretesi successi e' un fatto
provato.
La scienza si sta riducendo a un cumulo di informazioni
"delle multinazionali, dalle multinazionali, per le
multinazionali". Senza liberta' e indipendenza non c'e' scienza, ci
sono soltanto abili strategie di comunicazione e propaganda.
Desidero
esprimere la piu' profonda stima ai molti amici coraggiosi che hanno
pagato di persona l'essersi battuti in difesa della sicurezza e della
liberta' di noi tutti. Desidero ringraziare Jeffrey Smith per questo libro
coraggioso. Sono molto lieta di presentare al pubblico italiano questo
libro che, sono convinta, avra' un ruolo fondamentale nel favorire la
transizione dai "semi dell'inganno" ai "semi della liberta'",
liberta' per gli agricoltori, liberta' per i consumatori, liberta' per gli
scienziati e liberta' per tutte le specie viventi.
By
di Vandana Shiva - Tratto da:
www.ingannoatavola.it
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Salute a rischio, l'allarme del
Wwf: Veleni nel piatto
I 27 campioni di alimenti, provenienti da Gran
Bretagna, Polonia, Svezia, Italia, Spagna,
Grecia e Finlandia, sono tutti prodotti di largo
consumo, quelli che ogni giorno capitano sulle
nostre tavole: latte, burro, pollo, tonno, pane,
olio d´oliva, miele, succo d´arancia. Sono tutti
prodotti di marche comuni e sono stati
acquistati in supermercati.
E in tutti sono state trovate tracce di sostanze
chimiche, di ben 119 composti tossici: dai
pesticidi, ai muschi artificiali, alle sostanze
perfluorate.
L'allarme sull'inquinamento alimentare arriva da
un rapporto del Wwf dal titolo inequivocabile:
La catena della contaminazione globale: il ruolo
dell'alimentazione. Un dossier che, come si
legge nell´introduzione, «costituisce il
risultato di 10 anni di lavoro del WWF sulle
sostanze tossiche».
E che giunge ad una conclusione semplice quanto
allarmante: la contaminazione da sostanze
chimiche passa anche, e soprattutto, per le
nostre tavole.
Nei campioni analizzati gli specialisti del Wwf
hanno trovato un po´ di tutto, compreso residui
di pesticidi come il Ddt che è proibito da
decenni (almeno in Europa) proprio perché
dannoso per l´uomo.
Insomma quello che passa dall´alimentazione è un
"avvelenamento" lento ma inesorabile.
Infatti, sottolineano dal Wwf, le concentrazioni
trovate negli alimenti non comportano
conseguenze immediate e dirette sulla salute.
Tuttavia, «deve essere presa nella giusta
considerazione l'effetto dell'esposizione
cronica anche a basse dosi di cocktail di
contaminanti attraverso la dieta, soprattutto
nel feto in via di sviluppo, nei neonati e nei
bambini».
E allora: che fare ? Lo studio non è
stato reso noto in un momento qualsiasi: in
ottobre e novembre si voterà la revisione
dell'attuale normativa europea in materia di
sostanze chimiche, che non viene modificata dal
1981.
Per indebolire questa normativa, nota come Reach
(Registration, evaluation and authorisation of
chemicals), l'industria ha esercitato forti
pressioni.
Per questo l´associazione ambientalista chiede
che le sostanze chimiche pericolose siano
sostituite con alternative più sicure, che fissi
requisiti severi per i produttori di sostanze
chimiche e consenta ai consumatori di conoscere
con facilitò quali sono le sostanze presenti
negli alimenti di uso quotidiano.
Tratto da:
wwf.it