FLORA, BATTERI, MICROBI
vedi anche:
Fermenti della
Flora intestinale
Microbioma, omeostasi, stress ossidativo, mutazioni DNA,
danni da farmaci e VACCINI
L'ecosistema piu' complesso in natura e' anche e proprio
dentro ognuno di noi; esso si chiama "Microbiota"
(flora
batterica composta da batteri e funghi-lieviti)
ed e' presente soprattutto nell'apparato
gastrointestinale; esso e' l'insieme dei microorganismi autoctoni
residenti (NON transienti) nel tubo
digerente dell'uomo, degli animali e dei
vegetali; il microbiota, ha quindi un ruolo fondamentale
per la vita sana umana, animale e vegetale.
La Medicina
Naturale ne parla da centinaia forse migliaia di
anni e solo recentemente i ricercatori della medicina
ufficiale se ne sono resi conto ed oggi lo
definiscono un "superorganismo", che e' composto nell'uomo,
da un numero enorme di batteri pari a 6 volte il numero
delle cellule che
compongono un uomo, con un numero superiore ai 4 milioni di
ceppi di batteri diversi ma complementari, che vivono in
stretto contatto e funzione mutualistica con la parete
delle mucose anaerobiche,
specialmente quelle del tratto
gastrointestinale del
tubo digerente; il
microbiota-microbioma e' presente anche in tutte le
altre mucose, anche quelle aerobiche, pelle compresa.
Questo microbiota e' indispensabile, secondo la Medicina
Naturale, al mantenimento della Perfetta Salute e
assolutamente necessario per la riparazione delle cellule,
dei tessuti danneggiati
da traumi fisici esterni (pressioni,
bruciature, contusioni ferite) e da quelli
interni derivanti dall'uso di farmaci, Vaccini, droghe, alimenti inadatti e/o contaminati (solidi
e liquidi), ecc.; cio' significa che sono indispensabili per
l'autoguarigione da
qualsiasi sintomo (malattia),
per cui distruggerli con gli antibiotici e'
un crimine contro la Salute Naturale.
Distribuzione dei batteri, microbioma, florabatterica,
intestinale
Neonati:
Bifidobatteri
differenti, si “alleano” per formare il primo “pan
genoma”
Un gruppo di ricerca dell’Istituto
di Bioscienze a Norwich (UK), ha dimostrato che
diverse specie di Bifidobacterium popolano l’intestino
dei neonati allattati al seno e che le loro
interazioni con la dieta giocano un ruolo importante
nella regolazione del microbiota che si instaura nel
tratto enterico subito dopo la nascita.
Il primo periodo di vita di
un neonato rappresenta un momento critico per
l’interazione microbiota-ospite: la colonizzazione da
parte di microrganismi“pionieri”, appena subito dopo
la nascita, è il primo passo cruciale in questa
relazione mutualistica. Tanto complesso è il
microbiota di un adulto, tanto il tratto
gastrointestinale di un neonato nato a termine è
relativamente più semplice, essendo dominato
principalmente dal Bifidobacterium. La perdita di
questi batteri durante la prima fase di vita può
portare a conseguenze negative per la salute
dell’ospite, inclusa una maggiore predisposizione a
malattie autoimmuni/metaboliche. I neonati allattati
al seno tendono a conservare la dominanza del
Bifidobacterium, mentre quelli alimentati con latte
artificiale presentano una composizione microbica
diversa.
Cosa
aggiunge questo studio
Il latte materno contiene
probiotici naturali, gli oligosaccaridi umani (HMO),
che rappresentano la fonte di nutrimento dei batteri
intestinali. La caratterizzazione genomica di 19 ceppi
batterici, isolati da neonati allattati al seno, ha
rivelato un’architettura genomica arricchita in geni
del metabolismo dei carboidrati diversi da ceppo a
ceppo, ma che collettivamente formano un unico
“pangenoma” all’interno del gruppo di neonati.
Conclusioni
L’esperimento di
cross-feeding ha permesso di dimostrare che il
metabolismo degli HMO consente la condivisione di
risorse, così da massimizzare il consumo di nutrienti
dalla dieta ed evidenzia la cooperazione naturale tra
ceppi di bifidobatteri e il loro ruolo di “specie
fondatrici” nell’ecosistema neonatale.
Il
comportamento delle comunità bifidobatteriche intra-
ed inter-neonato potrebbe contribuire alla diversità e
al dominio del Bifidobacterium nella prima fase di
vita e suggerisce come indirizzare in futuro nuove
diete e terapie basate sul microbiota, per promuovere
la salute neonatale.
In un
articolo -
https://www.nature.com/articles/s41396-019-0553-2
-
recentemente pubblicato su The ISME Journal, Melissa
Lawson, Ian J. O’Neill e il loro gruppo di ricerca
dell’Istituto di Bioscienze a Norwich (UK), hanno
dimostrato che diverse specie di Bifidobacterium
popolano l’intestino dei neonati allattati al seno e
che le loro interazioni con la dieta giocano un ruolo
importante nella regolazione del microbiota che si
instaura nel tratto enterico subito dopo la nascita.
I ricercatori, allo scopo di
indagare le interazioni della comunità bifidobatterica
nella prima fase della vita, hanno analizzato i
profili genomici microbici di campioni fecali di tre
neonati sani nati a termine (coetanei, nati da parto
vaginale e allattati al seno), mediante il
sequenziamento dell’RNA ribosomale 16S.
In
generale, il microrganismo prevalente si è rivelato il
Bifidobacterium.
Dal momento che i test
fenotipici effettuati hanno suggerito differenze a
livello di specie, gli autori hanno eseguito un
sequenziamento genomico comparativo su tutti e 19 i
ceppi bifidobatterici.
I risultati mostrano tre
principali gruppi filogenetici: il Bifidobacterium
longum, il Bifidobacterium breve e il Bifidobacterium
pseudocatenulatum.
In seguito, sono state
caratterizzate le ORFs (Opening Reading Frames) di
ciascun genoma ottenuto. I cluster maggiormente
rappresentati sono quelli del metabolismo dei
carboidrati e del trasporto cellulare. Gli enzimi
addetti all’idrolisi dei carboidrati glicosilati o
glicani sono le idrolasi (GH). Un totale di 39 diverse
famiglie di GH sono state isolate nei ceppi di
Bifidobacterium, 62 singoli geni soltanto nel
Bifidobacterium pseudocatenulatum.
Il GH
predominante in tutte le specie è il GH13, che fa
parte di una famiglia di enzimi che idrolizza questi
carboidrati nelle piante.
Tra le famiglie di
Bifidobacterium capaci di utilizzare gli HMO come
alimento, come il B. infantis, il B. breve, il B.
longum e il B. pseudocatenulatum, le specie ritrovate
nei campioni sono stati il B. infantis e il B. longum.
Dopo
il lattosio, gli HMO rappresentano il secondo
carboidrato più abbondante nel latte materno:
principalmente il 2’fucosilattosio (2’FL) e il
latto-N-neotetraosio (LNnT).
Su 19 ceppi, 9
utilizzavano il 2’FL e 12 il LNnT. Il B.
pseudocatenulatum era in grado di metabolizzare solo
il 2’FL, mentre il B. infantis e il B. longum
entrambi. Quindi, l’utilizzo degli HMO come fonte di
energia dipende dal tipo di HMO e dal ceppo batterico.
All’interno di una singola
comunità batterica le diverse specie di
Bifidobacterium coesistono.
Con l’obiettivo di
capire se specifici ceppi del neonato potessero
influenzare la crescita dei ceppi “vicini di casa”,
gli autori hanno sviluppato dei terreni di coltura
ottenuti da batteri produttori e non produttori di
enzimi degradatori di HMO. Questi terreni condizionati
sono stati poi utilizzati in esperimenti di
“cross-feeding”, cioè sono stati usati per alimentare
ceppi incapaci di degradare HMO, all’interno della
stessa comunità. Il terreno condizionato ottenuto dal
B. pseudocatenulatum supporta la crescita per esempio
del B. longum, all’interno però dell’organismo di uno
stesso neonato.
Per indagare la presenza di
potenziali prodotti di degradazione degli HMO, gli
autori si sono avvalsi della tecnica di spettroscopia
H-NMR che permette di identificare molecole
metaboliche in esperimenti di cross-feeding. Ad
esempio, B. longum in seguito al metabolismo del 2’FL
genera acetato e formiato (un intermedio del
metabolismo del lattosio). Invece, i metaboliti
derivanti dalla degradazione del LNnT, sempre ad opera
del B. longum, sono ricchi in acetato (SCFA derivante
dal metabolismo del formiato), e in etanolo.
Diverse specie di
Bifidobacterium, quindi, sono gli “attori”
protagonisti del microbiota nella prima fase della
vita e nello sviluppo di un neonato sano. Queste
specie sono però caratterizzate da differenze a
livello fenotipico e genotipico; nel loro insieme
contribuiscono a una relazione cooperativa tra la
dieta del neonato allattato al seno e la primissima
popolazione di Bifidobacterium che colonizza il suo
intestino.
Gli HMO rappresentano
infatti la principale fonte di energia del latte
materno, anche se il bambino non è ancora in grado di
digerirli. Proprio questa è la funzione delle
popolazioni di Bifidobacterium e dei loro enzimi.
Questo studio ha dimostrato
come diverse specie di Bifidobacterium derivanti da
uno stesso neonato possano essere equivalenti da un
lato, ma avere capacità diverse nel metabolismo degli
HMO dall’altro.
Il Bifidobacterium, quindi, agisce
certamente da microrganismo “pioniere”, promuovendo il
massimo consumo dei nutrienti contenuti nel latte
materno. L’identificazione completa delle interazioni
microbiota-ospite, relative alla dieta di un neonato,
sarà importante per riuscire a sviluppare strategie
capaci di promuovere una prima fase della vita sana.
Tratto da:
https://microbioma.it/pediatria/neonati-bifidobatteri-differenti-si-alleano-per-formare-il-primo-pangenoma
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MICROBIOTA INTESTINALE DEL
NEONATO E DEL BAMBINO: IL RUOLO DEI BIFIDOBATTERI
Ai
tanti pregi conosciuti del latte materno se ne aggiunge un altro.
Il
sistema immunitario della madre reagisce “migliorando” la capacità
protettiva del latte se esposta, con il bambino, a
"virus" (di
qualsiasi tipo) e
batteri
durante il periodo dell'allattamento.
Non solo dunque il latte materno
protegge contro le infezioni stimolando l'immaturo sistema immunitario
del bebe', ma è il latte stesso che si rafforza nelle sue qualità, se
la madre e' esposta a problemi si salute durante l'allattamento.
Si tratta di conclusioni tratte dopo lo studio dell'immunologa
Dani-Louise Brian dell'Universita' Flinders di Adelaide, presentato alla
conferenza della Societa' australiana per la ricerca medica in corso a
Adelaide, durante il quale sono state prese in esame 99 madri che
allattavano. L'immunologa ha osservato che il latte prodotto quando il
bebe' e' infettato con un virus respiratorio contiene una maggiore
quantita' di fattori protettivi di quando il piccolo e' sano.
Nella
ricerca, sono stati analizzati campioni di latte di 36 madri i cui
piccoli erano stati ricoverati in ospedale con bronchiolite causata da
virus respiratorio, e di altre 63 madri con bambini in buona salute.
Secondo la Bryan, la probabile spiegazione e' che l'esposizione del
bebe' all'infezione faccia scattare una risposta immunitaria nella
madre, il che a sua volta altera la composizione del latte.
''Abbiamo
trovato che anche nell'assenza di sintomi clinici di malattia nella
madre, il latte del seno cambia ugualmente le sue caratteristiche con
l'esposizione alla malattia del piccolo. Il cambiamento principale
consiste in una crescita massiccia del numero di leucociti nel latte che
viene succhiato'', ha spiegato. Lo studio suggerisce che l'esposizione a
patogeni da parte della madre puo' migliorare le qualita' terapeutiche
del suo latte. I risultati non sono solo un'ulteriore conferma dei
benefici dell'allattamento al seno, ma costituiscono un importante passo
avanti verso l'ottenimento di latti artificiali per il biberon con
formule di migliore qualità che non deprimano la capacità immunitaria
del bambino, nei casi in cui le madri non sono in grado di allattare o
scelgono di non farlo.
Tratto
da: italiasalute.it
Commento NdR: quindi
NON fate NESSUN vaccino ai vostri neonati....
Influenza invernale: il colostro è più
efficace del
Vaccino soprattutto quando si allatta fino
ai 3 anni....
Estratto da: Gazzetta Medica
Italiana — Archivio per le Scienze Mediche, 2005,
Vol.164, N. 3,
Prevenzione di episodi influenzali con colostro in
confronto con la vaccinazione
M.R. CESARONE, G. BELCARO, U. CORNELLI, A. DI RENZO, F.
MUCCI, M. DUGALI, M. CACCHIO, M. CORNELLI, R. ADOVASIO,
F. FANO, A. LEDDA, A. RICCI, S. STUARD, G. VINCIGUERRA
Una mela trasporta
circa 100 milioni di batteri - che è una buona cosa
– 25/07/2019
By John Anderererer - Lo
studio è pubblicato sulla rivista scientifica
Frontiers in Microbiology
GRAZ, Austria - Come va il
vecchio detto? "100 milioni di batteri al giorno
terranno lontano il medico ?" Sembra giusto.
Un nuovo
studio rivela che una tipica mela da 240 g contiene
circa 100 milioni di batteri, soprattutto nei semi e
nella pelle. Mentre questo può sembrare un po
'off-putting in un primo momento, i ricercatori dicono
che quando si tratta di salute intestinale, più batteri
sono, meglio è.
Inoltre, i ricercatori
dell'Università di Tecnologia di Graz affermano che le
mele biologiche contengono una quantità di batteri
ancora maggiore rispetto alle mele convenzionali,
rendendole potenzialmente più sane, più gustose e
migliori per l'ambiente.
"I batteri, funghi e virus
presenti nel nostro cibo colonizzano transitoriamente il
nostro intestino", spiega in un comunicato il professor
Gabriele Berg, autore senior dello studio, vedi:
https://www.eurekalert.org/pub_releases/2019-07/f-aac072219.php
:
"Cucinare uccide la maggior parte di questi,
quindi frutta cruda e verdura sono fonti particolarmente
importanti di microbi intestinali".
Berg e il suo team si sono
impegnati a trovare la migliore fonte di frutta per i
microbi benefici dell'intestino, così hanno deciso di
puntare su uno dei frutti più popolari in tutto il
mondo: la mela.
"Nel 2018 sono state coltivate
83 milioni di mele e la produzione continua ad
aumentare", afferma Berg. "Ma mentre studi recenti hanno
mappato il loro contenuto di funghi, i batteri presenti
nelle mele sono meno conosciuti".
I ricercatori hanno analizzato
e confrontato i livelli di batteri nelle mele
regolarmente acquistate al supermercato e in quelle
biologiche. Ogni mela è stata scomposta e analizzata
pezzo per pezzo, cioè, stelo, buccia, semi, ecc.
Entrambi i tipi di mele
mostravano generalmente la stessa quantità di batteri -
100 milioni, per lo più nel cuore della mela.
Ad
esempio, se si rimuove il torsolo, la conta batterica di
una tipica mela scende fino a 10 milioni.
Tuttavia, le mele biologiche e
quelle lavorate differiscono per quanto riguarda la
varietà di batteri. Le mele biologiche presentavano
comunità batteriche molto più diverse tra loro rispetto
ai normali campioni. Questo è degno di nota perché
quando si tratta di salute intestinale, la diversità è
ancora più importante della quantità.
"Le mele appena raccolte,
gestite biologicamente, ospitano una comunità batterica
molto più diversificata, più omogenea e distinta
rispetto a quelle convenzionali", spiega Berg. "Questa
varietà e questo equilibrio dovrebbero limitare la
crescita eccessiva di qualsiasi specie, e studi
precedenti hanno riportato una correlazione negativa tra
l'abbondanza di patogeni umani e la diversità microbica
dei prodotti freschi".
Inoltre, è stato dimostrato
che le mele biologiche contengono solo Lactobacilli, un
probiotico abbastanza noto. Le mele convenzionali,
d'altra parte, contenevano batteri noti per ospitare gli
agenti patogeni. Il team di ricerca dice anche che le
mele biologiche contengono molto di più di un batterio
specifico, il metil batterio, noto per migliorare la
qualità del sapore della frutta.
Questi risultati si sposano
bene con un altro recente studio che ha scoperto che le
comunità fungine tra le mele biologiche erano molto più
diverse rispetto alle mele normali coltivate con l'uso
di pesticidi.
Berg e il suo team dicono che
un giorno le informazioni sui microbiomi di frutta e
verdura possono essere prontamente disponibili come le
informazioni nutrizionali più tradizionali.
Definizioni di:
Batteri = sono
micro organismi che hanno vita propria od in comunita';
essi possono morire, (quando le condizioni dell'
ambiente in cui vivono, mutano, in modo importante e
contro la loro sopravvivenza), ma prima di morire
cercano di
mutare la loro forma e quindi funzione e si adattano
al nuovo tipo di ambiente.
vedi qui:
....I
miei controlli diretti verso questo punto specifico
hanno dimostrato che, in certe condizioni di
diponibilita’ di nutrienti, questi micro organismi
possiedono la proprieta’ di anaerobiosi facoltativa...
Micobatteri =
simil batteri, ma vivono piu' particolarmente in
comunita' (insiemi/colonie); NON possono morire
facilmente, essi sono funghi particolari, che hanno piu’
possibilita’ rispetto ai funghi, la loro matrice,
percio’ si camuffano, mutando la loro forma da “simil
batteri” (con la creazione della loro parete protettiva
= capsula); sono come dei fantasmi, si rendono
facilmente non riconoscibili al sistema immunitario,
ritornando e utilizzando la loro originale matrice
fungina/lieviti e mutando continuamente forma;
ma
cio’ avviene solo se l’ambiente in cui sopravvivono ha
le condizioni per loro adatte (pH, temperatura, carica
bioelettronica), altrimenti anch’essi muoiono si
disgregano e ritornano “polvere”.
Lieviti /
Funghi
= non muoiono facilmente anch’essi, ma possono adattarsi
a qualsiasi tipo di alimentazione e quindi variano le
loro funzioni, sono praticamente immortali, quando il pH
temperatura, carica bioelettronica dell’ambiente sia a
loro favorevole, salvo il fatto che non abbiano piu’
alimenti adatti, per cui muoiono (ritornano “polvere”),
I batteri si
spostano (un po') come gli esseri umani
- 26/02/2019
Un'innovativa
tecnica di microscopia ha permesso di visualizzare i
meccanismi attraverso cui il batterio Pseudomonas aeruginosa
riesce ad aggrapparsi alle superfici ed a spostarsi: il
movimento coinvolge il senso del tatto, proprio come avviene
negli organismi superiori, compresi gli esseri umani(red)
Lo Pseudomonas aeruginosa è un batterio molto comune che
vive nel terreno ed è tristemente famoso negli ospedali
perché provoca infezioni anche gravi e resistenti ai
trattamenti antibiotici in pazienti
immuno-compromessi, affetti da fibrosi cistica o colpiti
da gravi ustioni.
Il suo studio ha però rivelato alcuni dettagli fondamentali
sulla capacità di movimento dei batteri, come riferiscono
sulla rivista “Nature Microbiology” ricercatori del
Politecnico Federale di Losanna, e colleghi di una
collaborazione internazionale.
“Le superfici dei batteri sono ricoperte da filamenti
proteici, che sono responsabili della motilità e
dell'adesione alle superfici, dei meccanismi di segnalazione
e dei processi d’infezione: in definitiva, regolano il modo
in cui i batteri interagiscono con il loro ambiente”, ha
spiegato Lorenzo Talà, primo autore dell’articolo.
“Tuttavia, sono cosi piccoli che osservarli nelle cellule
viventi è un'operazione complessa: abbiamo una conoscenza
limitata delle loro attività dinamiche”.
La scarsità di informazioni riguarda in modo particolare le
strutture chiamate “pili di tipo IV”, filamenti spessi solo
alcuni deci-milionesimi di millimetro che si trovano sulla
superficie di molti batteri, e consentono loro di muoversi
sulle superfici in una modalità nota come motilità
contrattile. In questa modalità, i pili di tipo IV si
estendono, si legano ai substrati solidi circostanti e si
ritirano, spingendo la cellula in avanti.
Per superare le difficoltà
sperimentali dello studio di questi processi, gli autori
hanno usato una nuova tecnica denominata microscopia a
diffusione interferometrica (ISCAT) con cui sono
riusciti a visualizzare gli eventi che caratterizzano
legame e ritrazione dei pili e spostamento della cellula
batterica.
Le immagini hanno mostrato che il contatto della punta
del pilo con la superficie attiva un motore molecolare
che dopo poco dà il via alla ritrazione. Questa a sua
volta migliora il legame del batterio con la superficie,
incrementando lo spostamento del batterio. Infine, un
secondo motore molecolare più forte consente lo
spostamento del batterio in condizioni di elevato
attrito.
L'intera sequenza mostra che i pili funzionano da
sensori, e rivela un nuovo meccanismo con il quale i
batteri interagiscono con le superfici. Rivela anche che
i batteri usano meccanismi sensoriali per coordinare il
moto dinamico dei loro macchinari di motilità, in
sorprendente analogia con quanto avviene negli organismi
superiori, inclusi gli esseri umani, che muovono i loro
arti per generare spostamento.
"Il sistema nervoso centrale umano elabora i segnali
meccanosensoriali per coinvolgere in sequenza i
componenti motori, innescando così la contrazione
muscolare e provocando un'andatura", ha concluso Talà.
"Il nostro lavoro mostra che, allo stesso modo, i
batteri usano il senso del tatto per impegnare in
sequenza motori molecolari, generando cicli di
estensione e retrazione dei pili che si traducono in un
modello di camminata".
Tratto da: lescienze.it
Anche il feto è dotato di
batteri intestinali.
I
risultati indicano un potenziale per
migliorare la crescita prematura e il
sistema immunitario durante la gravidanza
ad alto rischio.
Uno studio sull'uomo e sui topi ha
mostrato che un feto ha il suo microbioma,
o comunità di batteri che vivono
nell'intestino, che sono noti per svolgere
un ruolo importante nel sistema
immunitario e nel metabolismo. I
ricercatori hanno anche confermato che il
microbioma fetale viene trasmesso dalla
madre. Questi risultati aprono la porta a
possibili interventi durante la gravidanza
per stimolare il microbioma fetale quando
è previsto un parto prematuro, per aiutare
il bambino a crescere più velocemente ed
essere meglio attrezzato per tollerare il
rischio di infezione nella prima infanzia.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista
JCI Insight.
"Il nostro studio dimostra chiaramente che
un microbioma complesso viene trasmesso
dalla madre al feto", afferma l'autore
principale Patrick Seed, MD, PhD,
direttore associato di ricerca di base
delle scienze di base presso lo Stanley
Manne Children's Research Institute di Ann
& Robert H. Lurie Children's Hospital di
Chicago e professore di ricerca di
pediatria, microbiologia e immunologia
presso la Feinberg School of Medicine
della Northwestern University. "A
differenza di altri studi che si basano
solo sul sequenziamento del DNA di
prossima generazione, convalidiamo i
nostri risultati di sequenziamento con
tecniche di microscopia e coltura, per
risolvere una controversia vecchia di
decenni sull'esistenza di un microbioma
fetale. Ora possiamo cercare modi per
stimolare lo sviluppo del sistema
immunitario fetale e il metabolismo
stimolando il microbioma della madre.
Si stima che il
microbioma umano sia costituito da oltre
un miliardo di batteri in una sola
persona, con un numero di cellule
microbiche 10 volte maggiore rispetto ad
una cellula umana. La ricerca ha stabilito
che le caratteristiche specifiche del
microbioma svolgono un ruolo causale in
obesità, allergia, asma, diabete, malattie
autoimmuni, depressione e una varietà di
tumori.
"Stabilire un microbioma
dinamico nel feto ci porta a sospettare
che un'esposizione controllata ai microbi
formi lo sviluppo del sistema immunitario
e del metabolismo", afferma Dr Seed.
"Abbiamo bisogno di ulteriori ricerche per
comprendere meglio i meccanismi coinvolti
e come possiamo intervenire per migliorare
la salute dei bambini all'inizio della
vita e oltre."
Materiale
fornito dall'ospedale pediatrico Ann &
Robert H. Lurie di Chicago.
Uno studio della Columbia
University ha trovato nei bambini una relazione tra
avversità vissute nella prima fase della vita e aumento di
sintomi gastrointestinali (la
vitamina
K1 ed i successivi Vaccini sono traumi molto gravi per il
neonato), che a loro volta possono avere delle
conseguenze sul cervello e sul comportamento durante l’età
adulta.
Lo studio è stato pubblicato
online il 28 marzo (2019) nella rivista Development and
Psychopathology.
“Una ragione frequente per
cui I bambini finiscono dal dottore, è quella di
disturbi intestinali”, ha detto Nim Tottenham, un
professore di psicologia alla Columbia e primo autore
dello studio: “Le nostre scoperte indicano che i sintomi
gastrointestinali nei bambini potrebbero essere un
semaforo rosso per futuri problemi emozionali collegati
alla salute”.
Gli scienziati hanno da
tempo notato il forte collegamento esistente tra le
viscere e il cervello.
Una precedente ricerca ha
dimostrato che nel 50% degli adulti con la sindrome del
colon irritabile, veniva riscontrata una storia di
trauma o abuso, con il doppio della prevalenza rispetto
a quelli senza.
“Quale ruolo il trauma abbia
avuto nella crescente vulnerabilità sia a sintomi
gastrointestinali che di salute mentale, si nota bene
negli adulti, ma questo è raramente studiato nei bambini
“, ha detto l’autrice capo dello studio Bridget
Callaghan, che ha un ruolo di ricerca post dottorato nel
dipartimento di psicologia della Columbia
In aggiunta, ha detto la
dottoressa, degli studi sugli animali hanno dimostrato
che i cambiamenti indotti da avversità, nel microbiota
dell’intestino – ovvero la comunità dei batteri nel
corpo che regola tutto dalla digestione alla funzione
del sistema immunitario – influenzano lo sviluppo
neurologico, ma su questo non si sono fatti degli studi
sugli umani.
“Il nostro studio è tra i
primi che collegano la perturbazione del microbiota
gastrointestinale del bambino, all’attività cerebrale in
regioni associate alla salute mentale, questo quando il
trauma sia stato attivato da una avversità vissuta nei
primissimi tempi di
vita“, ha detto Callaghan.
I ricercatori si sono
concentrati sullo sviluppo in bambini che hanno vissuto
estrema privazione psicosociale, causata da assistenza
istituzionale prima della adozione internazionale. La
separazione di un bambino da un genitore è noto che
negli umani sia un potente fattore che predice
problematiche sulla salute mentale.
Quella esperienza, quando
viene rimodellata su roditori, induce paura e ansia,
blocca lo sviluppo neuronale ed altera le comunità
microbiche per tutta la vita.
I ricercatori hanno attinto
dai dati di 115 bambini adottati da orfanotrofi o case
accoglienza all’età di ca due anni e da quelli di 229
bambini cresciuti da genitori biologici
I bambini con disagi in
precedenti accudimenti, hanno mostrato maggiori livelli
di sintomi che riguardano: mal di stomaco, costipazione,
vomito e nausea.
Dal campione degli adottati,
i ricercatori hanno quindi selezionato 8 partecipanti
dai 7 ai 13 anni, dal gruppo relativo a coloro con
avversità ed altri 8 dal gruppo relativo a genitori
biologici.
Tottenham e Callaghan hanno
poi raccolto informazioni sul comportamento, campioni di
feci ed immagini del cervello di tutti i bambini. Hanno
usato la sequenza genetica per identificare i microbi
presenti nei campioni di feci ed esaminato l’abbondanza
e diversità di batteri in ogni sostanza fecale del
partecipante.
I bambini con una storia di
disfunzioni di accudimento nei primi anni di vita,
avevano molto distintamente microbioti intestinali
diversi rispetto a quelli cresciuti dalla nascita da
genitori biologici. Scansioni del cervello dei bambini,
hanno anche mostrato che gli schemi dell’attività
cerebrale erano correlati a certi batteri. Per esempio,
i bambini cresciuti dai genitori avevano una crescente
diversità del microbiota intestinale e questo è
collegato alla corteccia prefrontale , una regione del
cervello che aiuta a regolare le emozioni.
“E’ troppo presto per dire
qualcosa di conclusivo, ma il nostro studio indica che i
cambiamenti nel microbiota intestinale, associati ad
avversità, sono in relazione alla funzione cerebrale,
incluse differenze nelle regioni del cervello associate
con il processo emotivo”, ha detto Tottenham, che è un
esperto sullo sviluppo emozionale
E’ necessaria piu’ ricerca,
ma Tottenham e Callaghan credono che il loro studio
aiuti a colmare una lacuna importante nella letteratura.
“Studi sugli animali ci
dicono che gli interventi dietetici e i probiotici,
possono manipolare il microbiota intestinale e
migliorare gli effetti sul sistema nervoso centrale,
effetti causati dalle avversità, specialmente durante i
primi anni di vita quando il cervello in sviluppo e il
microbiota sono piu’ plastici. “ ha detto Callaghan.
“E’ possibile che questo
tipo di ricerca ci aiuti a conoscere come e se
intervenire al meglio negli esseri umani e quando”
Callaghan e Tottenham attualmente stanno lavorando su
uno studio a scala maggiore di 60 bambini a New York
City, per vedere se le loro scoperte possono essere
replicate.
Fonte:
https://www.technologynetworks.com/neuroscience/news/childhood-trauma-can-impact-our-gut-bacteria-317561?fbclid=IwAR100VkzvRgTjqgXPoxV6IbM-9DixkGJCS472J54TyiMTDr_0e_UzXSZcLs
Traduzione: M.Cristina Bassi
per: thelivingspirits.net
Reference: Callaghan, B.L.,
Fields, A., Gee, D. G., Gabard-Durnam, L., Caldera, C.,
Humphreys, K. L., Tottenham, N. (undefined/ed). Mind and
gut: Associations between mood and gastrointestinal
distress in children exposed to adversity.
Development and Psychopathology, 1–20.
https://doi.org/10.1017/S0954579419000087
Batteri per
immunizzare
https://newatlas.com/gut-bacteria-microbiome-virus-infection-immune-brain-degeneration/60623/
vedi: Trapianti
di Batteri – Feci e Fermenti +
Fermenti, macrofagi, infiammazione
-
Elenco Batteri nell'apparato Digerente
-
COPROTERAPIA (assunzione
di feci selezionate)
-Sindrome della permeabilita' intestinale ed autismo
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Il Thimerosal dei vaccini distrugge e/o altera la flora
intestinale essendo una sostanza altamente tossica
https://www.britannica.com/science/human-microbiome#ref1126185
I ricercatori hanno eseguito esperimenti
su 21 donne volontarie sane. Le 21 pazienti sono
state sottoposte a tre sessioni di un minuto di
esposizione a raggi ultravioletti in tutto il
corpo per una settimana.
Durante
tutto il trattamento venivano prelevati campioni
di feci e venivano analizzati i batteri
intestinali. Venivano inoltre prelevati campioni
di sangue per analizzare i livelli di vitamina D.
I ricercatori scoprivano che l’esposizione della
pelle ai raggi ultravioletti aumentava in maniera
significativa la diversità microbica intestinale e
questo accadeva solo in quelle persone che non
avevano assunto integratori di vitamina D nel
corso degli esperimenti.
Come spiega Bruce Vallance, ricercatore
dell’Università della British Columbia che ha
condotto lo studio, l’esposizione ai raggi UVB
aumentava la ricchezza e l’uniformità del
microbioma dei soggetti. Prima dell’esposizione ai
raggi, le donne che non assumevano integratori
mostravano un microbioma intestinale meno
diversificato rispetto alle donne che già
assumevano integratori di vitamina D.
Tra i batteri che aumentavano di più c’erano i
Lachnospiraceae, un genere di batteri già
precedentemente collegato alla vitamina D.
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Il tratto gastro-intestinale, nel suo insieme, è uno tra gli
organi più specializzati del corpo umano e rappresenta la
più ampia area di contatto corporea con il mondo esterno,
con un “estensione” di circa 400 m2.
Esso svolge due azioni
fondamentali: è una barriera verso gli agenti patogeni
esterni, ed è un filtro selettivo deputato all’assorbimento
delle sostanze nutritive. Preservare e/o ripristinare le
ottimali condizioni di funzionalità e integrità strutturale
() di questo delicatissimo ecosistema cellulare è di
capitale importanza per il mantenimento in buona salute
della persona.
Lo studio - firmato dal Dott. Diego Cardani, dal titolo “” e
pubblicato su Inflammation and Cell Signaling (Vol. 1 N° 5;
2014 pp. 254-261), rivista peer-reviewed del Gruppo
Editoriale NATURE - ha ora esaminato e portato alla luce gli
effetti sinergici dell’associazione tra il Colostro Bovino e
il succo di Noni.
E’ nota fin dai primi anni del secolo scorso l’importanza
dell’utilizzo nutrizionale di specifici ceppi batterici allo
scopo di migliorare la funzionalità intestinale, e a questa
evidenza si è aggiunta, recentemente, la scoperta delle
proprietà immunomodulanti dei ceppi probiotici. Per entrambe
queste funzioni è indispensabile la corretta interazione del
microbiota con l’epitelio intestinale e il sistema
immunitario ad esso associato.
L’integrazione alimentare mirata può rappresentare un valido
strumento di protezione e ripristino dell’area intestinale,
attraverso l’azione protettiva di sostanze di origine
naturale tra le quali il Colostro Bovino (CB) e il succo di
Morinda Citrifolia, pianta comunemente conosciuta come Noni,
che è un prodotto naturale a base di colostro bovino
liofilizzato con tecnica freeze-drying e di Noni, nome di
origine Polinesiana della Morinda citrifolia, una pianta
officinale della famiglia delle Rubiaceae, e grazie
all'attività sinergica dei suoi principi attivi naturali
aiuta a proteggere il tratto gastro-intestinale
preservandone la funzionalità, con una formulazione
orosolubile innovativa, a rapida azione, i cui componenti
attivi sono altamente biodisponibili per l'organismo,
rendendolo indicato sia per gli adulti quanto per i bambini.
L' alimentazione scorretta, stili di vita non ottimali,
stress, stati patologici o terapie farmacologiche, sono
fattori che si ripercuotono direttamente o indirettamente
sul tratto gastro-intestinale, determinando un’alterazione
della funzionalità della mucosa e del microbiota
intestinale.
Una dieta corretta rappresenta sicuramente il primo passo
necessario per un miglioramento delle condizioni, sia
funzionali sia strutturali, del tratto gastro-intestinale.
articolo pubblicato
su “Nature Communications”
CHE COSA è un
batterio
È un essere vivente, microscopico, costituito da una
singola cellula (unicellulare) che produce specifici
(sono la sua cacca) necessari per abbattere i composti
organici e per digerirli. Specifici batteri sono
scientificamente adattati a digerire i composti
specifici come detergenti, carta, olio, grasso,
idrocarburi e fenoli. Batteri specifici migliorano
notevolmente il processo di digestione delle sostanze da
eliminare e/o trasformare..
I Microbi (batteri) sono selezionati per la loro
affinità anche per gli idrocarburi, sia chimicamente e
fisicamente. Queste comunità di microbi hanno la
capacità di riciclare efficacemente composti olio e
grasso di scarto e gli idrocarburi convertendoli in
componenti non tossici.
L'idrocarburo è uno dei composti organici più semplici e
primitive. È fatto di un atomo di carbonio e idrogeno,
che formano direttamente alle catene o strutture
inanellati. Tutti gli organismi viventi producono
idrocarburi. L'esempio più evidente è carotene.
Piante contenenti cere idrocarburiche sintetizzate al
fine di impedire il deterioramento della superficie
della foglia. Ci sono circa 300.000 diversi composti di
idrocarburi. I microrganismi possono avere risultati
positivi o negativi. Una attività microbica positiva
comprende la rimozione dei materiali tossici quali
ammoniaca, nitriti e acido solfidrico. Durante il
processo di digestione la puzza di idrogeno solforato,
ammoniaca e odori di grasso sono controllati. Per il
controllo degli odori a livello molecolare la necessità
di agenti come profumo mascherano l'odore.
MORFOLOGIA dei BATTERI: (busta cellulare)
L'inviluppo è la superficie esterna della batterica. Può
variare considerevolmente nel regno batterico. La
caratteristica unica trovata in tutte le è la membrana
citoplasmatica che separa l'interno della cellula e
l'ambiente, regolando il flusso di nutrienti, mantenendo
la proprietà intracellulare, e prevenendo la perdita del
contenuto della cella - batterio. La sua morfologia è
anche dovuta alla sua versatilità fisiologica. Le forme
dei batteri possono essere rotonde (cocchi), allungata
(bacilli) o ondulato / elicoidale (spirillum, vibrio,
spirochete). Le forme non sono costanti e possono
variare a seconda dell'ambiente e del tipo di
associazione. Generalmente, una variazione di forma è la
perdita di parete cellulare (PC).
Qual è la variazione di forma a causa di condizioni
sfavorevoli, come ad esempio modifica del pH o ossigeno
da prodotti tossici, ecc;
Anche in condizioni favorevoli alla loro sopravvivenza,
i batteri non hanno morfologia unica, come il Mycoplasma,
ma possono mutare forma e quindi funzione.
Sono composti da plasma, membrana, citoplasma e del suo
materiale genetico = DNA.
Essi possono anche essere composti di flagelli, i fili
batterio che si muovono. La dimensione di un batterio è
compreso tra 1 e 15 m (unità di misura utilizzata per
oggetti o esseri viventi molto piccoli = 1 micrometro (1
m) corrisponde a un millesimo di millimetro (mm)).
Alcuni batteri "giganti" possono raggiungere mezzo
millimetro.
Cosa c'è in un BATTERIO:
All'interno, abbiamo trovato il materiale genetico
(cromosoma batterico) che assicura loro caratteristiche
ereditarie (quelli che passano dai genitori ai figli,
che è, di generazione in generazione). I batteri hanno
anche porzioni di (acido desossiribonucleico,
responsabile anche e non solo, dei caratteri ereditari
degli esseri viventi) in un anello chiamato plasmidi. Un
pezzo di DNA, che determina un tratto
ereditario agli esseri viventi.
Come far crescere un BATTERIO:
La crescita di batteri è definita come un aumento della
popolazione. Durante questa crescita, il raddoppio dei
batteri deriva dalla sovrapposizione di tutti gli altri
componenti, come il DNA, RNA e proteine.
Ogni 20 minuti, i batteri si replicano quando sono in
condizioni ideali di , umidità, calore e nutrienti, e
"cresce" (si duplica) secondo la seguente tabella sulla
GENERAZIONE:
- Replicazione dei BATTERI MINUTI 0 =1 20 MINUTI =2 40
MINUTI =4 60 MINUTI =8 2 ORE =64 3 ORE =512 4 ORE =4096
5 ORE =32.768 6 ORE =262.144 7 ORE =2.097.152 8 ORE
=16.777.216 9 ORE =134.217.728 10 ORE =10.73.741.829
Questa mostra come un singolo batterio può produrre una
grande popolazione batterica in breve tempo. Il ciclo di
crescita dei batteri prevede quattro fasi distinte:
1 - fase di latenza o adattati: in questa fase i batteri
si adattano al nuovo ambiente. Ad esempio, se un
batterio e’ in grado di digerire i grassi è posto in
escrementi, ci vorrà tempo per adattarsi al nuovo
substrato per riconoscerlo bene; quindi dovrà iniziare a
produrre l'enzima specifico per digerire quegli
escrementi. Così, la fase "di adattamento" (Lag) sarà
lunga. Tuttavia, se i nostri batteri sono già in grado
di digerire il grasso, significa che sono stati già
adattati a quel cibo e, quindi, si moltiplicano
rapidamente, con una fase di "ritardo" minima.
2 - Stage "Log" o esponenziale: In questa fase la
crescita avviene ad un ritmo costante e può essere
stimato da una specifica equazione. - Il valore di n può
essere calcolato dalla seguente formula: n = t / tg,
dove t è il tempo (in minuti) per la crescita e TG è il
tempo o tempo di generazione necessario per raddoppiare
il numero di cellule (in minuti). Il tempo di
generazione varia a seconda del batterio e per gli
stessi batteri varia a seconda delle condizioni
ambientali (pH, temperatura, nutrienti, ecc). Quindi, se
un batterio che ha il tempo di generazione di 15 minuti,
per esempio, alla fine di 3 ore produrrà circa 4000
batteri. Questo, tuttavia, si verifica nelle condizioni
ideali per la moltiplicazione. Se non vi è alcun
elemento inerente l'ambiente adeguato, che causa i
batteri al moltiplicarsi più lentamente, aumentando il
tempo di generazione, il numero di batteri al termine
del periodo di tempo sarà più breve.
3 - Fase stazionaria: in questa fase si ferma per
limitare la propagazione di un fattore ambientale
(nutrienti, per esempio). Così la popolazione rimane
costante.
4 - fase calante: In questa fase il numero di batteri
vivi comincia a diminuire, a causa della mancanza di
condizioni di sopravvivenza nell'ambiente (mancanza di
un adatto, nutriente essenziale, eccessiva acidità,
sostanze tossiche escrete dai batteri stessi, ecc)
L'importanza della STRUTTURA per comprendere bene i
microbi. Batteri sono molto piccoli. Nonostante le loro
dimensioni mostrano un sorprendente grado di complessità
naturale. Per l’apprendimento della struttura di un
microbo e’ meglio comprendere come sono le loro
funzioni. Molti batteri sono in grado di muoversi nel
loro ambiente attraverso flagelli od appendici
cellulari. Nel caso dei flagelli, il batterio ha una
lunga e flessibile struttura a spirale modellata, il
flagello che aiuta a spingere la soluzione attraverso il
microbo. I Flagelli possono anche aiutare nella ricerca
di condizioni di movimento favorevole o sfavorevole
indirizzando i batteri in una direzione corretta;
La maggior parte dei batteri utilizza per riprodursi una
scissione binaria che è semplice, ma ci sono quelli con
modi complessi come riproduzione o formazione di cellule
foglie di erba contenute nella alimentazione. Una
riproduzione di un batterio simbionte, avviene dopo la
clonazione dei loro geni, cioè, dopo aver fatto una
copia del vostro DNA.
Come dividere, rendendo così la riproduzione asessuata.
In realtà, in questo caso un batterio diventa due
identiche copie di se stesso. Ma c'è un altro modo. Se
l'ambiente è favorevole, questo processo raggiunge
verificarsi in minuti ad ore, risultando in alcuni
milioni di batteri, secondo la tabella precedente.
Occasionalmente, quando un batterio tocca gli altri due
danno origine ad un processo chiamato coniugazione,
scambiando materiale genetico con l'altro e, generando
così un nuovo tipo di batteri. La loro capacità di
moltiplicazione è una delle loro caratteristiche più
sorprendenti.
La maggioranza dei batteri
dotati di motilità si muove grazie ai
flagelli,
appendici filiformi usate per la locomozione che sporgono
all’esterno dalla
membrana plasmatica e dalla
parete cellulare.
I flagelli sono strutture
proteiche, che sono
costituite
da monomeri di flagellina, rigide e sottili con
diametro di circa 20nm e lunghezza fino a 15-20μm
(circa 5 volte più lungo rispetto al corpo batterico).
I flagelli sono troppo
sottili per essere direttamente visibili al
microscopio ottico in campo chiaro, perciò devono
essere sottoposti a speciali metodi di colorazione che
ne aumentino lo spessore.
Si possono invece osservare
senza ricorrere ad artefatti con il
microscopio elettronico.
Il flagello è un organo di
locomozione tipico dei batteri a forma cilindrica
(bacilli).
A seconda del numero e della
posizione di questi flagelli, i batteri si dividono
in:
- Monotrichi (possiedono un
solo flagello, ad una estremità)
- Anfitrichi (possiedono due
flagelli, alle estremità)
- Lofotrichi (più flagelli
ad un'estremità a formare un ciuffo)
- Peritrichi (più flagelli
sparsi su tutta la superficie)
I flagelli - la cui lunghezza è
compresa tra i 5 ed i 10 micrometri - hanno una
struttura filamentosa e sono costituiti da subunità
proteiche elicoidali contenenti flagellina (una
proteina). Proprio grazie a queste proteine, che
differeiscono da batterio a batterio per costituzione
amminoacidica, i flagelli rappresentano degli organi
di riconoscimento per il sistema immunitario umano
(costituiscono il cosiddetto
ANTIGENE H).
Il flagelo si puo dividere in tre
parti:
- il filamento, che è la porzione sporgente
- un gancio, tramite il quale si attacca alla
membrana plasmatica
- un corpo basale, che funge da
ancoraggio alla membrana
All'interno del corpo basale viene generata
l'energia necessaria a far muovere il flagello in
senso antiorario od orario.
Il motore flagellare
batterico è la versione in natura del motore elettrico
e genera un movimento rotatorio che può arrivare fino
a 30.000 giri al minuto. Il tutto consiste
nell'assemblamento di una quarantina di proteine
paragonabili ai componenti di un motore:

QUAL È il VERO RUOLO dei BATTERI:
La funzione di base di un batterio è quello di riciclare
i componenti di organismi viventi, trasformandoli in
sostanze nutrienti chimici utilizzati dalle piante nella
fotosintesi e la sintesi chimica e negli organismi
viventi dei colpiti da varie cause. Batteri sono
presenti nell'ambiente o come libere, che come comunità
e membri di un complesso multispecie noto come .
L'esistenza di biofilm sembra essere la condizione più
comune.
Elenco di principali ceppi di batteri
anaerobici nell'
intestino
Tra i componenti del microbiota
umano si
elencano:
Acinetobacter calcoaceticus (commensale)
Alcaligenes faecalis (commensale)
Anaerobiospirillum (commensale)
Bacteroides fragilis (patogenico)
Bifidobacteria breve (probiotico)
Bifidobacteria infantis (probiotico)
Bifidobacteria longum (probiotico)
Candida albicans (commensale/patogenico,
in certi casi, quanto non si ritrova con i suoi
antagonisti)
Clostridium (patogenico)
Enterococcus faecium (patogenico)
Enterococcus fecalis (commensale)
Eubacterium nodatum (patogenico)
Escherichia coli Nissle 1917 (probiotico)
Fusobacterium (patogenico)
Lactobacillus acidophilus (probiotico)
Lactobacillus casei (probiotico)
Lactobacillus delbrueckii (probiotico)
Lactobacillus plantarum (probiotico)
Peptococcus (patogenico)
Peptostreptococcus (patogenico)
Plesiomonas shigelloides (patogenico)
Porphyromonas gingivalis (patogenico)
Ruminococcus (patogenico)
Staphylococcus faecium (commensale)
Streptococcus salivarius thermophilus (commensale)