SIGNORAGGIO
BANCARIO
Signoraggio e non solo
http://www.youtube.com/watch?v=Idql6gzDMQs
http://www.youtube.com/watch?v=CJJ9rzReXso
http://www.free-italy.info/2011/10/signoraggiomarra-allattacco-dei.html
http://www.menphis75.com/signoraggio.htm
Cercate su Google oppure su altri motori di
ricerca la parola "signoraggio"
(aggio
del signore)
e vedrete quanti siti ne parlano con chiarezza:
E' la piu' grande
Truffa dei Banchieri Mondiali
FILM
interessantissimo da visionare:
http://video.google.it/videoplay?docid=4684006660448941414
http://www.youtube.com/watch?v=F0fwGCcQNxw
http://www.youtube.com/watch?v=CJJ9rzReXso&feature=related
vedere anche:
http://www.youtube.com/watch?v=ULsoaRGnEnk
https://youtu.be/f3Sr-UODFQ8
I
Veri
Pirati =
Banchieri, Banche,
Multinazionali
"L'attuale creazione di
denaro dal nulla operata dal sistema bancario è identica
alla creazione di moneta da parte di
falsari.
La sola differenza è che sono diversi coloro che ne
traggono profitto". (By
Maurice Allais, premio Nobel per l'economia)
vedi:
Origini segrete della Banca
d'Inghilterra
Dichiarazione della
Banca d’Inghilterra:
i soldi non sono
rappresentazione su carta di beni reali, ma sono
cambiali universalmente riconosciute,
vengono creati nella loro maggioranza dalle Banche
Commerciali nell’atto di fare supposti "prestiti".
http://www.oltre12.net/2014/03/rendetelo-virale-banca-dinghilterra-i.html?spref=fb&fbclid=IwAR2juBBOqOs8R0fI08I24WvYxdpUpmvXaP_tEdicULu4LsH_SbAGfkOQRmE&m=1
Proprietari, cioe' il
"cartello" delle principali banche mondiali:
Federal Reserve, Bank
Interational Settelements, FMI, ecc.
http://www.ilnodogordiano.it/?p=5534
Comunque la SOLUZIONE a TUTTI i
PROBLEMI del MONDO e' GIA' QUI - vedi:
Padroni del mondo,
e' finita per voi !
SOVRANITA' INDIVIDUALE
(Dichiarazione)
|
vedi:
QUESTI
i SOCI delle VARIE BANCHE Centrali + BCE +
FEDERAL RESERVE & C. (nei fatti tutte
private)
vedi:
La struttura della TRUFFA EUROPEA
Nuovo dollaro americano - Trump e il nuovo Dollaro
sostenuto dall’Oro
- 2017
Il debito detto
falsamente "pubblico" per di più totalmente fasullo ed
inventato per schiavizzare la popolazione, nasce già con
l'Unità d'Italia:
https://dalvenetoalmondoblog.blogspot.it/2016/09/il-debito-nasce-con-lunita-ditalia.html?spref=fb
GUERRA al CONTANTE
DOVE STA SCRITTO CHE DOBBIAMO PER FORZA AVERE UN CONTO
IN BANCA ? Sei un lavoratore dipendente ? Sei un
pensionato ? Hai una piccola impresa individuale ?
Per poter lavorare, e quindi vivere, devi per forza
avere un conto in banca, altrimenti è impossibile avere
lo stipendio. Lo Stato ha infatti abolito da anni il
contante per l'accredito dello stipendio. Il problema è
che tutto ciò è ILLEGALE. - Art. 1277 Codice Civile
"I debiti pecuniari si estinguono con moneta avente
corso legale nello Stato al tempo del pagamento e per il
suo valore nominale" - Art 693 Codice Penale
"Chiunque rifiuta di ricevere, per il loro valore,
monete aventi corso legale nello Stato, è punito con la
sanzione amministrativa fino a trenta euro"
Le
leggi dello Stato italiano sono chiare: i pagamenti si
effettuano con la MONETA A CORSO LEGALE e nessuno può
rifiutarsi di ricevere la MONETA A CORSO LEGALE. Ma
cos'è la MONETA A CORSO LEGALE ? Ce lo dice la Banca
d'Italia: "L'unica forma di moneta legale è la
moneta CONTANTE emessa da una banca centrale - per
l'euro la Banca Centrale Europea (BCE)" Quindi la
questione è molto chiara: l'unica moneta a corso legale
è il CONTANTE e nessuno può rifiutarsi di ricevere
denaro CONTANTE per i pagamenti. Cos'è quindi la
MONETA ELETTRONICA che lo Stato ci obbliga ad utilizzare
? Leggiamo sempre dalla Banca d'Italia:
"La moneta scritturale bancaria [ovvero la moneta
elettronica] è una forma di MONETA PRIVATA".
(NdR: quindi qualsiasi privato la
puo' utilizzare....) La moneta elettronica non è
moneta a corso legale, è una moneta privata che porta
LUCRO alle banche. Come fa lo Stato ad abolire o
limitare l'utilizzo del CONTANTE che è l'unica MONETA A
CORSO LEGALE e costringere il cittadino ad utilizzare
una moneta privata che per definizione porta lucro alle
banche attraverso interessi e commissioni ?
Come ci siamo ridotti così ? La decennale propaganda
mistificatoria contro il CONTANTE è stata portata avanti
con grande forza dal circuito bancario e dai suoi
camerieri (giornalisti, politici, boiardi di stato etc).
Quella dell'evasione fiscale è soltanto una scusa
(la vera evasione la abbiamo proprio con la moneta
elettronica e con le Banche che evadono 550 miliardi
l'anno solo in Italia....), l'obbiettivo è quello di
renderci ancora più schiavi controllando il nostro
portafoglio, tracciando ogni spesa che facciamo e
prelevando direttamente i soldi quando lo Stato ritiene
di farlo. Le banche brindano e banchettano grazie ad una
classe politica collusa e incapace. Ma le leggi
rimangono, e sfido i politicanti a modificare la
definizione di MONETA A CORSO LEGALE. Il vero problema
che abbiamo è quello dell'informazione: facciamo sapere
a tutti come stanno realmente le cose, le persone devono
capire come ci stanno togliendo ogni libertà. Come
disse Henry Ford: "È un bene che il popolo non comprenda
il funzionamento del nostro sistema bancario e
monetario, perché se accadesse credo che scoppierebbe
una rivoluzione prima di domani mattina." È nostro
dovere informare.
Causa CARIGE: Tribunale a Genova, sulla creazione di
denaro - 18/08/2016
Tribunale di Genova: accertamento tecnico sulla
creazione di danaro bancario
http://centralerischibanche.blogspot.it/2016/08/tribunale-di-genova-accertamento.html
Tribunale civile di Genova, 18 agosto 2016, udienza
nella causa sulla mancata contabilizzazione della
creazione di danaro da parte di Banca Carige. L'avvocato
di Carige è Paolo Canepa (fratello del magistrato Anna
Canepa, segretaria di Magistratura Democratica), dello
studio legale Roppo e Canepa, che aveva assistito De
Benedetti nella causa sul Lodo Mondadori...
L'avvocato chiede che la causa sia risolta subito per
totale infondatezza, invocando la temerarietà della
controparte.
Il Tribunale rimanda a prossima udienza, il 4 ottobre
2016 alle 10.15, davanti al Dott. Luigi Costanzo,
presidente di sezione nonché presidente vicario del
Tribunale, per decidere sulla nomina del CTU.
L'avvocato
Marco Della Luna, che rappresenta la parte attrice,
costituita da una società finanziaria britannica e da
Marco Saba, sostiene che far emergere i ricavi da
creazione di danaro da parte delle banche commerciali,
nel caso di Carige oltre 25 miliardi, oltreché a
risanare il sistema bancario italiano, porterebbe -
attraverso la conseguente tassazione - alla messa in
sicurezza del bilancio dello Stato.
Una domanda sorge spontanea: se tutto è in regola,
perché il management della Cassa di Risparmio di Genova
si oppone all'accertamento ?
La Banca d'Italia smarrisce 174 miliardi di euros...li
abbiamo ritrovati con Marco Saba
NERONE (Impero Romano) fu assassinato perché
aveva tolto il signoraggio che i ricchi romani
avevano imposto al popolo !
COINCIDENZE DAVVERO POCO
CASUALI - 31/01/2016
La scorsa estate è deceduto (NdR: Assassinato)
Wim Duisenberg, primo governatore della
Banca
Centrale Europea.
Per la cronaca una sola cosa è certa: la data del
decesso, il 31 luglio 2005. Le cause rimangono ancora
oscure e nessuno, a quanto pare, si è preoccupato di
indagare.
Secondo fonti ufficiali, il banchiere sarebbe stato
trovato morto ai bordi della piscina della sua villa nel
sud della Francia e la morte sarebbe da attribuirsi,
genericamente, ad un malore.
Secondo le dichiarazioni, imminenti all'accaduto, della
gendarmeria francese, le cause della morte non sono
state invece precisate. Secondo altri, Duisenberg
sarebbe morto nel salotto e poi, chissà perché,
trasportato fino ai bordi della piscina.
La poco chiara vicenda, degna di una trama da libro
giallo, ci porta a far luce sulla figura del banchiere
olandese.
Duisenberg inizia la sua carriera nel Fondo Monetario
Internazionale, per poi ricoprire il ruolo di Ministro
delle Finanze olandese, governatore della Banca Centrale
olandese, molto vicino ad Hans Tietmeyer, presidente
della potentissima Bundesbank tedesca. Proprio la sua
posizione filo-tedesca, volta al rigore monetario, gli
comporta molti avversari Oltremanica; in particolar modo
in ambienti molto influenti negli Stati Uniti, poiché,
dal momento del varo dell'euro, è in atto nel mondo una
serie di guerre di apparente basso profilo che motivano
la minaccia nei confronti del dollaro.
Da governatore della BCE, lo stesso Duisenberg si è
permesso di parlare pubblicamente di argomenti che non
devono pervenire all'opinione pubblica: ci riferiamo
esplicitamente alla risposta che lo stesso governatore
fornì al Ministro Tremonti sulla possibilità di adozione
di banconote da 1 e 2 euro. Duisenberg osò pronunciare
una parola che, unitamente ad altre posizioni assunte,
gli risultò fatale: osò parlare di signoraggio. La
risposta data alla richiesta proveniente dall'Italia fu
infatti questa: Spero che Mr. Tremonti si renda conto
che se tale banconota dovesse essere introdotta, egli
perderebbe il diritto di signoraggio che si accompagna
ad essa. Dunque se egli, come ministro dell'Economia, ne
sarebbe contento non lo so. Duisenberg ha osato tuonare
contro i grandi sacerdoti del tempio.
Altro fatto curioso è che la morte improvvisa di Wim
Duisenberg è avvenuta a meno di 48 ore dalle sentenze di
rinvio a giudizio pronunciate a Milano contro filiali
UBS, Deutsche Bank, Citygroup e Morgan Stanley che parte
dai procuratori che stanno indagando sul crac della
Parmalat.
Non dimentichiamo che il banchiere olandese venne eletto
primo presidente della BCE beneficiando proprio del
sostegno della grande banca tedesca. In concomitanza,
nelle stesse ore, un ex membro del consiglio della
Citybank, Arthur Zankel, anche lui coinvolto nel caso
Parmalat, precipitava da una finestra del suo
appartamento da un grattacielo di New York.
Casuali coincidenze?
E' però evidente che oltre alla Banca d'Italia, anche la
Banca Centrale Europea poteva avere informazioni e
responsabilità sul crac Parmalat. E l'ex presidente
Duisenberg e il manager americano avrebbero potuto
essere chiamati a testimoniare sui flussi internazionali
di denaro connessi con quella vicenda. E ciò poteva
diventare enormemente sgradito a certi circoli molto
potenti. Inizia così a delinearsi un quadro nitido, con
indizi ben precisi a cui si va ad aggiungere il ruolo
della moglie, la signora Gretta Duisenberg, fervente
sostenitrice della causa palestinese e protagonista di
un incontro ufficiale con Yasser Arafat.
Il suo sostegno alla causa palestinese l'ha portata,
secondo un aneddoto trapelato, ad esibire la bandiera
palestinese dal suo balcone di casa ad Amsterdam. La
bandiera, a quanto pare, è stata esposta per circa tre
settimane e vista come una spina nell'occhio dai suoi
vicini, una famiglia ebrea, che le ha telefonato
chiedendole di levarla. Al diniego della signora Gretta,
il vicino ha fatto presente la vicenda al capo di una
delle comunità ebraiche della capitale, il quale ha
sporto denuncia contro la signora Duisenberg per
antisemitismo.
Successivamente, siccome lo sporgere denuncia non
sembrava un'azione sufficiente per colpire la signora
Duisenberg, si è creduto necessario coinvolgere
direttamente il marito. L'incidente tra vicini è stato
poi riportato alla comunità ebraica americana per
chiedere che venissero prese misure politiche atte a
fare dichiarare Wim Duisenberg, direttore della Banca
Centrale Europea, persona non gradita negli Stati Uniti.
Nel frattempo, la signora Duisenberg è stata minacciata
di morte e poi alloggiata presso altro indirizzo dai
servizi segreti, mentre la bandiera non sventola più dal
balcone. Troppi nemici e troppo potenti. Possiamo così
credere che Duisenberg è affogato nel suo salotto e poi
portato ai bordi della piscina. E non è
cinematografia.
By Piero Puschiavo
Fonte: www.rinascita.info
http://www.rinascita.info/cogit_content/rq_analisi/Coincidenzedavveropococasu.shtml
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IL SIGNORAGGIO,
(aggio del signore) QUESTO
SCONOSCIUTO
- 2008/03/18
http://www.ilbrigante.com/modules.php?name=News&file=article&sid=14917
Video: Anche Sgarbi contro il
signoraggio. Guarda
http://vimeo.com/52062591
Il fronte anti-signoraggio si allarga a macchia
d'olio. C'è però un grande assente: la
magistratura. Magistratura che tace in concorso
con la cupola planetaria (quella si una vera
cupola criminale organizzata) delle dinastie
che stanno dietro le banche e truffano persino
gli azionisti delle banche stesse, oltre a tutto
il resto della società. Dinastie criminali che,
per fini demenziali di dominio, stanno usando un
incredibile falso in bilancio (vedi dal video)
per rastrellare tutto il denaro del mondo e
spingere verso il fallimento gli Stati e le
banche stesse.
By PAS-RiformiamoLeBanche
Che cosa è il Signoraggio (aggio
del signore) ? - Domanda posta da Mic
- By: focus.it
vedi:
Signoraggio e Banche centrali (Tesi di
laurea in Economia) +
Moneta e Sistema Monetario +
I vari
padroni della sanita' nel mondo +
Signoraggio Bancario: chi
lo ha provocato e le modalita' per l'attuazione
È la differenza fra il "valore legale" di una
moneta (quello scritto sulla carta moneta o
sulla moneta metallica, quello impresso, per intenderci)
ed i suoi costi di produzione.
Cioe'
è la differenza fra il costo di produzione della
moneta ed il valore nominale su di essa stampato
ed al quale è scambiata.
Il Signoraggio è una
fonte di profitto per alcuni governi nazionali.
Esempio una parte degli "interessi" che
la moneta fornisce per la sua immissione sul
mercato finanziario viene (in Italia regolata da
un articolo della Banca d'Italia)
Lo Statuto BdI: Art.
39, afferma che lo stato è uno dei
beneficiari della moneta creata dal nulla.
Inoltre è importante capire che gli interessi
della moneta creata dalla BCE *NON* vanno agli
azionisti della banca come erroneamente
affermato, ma va allo stato (cfr. art.39 dello
statuto della BdI).
Questo è uno degli errori più grossolani.
Statuto BdI: Art. 39
Il Consiglio superiore determina gli
accantonamenti al fondo di riserva ordinaria,
fino a concorrenza del 20% degli utili netti
conseguiti nell'esercizio. Ai partecipanti
sono distribuiti dividendi per un importo fino
al 6% del capitale.
Col residuo, su proposta del Consiglio
superiore, possono essere costituiti eventuali
fondi speciali e riserve straordinarie mediante
utilizzo di un importo non superiore al 20%
degli utili netti complessivi e puo' essere
distribuito ai partecipanti, ad integrazione del
dividendo, un ulteriore importo non eccedente il
4% del capitale. La restante somma e'
devoluta allo Stato.
La riserva ordinaria, se diminuita per
ammortizzare le perdite o per qualsiasi altra
ragione, deve, salvo il disposto del successivo
art. 40, essere al piu' presto interamente
reintegrata.
L'espressione=parola "Signoraggio"
(aggio del signore) risale ai
secoli scorsi, quando i sovrani facevano coniare
monete d'oro o argento cui attribuivano un valore
nominale superiore a quello del metallo di cui
erano fatte.
Il signoraggio, dunque, indicava (e
in parte indica tuttora) il guadagno dello Stato
che emette la valuta. Gli Usa, ad esempio, per
stampare una banconota da un dollaro spendono poco
meno di 5 centesimi: questo significa che il
governo, ogni volta che emette un biglietto verde,
si appropria di 0,95 dollari, che può impiegare
per acquistare beni e servizi. Ma il signoraggio
può anche essere negativo, come nel caso delle
vecchie monete da 1 lira, la cui coniatura costava
quasi 50 volte tanto.
Quanto costa un euro ?
Si può immaginare, invece, che per
produrre una moneta da un euro si spendano circa
15-30 centesimi: ma il dato, in Italia come in
molti altri paesi, è riservato. In alcune nazioni
europee, dove l'inflazione era particolarmente
elevata, il signoraggio è stato in passato una
porzione importante del gettito fiscale: in Grecia
e Portogallo, ad esempio, negli anni '76-'85, ha
rappresentato il 3,4 del Pil (prodotto interno
lordo), in Italia il 2,6. Poi, con il calo dei
tassi, dalla seconda metà degli anni '80,
l'importanza del signoraggio è drasticamente
diminuita.
L'economista Maynard Keynes disse una volta: “Un
governo può sopravvivere con il signoraggio
quando non può sopravvivere con nessun altro
mezzo”.
Ecco come si inventa il denaro:
http://www.signoraggio.info/riserva_frazionale_vs_riserva_totale.htm
Il SIGNORAGGIO - qui sotto 2 video che lo spiegano bene e semplicemente anche ai bambini
Video dell'avv. Marra che parla e spiega il Signoraggio
Video del prof. Auriti sul Debito pubblico, Signoraggio ed Usura dei Banchieri del mondo !
Video: Kennedy
fu ucciso
perché contro il signoraggio, voleva stampare il
dollaro americano
Crisi del '29, e Signoraggio nel 2008
Questa che segue è una lunga analisi dello stato
attuale dell'economia.
Potrebbe lasciare sconcertati, potrebbe farvi
dire "ma va, figurati", ma sono fatti che
saltano all'occhio in un attimo, con un briciolo
di attenzione e qualche informazione.
La sapete voi la storia della "Crisi del '29" ?
E' semplice, ora ve la racconto. Siamo a metà
degli anni '20 negli Stati Uniti d'America.
Dovete sapere che nessuno si era mai preoccupato
di porre un limite alla speculazione finanziaria
in borsa, permettendo la moltiplicazione di quei
loschi figuri che vivono comprando e rivendendo,
per conto delle organizzazioni finanziarie.
Un'azienda che si fonda praticamente sul nulla
(perché le operazioni finanziarie non producono
ricchezza, la spostano) prima o poi commette un
passo falso, e fallisce. Succede così che ne
sparisce una, poi subito dopo ne sparisce
un'altra.
Siccome le finanziarie sono la spina dorsale
delle banche, a un certo punto succede che anche
una banca tiri le cuoia.
Una banca è però fatta di risparmiatori, gente
comune, che non ha nessuna voglia di perdere i
propri soldi (chi ne avrebbe ?).
Succede così che altri risparmiatori di altre
banche si facciano prendere dal panico, e
corrano a ritirare tutti i propri risparmi nel
timore che la propria banca fallisca. Ritirando
tutti i soldi però, la banca fallisce veramente.
I grandi colossi imprenditoriali godono di
crediti dalle banche che, sull'orlo del
fallimento, chiedono l'immediato rientro di quei
crediti.
In un batter d'occhio falliscono intere
aziende, che sono quotate in borsa. Le azioni
perdono di valore e si arriva al giovedì nero,
24 ottobre 1929, dove la perdita di valore delle
azioni induce gli speculatori finanziari a
vendere tutto. Il 29 ottobre (martedì nero) la
borsa crolla. Il dollaro non vale più una mezza
tacca. L'oro - rappresentato dal denaro
circolante che ora vale zero - rischia di
svalutarsi. Nel frattempo la disoccupazione
schizza alle stelle, di pari passo con
l'inflazione.
Ci vogliono nuovi capitali, si decide così il
rientro immediato di tutti i prestiti concessi
all'Europa durante e dopo la Grande Guerra, che
ammontano a miliardi e miliardi di dollari.
Inghilterra, Francia e Austria si ritrovano
sul lastrico. Stampano nuova moneta, facendo
schizzare alle stelle anche la loro inflazione.
I primi due stati vantano crediti miliardari con
la Germania, e ne richiedono il saldo immediato.
I tedeschi non possono pagare (il marco non
varrà più nulla), Francia e Inghilterra
falliscono, e non pagano gli Usa.
Americani e britannici ritirano tutti gli
investimenti fatti in Italia, India e Giappone.
E così a macchia d'olio per tutto il mondo.
Si salvano a mala pena Russia e Cina, chiuse tra
i confini della rivoluzione bolscevica.
Ci vorranno dieci anni perché l'economia
mondiale, anche grazie al "New Deal" del
presidente statunitense Roosevelt, torni a
funzionare correttamente. Per evitare una nuova
crisi mondiale, si deciderà di non legare più il
valore del denaro al valore dell'oro, con gli
accordi di Bretton Woods (1977), in modo da
poter gestire arbitrariamente il valore del
denaro.
La moneta circolante non rappresenta più
un valore reale, ma un valore nominale che, in
realtà, non esiste. In pratica si dice che un
pezzo di carta vale 100 euro, quando in realtà
vale 5 centesimi. Lo Stato però, per avere quel
pezzo di carta, paga alla banca centrale (che
stampa il pezzo di carta ed è una società
privata) 100 euro. La banca guadagna così 99,95
euro.
Questo si chiama "diritto del signore" o
"signoraggio", che siccome è vantato dalla
banca, diventa "bancario". Bene, siccome la
banca può stampare più denaro di quanto ne possa
esistere in realtà, la moneta stampata
rappresenta un capitale virtuale, e crea un
capitale virtuale.
Badate però che il denaro viene prestato, e su
quel denaro gli stati pagano gli interessi,
sempre alle banche centrali. Il debito pubblico
delle nazioni è contratto con le banche, ed è
rappresentato dal costo del denaro. In questo
caso le banche si comportano come degli
strozzini, e il debito pubblico aumenta sempre
più, o al massimo resta tale.
Gli stati sono
così schiavi delle banche.
Mi spiego meglio. Poniamo che avvenga una nuova
crisi con gli stessi passaggi di quella del '29.
Vi ricordate le aziende che si fondano sul nulla
? Bene, queste aziende ora sono le banche
centrali, che si fondano sul signoraggio, cioè
incassano un valore nominale legato a un
capitale che non esiste. Un giorno fallisce una
banca, anzi ne falliscono due (due tra i più
grandi colossi bancari dell'America, ad
esempio), poi vacilla un colosso assicurativo
come ad esempio Aig.
Poniamo che fallisca, a
quel punto Wall Street va giù. Va giù anche
Bruxelles. Per arginare la crisi, la
Bce inietta
nel mercato 70 miliardi di euro (come ha appena
fatto). 70 miliardi creati dal nulla, perché la
Bce non possiede più una riserva aurea in grado
di coprire quei 70 miliardi di euro.
La Bce, per stampare 70 miliardi di euro, magari
spenderà 10 milioni, incassando 69,99 miliardi.
Il dollaro va giù, l'euro va su e l'Europa non
può più esportare, perché le sue merci costano
troppo.
L'industria europea crolla, le grandi aziende
non possono più pagare i debiti contratti con le
banche, che falliscono una dopo l'altra.
La Bce
butta altri 100 miliardi sul mercato, ma gli
Stati non hanno più entrate (perché nessuno è
più in grado di pagare le tasse) e quindi non
riescono più a pagare il signoraggio.
Ma la Bce e la Fed (Federal Reserve), più tutte
le banche centrali del mondo, chiedono
l'immediato pagamento del signoraggio e dei
debiti facendo fallire decine e decine di stati.
Risultato: le banche centrali assumono il
controllo dei governi delle nazioni fallite,
alla stessa maniera in cui la banca sotto casa
pignora l'appartamento a chi non può più pagare
il mutuo, e le
multinazionali (di proprieta' dei banchieri
imperialisti), si comperano le aziende piu'
importanti dei vari paesi a prezzi
stracciati....
E' come se venissero pignorate intere nazioni.
Le banche centrali si impadroniscono così di
gran parte delle nazioni di tutto il globo. Vi
sembra un'utopia ? Mica tanto. Sapete che
succederà dopo ?
Si avrà un nuovo ordine mondiale (New World Order, NWO). Quali stati si salveranno ?
Quelli
che si stampano la moneta da sé, che non devono
pagare il signoraggio a nessuno.
L'Italia invece paga il signoraggio alla Bce per
le banconote (oltre agli interessi sul
debito
pubblico).
Le monete le conia la Zecca di
Stato ? La Zecca è di proprietà della
Banca
d'Italia, che si chiama Bankitalia S.p.A., è una
società per azioni. E' privata. Ecco gli
azionisti principali: Intesa Sanpaolo (30,3%),
UniCredit Banca (15,7%), Banco di Sicilia
(6,3%), Assicurazioni Generali (6,3%), CaRiBo
(6,2%), INPS (5%), Banca Carige (4%), BNL
(2,8%).
L'elenco completo è qui. Dategli
un'occhiata.
Come vedete, siamo in mano alle banche. Ma ad
ogni problema c'è sempre una soluzione. E qui la
soluzione è semplice semplice, basterebbe solo
che la Banca d'Italia tornasse di proprietà
dello Stato italiano. Tutto qui.
Come mai non lo fanno ? Eh, indovinate un po'.
Piccolo inciso: la principale azionista è anche
la stessa banca che entrerà nella proprietà di
Alitalia.
Un caso ?
Tratto da:
http://laquestioneitaliana.ilcannocchiale.it/print/2026997.html
Pubblicato il 16/9/2008 alle 21.55 nella rubrica
Economia.
Permalink:
http://LaQuestioneItaliana.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=2026997
Il fantasma della crisi e la
sudditanza delle masse - 13/12/2010
"Sono due storie, la storia ufficiale,
menzognera, che ci viene insegnata, la storia ad
usum delphini, e poi la storia segreta, dove si
trovano le vere cause degli avvenimenti, una
storia vergognosa" - By Honoré de Balzac
Le premesse della crisi: banche, usura,
schiavitù, illusione e connivenza politica
Quando un governo dipende dai banchieri
per il denaro, questi ultimi, e non i capi del
governo, controllano la situazione, dato che la
mano che dà è al di sopra della mano che
riceve... Il denaro non ha madrepatria e i
finanzieri non hanno patriottismo, né decenza:il
loro unico obiettivo è il profitto. - Napoleone
Bonaparte, 1815
1. Il fantasma dell'attuale crisi globale, nel
suo trito clichè, è l'ennesima secolare partita
fittizia che i soliti bari intentano a danno di
popoli e governi. L'ennesimo giochetto,
perfezionatosi col tempo, che un manipolo di
congiurati settari (sempre gli stessi)
organizzano sulla pelle delle persone.
E' talmente evidente antico e collaudato che
riesce davvero difficile constatare il consenso
che l'ignoranza globale ad esso accorda . Ma,
direbbe Chamfort, "ci sono scemenze ben
presentate come ci sono scemi ben vestiti"...
Il che non attenua minimamente la responsabilità
di ciascuno visto che l'osservazione tende a
biasimare l'incapacità divisante delle menti in
generale più che lodare le doti trasformiste
degli scemi al potere.
Come l'universo, il denaro è un'illusione o, per
dirla con Kierkegaard, "pura astrazione".
Ma a differenza dell'illusione originaria
indagata da tanta filosofia indiana, oltre che
da Platone Berkeley Schopenhauer Ighina o David
Bohm, la seconda è artificiosa e interessata.
Il denaro comunemente inteso non esiste, se non
nella vostra mente. La sua convenzione
strumentale è solo uno tra gli innumerevoli
dogmi instillati nel corso dei secoli: riposa
sul vostro sonno.
Il sistema monetario viene mantenuto in vita
sano (cioè malato) ... per consentire l'indebita
perpetuazione di una truffa secolare basata sul
debito e sui fantasmi percettivi dell'insolvenza
che ne derivano. Tutto, oggi più che mai,
fondato sul nulla.
Detto sistema, assiomatico come tutti gli altri
allestiti nel tempo, non solo non è l'unico, ma
semplicemente è il peggiore.
Da esso deriva la
schiavitù occupazionale, fiscale, reddituale,
sanitaria, energetica, istituzionale, mentale,
istruttiva, educativa, spirituale etc.
Se non siete beneficiari di questo "nulla" sotto
forma di cifre digitali o dell'equivalente in
banconote (del valore tipografico di appena 0,30
centesimi cadauna), potete crepare di fame per
strada o sotto un ponte. Tanto vale la vostra
vita. O meglio: tanto desiderate che valga...
L'essere umano, se non è debitamente ligio alla
schiavitù monetaria del lavoro fondata sul
nulla, vale meno di quel pezzo di carta che gli
consentirebbe di sopravvivere.
La portata globale del panico indotto
dall'attuale crisi economica ne è
l'enfatizzazione più magniloquente e palese; ed
anche più ridicola e grottesca, se non fosse per
i biechi intenti sottesi al disegno. La parata
d'attendenti camerieri e garzoni sugli schermi è
tanto più falsa e simulata quanto più
incredibile è la messe di palle divulgate. Mi
riferisco in particolar modo ai politicastri, ai
ragioneri d'ufficio e ai pennivendoli al soldo.
Le banche centrali sono private
associazioni a
delinquere che emettono moneta senza alcuna
copertura in oro o metalli preziosi, creandola
letteralmente dal nulla al costo tipografico. E
questo solamente per quella minima parte di
moneta tangibile in circolazione che costituisce
circa il 10% del volume complessivo di
transazioni. Il resto sono semplici numeri su
schermi contabili, nulla di più.
l denaro viene prestato allo stato (con un tasso
di sconto deciso dalle banche stesse) il quale
indebita la collettività espropriandola di mezzi
dignità e libertà grazie al giogo del lavoro e
al conseguente prelievo fiscale volto
esclusivamente a ripagare quel debito eterno
contratto con la banca e gli enormi interessi
che ne derivano.
I grassi banchieri nazionali e internazionali si
appropriano della vita e del sangue di milioni
di persone in tutto il mondo riducendoli in
schiavitù con la connivenza dei governi e dei
leader politici. Costoro, cedendo la sovranità
monetaria alle lobbies massonico-bancarie (che
attraverso i loro istituti e la finanza
controllano il mondo), hanno deliberatamente
espropriato i cittadini di qualunque diritto o
libertà in cambio di privilegi personali e
garanzie di casta.
In soldoni: per mezzo dei camerieri al
potere lo Stato chiede x milioni di euro alla
banca centrale privata (che spende 30 centesimi
per stampare una banconota senza più l'obbligo
della convertibilità in oro) e stampa a sua
volta titoli del debito pubblico in
contropartita.
Il denaro emesso dalle
usurocrazie
centrali all'atto dell'emissione è gravato di
debito a spese della collettività in quanto
prestato.
La banca carica il costo tipografico
almeno del 200% nel momento stesso in cui
emette.
Di questa carta straccia sorta ex nihilo, lo
Stato non deve restituire il valore intrinseco
reale (cioè l'irrisorio costo tipografico), ma
il valore nominale di facciata più gli interessi
applicati.
La differenza, ovvero la rendita da Signoraggio, se la mette in tasca il banchiere,
unica figura dell'intero processo che, come
tutti gli usurai, guadagna senza lavorare.
La classe politica connivente non fa che drenare
sangue e risorse al cittadino tramite l'infame
prelievo fiscale e la barbara coercizione al
sudore della fronte.
Il cittadino è schiavo del suo impiego in quanto
base di una truffa secolare. Si può dire che
egli fatichi tutta la vita o quasi (spesso con
straordinari e doppi impieghi lavorativi)
unicamente per arricchire l'elite bancaria al
potere. Poche briciole della torta vengono
lasciate cadere in suo favore consentendo così
l'illusione di un misurato compenso alle proprie
fatiche. Ma egli ignora completamente la portata
complessiva della torta/affare.
In cambio di beni e ricchezza reale prodotti, il
lavoratore viene foraggiato con assegni e pezzi
di carta dal valore nullo, con accrediti fittizi
di qualcosa che non esiste.
Chi si sottrae a queste catene o chi,
sventuratamente, per natali e latitudini, non ha
neanche accesso al giogo del servaggio
impiegatizio, è libero... libero di morire di
fame.
Milioni di cittadini in tutto il mondo sono
schiavi inconsapevoli. E la schiavitù, da
sempre, rappresenta la componente essenziale
dell'economia tradizionalmente intesa. Basti
pensare all'antica Grecia o alla civiltà romana.
Quella odierna non ha neanche la dignità della
consapevolezza o della regolamentazione
esplicita.
E se spesso il numero di schiavi, in passato,
superava il numero di uomini liberi, oggigiorno
la (s)proporzione è mostruosa: poche decine di
famiglie ed i loro accoliti al potere contro il
resto del mondo ai loro piedi, politici
compresi.
2. La farsa costituzionale, la sacra
inviolabilità dei suoi articoli, fu concepita al
solo scopo di promuovere consolidare e rendere
accettabile l'inganno sotto mentite spoglie.
Difatti per le congreghe al potere simili
articoli e principi sono fastidiosi intralci da
aggirare con perizia e senza troppi clamori; ma
anche utili vessilli da sbandierare ed incensare
alla bisogna.
Come potrebbero poi delle alte cariche
giurare in segreto e con vincolo di omertà
tutt'altri statuti in palese contrasto con
quelli pubblici messi a decoro della nostra
Repubblica ?
Come potrebbe il risibile inno nostrano
accomunare orgogliosamente tutti gli italiani se
fu concepito ed è rivolto a determinati
"Fratelli d'Italia" e non al popolo italiano?
Come ci si può feticisticamente commuovere
davanti lo sventolio di una bandiera prati
sangue e monti quando il simbolismo cromatico fu
dettato esclusivamente dai colori d'elezione
d'una certa potente congrega ?
Ma questo gli italiani non lo sanno: cantano un
inno che non li contempla e baciano una bandiera
che non li rappresenta, nella quale avvolgono le
spoglie dei figli morti in guerre e stragi,
caduti con onore in virtù di quella stessa
bandiera...
Detto questo direi che gli statuti bancari sono
molto più sacri reali e vincolanti per il
cittadino rispetto a qualsivoglia parodia
democratica.
Dinanzi al primo articolo della nostra "Carta"
(che ha un valore reale e/o simbolico
addirittura inferiore a quello delle banconote),
chi ha compreso un minimo le reali "politiche"
sottese al sistema vigente, non potrà che ridere
o imprecare, intentare crimini nei confronti di
chi a palazzo puntualmente ne solfeggia l'eco,
o, quantomeno, promuovere l'unico impiego
possibile che quella "carta" invoca.
Tutti lo ricordano a memoria:
"L’Italia è una Repubblica democratica, fondata
sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo,
che la esercita nelle forme e nei limiti della
Costituzione".
E già ci sarebbe da chiedersi perchè tutti lo
ricordino e perchè nulla si sappia delle
politiche monetarie vigenti. Tra le sovranità
cui allude l'articolo infatti, quella monetaria
dovrebbe essere ai primi posti.
Sul fatto che l'Italia sia una Repubblica (al di
là di false e stucchevoli consuetudini elettive
e propagandistiche) ci piove... e molto anche.
In che modo questa res-publica, fittamente
controllata e ampiamente pagata (sovvenzionata),
appartiene a tutti ?
A partire da ciò che in
sommo grado dovrebbe costituire patrimonio
dell'umanità, libera cosa pubblica, come ad
esempio le mirabili opere artistiche e
architettoniche del potere (politico militare
ecclesiastico), sino agli squallidi loculi
domestici di proprietà delle banche, alle
strade, all'acqua, agli enti, a tutto ciò che da
affittuari schedati e controllati paghiamo
all'erario statale (cioè bancario), cosa ci
sarebbe in definitiva di nostro, di umanamente e
liberamente accessibile ?
Sarebbe come dire che il popolo di un istituto
penitenziario è libero padrone della struttura
per il fatto che mangia e deambula al suo
interno.
La nostra Repubblica (o l'intera Unione
Europea) è un super carcere di proporzioni
allargate non meno controllato, non meno
diretto, non meno asservito; un luogo dove se
non hai carta moneta non è possibile
sopravvivere. Figuriamoci spostarsi, godere di
beni e servizi, avere un tetto, visitare un
museo o accedere ad una carica pubblica !
Potrebbe forse uno sconosciuto, senza mezzi,
magari con l'intento di diffamare pubblicamente
la distorsione criminale del sistema, candidarsi
(o essere candidato dal duopolio di gelliana
memoria) ed avere qualche speranza di riuscita ?
Come potrebbe essere libero un essere umano
bollato sin dalla nascita con un certificato
anagrafico in tutto e per tutto analogo a quello
merceologico. Dal momento in cui viene al mondo
l'uomo cessa di essere uomo per divenire
cittadino/merce a garanzia del sistema. Di fatto
è un vivo prodotto di scambio su cui speculare,
con tanto di bolla d'accompagnamento
identificativa al seguito.
Si fa finta di
concedere diritti che naturalmente ha e nessuno
potrebbe concedere. Si limita in ogni senso la
libertà personale con finti codici e
giurisdizioni, sanzioni e risvolti penali. Lo si
sottopone illegittimamente alla Giustizia ed ai
tribunali, ordini istituiti dai propri affiliati
e per ciò stesso effettivamente vincolanti solo
per gli aderenti all'ordine medesimo.
La giustizia esercitata sulle persone fisiche è
un altro secolare inganno ordito per limitare e
controllare gli individui che non hanno limiti
se non quelli dettati dalla propria coscienza e
consapevolezza (purtroppo ora corrotta e
limitata). Ma Kafka nelle scuole viene
"spiegato" altrimenti.
Le elezioni politiche, il servaggio delle
istituzioni, come accennato, sono una farsa per
chi ancora confida in una croce (la propria)
sulla scheda elettorale. I governi non esistono.
Sono pura cosmesi e depistaggio di Stato. Il
tutto sovvenzionato in maniera più che egregia
dal cittadino medesimo in grazia della propria
prigionia e in favore delle grandi
usurocrazie
finanziarie.
"Dare alle banche la possibilità di creare la
moneta - ammetteva Sir Josiah Stamp, vecchio
governatore della banca d'Inghilterra - è come
darsi in schiavitù e pagarsela pure".
Che l'accesso alle funzioni pubbliche, a
dispetto delle monarchie, non avvenga per
ereditarietà o appartenenza dinastica (e non è
sempre vero), ma magari per censo potere o
associazionismo massonico, non fa alcuna
differenza (si parla ovviamente delle sfere più
influenti di politica nazionale, non di quelle
condominiali dove strepita il garrulo
consigliere comunale).
Le stesse diversificazioni dei sistemi
costituzionali nei vari paesi, sono illusorie,
confezionate ad arte. Se manca il controllo
popolare della moneta sonante l'asservimento è
garantito, indipendentemente dalle note
costituzionali flautate a palazzo. Come
lapidariamente asserì Mayer Anselm Rothschild
(della dinastia omonima da secoli ai vertici
della piramide) "Permettetemi di emettere e
gestire la moneta di una nazione, e mi
infischierò di chi ne fa le leggi".
E' vero che coloro che sono "temporaneamente
chiamati" a dirigere questa res-publica non sono
proprietari ma servitori.
Tuttavia non dello
stato o del popolo come dir si voglia; bensì
degli alti patronati economici e finanziari che
attraverso il sistema bancario governano il
pianeta.
Che i cittadini, assorbiti dalla politica dai
media e dalle sagre, rimangano nell'ignoranza
più assoluta rispetto alla loro posizione (cioè
proni e senza guardiaspalle al seguito), è di
fondamentale importanza. Se non lo fossero il
castello crollerebbe in men che non si dica. Non
a caso Henry Ford ebbe a dire: “E'
un bene che il popolo non comprenda il
funzionamento del nostro sistema bancario e
monetario, perché se accadesse credo che
scoppierebbe una rivoluzione prima di domani
mattina".
Quali altri motivi avrebbe avuto per una
dichiarazione del genere ?
Alla luce di queste considerazioni, sempre
occhieggiando l'art. 1 della vostra
costituzione, parole come democrazia o sovranità
popolare hanno forse una ragion d'essere che
esuli dalla mera propaganda o dalla
mistificazione rassicurante ?
L'intero mondo è nelle mani dei perversi disegni
di poche famiglie in auge. Di sovrano il popolo
non ha nulla; men che mai la fondamentale
proprietà della moneta che lo Stato (i governi
allestiti) hanno provveduto a demandare a terzi.
Il tutto in maniera illecita e incostituzionale,
violando, sotto gli occhi di tutti, sia l'art. 1
della loro beneamata costituzione (cedendo la
sovranità monetaria a soggetto diverso dallo
Stato e per il 95% privato: la Banca D'Italia);
sia l'art. 11 (demandando ulteriormente tale
sovranità al tempio europeo - sovranazionale ed
extraterritoriale - della BCE, centro signorante
del potere monetario che non risulta sia uno
stato o che risponda a qualche controllo da
parte di essi).
Una cosa risponde parzialmente al vero nel
sigillo costituzionale: che questo fantasma
Repubblicano si fondi sul lavoro.
Tuttavia non
nell'accezione nobilitante che nei secoli Chiesa
e Stato hanno dato ad intendere per comune
interesse.
Ma nell'accezione degradante di
obbligo necessario e necessitante al fine di
sopravvivere nel torpore e nell'ignoranza,
perpetuando gli interessi di una élite e
centralizzandone il potere. Essere cioè il più
possibile occupati in impieghi monotoni e
frustranti (pena la fame) in totale spregio alla
peculiare vocazione umana celebrata per millenni
da maestri sapienti e dottrine d'ogni sorta;
vocazione debitamente occultata nei secoli dalle
religioni ufficiali, dalle scienze ufficiali,
dalle storie ufficiali e dalle filosofie di
stato.
Il posto di lavoro, l'impiego coatto
nella catena di montaggio, sono supremi
paradigmi funzionali al potere. Non la libera
creatività lavorativa, la libera ricerca
spirituale, scientifica, artistica o il gurdjieffiano "lavoro su di sé" per una reale
comprensione del bagaglio universale che ci
anima e accomuna.
"Lo Stato si fonda sulla schiavitù del lavoro.
Se il lavoro diventerà libero, lo Stato sarà
perduto" ammoniva l'obliato Max Stirner.
La truffa originaria perpetrata dalle logge
centrali (banche) si consolida e perpetua anche
con le banche ordinarie.
Quando
sottoscrivete un prestito o un mutuo nel vostro
istituto di (s)fiducia, non penserete certo che
si stampino pezzi di carta o vengano movimentate
risorse aurifere. Quello che la banca con grande
dispendio lavorativo e di capitale opera è
scrivere la somma prestata sul monitor a vostro
nome.
Denaro inesistente, creato dal nulla, che
probabilmente vi impegnerà sino al resto dei
vostri giorni.
La banca non presta nulla di proprio e, a ben
vedere, non presta nulla. Da quel momento sarete
debitori della somma pattuita, più i relativi
interessi, per del denaro inesistente ceduto a
costo zero. Da quel momento ci si autoproclama
finanziatori di se stessi.
La truffa tuttavia non è solo ab origine, ma
consequenziale.
Con il regolamentato meccanismo/truffa della
"riserva frazionaria", ogni qual volta
depositate una somma sul vostro conto corrente
date alla banca il diritto di prestare almeno
dieci volte tanto. E dico almeno poichè la
truffa si basa sul coefficiente di riserva
applicato che può variare dall'1,6% al 12%. Il
meccanismo ovviamente è inversamente
proporzionale. Più basso è il coefficiente più
alta sarà la somma inesistente da elargire. Con
il coefficiente al 2% la banca perpetua il
miracolo sul deposito per cinquanta volte.
Ogni singola banconota nelle vostre tasche è un
debito contratto con qualcun altro su del denaro
inesistente.
La montagna di debiti che cittadini imprese e
stati contraggono nel tempo, non è altro che
vento e scrittura contabile. Ancora una volta ad
ammonire è il fantasma, l'illusione;
un'illusione a cui collettivamente diamo corpo e
sostanza nella più cieca credulità.
Si pensi al cosiddetto "debito del terzo mondo",
sempre prontamente sbandierato e
strumentalizzato dai paladini dell'equità e
della giustizia sociale. Un enorme giogo
fittizio utile per asservire sfruttare
sterminare e tenere in scacco intere nazioni.
Un'illusione a monte, accettata per ignoranza e
servilismo, genera da secoli distruzioni, morte,
fame, guerre, genocidi, suicidi...
Il debito, per gli stati, non è un "problema" da
risolvere come cercano di farvi credere
(basterebbe smettere di credere nell'illusione);
ma un "sistema" da preservare per mantenere gli
assetti soggioganti del potere
massonico/bancario in auge.
3. Come farebbe dunque lo Stato italiano o l'UE
a gestire questa crisi economica se non possiede
nulla ? Non possiede la moneta, e da decenni
oramai, con il mito delle privatizzazioni e del
liberismo propagandato dal solito potere, non
possiede più alcun bene o ricchezza reale. Tutto
demandato a società private che, al fondo, ne
nascondono di segrete; e, come arguì felicemente Ambrose Bierce, le Società per azioni non sono
altro che "un ingegnoso stratagemma per ottenere
un profitto individuale senza responsabilità
individuale".
Ciononostante il "debitore stato" si accolla il
debito del "debitore banca" rendendo un debito
inesistente (quello bancario) reale ed esistente
per i cittadini coscritti a lavoro. "Debito",
tra l'altro, che non potrà mai essere ripianato
essendo fisiologicamente concepito per
espandersi e ingabbiare. I soldi della nostra
coscrizione non fanno che pagare gli interessi
sugli interessi degli interessi.
L'invenzione della cosiddetta "Finanza" ha
provveduto a collaudare gestire ed economizzare
ciò che non si ha e che, peggio, non esiste;
attività particolarmente care a gruppi quali
Banck of America, Marrill Lynch, Bank of New
York Mellon, Citigroup, Goldman Sachs, Jp Morgan
Chase, Morgan Stanley, State Street e Wells
Fargo.
Simili fantasmi che architettano le crisi per
consolidare potere e capitalizzare profitti
sulla pelle di miliardi di individui (esistenti
e di là da venire essendo di fatto indebitati
sin dalle acque materne), chiedono ed ottengono
finanche una solidale distribuzione delle
perdite a carico dei cosiddetti contribuenti, i
quali, in quanto tali, non si sogneranno mai di
rivendicare una solidale redistribuzione dei
guadagni.
E intanto si lamentano, inveiscono contro i
politici, cambiano partito, cambiano sindacato,
cambiano tessere, fondano associazioni in difesa
del consumato (questa dovrebbe essere la giusta
dicitura), organizzano scioperi e striscioni fra
transenne manganelli e tute blu, belano
avvilenti coretti rivendicativi sotto i palazzi,
rovesciano qualche cassonetto, infrangono
qualche vetrina, sguazzano sotto gli idranti
delle camionette da loro pagate e invocate,
sciamano in lacrime sotto i fumi commoventi
sparati dai fedeli tutori dell'ordine... e poi,
finalmente, stanchi, lacerati, più divisi e
sospettosi gli uni degli altri, rincasano nel
mirabile loculo dell'ipoteca domestica e, da
buoni condomini, sprofondano in poltrona davanti
alla TV, abbracciati rinfrancati e coccolati
dalla Carrà, dalla Ventura, da Costanzo, da
Piero Angela, Santoro e Travaglio.
Non resta dunque che confidare nelle solerti
previsioni di Huxley: "Ci sarà in una delle
prossime generazioni un metodo farmacologico per
far amare alle persone la loro condizione di
servi e quindi produrre dittature, come dire,
senza lacrime; una sorta di campo di
concentramento indolore per intere società in
cui le persone saranno private di fatto delle
loro libertà, ma ne saranno piuttosto felici".
Non si può continuare stupidamente a ripetere
che il debito uccide milioni di bambini in
Africa (cosa scientemente voluta e programmata).
Non è l'illusione in sé ad uccidere, ma chi
architetta ed esporta l'illusione nel mondo.
Sono i banchieri sovranazionali che uccidono i
bambini creando debito dal nulla (il controllo
demografico è una priorità per il controllo in
generale). E' la connivenza politica col sistema
a far strage di innocenti. Siamo, in ultima
analisi, noi e la nostra ignoranza a
consentirlo.
Le guerre poi sono puntelli fondamentali per la
cristallizzazione del sistema e per
l'esautorazione di qualsivoglia sovranità
particolare. I conflitti sono funzionali
all'asservimento economico (e quindi politico
sociale culturale e informativo) di un paese,
giovano in sommo grado al rafforzamento
egemonico del potere elitario.
Le banche creano denaro e alimentano entrambi
gli schieramenti in lotta fomentando il terreno
di scontro (di nuovo il giogo enorme dei
profitti basato sugli interessi). D'altra parte
controllano anche le industrie belliche cui gli
schieramenti si rivolgono spendendo le ingenti
somme prestate. I capitali rientrano in possesso
delle banche sia attraverso queste industrie sia
attraverso le imposizioni sul prestito
originario. Ma ogni debito contratto per
distruggere comporta un ulteriore debito per
ricostruire. Immaginate ad esempio l'enorme
debito che graverà in Iraq dopo la
ricostruzione. Ufficialmente potrà ritirarsi
fino all'ultimo soldato.
Di fatto quello stato
(come l'Afghanistan e tanti altri) non ha più
alcuna sovranità. E' ingabbiato nella morsa
illusoria del debito ed è dunque colonia e reame
occidentale, del sistema bancario occidentale,
che, tra l'altro, controlla anche il sistema
petrolifero.
Ed è proprio il petrolio che negli anni ha
sostituito la copertura in oro. Basti pensare
all'accordo stipulato tra la FED americana e
l'OPEC in virtù del quale i produttori di
petrolio avrebbero venduto i loro barili solo in
cambio di dollari USA. Ciò per continuare a
garantire fiumi di carta straccia accettabile
sul mercato e negli scambi internazionali.
Anche un tordo allora capirebbe la natura di
certe stragi e attentati e le guerre intraprese
in nome della sicurezza mondiale e della
prevenzione. E sempre un tordo non potrebbe che
ridere di fronte alle solenni balle rammendate
da due poveri idioti come Bush o Donald
Rumsfeld. Il tordo sì; i popoli no...
evidentemente meno acuti dei tordi e più idioti
di Bush e Rumsfeld.
La crisi indotta: Storia di un bluff
Siamo sull'orlo di una trasformazione globale.
Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è la giusta
crisi globale e le nazioni accetteranno il nuovo
ordine mondiale. -
David Rockefeller
1. La classe politica di turno, sotto il mito
dell'alternanza e della farsa democratica, è
pagata esclusivamente per coprire, colludere,
partecipare e realizzare, con inganni ed
elusioni, piani di cui sono ricattabili
compartecipi; attuare con fair play demagogico
le varie tappe del disegno macchinato dall'alto.
Fondamentale dunque dirigere lo sguardo delle
folle altrove, ipnotizzare l'attenzione di
elettori e mass media su false beghe ideologiche
di palazzo. Gli enormi stipendi, le immunità e
tutti i privilegi loro concessi sono la debita
conseguenza di questo costante ufficio di
inganno e alto tradimento perpetrato a danno di
elettori nazioni e disegni costituzionali.
Confidare in un governo, in un leader, in un
partito, in un sistema elettorale e quant'altro,
è semplicemente da imbecilli.
Significa
contribuire esattamente a finanziare il proprio
asservimento con plauso e tifo da stadio. Con
l'asservimento sovranazionale alla BCE, il
quadro, è in dirittura d'arrivo. Da questo
mostro indipendente e autoreferenziale dipendono
le singole banche centrali di ogni nazione che
detengono una quota associativa del supremo
creatore centrale, organismo multitentacolare
autofondante, non eletto, non controllato, non
vincolato.
Il popolo, tramite l'acritico consenso al valore
nominale (di facciata) attribuito a dei pezzi di
carta, sottostà ad una relazione fondata sulla
creazione continua di un "bene/strumento"
inesistente, cioè ad una dipendenza esclusiva e
fondante di ciò che è creato dal suo Creatore.
Un po' come accade nella “filosofia dell'atto di
essere” sviluppata da Tommaso d'Aquino in ambito
teologico-cristiano.
Come si potrebbe lavorare sudare e magari morire
con la consapevolezza di ingrassare le pance ad
élite criminali dandosi in schiavitù, demandando
a terzi il potere di vita e di morte su milioni
di individui ? Come può uno stato favorire e
appoggiare le grandi usurocrazie mondiali,
estorcere in sua vece e condannare il piccolo
usuraio di quartiere ?
In un simile contesto, quanto di casule
potrebbero avere le fasi di espansione e
depressione economica ?
Ridotto ai minimi termini il gioco è di una
semplicità imbarazzante. Le ampollose
dissertazioni tecniche propagate dai media in
questi ultimi mesi, ancora una volta sono fumo
negli occhi e asservimento, quando non semplice
ignoranza e analfabetismo.
In determinati periodi le banche elargiscono
notevoli prestiti con un tasso di interesse
relativamente basso. Le persone, entusiaste,
corrono in massa dai propri carcerieri viste le
vantaggiose condizioni di reclusione.
I prestiti
si moltiplicano, l'illusione si autofinanzia e
rigenera aumentando sensibilmente la quantità di
denaro in circolazione e la spesa dei cittadini.
Il meccanismo economico, oliato di tutto punto,
riparte sotto la spinta della maggiore domanda e
offerta di beni e servizi. La santa occupazione,
conseguentemente, trarrà i suoi benefici.
In queste circostanze si approfitta per
contrarre debiti al di là delle normali
esigenze, cavalcando l'onda anomala della fase
espansiva.
Piene di fiducia verso il mercato e le
istituzioni migliaia di persone accendono
prestiti prima impensabili, rinnovando il
parterre consumistico imposto e prediletto:
televisori nuovi, guardaroba nuovi, telefoni
nuovi, auto nuove, case nuove, vacanze esotiche
etc. Stesso discorso per piccole medie e grandi
imprese: aumentano gli investimenti per essere
competitive e far fronte all'accresciuta
domanda.
Per quanto riguarda la Borsa e il
mercato azionario, gli andamenti positivi
coordinati dall'alto spingono la gente ad
investire molti danari, magari sotto la guida di
un consulente finanziario, in queste slot macchine truccate.
Successivamente, all'apice dell'inganno, quando
cioè gli effetti sortiti raggiungono le
previsioni, le banche cominciano ad attivare la
fase B del piano ritirando gradualmente gran
parte della moneta in circolazione. Quelle
centrali aumentano i tassi di interesse, quelle
ordinarie, in nome della tutela, concedono
sempre meno prestiti. Il denaro fino ad allora
utilizzato per vitalizzare gli scambi viene
progressivamente dirottato alla fonte, cioè di
nuovo alle banche per ripagare gli alti
interessi in corso derivanti dai prestiti
precedentemente elargiti.
Il denaro comincerà a scarseggiare in misura
sempre più sensibile, gli acquisti diminuiranno
vertiginosamente, il ciclo economico, tra mille
scuse e pretesti, tornerà ad incepparsi, le
aziende dovranno espellere sempre più lavoratori
o porli in regime di cassa integrazione.
Il denaro fruibile, essendo insufficiente
per ripianare i debiti, precipiterà la gente
nella paura e nella disperazione (di nuovo
l'arma millenaria della paura e
dell'insicurezza). Molte persone, gravate dagli
interessi e senza più lavoro, perderanno le case
(ipotecate in favore delle banche), intere
famiglie soffriranno di stenti umiliazioni o
elemosine di stato, molte imprese falliranno ed
i loro beni di nuovo saranno confiscati dalle
banche.
Marx, che non era uno sciocco, scriveva: "queste
crisi si verificano proprio nel momento in cui
l’interminabile catena di pagamenti, ed il
sistema artificiale atto a regolarli è in una
situazione di pieno sviluppo".
La sovrapproduzione è un concetto cardine del
sistema. Essa non serve minimamente a sollevare
dalla fame e dall'indigenza gran parte del
mondo, ma ad indebitare sino al collasso i
mercati di riferimento e a profilare guerre. Per
chi non lo avesse ancora capito crisi economiche
e guerre sono complementari.
L'eccesso di beni prodotti trova una sua
perversa via di fuga nello sfruttamento
capitalistico del mercato interno della nazione
soccombente. La libertà comunemente intesa non
esiste.
Men che mai nei tanto decantati regimi
democratici occidentali. La libertà, come diceva
Aldous Huxley, "non fiorisce in un paese che sta
sempre sul piede di guerra, o che si prepara a
combattere. Una crisi permanente giustifica il
controllo su tutto e su tutti, da parte del
governo centrale".
Tutto ciò sotto il patrocinio della nostra
ignoranza e della nostra sudditanza. In ultima
analisi il crimine è collettivo. Fummo concepiti
come schiavi e continuiamo ad esserlo nella più
completa insania e cecità, dimentichi del nostro
dominio cosciente e delle autentiche vocazioni
umane.
Come criceti giriamo forsennatamente nella ruota
chiedendoci quando mai arriveremo. Pochissimi
riescono a pensare, fermarsi, scendere dalla
ruota e comprendere l'illusione, l'inganno del
percorso. Preferiscono imputare la colpa
dell'inarrestabile movimento alla ruota
piuttosto che alle proprie zampe.
Criceti ridotti alla fame (mentale spirituale e
alimentare) e con stipendi da fame.
L'impegno
dei servi intermedi in questo senso (politici
magistrati sindacati economisti etc.) è
assoluto. Avere intere nazioni, interi sistemi
economici e dunque milioni di persone nella
morsa crescente del debito, puo' convenire ad un
solo attore: il cartello bancario (che a sua
volta comprende quello farmaceutico petrolifero
bellico e alimentare).
2. Gli stipendi, per loro natura, oltre ad
essere indegni, sono bassi e limitati.
Conseguentemente il numero di beni che si può
acquisire è modesto e determinato. Tuttavia, in
nome del profitto e quindi del controllo, si
produce sempre un numero di beni maggiore al
fabbisogno; beni illusori, prescindibili,
inutili, che tuttavia, di concerto, il belato
civico impone e rende necessari. Per stare al
passo coi consumi ed essendo impossibilitati
alla fonte per via dei nostri magri salari, non
possiamo che ricorrere al credito dei solerti e
beneamati massoni bancari, sempre pronti a
sacrificarsi per i nostri desideri. Più si
produce in sovrabbondanza a salari da fame, più
aumenta il debito in generale, più aumenteranno
i guadagni bancari insieme al controllo e al
potere.
E' chiaro allora perchè nei periodi di
cosiddetta espansione gli interessi siano tenuti
relativamente bassi, ed il marketing, i media,
la propaganda, i governi, le multinazionali e le
stesse banche incoraggino i polli ad indebitarsi
sino al collo quasi fosse un'occasione da non
perdere. Ovviamente nel successivo periodo di
contrazione avranno tutto il tempo per spennarli
a dovere.
In sostanza la causa dell'indebitamento, della
crisi e della recessione conseguirà, grazie ad
un regolamentato statuto delinquenziale fondato
sul nulla, tutta la vera ricchezza accumulata
dalla popolazione con fatiche e sudori.
Il denaro, fuor di metafora e a dispetto di
qualsivoglia allegoria letteraria, è l'unico
fiume che scorre verso la sorgente.
La schiavitù
lavorativa esiste per soddisfare questi
meccanismi di ladrocinio a danno dei popoli.
Questo meccanismo è planetario.
"Gli affari internazionali possono condurre le
loro operazioni con pezzi di carta - arguiva
Eric Ambler -, ma l'inchiostro usato è il sangue
umano".
Ciò che telegiornali, corrispondenti economici
(valletti) e tribune politiche raccontano in Tv,
tra accesi dibattiti e astratti rimpalli di
accuse, serve a coprire tutto ciò.
Il resto, prodotti finanziari e derivati
tossici, sono mero decorativismo speculativo;
non trascurabile... certamente, ma pur sempre
ascrivibile a giochi di ingegneria finanziaria
che fungono da specchietti per le allodole e
ingarbugliano in una miriade di piani
apparentemente differenziati le regole di un
medesimo gioco, alimentando confusioni,
interpretazioni, alibi e capri espiatori.
Il gioco è talmente vecchio e palese da
risultare, per chi da tempo lo comprende, penoso
e grottesco. Purtroppo, vista l'ignoranza
generale, lo stesso ha ripercussioni globali a
dir poco nefaste.
La crisi economica odierna, nella frattalità
delle sue diramazioni finanziarie, ricalca
fondamentalmente un modello antichissimo.
Già molti secoli prima di Cristo, in Babilonia,
assistiamo ad una "depressione" che coinvolse
gli strati più bassi della popolazione.
Il
grano, frutto del duro lavoro contadino, era
depositato in appositi silos governativi a
fronte di una determinata certificazione che ne
compensava il deposito.
Successivamente, come si
può facilmente intuire, lo strumento dei
certificati fu esteso ad ogni tipo di scambio. I
gestori di questo commercio divennero una sorta
di proto-banchieri che cominciarono a prestare
con interesse (un meccanismo non dissimile
dall'attuale "riserva frazionaria") generando
una situazione di forte sbilanciamento tra il
debito complessivo ed il grano disponibile in
deposito. L'intervento del re, per motivi
strategici e militari, costrinse i banchieri ad
una remissione del debito ed all'interruzione di
una truffa che comunque si sarebbe ripetuta
ciclicamente.
Lo stesso metodo fu poi radicato in Egitto e
dominò per intere dinastie di faraoni. Le crisi
ingenerate costringevano molti lavoratori e
contadini a vendersi come schiavi per poter
mangiare. Esattamente ciò che accade oggi con il
sistema valutario privato basato sul debito e
sulla coercizione lavorativa. Se non si è
schiavi non si mangia; difficilmente si
sopravvive.
In epoca romana, i retroscena della congiura di
Catilina sussumono una situazione di forte crisi
creditizia. Molti giovani patrizi, oberati dai
debiti e dagli interessi, reclamavano una svolta
politica che scongiurasse la morsa di una
spirale senza fine. Come sempre accade il
costante aumento del debito e l'insufficienza
del denaro circolante piombò nella disperazione
reduci, plebei, patrizi e senatori indebitati.
Nella sua ennesima candidatura a console
Catilina propose nientemeno che l'estinzione dei
debiti, attirandosi una folta schiera di
sostenitori. Chiaramente tutto ciò fu osteggiato
dai soliti banchieri dell'epoca (di estrazione
greco-egizia) e l'elezione di Catilina,
unitamente ai suoi piani cospirativi e grazie
alla reiterata opposizione di Cicerone sfumò
nuovamente.
Catilina troverà coraggiosamente la
morte intercettato e assediato dall'esercito di
Caio Antonio presso Pistoia, dopo che molti dei
suoi disertarono. Molti patrizi dovettero
vendersi come schiavi e la storia, come di norma
accade, fu riscritta a beneficio dei
trionfatori.
Nerone, da par suo, diminuì la quantità
di argento presente nelle monete lasciandone
inalterato il valore nominale.
In epoca rinascimentale l'Alchimia,
nell'accezione più pratica di trasmutazione del
vile metallo in oro, non è altro che il lucroso
affare della creazione monetaria. In Italia i
Medici studiarono e approfondirono la questione
raffinando il meccanismo della truffa
guadagnandone in ricchezza e potere...
3. Come si vede da questa semplice e parziale
rassegna l'ingranaggio del sistema ha subito, ad
opera dei medesimi attori, un collaudo secolare
di reggenza e occultamento. Ma in fondo la
partitura non cambia. Ancora una volta il denaro
circolante è insufficiente per ripianare i
debiti accumulati. L'insolvenza non è un
incidente. Il fulcro dell'espediente risiede
proprio in essa e nella crescita illusoria del
debito.
Questo raffinato sistema del debito ha
consentito negli anni ad una piccola cricca di
fratelli in grembiule il conseguimento di un
potere centrale incontrastato.
L'ultimo passo sarà la costituzione di un'unica
banca centrale mondiale ed un'unica valuta
globale elettronica che consenta un totale
controllo delle transazioni e delle vite umane.
Organismi di facciata come l'attuale banca
mondiale, il FMI, il WTO, l'ONU, la BCE etc. non
lavorano che per questo.
Dopo la riunione del G20 all’inizio di aprile
2009, non si è mancato di sottolineare quanto
“il mondo abbia fatto un altro passo avanti
verso la creazione di una valuta globale, con
l’appoggio di una banca centrale globale, che
gestisce la politica monetaria per tutta
l’umanità”.
E' chiaro che la progressiva riduzione nella
diversificazione delle valute in circolazione
consente un maggior potere e controllo da parte
di questi schivi e compassati banchieri.
La
nascita dell'euro è stato un passo verso quella
meta e non un'agevolazione monetaria per il
turista all'estero.
Passando al setaccio gli azionisti della Lehman
Brothers (il "colosso" fallito pretesto della
crisi) o quelli della Merrill Lynch, attraverso
le varie Corporation coinvolte si risale
agevolmente ai soliti noti; ovvero ai 2 rami
d'oro del potere economico e finanziario
mondiale: i Rockefeller ed i Rothschild, due
storiche casate ebraiche protagoniste di quanto
esposto (e di ben altro...).
Sfruttando da padroni il mercato fino all'osso,
illegalmente e con la compiacenza dei governi,
costoro mirano ad esaurire qualsivoglia
produttiva vitalità dei mercati sino alla più
completa sterilità degli stessi. Raggiunto
l'obiettivo i colossi dai piedi d'argilla eretti
alla bisogna, vengono fatti crollare (cioè
fallire) in maniera controllata (un po' come
accadde per le torri gemelle). Ovviamente
falliscono per non pagare i creditori. La parola
fallimento è però fuorviante; le banche non
falliscono. Di facciata vengono coltivate
propaggini fantasma per la messa in opera di
progetti specifici. Quando l'obiettivo è
raggiunto si potano i rami oramai improduttivi
senza alcun danno per la pianta ed il fusto
centrale; anzi con un generale rinvigorimento
dello stesso. Più che fallire la banca cessa un
ciclo di truffe per rivolgersi altrove. A fronte
di un suo impegno nell'esborso di valori
inesistenti acquisisce ricchezze beni e
proprietà reali, rubandoli letteralmente a chi
li produsse con fatica e lavoro.
Gli utili ovviamente saranno spartiti
all'interno della cricca e l'enorme buco
lasciato sarà ripianato dai fieri cittadini che,
piagnucolando, imploreranno i loro pseudo
governanti affinchè elargiscano qualche
elemosina o li facciano lavorare 10 ore in più
ad un salario inferiore rispetto a quello
precedentemente percepito.
In altre parole: gli stessi truffatori eletti a
palazzo con lo scopo di consentire la rovina dei
popoli vengono di nuovo invocati dal belato di
piazza quali paterni dispensatori di ottimismo,
fari nella notte e prodighe casse di mutuo
soccorso.
Naturalmente le grandi Corporation ringraziano
rimettendosi al lavoro su nuovi mercati,
capitalizzano il potere con nuove importanti
fusioni, ottengono altre fondamentali
privatizzazioni di servizi pubblici (acqua cibo
salute energia etc.), limitano ulteriormente
l'apparente libertà sociale in nome della
sicurezza della stabilità e del controllo;
limitazioni puntualmente eseguite dai servi di
turno e di cui già se ne può apprezzare il
mordente.
Tutto in vista del loro tanto agognato
Nuovo Ordine Mondiale: cioè uno stato fascista
globale di automi super controllati e
manipolati, alla mercè di fanatici criminali da
grembiule e compasso referenti della City of
London, e cioè del vertice della massoneria
mondiale: la Corona inglese. La frase posta ad
epigrafe del presente capitolo basta a
riassumere emblematicamente questa intera
dissertazione.
E' evidente perchè chiunque cerchi
professionalmente di portare anche in parte il
sistema in luce (puntando il dito su banche
poteri occulti e massoneria) venga
diligentemente e ritualmente fatto fuori dalla
scena. Per quanto riguarda la nostra cara
Italietta basta ricordare Falcone, Borsellino,
Ambrosoli o Molinari e le innumerevoli stragi di
stato.
In realtà mentre il patriottico cittadino
sprofonda sempre più nello sfruttamento, nello
schiavismo, nella fame e nel controllo, i veri
responsabili di simili disastri controllati non
sono neanche minimamente citati o sospettati dai
più, gli amministratori delle banche d'affari e
commerciali si dimettono percependo liquidazioni
milionarie, le banche "fallite" vengono salvate
con iniezioni di liquidità dallo stato (dai
cittadini) che quelle banche non controlla
minimamente avendo ceduto la propria sovranità
monetaria alle stesse divenendone fedele
valletto.
Il debitore Stato si concede il lusso
caritatevole di concedere soldi al creditore
dilapidando i cittadini con tasse e balzelli e
prendendo nuovamente denaro in prestito con
interessi.
La follia ha una misura ? No, ed Erasmo si
riconferma.
By Antonio Perrotta - Tratto da: luogocomune.net
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Testi riguardanti
l'economia e la moneta:
- Il testo più
importante in assoluto riguardo l'economia e la
prasseologia:
L'azione Umana di Ludwig Von Mises
http://www.luogocomune.net/site/modules/mydownloads/singlefile.php?lid=113
- Quello riguardo alla moneta:
"What has government done to our money?" - "Lo
stato falsario" di Murray N. Rothbard
http://www.luogocomune.net/site/modules/mydownloads/singlefile.php?lid=114
La Banca Italia (bankitalia
non banca d'italia perché è privata...)
parla del
signoraggio, proprio QUI:
 |
DIVORZIO TRA
BANCA D’ITALIA e
MINISTERO DEL TESORO – luglio 1981
L’autonomia della sovranità monetaria affidata alla
privata Banca Centrale d’Italia è stata introdotta a
partire dal luglio 1981, col divorzio tra Banca
d’Italia e Ministero del Tesoro deciso dal Ministro
del Tesoro
BENIAMINO ANDREATTA (partecipò nel giugno 1992 a
Civitavecchia al complotto ordito contro lo Stato
italiano, organizzato nel Britannia, il panfilo
della regina inglese),
con una semplice lettera
all’allora Governatore di Bankitalia
CARLO AZEGLIO CIAMPI (ricompensato con la carica
di Presidente della Repubblica proprio per questi
suoi servigi), in cui sollevava la Banca Centrale
dall’obbligo di acquistare quei titoli di Stato che
il Tesoro non riusciva a collocare altrove sul
mercato.
Enrico Letta, l’attuale cameriere dei banchieri,
messo a capo del governo italiano, dichiarò che
“grazie al divorzio, nel 1981, tra Tesoro e Banca
d’Italia, vero spartiacque della politica economica
italiana, l’allora ministro Andreatta e il
governatore Ciampi definiscono, infatti, il nuovo
campo da gioco delle politiche dei conti pubblici
proprio quando la presenza italiana nello Sme è in
pericolo. Con il divorzio è rotto definitivamente il
meccanismo perverso della sottoscrizione da parte di
Bankitalia dei titoli del debito pubblico non
collocati sul mercato”
vedi QUI per maggiori precisazioni
vedi anche QUI:
https://www.maurizioblondet.it/la-verita-di-tremonti-lex-ministro-del-tesoro-scrive-a-dagospia-la-vera-storia-della-clausola-iva-il-golpe-del-2011/
Interessi bancari da USURA: Banche Italiane
restituiscono ai clienti il mal tolto !
http://www.gazzettino.it/nordest/belluno/imprenditore_batte_le_banche_nessun_interesse_se_i_tassi_sono_quelli_delusura/notizie/272641.shtml
http://www.liberoreporter.it/index.php/2013/07/banche/banca-intesa-costretta-a-restituire-350-mila-euro-a-una-societa-di-treviso.html
http://www.helpconsumatori.it/secondo-piano/anatocismo-banca-intesa-condannata-a-restituire-350mila-euro/70919
Violazioni costituzionali
nell'esercizio della politica monetaria -
By Solange Manfredi
Premessa. La
sentenza 16751/2006 delle sezioni unite.
Con sentenza
2978/05 la Banca D’Italia veniva condannata a
restituire ad un cittadino (l'attore) la somma
di euro 87,00 a titolo di risarcimento del danno
derivante dalla sottrazione del reddito da
signoraggio. In tale sentenza il giudice di pace
di Lecce sottolineava come la Banca d’Italia nel
periodo 1996-2003 si fosse appropriata
indebitamente di una somma pari a 5 miliardi di
euro, e di come tale somma corrispondesse alla
media di 87 euro per ogni cittadino residente in
Italia al 31.12.2003
La Banca
d’Italia, avverso detta sentenza, ricorreva in
Cassazione.
Il 21 luglio
2006 con la
sentenza n. 16751 le SS.UU. civile della
Cassazione accoglievano il ricorso di Banca
d’Italia sostenendo che: “la pretesa del
cittadino nei confronti dell'istituto di
emissione esula dall'ambito della giurisdizione,
sia essa quella del giudice ordinario, sia del
giudice amministrativo, in quanto al giudice non
compete sindacare il modo in cui lo Stato
esplica le proprie funzioni sovrane, tra le
quali sono indiscutibilmente comprese quelle di
politica monetaria, di adesione a trattati
internazionali e di partecipazione ad organismi
sovranazionali: funzioni in rapporto alle quali
non è dato configurare una situazione di
interesse protetto a che gli atti in cui esse si
manifestano assumano o non assumano un
determinato contenuto”.
Per
comprendere tali sentenze, ed il problema da
esse sollevato, si devono preliminarmente
esaminare tre questioni:
- cosa si intenda per signoraggio;
- la natura giuridica e il funzionamento della
Banca d’Italia;
- la natura e le funzioni della
BCE;
Questione 1:
Il signoraggio (aggio del signore)
L'espressione risale ai secoli scorsi quando la
circolazione era costituita soprattutto da
monete in metalli preziosi (oro e argento). Ogni
cittadino poteva chiedere al suo sovrano di
coniargli monete con i lingotti d’oro e argento
che portava alla zecca. Il sovrano, ponendo la
sua effigie sulla moneta, ne garantiva il valore
(dato dalla quantità e dalla purezza del metallo
in essa contenuto). In cambio di questa garanzia
tratteneva per sé una certa quantità di metallo:
l’esercizio di questo potere sovrano venne
chiamata signoraggio.
Il signoraggio, dunque, indicava (e in parte
indica tutt’ora) il guadagno dello Stato
nell’emettere la valuta.
Se in un primo tempo il valore della moneta era
dato dalla quantità e dalla purezza in essa
contenuto, con l’avvento della carta moneta il
valore del biglietto veniva garantito dalla
riserva aurea dello Stato, ovvero i biglietti
erano convertibili in oro.
Il 22 Luglio 1944, gli stati del mondo, a
Bretton Woods costituirono il Fondo Monetario
Internazionale e decisero un nuovo sistema
monetario: tutte le monete erano convertibili in
dollari, ma solo il dollaro era convertibile in
oro. In altre parole, si era creata una sorta di
riserva aurea indiretta.
Tutti gli Stati del mondo costituirono, quindi,
riserve in dollari per garantire la loro moneta.
Quali furono
le conseguenze ?
Per garantire l’equilibrio del sistema, e la
richiesta di dollari avanzata dai paesi che
dovevano garantire la loro moneta, gli Stati
Uniti stamparono più dollari di quelli necessari
alla sua, precedente, circolazione interna.
Nel 1970 l’OPEC, cioè il cartello dei produttori
di petrolio, non solo aumentò il prezzo del
greggio, ma pretese che questo fosse pagato in
oro e non più in dollari.
Gli
stati che avevano riserve in dollari, cercarono
di cambiarli in oro, oro che si sarebbe dovuto
trovare nei forzieri di Fort Knox in USA.
Purtroppo, solo in quel momento, si scopri che
l’oro non era sufficiente e non copriva il
valore dei dollari circolanti in tutto il mondo.
Le riserve auree nel mondo (valutate al
1975) non superavano le 200.000 tonnellate,
mentre per coprire tutte le monete circolanti ne
sarebbero occorse 75.000.000. Il che vuol dire
che ogni moneta aveva una copertura del suo
valore pari allo 0,3 % in oro.
Il 15 agosto 1971, Nixon annunciava a
Camp David, con decisione unilaterale, di
sospendere la convertibilità del dollaro in oro.
Da allora i paesi continuano a stampare
moneta cartacea priva di qualsiasi garanzia.
In altre parole: la riserva aurea non esisteva
più, e quindi la moneta diventava un valore
unicamente virtuale, e non ancorato all’oro,
come era avvenuto per secoli.
Questione
due: La Banca d'Italia. Natura giuridica e
funzionamento.
In Italia, dal 1936 grazie alla Legge bancaria
(R.D.L. 375 del 12.03.1936 convertito nella
Legge 441 del 07.03.1938) e al successivo
“Statuto” approvato con R.D. 1067 del 11.06.36,
la Banca D’Italia, trasformata in istituto di
diritto pubblico, esercita in regime di
monopolio la funzione di emissione della carta
moneta (con esclusione delle monete metalliche
la cui competenza esclusiva è riservata al
Tesoro dello Stato).
Sin qui parrebbe che il potere sovrano di
emettere moneta, essendo stato delegato ad un
istituto di diritto pubblico, continui ad
appartenere allo Stato e che sempre allo Stato
vada il c.d. reddito da signoraggio. Ma non è
così.
Per vedere come questo non corrisponda al vero è
necessario andare ad analizzare lo statuto della
Banca D’Italia, il suo funzionamento e le sue
“anomalie”:
I° Anomalia
I principali compiti, e funzioni, che la legge
del 1936 affida alla Banca d’Italia sono:
- Istituto di emissione. (Anche se, come vedremo
dopo, dal 1° gennaio 2002, con il Trattato di
Mastricht, l’emissione delle banconote in euro
aventi corso legale in Europa è compito della
Banca centrale
europea);
- Gestione della tesoreria provinciale dello
Stato;
- Funzione di vigilanza sul sistema creditizio
L’organizzazione interna ricalca sostanzialmente
quella che è propria di una società per azioni.
Così vi troviamo:
- un capitale sociale, suddiviso in quote
detenute di partecipanti;
- un consiglio di amministrazione;
- un collegio sindacale;
- gli Organi Amministrativi e di Controllo, come
avviene nelle società per azioni, sono nominati
dall’assemblea Generale dei “partecipanti”: in
particolare il Consiglio Superiore, che poi
provvede a nominare tra i propri componenti il
Comitato, il Governatore, il direttore Generale
e i due vice Direttori Generali;
I portatori delle quote si riuniscono
annualmente in assemblea generale ordinaria.
Inoltre i partecipanti, come gli azionisti di
una società per azioni, hanno diritto:
- al rendiconto annuale della gestione sulla
base del bilancio (da sottoporsi
all’approvazione dell’assemblea);
- alla partecipazione all’utile della gestione;
- ai frutti derivanti dall’investimento delle
riserve del patrimonio netto.
Questa
analisi non ci porta ancora a privare la Banca
D’Italia della qualifica di ente pubblico.
Infatti, come ribadito anche dalla Cassazione,
un ente si definisce pubblico quando, pur
essendo privatizzato, ha un fine pubblico e un
sistema di controlli pubblici.
Ma la Banca d’Italia risponde a tali requisiti ?
Sul fine
pubblico nulla questio, trattandosi di un
istituto di emissione; il problema sono i
controlli da parte dello Stato che nella
sostanza non esistono.
Questo perché gli organi amministrativi e di
controllo della Banca d’Italia sono nominati
dall’Assemblea Generale dei partecipanti (che
sono al 95% dei privati).
Il Governo può solo approvare la nomina, o la
revoca, di alcune cariche, ma l’approvazione da
parte del Governo non influisce minimamente
sulla validità della nomina. In soldoni è come
se non esistesse.
In conclusione, la
Banca d’Italia è un ente privato, strutturato
come società per azioni, a cui è affidata, in
regime di monopolio, la funzione statale di
emissione di carta moneta, senza
controlli da parte dello
Stato.
II° Anomalia
La Banca D’Italia abbiamo detto è per il 95% in
mano a privati. Essi sono:
Gruppo
Intesa (27,2%), |
BNL
(2,83%) |
Gruppo
San Paolo (17,23%) |
Monte
dei Paschi di Siena (2,50%) |
Gruppo
Capitalia (11,15%) |
Gruppo
La Fondiaria (2%) |
Gruppo
Unicredito (10,97%) |
Gruppo
Premafin (2%) |
Assicurazioni Generali (6,33%) |
Cassa di
Risp. di Firenze (1,85%) |
INPS
(5%) |
RAS
(1,33%) |
Banca
Carige (3,96%) |
privati
(5,65%) |
Dall’analisi
dei soci ci rendiamo conto che solo il 5% del
capitale è dell’INPS, ovvero di una società
pubblica.
Dunque la banca D’Italia è per il 95% in mano a
banche private. Ma qui risulta evidente la
seconda forte anomalia. Infatti abbiamo detto
che con la legge bancaria del 1936 a Banca
D’Italia è stato demandato il compito di
vigilanza sulle altre banche.
Ora, le banche sono proprietarie della Banca che
dovrebbe su di loro vigilare ed, attraverso i
consigli di amministrazione, nominano
Governatori e Direttori; ciò vuol dire, in altre
parole, che i controllati controllano i
controllori, e non viceversa.
III°
Anomalia
Riguarda gli art. 543
e 564
del Titolo IV (BILANCI, UTILI, SPESE E PERDITE,
RISERVE)
Vediamo perché:
In base all’art. 54 la quota di utili da
assegnare allo Stato corrisponde circa al 50%
dell’Utile di Esercizio del Bilancio Annuale,
dedotto il 40% accantonato a riserve e il 10 %
del capitale sociale attribuiti ai partecipanti.
L’art. 56, inoltre, prevede che una quota, a
valere sul fruttato delle riserve medesime, sia
distribuita ai partecipanti al capitale sociale
(come annualmente deliberato dall’assemblea).
Analizziamo nei fatti le conseguenze di queste
norme. Come sottolinea la CTU redatta dal perito
nella sentenza n. 2978/05 del giudice di pace di
Lecce, nella causa sul signoraggio,
l’accantonamento dei frutti delle riserve (e
l’assegnazione di parte di essi ai partecipanti)
determina una incremento (e una decurtazione)
delle riserve stesse quale partita negativa del
conto economico e, pertanto, il risultato di
esercizio è rappresentato in bilancio al netto
di tale posta.
Gli accantonamenti a riserve generano patrimonio
e frutti ad esclusivo vantaggio dei partecipanti
al capitale sociale dell’Istituto e, per
converso, rappresentano un reddito sottratto
alla competenza dello Stato.
Inoltre, la quota di riserve attribuita
annualmente ai partecipanti (quota stabilita in
assoluta autonomia dal Consiglio di
Amministrazione della Banca d’Italia), ai sensi
dell’art. 56 dello Statuto, è sovente
sensibilmente superiore alla quota di utile
assegnata allo Stato (ad esempio nel 2003 al
netto degli accantonamenti a riserve, sia stato
corrisposto un dividendo per ogni quota di
partecipazione unitaria pari a circa il 300% del
valore della stessa. Dividenti andati tutti a
privati (le banche) e che formano il debito
pubblico).
Insomma è evidente come la Banca D’Italia
assolva ai fini che dovrebbero essere di natura
pubblica in piena autonomia e indipendenza,
ritraendone utili e frutti che divide tra i
“partecipanti” privati.
Quindi,
ricapitoliamo:
- la Banca D’Italia è una società privata,
detenuta per il 95% da privati;
- gli Organi Amministrativi e di Controllo della
Banca d’Italia, come avviene nelle società per
azioni, sono nominati dall’assemblea Generale
dei “partecipanti” (cui il 95% sono privati): in
particolare il Consiglio Superiore, che poi
provvede a nominare tra i propri componenti il
Comitato, il Governatore, il direttore Generale
e i due vice Direttori Generali;
- con la legge 82 del 07.02.1992 varata dal
ministro del Tesoro Guido Carli (già governatore
della Banca d’Italia), è stata attribuita alla
Banca d’Italia la facoltà di variare il tasso
ufficiale di sconto senza doverlo più concordare
con il Tesoro. Ovvero autonomamente un gruppo di
banche private decide per lo Stato italiano il
costo del denaro.
- Annualmente, il Consiglio di Amministrazione,
autonomamente eletto (dai soci privati),
stabilisce quote di riserva variabili che,
spesso, producono una quota di utili superiore
alla quota di utili che viene data allo Stato
- tali utili (risultato degli interessi sul
prestito) la Banca d’Italia li distribuisce tra
i suoi soci che sono al 95% privati;
- gli utili distribuiti alle banche private
costituiscono un debito contratto dallo Stato e
vanno ad incrementare il debito pubblico.
Stante la
situazione appena descritta appare chiaro che la
sovranità monetaria è esercitata da una società
a capitale privato con scopo di lucro che decide
in piena autonomia il costo del denaro.
Da questi elementi può affermarsi che lo Stato,
da tempo, ha ceduto la propria sovranità
monetaria in favore di un ente privato (non
certo pubblico), ovvero la Banca d’Italia.
Questione
tre: La BCE. Natura e funzioni. C’è da
domandarsi se qualcosa è cambiato con l’ingresso
dell’Italia in Europa.
Ad un analisi approfondita, però, si scopre che
non è cambiato quasi nulla. Le anomalie sono
addirittura maggiori.
Vediamole.
I° Anomalia
- Il 7 febbraio 1992 Giulio Andreotti come
Presidente del Consiglio assieme al Ministro
degli Esteri Gianni de Michelis e il Ministro
del Tesoro Guido Carli (già governatore di Banca
d’Italia) firmano il Trattato di Maastricht6.
- Il Sistema europeo di banche centrali (SEBC) e
la Banca centrale europea (BCE) sono stati
istituiti dal Trattato di Maastricht.
- Il SEBC è un’organizzazione, formata dalla BCE
e dalle banche centrali nazionali dei paesi
dell’Unione europea, che ha il compito di
emettere la moneta unica (euro) e di gestire la
politica monetaria comune con l’obiettivo
fondamentale di mantenere la stabilità dei
prezzi.
- La BCE,
proprietà delle
banche centrali, le quali ne sono azioniste,
è un soggetto privato con sede a Francoforte.
- Inoltre, ex art. 107 del Trattato di Mastricht,
la BCE è esplicitamente sottratta ad ogni
controllo e governo democratico da parte degli
organi dell’Unione Europea. Tale previsione fa
si che la BCE sia una sorta di soggetto
sovranazionale ed extraterritoriale.
II° Anomalia
Le banche centrali nazionali sono le sole
sottoscrittrici delle quote del suo capitale.
Vediamo
allora chi sono i soci della BCE
I SOCI DELLA
BANCA CENTRALE EUROPEA (BCE)
Banca
Nazionale del Belgio (2,83%) |
Banca
centrale del Lussemburgo (0,17%) |
Banca
Nazionale della Danimarca (1,72%) |
Banca
d’Olanda (4,43%) |
Banca
Nazionale della Germania (23,40%) |
Banca
nazionale d'Austria (2,30%) |
Banca
della Grecia (2,16%) |
Banca
del Portogallo (2,01%) |
Banca
della Spagna (8,78%) |
Banca di
Finlandia (1,43%) |
Banca
della Francia (16,52%) |
Banca
Centrale di Svezia (2,66%) |
Banca
Centrale d’Irlanda (1,03%) |
Banca
d’Inghilterra (15,98%) |
Banca
d'Italia (14,57%) |
|
Come si può
notare dallo schema vi sono, tra i
sottoscrittori della BCE, tre stati (Svezia,
Danimarca ed Inghilterra) che non hanno adottato
come moneta l’euro, ma che, in virtù delle loro
quote, possono influire sulla politica monetaria
dei paesi dell’euro.
Anche in
questo caso, dalle anomalie ora sottolineate si
evince come, nella sostanza, l’Italia abbia
ceduto la sua sovranità monetaria ad un soggetto
sovranazionale ed extraterritoriale sottratto ad
ogni controllo.
Tale
situazione anomala è stata oggetto, da parte di
diversi cittadini, di azioni civili e penali
contro la Banca d’Italia. Alcune cause sono
ancora in corso, altre si sono già concluse. In
un caso, un giudice di pace di Lecce, ha dato
ragione ad un cittadino, che aveva denunciato
questo stato di cose, condannando la Banca
d’Italia a restituirgli il c.d. “ reddito da
signoraggio” (sentenza n. 2978/05 emessa a
Lecce). La sentenza afferma che la Banca
d’Italia (che ricordiamo è al 95% in mano a
privati) si è appropriata indebitamente di una
somma enorme, pari a 5 miliardi di euro solo tra
gli anni 1996-2003 sotto la voce “reddito da
signoraggio”.
La Banca
d’Italia, avverso tale sentenza, ha fatto
ricorso in Cassazione. Il 21 luglio 2006 con la
sentenza n. 16751 le SS.UU. civile della
Cassazione hanno accolto il ricorso di Banca
d’Italia sostenendo che: “la pretesa del
cittadino nei confronti dell'istituto di
emissione esula dall'ambito della giurisdizione,
sia essa quella del giudice ordinario, sia del
giudice amministrativo, in quanto al giudice non
compete sindacare il modo in cui lo Stato
esplica le proprie funzioni sovrane, tra le
quali sono indiscutibilmente comprese quelle di
politica monetaria, di adesione a trattati
internazionali e di partecipazione ad organismi
sovranazionali: funzioni in rapporto alle quali
non è dato configurare una situazione di
interesse protetto a che gli atti in cui esse si
manifestano assumano o non assumano un
determinato contenuto”.
In sostanza
la Corte di Cassazione ha detto che il problema
della politica monetaria non è sindacabile dal
giudice, e quindi, quand’anche da tale politica
il cittadino riceva un danno, non ha tutela
giurisdizionale.
A questo
punto allora dobbiamo porci queste domande.
1) E’ possibile che non esista un interesse
protetto del cittadino a che gli atti compiuti
dallo Stato assumano o non assumano un
determinato contenuto?
2) E se lo Stato, nell’esplicare le proprie
funzioni sovrane, viola un diritto dei cittadini
arrecando un danno alla popolazione, è possibile
che il cittadino non possa far nulla, neanche
adire gli organi giudiziari?
Per rispondere alla domanda dobbiamo analizzare
il problema alla luce dei principi posti dalla
Costituzione.
La
Costituzione Italiana. Principi fondamentali
Art. 1.
“L'Italia è una Repubblica democratica, fondata
sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo,
che la esercita nelle forme e nei limiti della
Costituzione” - vedi la realtà qui:
Sovranità individuale
Cosa
significa esattamente ? Cosa si intende per “la
sovranità appartiene al popolo” e come viene,
questa, esercitata costituzionalmente dal popolo
?
I mezzi con
cui può essere esercitato tale potere sono
diversi. Uno di questi è sicuramente l’elezione
dei membri del Parlamento.
Lo Stato è
il rappresentante del popolo e tale
rappresentanza è regolamentata dalla
Costituzione. La Costituzione introduce una vera
e propria rappresentanza diretta del popolo da
parte dello Stato, nel senso che lo
Stato-soggetto agisce non soltanto per conto del
popolo, ma anche nel suo nome (Vezio Crisafulli).
La sovranità popolare implica che tutte le
funzioni delegate allo Stato, tramite lo
strumento costituzionale dell’elezione, devono
essere esercitate solo ed esclusivamente
nell’interesse del popolo. Infatti, la
rappresentatività, per acquistare significato,
deve essere connessa all’interesse generale [Cfr.
T. MARTINES, Diritto costituzionale, X ed.,
Milano, 2000, p. 219].
Lo Stato, in
qualità di rappresentante, gestisce tale
sovranità compiendo “una serie di operazioni per
la realizzazione di uno scopo altrui (…) ”[S.
PUGLIATTI, Il rapporto di gestione sottostante
alla rappresentanza (1929), ora in Studi sulla
rappresentanza, Milano, 1965, p. 166].
Ricordato
questo, la domanda da porci è:
cosa succede se lo Stato esercita le sue
funzioni delegate non nell’interesse della
generalità, ma per interessi contingenti di una
parte ? Esistono limiti a questa
rappresentatività ? E se si, da chi sono
garantiti ?
I limiti
giuridici di tale rappresentatività sono
previsti dalla Costituzione e gli organi di
garanzia a ciò preposti, sempre dalla
Costituzione, sono innanzitutto il Presidente
della Repubblica e in ultima istanza la Corte
Costituzionale. E’ a questi organi che il
cittadino può, e deve, rivolgersi nel caso in
cui i limiti costituzionali di rappresentatività
vengano illecitamente esercitati da parte dello
Stato.
Se così stanno le cose, la domanda ora da porci
è: nel caso di Banca d’Italia e BCE, è stata
illecitamente, ovvero incostituzionalmente,
esercitata la funzione sovrana di politica
monetaria ? La risposta
è senz’altro positiva.
I diritti
fondamentali violati sono due: l’art. 1 e l’art.
11 della Costituzione.
Per quanto riguarda l’art. 1 la violazione
consiste nel fatto che lo Stato, delegato dal
popolo ad esercitare la funzione sovrana di
politica monetaria, l’ha ceduta a soggetto
diverso dallo Stato: prima alla Banca D’Italia
(di proprietà al 95% di privati), quindi alla
BCE (soggetto privato, soprannazionale ed
extraterritoriale). In tale ultimo caso, poi, lo
Stato ha violato anche l’art. 11 della
Costituzione che recita:
“L'Italia ripudia la guerra come strumento di
offesa alla libertà degli altri popoli e come
mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali; consente, in condizioni di
parità con gli altri Stati, alle limitazioni di
sovranità necessarie ad un ordinamento che
assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni;
promuove e favorisce le organizzazioni
internazionali rivolte a tale scopo.
L’art. 11
della costituzione consente limitazioni (non già
cessioni) della sovranità nazionale solo in
favore di altri Stati. Ma la BCE non è uno
Stato, né organo di altri Stati.
Inoltre, la
sovranità monetaria non è stata ceduta a
condizioni di parità (le quote di partecipazione
alla BCE non sono paritarie), vi fa parte anche
la Banca d’Inghilterra che non fa parte
dell’euro e partecipa alle decisioni di politica
monetaria del nostro Stato (nonché agli
altissimi utili derivanti dal reddito da
signoraggio) senza che lo Stato italiano possa
in alcun modo interferire nella politica
monetaria interna. C’è insomma una palese
disparità di trattamento, per giunta a favore di
uno stato sovrano estraneo all’area dell’Euro e
che, proprio per avere una moneta diversa,
potenzialmente può avere un conflitto di
interessi con la politica monetaria europea.
Ed ancora.
Tale limitazione (non cessione) può essere fatta
ai soli fini di assicurare “la pace e la
giustizia tra le Nazioni”. I fini della BCE non
sono quelli di assicurare pace e giustizia fra
le nazioni, ma quello di stabilire una politica
monetaria.
In
conclusione:
se i principi costituzionali da noi citati sono
stati intesi correttamente, e se la Costituzione
ha ancora un valore, si deve concludere che la
cessione dell’esercizio della sovranità
monetaria alla Banca d’Italia, alla BCE o a
qualsiasi soggetto diverso dallo Stato, viola
l’art. 1 della Costituzione e non si giustifica
con l’art. 11 della Costituzione. Tutto ciò
porta alla logica conseguenza che tutte le
leggi, decreti, atti o quant’altro in tal senso
sono incostituzionali e per questo inefficaci ex
tunc.
Si ritiene, pertanto che, nel caso in esame, e
per le violazioni appena citate, avrebbe dovuto
essere investita anche la Corte Costituzionale
oltre alla Corte di Cassazione.
1 - Il Governo, come stabilisce la legge, può
solo approvare la nomina, o la revoca, di alcune
cariche, ma l’approvazione da parte del Governo
non influisce minimamente sulla validità della
nomina, al massimo può influire sull’efficacia.
2 - Preme rilevare a questo punto che sino a
pochi mesi fa l’art. 3 dello Statuto proibiva la
cessione a privati di quote azionarie della BdI
e prescriveva che fosse, per la maggioranza, in
mano pubblica. Ora, grazie anche alle varie
cause promosse da diversi cittadini contro Banca
D’Italia con modalità prettamente italiana si è
modificato l’articolo 3 dello Statuto cancellato
quella fastidiosa frase che imponeva che la
maggioranza fosse in mano pubblica
3 - ART. 54
Ogni anno devono essere fatti il bilancio e
l’inventario dell’attivo e del passivo
dell’Istituto. Deve essere pure fatto il conto
dimostrativo dei profitti, delle spese e delle
perdite dell’esercizio annuale. I profitti sono
quelli conseguiti durante l’anno tanto dalle
operazioni ordinarie quanto da quelle
straordinarie e dai ricuperi sulle sofferenze
ammortizzate.
Le spese comprendono quelle di ordinaria
amministrazione, quelle per rifornimento della
riserva metallica, quelle per l’emissione dei
biglietti al portatore e simili, le tasse e gli
altri oneri prescritti dalle leggi, e le somme
eventualmente erogate a scopo di beneficenza o
per contributi a opere di interesse pubblico nei
limiti annualmente fissati dal Consiglio
superiore.
Alle dette spese devono aggiungersi, per
accertare l’ammontare degli utili netti
disponibili, anche le sofferenze dell’esercizio,
gli occorrenti ammortamenti ed oneri consimili
nonché le rate di ammortizzazione delle spese
che il Consiglio superiore giudicasse
ripartibili in più esercizi.
Gli utili
netti, conseguiti secondo il bilancio approvato,
dopo di avere da essi prelevata la somma che il
Consiglio superiore crederà di stabilire per la
graduale costituzione di un fondo di riserva
ordinaria fino a concorrenza del 20% degli utili
netti, sono assegnati ai partecipanti, per la
distribuzione di un dividendo fino ad una somma
pari al 6% del capitale.
Col residuo, sempre su proposta del Consiglio
superiore, possono essere costituiti eventuali
fondi speciali e riserve straordinarie mediante
utilizzo di un importo non superiore al 20%
degli utili netti complessivi e può essere
distribuito ai partecipanti, ad integrazione del
dividendo, un ulteriore importo non eccedente il
4% del capitale.
La restante somma è devoluta allo Stato, in
applicazione dell’art. 3 del Decreto
ministeriale 31 dicembre 1936 emanato in
esecuzione del R. decreto-legge 5 settembre
1935, n. 1647. La riserva ordinaria, se
diminuita per ammortizzazione di perdite o per
qualsiasi altra ragione, deve, salvo il disposto
del successivo art. 56, essere al più presto
interamente reintegrata.
4 - ART. 56
Dai frutti annualmente percepiti sugli
investimenti delle riserve, può essere, su
proposta del Consiglio superiore e con
l’approvazione dell’assemblea ordinaria,
prelevata e distribuita ai partecipanti, pro
quota delle singole partecipazioni, in aggiunta
a quanto previsto dall’art. 54, una somma non
superiore al 4% dell’importo delle riserve
medesime, quali risultavano dal bilancio
approvato nell’assemblea ordinaria dell’anno
precedente.
5 - Infatti con la legge 82 del
07.02.1992 varata dal ministro del Tesoro Guido
Carli (già Governatore della Banca d’Italia), è
stata attribuita alla Banca d’Italia la facoltà
di variare il tasso ufficiale di sconto senza
doverlo più concordare con il Tesoro.
6 - Con
questo trattato vengono introdotti i cosiddetti
Tre pilastri dell'Unione Europea:
- la "Comunità
Europea" che riunisce tutti i trattati
precedenti (CECA
-
Comunità europea del carbone e dell'acciaio,
Euratom -
Comunità Europea dell'Energia Atomica e
CEE -
Comunità Economica Europea)
- la
Politica estera e di sicurezza comune (PESC)
e la Politica estera di sicurezza e difesa (PESD)
la Cooperazione nei settori della giustizia e
degli affari interni (GAI)
Tratto da altalex.com
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E
se il denaro.....
Cercare
di spiegare come potrebbe essere il mondo senza il
debito pubblico e privato (ovvero il Signoraggio
delle banche centrali e commerciali) è come
descrivere la luce ed i colori a chi non ha mai
avuto il dono della vista. Parliamo, infatti, di
un mondo che nessuno ha mai avuto la possibilità
di sperimentare.
Se
il denaro non fosse più considerato un mezzo per
detenere il potere sulle masse, ma fosse solo un
mezzo per agevolare gli scambi di beni e servizi
tra le persone e di proprietà della comunità, ne
avremmo sempre abbastanza per le tutte le nostre
attività. Basterebbe solo un contributo minimo
del nostro reddito (es.10%) per le spese ed i
servizi comuni e poiché il potere fine a se
stesso ed il business non avrebbero più senso,
tutti gli sforzi sarebbero orientati a migliorare
la vita di ciascun componente della comunità ed
un consiglio di saggi amministrerebbe la cosa
pubblica con onestà e nell’interesse di tutti.
Non
vivendo più esperienze di carenza e povertà
nessuno sentirebbe più la necessità di
accumulare ricchezza togliendola ai suoi compagni.
Ognuno si potrebbe dedicare a svolgere il lavoro
più consono alle sue caratteristiche. Il fine
ultimo dell’industria sarebbe solo quello di
produrre beni che migliorassero la qualità della
vita degli abitanti di questo pianeta e la
pubblicità sarebbe utilizzata al solo scopo di
informare sulle migliori opportunità e sulle
ultime novità tecnologiche.
Il
tempo necessario al lavoro occuperebbe solo una
minima parte della giornata e le persone avrebbero
tutto il tempo da dedicare alla cura del corpo e
della mente, ai figli, alla famiglia ed ai
rapporti con gli altri.
Ci
sarebbe un nuovo rinascimento che vedrebbe il
rifiorire della poesia e della musica, della
pittura e dell’architettura.
La
scuola avrebbe il compito di esaltare le qualità
migliori di ciascun ragazzo facendogli scoprire la
fiducia in se stesso e negli altri e le enormi
potenzialità dell’essere umano.
Gli
anziani riacquisterebbero un peso importante nelle
comunità che farebbero tesoro della loro
esperienza e saggezza.
Le
città sarebbero immerse nel verde e nella
tranquillità e le abitazioni sarebbero dei luoghi
confortevoli, pieni di armonia in cui ritemprarsi
e ritrovarsi con i propri cari.
Grazie
all’energia pulita, libera e gratuita per tutti
non avremmo inquinamento ed il pianeta tornerebbe
alla sua originaria bellezza.
Le
guerre e le sopraffazioni sarebbero solo un
ricordo lontano ed i popoli delle varie razze
potrebbero condividere, gli uni con gli altri, gli
aspetti migliori delle proprie civiltà.
Fiducia
e integrità prenderebbero il posto di inganno,
paura e terrore.
Il
minore stress e l'assenza di preoccupazioni
materiali farebbero diminuire drasticamente le
malattie e la violenza.
Uno
dei tanti sogni senza possibilità di attuazione ?
Ne siamo proprio sicuri ?
Ci possiamo
quindi accorgere che viviamo
in un mondo con una ricchezza enorme e che
basterebbe
solo una minima parte di questa
ricchezza per risolvere i
problemi.
E
che dite, per fare un esempio più vicino a noi,
se nelle nostre tasche si riversassero 2.000
miliardi di euro ovvero l’entità del
debito pubblico Italiano nei confronti della
Banca Centrale
Europea più una somma pari al 40% del nostro
reddito corrispondente all’indebitamento
medio delle famiglie italiane verso le banche
commerciali ?
Non
pensate che una ricchezza simile cambierebbe
immediatamente la nostra vita quotidiana ?
Il
debito, il
signoraggio, l’ignoranza, il
terrore,
la paura e la
malattia sono le sbarre di una
prigione psicologica che un’elite
di persone
(Banchieri),
che tiene le redini del mondo, ha
costruito per
noi e ci tiene...per le palle....
La
consapevolezza di questi meccanismi è la chiave
per riacquistare la nostra libertà e riprendere
nelle nostre mani i nostri destini.
Un
futuro diverso è possibile, basta volerlo !
Riferimenti
utili:
www.signoraggio.info
+
www.sovranitamonetaria.org
+
www.centrostudimonetari.org
www.signoraggio.com
+ mailing
list sovranità monetaria
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Una sentenza condanna
via Nazionale, cioe' la Banca d'Italia, al pagamento
del reddito monetario,
dichiarandolo illegittimo, accogliendo il ricorso
dell'Adusbef, quindi "Bankitalia
restituisca il signoraggio"
Proposta
di Legge:
http://www.adusbef.it/consultazione.asp?Id=3578&T=S
In arrivo un progetto di
legge
Lannutti
e Benvenuto (Ds): "Stiamo
studiando le modalità"
By
Rosaria Amato
ROMA
- Un progetto di legge per costringere
la Banca d'Italia a restituire allo Stato italiano
quanto incassato a titolo di 'diritto di
signoraggio', cioè di differenza tra i
costi di produzione della carta moneta e il suo
valore nominale.
E quindi, in base a quanto ha stabilito con una
recente sentenza il giudice di pace di Lecce
Cosimo Rochira, cinque miliardi di euro per il
periodo compreso tra il 1996 e il 2003. "Vorremmo
che tale cifra venisse destinata alle vittime dei
crack finanziari", ha detto
Elio Lannutti, presidente dell'Adusbef,
l'associazione dei consumatori che ha avviato e
sostenuto il ricorso al giudice di pace.
"Stiamo verificando la
messa a punto di questo progetto di legge con gli
esperti - conferma il deputato dei Ds Giorgio
Benvenuto - lo proporremo a tutta l'Unione, e
anche ai parlamentari della maggioranza che,
almeno a parole, hanno sempre preso posizione
contro il governatore Fazio".
Il diritto di Signoraggio,
spiega Rochira nella sentenza, del 26 settembre
2005, nasce in passato, "quando la
circolazione era costituita soprattuto da monete
in metalli preziosi (oro e argento)" e
"ogni cittadino poteva chiedere al suo
sovrano di coniargli monete con i lingotti d'oro e
d'argento che egli portava alla zecca".
"Il sovrano - continua
la sentenza - ponendo la sua effigie sulla moneta,
ne garantiva il valore. In cambio di questa
garanzia, tuttavia, tratteneva per sè una certa
quantità di metallo: l'esercizio di questo potere
sovrano veniva chiamato signoraggio".
In definitiva, si tratta di una sorta di
"reddito monetario" che la Banca
d'Italia ha incassato regolarmente e, a giudizio
dell'avvocato Rochira, illegittimamente. "Il
C.T.U. (n.d.r. consulente tecnico d'ufficio)
nella sua relazione - scrive infatti il giudice di
pace nella sentenza - ha chiarito che il
reddito dell'istituto, causato dall'attività e
dalla circolazione di moneta posta in essere dalla
collettività nazionale, dovrebbe vedere lo Stato
quale principale beneficiario e non gruppi di
privati"......
Cioè le banche che di fatto
sono proprietarie della Banca d'Italia....e
le banche sono in mano ai
privati.....(leggasi banchieri)
In definitiva, alla figura
storica del sovrano si sostituisce lo Stato nella
persona dei suoi cittadini come beneficiario del
diritto, ragiona Rochira, e non la Banca d'Italia,
con i suoi 'azionisti', e cioè le varie banche,
citate dalla stessa sentenza: Gruppo Intesa,
Gruppo SanPaolo Imi, Gruppo Assicurazioni
Generali, Bnl, ecc. Conclusione: la Banca d'Italia
è stata condannata a restituire al cittadino che
ricorreva in giudizio la sua 'quota', e cioè 87
euro.
Se si moltiplicano 87 euro per
il numero di cittadini italiani, poco più di 58
milioni, si ottiene la cifra globale di cinque
miliardi. Che l'Adusbef farà in modo di ottenere
perseguendo due strade, spiega Lannutti: "Faremo
vari atti di citazione, facendo costituire in
giudizio un centinaio di consumatori per volta. E,
poiché la sentenza è esecutiva, se la Banca
d'Italia non paga pignoreremo una delle scrivanie
del governatore".
La seconda strada è quella di
presentare un progetto di legge per la
restituzione globale dei cinque miliardi di lire,
da destinare alle vittime dei crack finanziari.
Anche perché, denuncia Benvenuto, l'attuale
'fondo' annunciato dal ministro dell'Economia
Giulio Tremonti appare molto lontano
dall'obiettivo: "Ci troviamo di fronte a
questi fuochi d'artificio, a questi annunci
sensazionali. Questo fondo è una specie
d'imbroglio, dal momento che perché diventi
operativo devono passare almeno dieci anni. E
forse, nel frattempo i diritti dei truffati
cadranno in prescrizione".
La Banca d'Italia si è
regolarmente costituita in giudizio attraverso un
collegio di tre avvocati che hanno eccepito "l'infondatezza
nel merito delle richieste avversarie".
Alla domanda su cosa avverrà adesso, dopo la
sentenza, l'ufficio stampa di via Nazionale ha
risposto di non saperne nulla e di non essere in
grado di saperne nulla neanche nelle prossime ore.
(
7 ottobre 2005
)
http://saba.fateback.com/signoraggio.html
+
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http://www.indicius.it/banche/banche_indice.htm
+
http://sebastianoscrofina.blogspot.com/
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Signoraggio
Egregio Presidente,
Le scrivo perchè, sia come cittadina
italiana sia come cittadina europea, mi
sento tradita dall'attuale non
redistribuzione del signoraggio
sull'emissione di banconote e sulle
aperture di credito.
Ho cioè l'impressione che l'euro non sia
la moneta degli europei ma bensì la
moneta di alcuni furbacchioni parassiti
che profittano dell'ignoranza della
popolazione.
Sarebbe bello e probabilmente nel Suo
caso rappresenta anche un vero e proprio
debito morale, se Lei apparisse in
televisione a reti congiunte e ci
spiegasse perchè mai un popolo Sovrano
debba pagare a dei privati per poter
usare la Sua moneta.
Ci spieghi dove vanno a finire quei due
miliardi di euro di signoraggio al
giorno sulle emissioni della BCE.
Ci spieghi perchè alcuni italiani più
furbi, i soci delle società socie della
Banca d'Italia, possano imporre al resto
della popolazione questa tassa privata.
Ci illustri, La prego, il meccanismo di
funzionamento della riserva frazionaria,
dove la moneta cartacea viene
moltiplicata per cinquanta a beneficio
dei soci di certe banche, sottraendo
anche in questo caso il signoraggio al
popolo Sovrano.
E' una lezione civica che spetta a Lei
tenere se non come presidente almeno per
la carica di governatore onorario di
quella fortunata "Banca d'Italia" che -
diciamocelo - proprio dell'Italia non è.
Se Lei ci farà questa lezione,
dissolverà un grande clima di sospetto
iniziato con la denuncia effettuata dal
Professor Giacinto Auriti.
E' nostro diritto, di Italiani, sapere
se siamo in una situazione di alto
tradimento o se possiamo continuare a
fidarci ciecamente delle istituzioni.
Ma oggi rivolgo a Lei anche un'altra
domanda che vorrei ci chiarisse: come
mai la Banca d'Inghilterra, quella della
Svezia e quella della Danimarca fanno
parte di questo sistema e pur non avendo
adottato l'euro internamente ed avendo
mantenuto la loro moneta nazionale,
prendono anche loro una parte del
signoraggio europeo ?
Ritengo sia nostro diritto, del diritto
di ogni Italiano ed elettore, del popolo
Sovrano - specificato a chiare lettere
sulla Costituzione, che pensa e crede di
vivere in un Paese che si considera e si
definisce civile, libero e democratico,
riavere la proprietà della nostra
moneta, il Quarto Potere Costituzionale
da sempre sostenuto – e anche
concretamente dimostrato con il successo
ottenuto dal Suo esperimento effettuato
a Guardiagrele, città natale, con
l’invenzione e con l’emissione del
SIMEC
nel 2000 - dal grande e rimpianto
Economista Professor
Giacinto Auriti, Potere
Costituzionale che appartiene di diritto
al popolo che è Sovrano.
Sapendo queste cose, mi sento sempre più
tradita, truffata e delusa. Sempre più
spesso mi chiedo se stiamo assistendo
alla truffa più colossale, perpetrata ai
danni dei cittadini Italiani ed Europei,
nella storia dell’umanità. Mi vergogno
profondamente di essere cittadino
italiano ed europea, perciò Le chiedo:
mi aiuti a ritrovare un po’ di orgoglio
nei confronti della mia Patria; mi aiuti
a ritrovare un po’ di fiducia nei
confronti delle Istituzioni e nei
confronti di tutti i politici eletti
grazie al voto di fiducia dato dal
popolo Sovrano e che pensa si facciano
gli interessi di tutta la popolazione,
non solo quelli di pochi sconosciuti
privilegiati. Fiducia che ci è dovuta
perchè ci avete fatto un Giuramento.
Ci aiuti, La prego, a ritrovare e a
riconquistare l’orgoglio e la dignità di
essere cittadini Italiani e non i
cittadini di un’Italia che sembra ed
appare sempre più essere una colonia
conquistata, sottomessa e governata da
uno straniero: la Banca Centrale
Europea.
Sarebbe bello se, con gli Auguri per il
nuovo anno, Lei facesse anche questo
regalo preziosissimo alla Nazione.
Potrebbe essere davvero un anno migliore
per un’Italia migliore, per tutti. La
popolazione e le generazioni future Le
riconoscerebbero sicuramente grande
stima e gratitudine.
Come cittadina, ritengo vergognoso
mantenere la popolazione in tale stato
di completa e totale ignoranza riguardo
a queste importantissime questioni e
ritengo altamente doveroso da parte Sua,
nostro presidente che ci rappresenta in
tutto il mondo, dare questi chiarimenti
a tutta la popolazione Italiana - oggi
più sfiduciata che mai - perchè anche
questo è un nostro diritto.
In
conclusione, mi permetto di citare una
frase di uno dei più importanti e
stimati presidenti degli Stati Uniti
d'America, il grande Abramo Lincoln:
"Potrete ingannare tutti per un pò.
Potrete ingannare qualcuno per sempre.
Ma non potrete ingannare tutti per
sempre."
La ringrazio per l'attenzione ed in
attesa della Sua seria, concreta ed
onesta presa di posizione in merito, Le
porgo cordiali saluti.
Con osservanza,
By Barbara Sacchiero - cittadina
italiana impoverita
Continua su:
http://www.nntp.it/newsgroups-salute/994231-da-una-cittadina-italiana-al-presidente-della-repubblica.html
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Il
Signoraggio - 01.11.2009
In sintesi: Se stampo pezzi di carta
che mi costano, come complessivo della
loro realizzazione, mezzo euro l'uno e
ci scrivo sopra 100 euro e qualcuno dice
che quei pezzi di carta sono DENARO,
ecco che ho appena esercitato un
diritto, di stampo feudale per alcuni
(di qui il termine signoraggio), quello
di stampare moneta con un valore
nominale diverso da quello reale, cosi
realizzando un sonoro utile.
Questo, è bene chiarire, è un FATTO.
Un
fatto ovviamente un filo complicato ma
resta il fatto che stampare moneta,
specialmente ora che questa stampa è
scollegata da beni reali ad essa
collegabili, è una ottima fonte di
reddito.
Resta quindi da capire a chi va questo
reddito, in particolare in Italia.
Per partire da una base sufficientemente
stabile, condivisa ed "aperta" partiamo
quindi dall'immancabile
Wikipedia.
E
partiamo dai fatti, DAI FATTI, ripeto.
Quindi, saltati a pie' pari i Sussi&Biribissi,
i batti & ribatti, andiamo
alle interrogazioni parlamentari RECENTI
, in merito al signoraggio ed andiamo
alla risposta UFFICIALE del governo del
tempo, da parte dell'allora Viceministro
dell'economia e delle finanze: Roberto
Pinza, che potrete cercarvi a conferma
da soli:
"Per
quanto concerne il quesito relativo al
reddito dei «diritti di signoraggio»
realizzato dalla Banca Centrale Europea
e quanto di questo reddito sia stato
redistribuito tra le Banche Centrali
Nazionali, si precisa che con Decisione
ECB/2001/15, la
BCE ha regolamentato l'allocazione
all'interno dell'Eurosistema delle
banconote in euro in circolazione. Essa
attribuisce alla BCE una quota pari
all'8 per cento delle banconote in euro
messe in circolazione dalle Banche
centrali Nazionali; il restante 92 per
cento viene ripartito fra le Banche
centrali nazionali in proporzioni pari
alle rispettive quote di partecipazione
al capitale della BCE capital key.
Sulla propria quota di banconote in
euro, la BCE ricava un reddito da
signoraggio le cui modalità di
redistribuzione sono ora contenute nella
Decisione ECB/2005/11. Essa prevede che
il signoraggio della BCE debba essere
redistribuito alle BCN in proporzione al
rispettivo capital key, a meno che il
Consiglio direttivo decida di
trattenerne (in tutto o in parte) il
relativo ammontare a causa di: a) una
perdita d'esercizio della BCE o un utile
netto inferiore all'importo del
signoraggio; b) una assegnazione al
Fondo di accantonamento a fronte dei
rischi di cambio, di tasso d'interesse e
di prezzo sull'oro."
Quindi:
1) Il reddito da Signoraggio è una
REALTA'. Punto ed a capo.
2) Tale reddito per il 92% entra
direttamente nelle casse degli Istituti
Nazionali, mentre per l'8% in quelle
della BCE, che provvede a redistribuirlo
alle banche centrali Nazionali (BCN) in
proporzione alle loro quote.
Potrà interessare che la
Banca
d'Italia ha versato circa 700
milioni di euro come quota capitale
della Banca Europea, su un totale di
SOLI 4 miliardi di euro.
Pochissimo, non trovate ?
Non vi sembra incredibile che un
istituto ENORME come la BCE abbia un
capitale sociale di partenza di soli 4
miliardi di euro ?
Ah, beh, ma
ovviamente questo capitale è stato
congruamente rimpinguato da altri
redditi, che vanno ad accumularsi nelle
riserve valutarie... indovinate un
po'... eh si: si tratta ANCHE di reddito
da signoraggio, guarda un poco.
Fino a qui,
comunque, abbiamo solo un poco di mal di
testa ed una vago senso di nausea, ma
tutto sembra restare solidamente in mani
pubbliche.
E in Italia ?
Beh innanzitutto sapete quale è il
Capitale sociale della Banca D'Italia ?
Tenetevi forte: è di ben 156.000 Euro.
Ovvero 56.000 in più, chissà perchè, del
minimo di legge per fondare una SPA.
Anche qui non mi invento nulla.
Nella stessa risposta ad interrogazione
parlamentare, infatti, leggiamo:
la partecipazione al capitale della
Banca d'Italia è disciplinata dagli
articoli 3 e 49 dello Statuto. Il
capitale, di ammontare pari a 156.000
euro, è rappresentato da 300.000 quote
di partecipazione nominative di 0,52
euro ciascuna. La disciplina della
titolarità delle quote di partecipazione
fa rinvio alle disposizioni legislative.
È, altresì, stabilito che la cessione di
quote del capitale avviene solo previo
consenso del Consiglio Superiore e su
proposta del Direttore «nel rispetto
dell'autonomia e dell'indipendenza
dell'Istituto e di una equilibrata
distribuzione».
Sul rispetto
dell'autonomia etc etc: beh, vi
ricorderete, spero, lo scandalicchio
che coinvolse il penultimo Governatore
Fazio..
Di
fatto il reddito da signoraggio viene
restituito allo Stato in buona misura,
sotto forma di imposte e tasse varie,
mentre una quota che oscilla dal 20 al
40% va ad aumentare le riserve della
Banca D'Italia e solo una infima parte
costituisce rendita per gli azionisti
PRIVATI della banca stessa, ovvero
la stragrande maggioranza dei principali
istituti di credito italici,
il link non funziona piu' perche' hanno
tolto la pagina che li elencava
(assicurazioni e banche private)
Comunque, le
quote nominative di partecipazione al
suo
capitale sociale sono al 2014 per il
94,33% di proprietà di
banche e
assicurazioni private e per il 5,66%
di
enti pubblici (INPS
e
INAIL)
Chiarisco facendo riferimento a
Wikipedia, essendo quanto ivi riportato
facilmente verificabile nello
Statuto della Banca D'Italia:
Il signoraggio derivante dall'emissione
diretta di moneta da parte dello stato
viene incassato da questo, mentre quello
derivante dall'emissione di moneta da
parte della banca centrale viene in
parte prelevato dalla stato, sotto forma
d'imposta, e il rimanente resta alla
banca centrale, dove viene utilizzato
per coprire i costi di funzionamento e,
per l'eventuale parte eccedente,
costituisce utile netto. Poiché di
solito le banche centrali sono
enti pubblici
(come la Banca di Francia) o
società di capitali
il cui capitale è interamente (come la
Banca del Canada) o in maggioranza (come
la Banca Nazionale Svizzera) di
proprietà statale, anche tale utile
finisce per essere incassato, in tutto o
in parte, dallo stato. La Banca d'Italia
è un ente pubblico (lo statuto parla di
istituto di diritto pubblico) i cui
partecipanti possono anche essere dei
privati; infatti, al suo capitale
partecipano sia enti pubblici che,
soprattutto, privati
[3]. Tuttavia,
una volta pagate le imposte, lo statuto
concede di distribuire ai partecipanti
solo una minima parte degli utili netti
annuali, cioè al massimo 15.600
(quindicimilaseicento) euro da spartirsi
tra tutti in base alle quote possedute.
Quindi praticamente degli utili netti,
dal 20 al 40% viene aggiunto alle
riserve valutarie ordinarie e/o
straordinarie dell'istituto e la parte
restante (dal 60% all'80%) viene
trasferita al pubblico erario.
Quindi,
ricapitolo:
1) In Italia il reddito da signoraggio
E' UNA REALTA' e, per una percentuale
oscillante tra il 20 e il 40% va a
costituire la riserva valutaria della
Banca D'Italia.
Quindi: dove è il complotto delle banche
etc etc, visto che tutto il reddito
resta in mano ad un istituto di diritto
pubblico, come con recente sentenza è
stato ribadito essere la Banca D'Italia,
nonostante sia a capitali totalmente
privati?
Beh, suvvia,
non stiamo a menar tanto il can per
l'aia.
Chi è il prestatore di ultima istanza ?
Chi garantisce per la solidità
dell'assetto bancario italico ?
Chi certifica la solidità o meno di un
dato Istituto ?
Insomma è evidente: per me, blogger e
cittadino, il reddito da signoraggio
ESISTE, viene riscosso in modo
invisibile a tutti i cittadini e va a
costituire un tesoretto di cui
usufruiscono, con tassi risibili, quando
e se necessario, sulla base di
"indipendenti valutazioni" del suo
Governatore, in primo luogo gli
azionisti di Bankitalia stessa.
Non sarà un
complotto: certo è un ottimo affare e
una bella garanzia di trovare copertura,
con i NOSTRI soldi, in caso di bisogno.
Questo, se ci
pensate, ci fornisce qualche indizio sul
motivo per il quale i famosi "Tremonti
bonds" sono stati
tanto orgogliosamente rifiutati
dalle banche nostrane. Avere un tale
tesoretto "indipendente" a cui attingere
in caso di bisogno, senza bisogno di
chiedere alla politica aiuta... eccome
se aiuta.
Ma a noi ?
Chi ci aiuta, a noi meschinelli ? Beh:
il grido di dolore che citavo all'inizio
del post, qualche fondamento, forse
forse, forse, ce l'ha.
By Pietro Cambi- Fonte:
crisis.blogosfere.it
Link: http://crisis.blogosfere.it/2009/11/il-signoraggio-una-bufala-o-no.html
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IMPORTANTE
L'Assemblea
Federale - Il Parlamento Svizzero - 9
giugno 2010
10.422 – Iniziativa parlamentare -
Istituzione dell'assegno universale -
Testo depositato:
In virtù
dell'articolo 160 capoverso 1 della
Costituzione federale e dell'articolo
107 della legge sul Parlamento presento
la seguente iniziativa parlamentare:
La Confederazione istituisce un assegno
universale o reddito di esistenza
sufficiente versato incondizionatamente,
ossia senza giustificazione di risorse,
a ogni individuo, dalla nascita alla
morte, per il solo fatto che esiste.
Motivazione:
L'assegno universale designa il
versamento di un reddito unico a tutti i
cittadini di un Paese, a prescindere
dalle loro entrate, dal loro patrimonio
o statuto professionale. Tale reddito
permetterebbe a ognuno di soddisfare i
propri bisogni primari (nutrimento,
abitazione, vestiario o taluni beni
culturali di base) e lascerebbe
l'individuo libero di condurre la sua
vita come meglio crede.
Questo
assegno dovrebbe permettere a ogni
persona di perseguire le sue attività
non commerciali nell'ambito della vita
associativa e di creare ricchezze non
valutabili in termini monetari, utili
alla ricomposizione del tessuto sociale,
ossia a stabilire un rapporto non
commerciale con i suoi simili.
Per quanto
riguarda il singolo cittadino, questo
reddito di base assegnato a ogni
individuo per il solo fatto che esiste,
calcolato sulla base della ricchezza
prodotta dal Paese e cumulabile con gli
altri redditi da attività lucrativa, si
sostituirebbe ai redditi di
trasferimento esistenti.
Per la
collettività, questo nuovo modo di
distribuzione del reddito, perfettamente
trasparente e semplice da applicare e da
controllare, assicurerebbe
un'uguaglianza perfetta fra tutti i
cittadini. Ne concretizzerebbe
l'appartenenza alla comunità umana ed
esprimerebbe il riconoscimento della
dignità di qualsiasi persona. La sua
accumulazione con gli altri redditi
sopprimerebbe lo svantaggio delle soglie
di povertà senza peraltro costituire un
disincentivo al lavoro, dato che
qualsiasi attività remunerata
genererebbe un reddito supplementare.
La
collettività riconoscerebbe in tal modo
il valore economico e sociale del lavoro
gratuito, di quello domestico in
particolare, e per di più esonerebbe la
società da importanti costi per
infrastrutture e servizi particolarmente
onerosi da fornire alle persone.
By Josef Zisyadis - Parlamentare
Svizzero
Tratto da:
http://www.parlament.ch/i/suche/pagine/geschaefte.aspx?gesch_id=20100422
Commento
NdR: mentre la Svizzera fa un ulteriore
passo avanti verso la liberazione dal
Signoraggio, i
negazionisti del signoraggio, in
Italia avversano le intuizioni del Prof.
Giacinto Auriti.
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DENUNCIA
PENALE CONTRO IL SIGNORAGGIO
N.B.: LA
PRESENTE E’ SOLO UN’IPOTESI DI LAVORO –
NON DO ALCUNA GARANZIA E DECLINO OGNI
RESPONSABILITA’ PER CHI VOGLIA FARNE USO
ALLA PROCURA
DELLA REPUBBLICA DI THULE
DENUNCIA E
QUERELA
PER LE
IPOTESI DEI REATI P. E P. DAGLI ARTICOLI
81, 110,
241, 283, 314, 416 BIS, 479, 489, 629,
640 C.P.
FALSO IN
BILANCIO – EVASIONE FISCALE
TEMPO DI
COMMISSIONE: REATI IN CORSO DI
ESECUZIONE
LUOGO DI
COMMISSIONE: TERRITORIO NAZIONALE
AUTORI:
GOVERNATORI
E DIRIGENTI DELLA BANCA D’ITALIA,
TITOLARI E DIRIGENTI DI MINISTERI DI
ECONOMIA, FINANZA, TESORO, BILANCIO
RAGIONIERI
GENERALI DELLO STATO
PERSONE
OFFESE:
LA
REPUBBLICA ITALIANA, I CITTADINI, I
CONTRIBUENTI
PREMESSA:
Sono un
cittadino che è stato rovinato, come
molti cittadini, come sempre più
numerosi cittadini, dalla pressione
fiscale e dai modi di esazione fiscale.
Il debito
pubblico è il presupposto della
tassazione.
Oltre il 22%
delle tasse va a pagare interessi sul
debito pubblico.
Ho studiato
il sistema della finanza pubblica e del
debito pubblico.
Con questa
denuncia, intendo, per amor di Patria e
per fedeltà alla Costituzione
Repubblicana, espormi personalmente ad
ogni possibile ripercussione e
ritorsione, giudiziaria, amministrativa
o fisica, seguendo il luminoso esempio
del dr. Molinari, ex Questore di Genova,
che fu assassinato alla vigilia
dell’udienza di una causa che aveva
intentato contro la Banca d’Italia per
motivi ideali e morali analoghi ai miei.
Quanto segue
non è una mia scoperta o teoria, ma
riporta studi economici e giuridici di
carattere scientifico e prodotti da
studiosi e da accademici di diversi
paesi: i proff. James Robertson e Joseph
Huber[1],
Richard Werner[2],
John Sloman[3];
l’ex P.G. presso la Corte di Appello
dell’Aquila, dr. Bruno Tarquini[4];
l’avv. Marco Della Luna[5],
Steven Zarlenga[6],
presidente dell’American Monetary
Institute.
Ho scoperto,
sono in grado di documentare, domando
quindi di poter documentare, un
meccanismo di falsi contabili e falsi in
bilancio (dello stato, della Banca
d’Italia, delle banche commerciali),
evasione fiscale, truffa.
Un
meccanismo che porta a creare false,
apparenti e indebite passività della
finanza pubblica – le quali a loro volta
portano alla presente, oppressiva,
pressione fiscale.
Pressione
che, per la sua intensità, per la
falsità e artificiosità dolosa dei suoi
presupposti, per l’arbitrarietà della
sua costruzione in quanto alla
individuazione della base imponibile e
al ricorso a presunzioni di ricavi e
all’inversione dell’onere della prova,
nonché per le modalità violente
dell’esecuzione esattoriale, concreta, a
mio paraere, essa stessa, fattispecie di
reato di tipo estorsivo, soprattutto in
quanto il credito d’imposta è creato
attraverso la costruzione di falsi e
illeciti presupposti giustificativi.
La
contrazione del debito pubblico
attraverso l’emissione di titoli del
debito pubblico avviene in modo
pretestuoso, senza reale corrispettivo,
al solo fine di attuare un trasferimento
di potere d’acquisto dai contribuenti
(dal popolo) ai banchieri privati e un
indebitamento dello stato, del popolo,
verso di loro. Quest’operazione attua,
per le sue dimensioni, un trasferimento
di potere politico, ultimamente, in
favore dei predetti banchieri privati.
L’intera
operazione configura un’eversione
dell’ordinamento e della legalità
costituzionali, ed è perpetrata in forma
ovviamente e palesemente associativa.
La presente
denuncia è una denuncia che domanda al
potere giudiziario di prendere, in un
modo o nell’altro, posizione rispetto a
questi illeciti, politici, finanziari,
economici – illeciti le cui conseguenze,
se non ancora le cause ultime, stanno
divenendo di dominio pubblico attraverso
l’informazione mediatica su grandi
crack, truffe, bancarotte,
dall’Argentina a Cirio a Parmalat a
Unilever a Enron a Halliburton ai
subprime loans a Northern Rock alle
frodi finanziarie denunciate da Report
del 14.10.07 come commesse da primarie
banche in combutta con amministratori
comunali e regionali di Piemonte,
Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna,
Campania – amministratori espressi da
primarie forze politiche nazionali e
governative.
La presente
denuncia intende quindi provocare una
risposta del potere giudiziario, nell’un
senso o nell’altro, anche per accertare
quali margini di legalità e di recupero
di legalità rimangano in Italia e fino a
che livello sia pervenuta la dipendenza
della politica e delle istituzioni
rispetto al potere bancario.
Il sistema
bancario, in mano a finanzieri privati,
ha esautorato lo Stato e le istituzioni
democratiche e rappresentative,
spogliandoli della sovranità e della
stessa indipendenza, e sottomettendoli
all’interesse e alla volontà dei propri
capi, per lo più stranieri. Inoltre, il
debito pubblico è illegittimo e
incostituzionale, fraudolento, nascendo
dall’uso di questo potere monetario da
parte di soggetti privati:
-la Banca
d’Italia è in realtà una spa a capitale
privato e autocratica, la cui compagine
proprietaria è sempre stata illegittima
rispetto allo statuto previgente, il
quale imponeva [art.3] una maggioranza
pubblica – e lo è tuttora rispetto al
principio fondamentale di sovranità
appartenente al popolo e noi ai privati,
e all’altro principio fondamentale, di
Repubblica fondata sul lavoro, e non
sulla frode finanziaria;
-i privati
proprietari della Banca d’Italia si sono
recentemente adattati lo statuto a loro
uso e consumo, in modo
anticostituzionale, e il potere politico
nonché il capo dello stato hanno
semplicemente ratificato con decreto
16.12.06; la forma pubblica dello
statuto è solo, di fatto, una
mascheratura del suo adattamento privato
da parte dei privati proprietari a scopi
e interessi privati, e anche prima di
adattarlo formalmente, violavano
tranquillamente l’art. 3 grazie alla
compiacenza degli organi pubblici di
controllo – quindi siamo di fronte a una
vera e propria s.p.a. dissimulata;
- la BCE è
pure autocratica ed è proprietà delle
banche centrali nazionali, pure per lo
più controllate da privati; il Trattato
di Maastricht le attribuisce
indipendenza politica e immunità
giudiziaria rispetto agli stati
nazionali e all’U.E.; inoltre le
assicura la segretezza massonica
assoluta delle sue procedure e
discussioni interne.
L’uso del
potere sovrano e politico di emissione
monetaria che qui prendiamo in esame e
penalmente denunciamo, consiste di due
capitoli:
A)
SIGNORAGGIO PRIMARIO O MONETARIO
La Banca
Centrale di emissione cede allo Stato
(direttamente o mediante
l’interposizione di SIM in funzione di
foglie di fico) banconote, non coperte
da oro o altre valute né in questi
convertibili, quindi a costo puramente
tipografico per la banca stessa, contro
la cessione di titoli del debito
pubblico soggetti a interesse passivo. I
titoli e l’interesse vengono pagati con
le tasse, quindi gravano sui
contribuenti e sullo Stato, mentre vanno
ad arricchire gli azionisti privati
delle banche di emissione, sebbene
queste nulla diano in termini di valore,
in cambio di questo corrispettivo. Le
banconote emesse non costituiscono
alcuna obbligazione nei confronti delle
banche emittenti. Il valore del denaro,
ossia il suo potere di acquisto, non è
dato dalla banca di emissione bensì dal
mercato (Stato, cittadini, impresa,
consumo). Quindi lo Stato viene usato,
attraverso ministri e funzionari
inconsapevoli o collusi o ricattati, da
banchieri privati per arricchirsi a
spese del popolo. L’arricchimento è
grosso modo pari al debito pubblico
contratto dallo Stato e dalle PA verso
le banche suddette. Il profitto così
realizzato a spese dei cittadini è
stimabile, in Italia, intorno ai 60
miliardi di euro l’anno. Lo Stato, come
suggerito dai succitati autori (Robertson,
Huber, Tarquini, Della Luna) potrebbe
emettere le banconote in proprio,
esattamente come emette in proprio le
monete metalliche, e come emetteva i
biglietti di Stato di 500 Lire (negli
USA, l’amministrazione Lincoln e
l’amministrazione J.F. Kennedy
emettevano pure United States Notes,
ossia biglietti governativi). In tal
modo non produrrebbe debito pubblico.
Lo Stato, i
Ministeri, le istituzioni sono quindi
ridotti a strumento manovrato dalla
finanza privata sopranazionale per lo
sfruttamento del lavoro del popolo. Le
leggi dello Stato che cedono alla Banca
d’Italia, alla BCE e a qualsiasi
soggetto diverso dallo Stato l’esercizio
della sovranità monetaria, violano
l’art. 1 della Costituzione (principio
della sovranità nazionale) e non si
giustificano con l’art. 10 (che consente
solo limitazioni, non già cessioni,
della sovranità; e solo per tutela della
pace, non dell’economia, del potere di
acquisto della moneta; e non certo in
favore di soggetti come la BCE,
autocratici, a proprietà e gestione
private, non sottoposti a organi
democratici nazionali o comunitari), con
dirigenti esonerati da ogni
responsabilità (art. 12 del protocollo
SEBC).
B)
SIGNORAGGIO SECONDARIO O CREDITIZIO
Vi è di
peggio. Notoriamente, solo L’8% circa
della liqudità è denaro contante (M0,
banconote + monete metalliche); il resto
è credito, quasi-denaro scritturale,
esistente solo come annotazioni della
banca, lettere di credito, sight
deposits, fideiussioni, assegni
circolari, etc. – ossia come promesse di
pagamento che la banca emette a costo
zero, perché esse non sono coperte da
oro né da riserve frazionarie in valuta
legale. Quindi la banca presta proprie
promesse di pagamento scoperte – nel
senso che sono promesse di pagamento di
valuta legale che la banca non ha, o ha
all’1 per 1.000. Gli assegni circolari
sono tutti scoperti, come pure gli altri
strumenti emessi dalle banche. Il
sistema bancario è interamente basato
sulla frode e si regge solo perché la
gente non sa.
In cambio
dell’emissione di tali promesse di
pagamento di soldi non posseduti, create
a costo zero per essa, la banca si fa
dare dal mutuatario (che tale non è,
perché il mutuo esige la dazione reale
di valuta legale, ex art. 1813 cc, non
di promesse di pagamento denominate in
valuta legale che, perdipiù, la banca
non ha e che non esiste nemmeno, dato la
che la valuta legale è solo l8% della
liquidità complessiva):
a)interessi
corrispettivi, che possono divenire
interessi di mora;
b)la
promessa di rimborso del (mai prestato)
capitale;
c)una
garanzia.
Orbene,
ottenuto ciò, la banca mette a capitale
– ossia, incamera come cespiti – il
credito verso il mutuatario per il
supposto capitale, nonché l’interesse
capitalizzato.
Ma non
dichiara in bilancio e nei redditi tali
utili, sicché su di essi non paga le
tasse. Il volume di utili così sottratti
all’imposizione in Italia è stimabile in
circa 700 miliardi di euro l’anno.
Sovente
cartolarizza il credito e lo vende, come
avviene anche coi subprime loans.
Tutta questa
enorme mole di liquidità, che la banca
crea prestando ai suoi clienti non
denaro contante, valuta legale – che non
ha - ma promesse di pagamento da essa
emesse sotto varie forme (assegni
circolari, libretti bancari, mtn,
lettere di credito, etc.) (sconto,
mutuo, anticipazione, scoperto etc.)
apporta alla banca aumento di capitale e
profitti. Ma soprattutto un aumento di
potere, se si pensa che il sistema
bancario privato, tra creazione di
banconote e creazione di denaro
scritturale, produce tutto o quasi il
denaro circolante (solo gli spiccioli
sono coniati dallo Stato), che può
aumentarne o ridurne l’offerta, alzare o
abbassare il t.u.s. – quindi ha il
potere, non di rado esercitato, di
produrre rapide espansioni e rapide
contrazioni dell’economia. Tutta questa
creazione di denaro apporta al sistema
bancario un pari reddito, detto reddito
monetario o signoraggio. Un reddito che
dovrebbe andare invece allo Stato, dato
che la creazione di denaro è un atto
sovrano.
È un atto
sovrano perché chi (a costo nullo per
sé, come avviene con la cartamoneta non
convertibile) crea denaro e lo immette
sul mercato, ossia lo spende, aumenta
unilateralmente il proprio potere
d’acquisto rispetto agli altri soggetti,
può produrre rincari dei prezzi a carico
di chi non ha il potere di creare
denaro, e può produrre crisi economiche.
Ma aumentare
unilateralmente il proprio potere
d’acquisto, senza immettere in cambio
ricchezza reale (beni e servizi nel
sistema, vuol dire prendere a sé una
pari parte del potere d’acquisto del
resto del sistema, vuol dire sottrarre
potere d’acquisto agli altri, ai
lavoratori, ai pensionati, ai
risparmiatori, ai contribuenti – vuol
dire arricchirsi a loro spese. È ciò
costituisce una truffa, ma soprattutto
un’eversione dell’ordine costituzionale,
un’usurpazione di potere sovrano, in cui
banchieri, ministri, alti dirigenti
dello stato, tutti concorrono e sono
concorsi.
Da quanto
sopra derivano due corollari di grande
interesse per il nostro Paese, perché
recuperare l’evasione fiscale riferibile
ad essi consentirebbe un rapido e
permanente risanamento delle finanze
pubbliche e il recupero di risorse per
lo sviluppo scientifico-tecnologico,
economico e sociale.
C) FALSI
CONTABILI, IN BILANCIO, ED EVASIONE
FISCALE
I bilanci e
le dichiarazioni dei redditi delle
banche centrali di emissione sono falsi,
rispetto alla realtà economica e
giuridica, in quanto:
a)nel conto
dei profitti e delle perdite non
dichiarano il signoraggio monetario
realizzato durante l’anno precedente
collo scambiare valuta legale da esse a
costo zero creata ed emessa contro
titoli del debito pubblico o altri
titoli;
b)nel conto
patrimoniale non dichiarano il
signoraggio realizzato e accumulato
nelle annate pregresse nel predetto
modo;
c)nel conto
patrimoniale, appostano come voce
passiva le banconote in circolazione,
mentre le banconote non costituiscono
alcuna obbligazione per la banca che le
ha emesse, e non possono quindi
considerarsi una passività.
I bilanci
delle banche non di emissione sono falsi
in quanto non dichiarano l’incremento di
valore realizzato come incremento di
potere d’acquisto attraverso la
concessione dei crediti e la creazione
di liquidità a costo zero per le banche,
con pari aumento del loro potere
d’acquisto – come si è descritto nel
precedente capitolo.
È vero che
le regole contabili elaborate dai
contabili delle banche e adottati dalle
banche, noti come International
Accounting Standards, consentono, anzi
impongono quanto sopra; ma è anche vero
che essi sono regole falsanti elaborate
dai banchieri privati pro domo sua, al
fine di nascondere il core business
della loro attività, il loro principale
reddito, e il fatto che, creando
liquidità dal nulla a costo zero,
sottraggono unilateralmente e
ingiustificatamente potere d’acquisto
alla società civile.
Tutto ciò
premesso, e con riserva di fornire tutti
i chiarimenti opportuni,
CHIEDO
Valutare se
si configurino ipotesi di reato in
quanto segue, e di procedere per la
penale punizione dei colpevoli nonché e
preliminarmente per richiedere gli
opportuni sequestri di documenti
cartacei e telematici, azioni,
partecipazioni, valori mobiliari e
immobiliari, nonché crediti, ai fini di:
a) assicurare la prova dei reati; b)
impedirne la soppressione e
l’inquinamento; c) impedire la
continuazione dei reati; d) assicurare
la solvibilità dei responsabili nei
confronti dello Stato e dei cittadini
cui deve essere risarcito l’ingente
danno cagionato con i comportamenti che
si descrivono.
Sollecito
l’esecuzione di opportune perizie per la
conferma della qui fornita
ricostruzione.
CHIEDO
INOLTRE
DI ESSERE
AVVERTITO IN CASO DI RICHIESTA DI
ARCHIVIAZIONE
FATTI E
NORME
La Banca
d’Italia, prima e dopo l’istituzione
della Banca Centrale Europea, opera ed
è partecipata in una sostanziale
illegittimità rispetto alla legge
costituzionale, penale e civile. I
bilanci sono sistematicamente e
oggettivamente contrari alla realtà
economica, in quanto non indicano, nel
conto economico di gestione, il reddito
monetario; e in quanto indicano, nella
situazione patrimoniale, tra le
passività, il valore della cartamoneta
circolante, sebbene questa non
costituisca debito per la banca di
emissione.
Per
documentare quanto sopra, iniziamo dalle
aberrazioni del bilancio della BCE,
analoghe a quelle del bilancio della BdI.
Riproduciamo qui di seguito, dal
bilancio contenuto nel Rapporto Annuale
della BCE per il 2004, lo stato
patrimoniale e il conto economico di
gestione. La voce Banconote in
circolazione – 40.100.852.165 – è la
massima voce del passivo, ed è pari alla
massima voce attiva Crediti derivanti
dall’allocazione delle banconote in Euro
all’interno dell’Eurosistema –
40.100.852.165.
Essa risulta
aumentata di oltre 5 miliardi nel corso
dell’esercizio 2004. Come si vedrà, dal
conto economico di gestione risulta però
una perdita di esercizio di €
1.636.028.702. (VEDI IL BILANCIO DELLA
BCE )
Se il
bilancio 2004 fosse stato redatto
conformemente alla realtà
economico-giuridica, ossia alla
inesigibilità verso la banca emittente
delle banconote emesse, la voce passiva
“Banconote in circolazione” dello stato
patrimoniale, di oltre quaranta miliardi
di Euro, sarebbe stata soppressa, e si
sarebbe messa, nel conto economico, tra
i ricavi, la posta “Sopravvenienza
attiva € 40.100.852.165”; la quale
porterebbe a un utile di esercizio di €
38.464.823.463 – utile da riportarsi
nello stato patrimoniale in luogo della
perdita. Anzi, l’utile di esercizio
sarebbe molto maggiore, perché questa
enorme variazione del patrimonio netto
attivo porterebbe a ricavi
proporzionalmente maggiori (circa €
1.000.000.000 al t.u.s. del 2,5%) come
interessi attivi (e ciò non solo per
l’anno 2004, ma anche per tutti gli anni
precedenti in cui la voce passiva
fasulla era presente).
Inoltre,
tutto l’incremento annuale della massa
di banconote circolanti – circa €
5.200.000.000 – andrebbe ad aggiungersi
agli utili di gestione. Si noti che, in
questa riscrittura del bilancio, si
sommerebbero, per l’anno 2004, alcune
voci attive straordinarie (la
sopravvenienza attiva del controvalore
delle banconote circolanti e la
conseguente sopravvenienza attiva degli
interessi attivi per tutti gli anni
precedenti al 2004), e alcune ordinarie,
ossia destinate a ripetersi (gli
interessi attivi o gli altri utili
derivanti dal maggiore capitale netto;
il profitto del signoraggio, ossia
dell’emissione di nuove banconote). La
gigantesca somma delle passività
inesistenti costituisce il valore non
manifesto del patrimonio della BCE,
quindi del patrimonio delle Banche
Centrali che ne fanno parte. La quota
competente alla Banca d’Italia, al
netto, è € 4.796.563.485,84 – pari alla
stima del patrimonio di Banca d’Italia
come stimata nel proprio bilancio
consolidato dalla sua partecipante Banca
Popolare di Lodi. Il bilancio della
Banca d’Italia è fatto secondo i
medesimi metodi che occultano reddito e
“negano” cespiti patrimoniali. Si fa
presente che gli accordi del Sistema
Europeo delle Banche Centrali riservano
alla BCE l’emissione dell’8% della
cartamoneta Euro, e il restante 92% alle
Banche Centrali partecipanti della BCE,
per quota. La Banca d’Italia emette in
proprio, dunque, circa il 10% della
emissione complessiva di Euro ossia, in
base ai dati del su riprodotto bilancio
della BCE, ha emesso nel 2004 €
6.500.000.000, che costituiscono sua
voce di profitto, la quale come tale va
dichiarata. Voglia Codesto PM acquisire
i bilanci tutti della BCE e della Banca
d’Italia al fine di verificare, secondo
quanto sopra esposto, se essi siano o
non siano falsi e se ricorrano omissioni
di appostazioni di profitti e/o attivi
patrimoniali occultati mediante false
appostazioni di passività inesistenti.
Questo stato di cose ha cagionato e
cagiona gravi danni alla finanza
pubblica, ai
risparmiatori, ai lavoratori, ai
contribuenti. Inoltre ha esautorato lo
Stato, lo ha indebitato fino alla quasi
paralisi, e lo ha privato della
sovranità in politica economica in
favore di un potere privato
sovranazionale.
REATI
Avvertendo
che i principi in questione sono
recepiti e confermati di ampia
letteratura economica e giuridica, già
citata, i reati più gravi inerenti al
sistema monetario sono quelli di
eversione della Costituzione, commessi
col trasferire il potere sovrano a
organismi privati.
Attentato
all’indipendenza dello Stato (art. 241
CP): [I]. Chiunque commette un fatto
diretto a sottoporre il territorio dello
Stato o una parte di esso alla sovranità
di uno Stato straniero, ovvero a
menomare l’indipendenza dello Stato, è
punito con l’ergastolo.
Questo reato
potrebbe essere stato commesso da quei
governanti che illegittimamente hanno
donato la sovranità monetaria prima alla
Banca d’Italia e poi alla BCE, e
sottoponendo così la Repubblica al
potere indipendente e sovrano di
organismi privati e, il secondo,
addirittura esterno alla Repubblica
stessa. La denominazione di “istituto di
diritto pubblico” applicata recentemente
alla Banca d’Italia è ingannevole e non
cambia le cose: per quanto le norme
statutarie siano formulate dallo Stato,
la gestione e la proprietà sono
totalmente autoreferenziali e private.
Attentato
contro la costituzione dello Stato (art.
283 CP): [I]. Chiunque commette un
fatto diretto a mutare la Costituzione
dello Stato, o la forma del Governo, con
mezzi non consentiti dall’ordinamento
costituzionale dello Stato, è punito con
la reclusione non inferiore a dodici
anni [90 Cost.].
Questo reato
potrebbe essere stato commesso da quei
governanti che illegittimamente hanno
concorso a istituire il sistema di
dominio della finanza privata sullo
Stato.
Peculato
(art. 314): [I]. Il pubblico ufficiale
[357] o l’incaricato di un pubblico
servizio [358], che, avendo per ragione
del suo ufficio o servizio il possesso o
comunque la disponibilità di denaro o di
altra cosa mobile altrui, se ne
appropria, è punito con la reclusione da
tre a dieci anni.
Forse
commesso da funzionari e ministri col
donare soldi dei cittadini alle Banche
Centrali in cambio di denaro il cui
valore è dato dai cittadini e non dalle
Banche Centrali. Il peculato potrebbe
ravvisarsi nel fatto che il governo fa
pagare allo Stato il denaro emesso a
costo zero da una banca privata, senza
alcuna necessità, o corrispettivo, con
danno per lo Stato e vantaggio per i
banchieri privati. Nonché nel fatto che
l’esecutivo ha ceduto, mediante
privatizzazioni, quote di società di
capitali pubbliche (BPL, Credito
Italiano, Banca Intesa) senza prima
scorporare le loro partecipazioni nella
Banca d’Italia, in violazione dell’art.
3 dello Statuto della medesima, che
proibisce le cessioni a privati di quote
azionarie della BdI e prescrive che essa
sia per la maggioranza in mano pubblica.
Questa violazione, per la sua natura e
per l’alto livello di consapevolezza,
informazione e potere di chi l’ha
compiuta, non può che essere
intenzionale e pianificata, a danni
dello Stato e a beneficio dei privati
finanzieri. Va inoltre valutata la
ravvisabilità dei reati di falso in
bilancio e di false comunicazioni
sociali nelle operazioni suddescritte
circa il reddito da signoraggio non
dichiarato e la abusiva appostazione
nella situazione patrimoniale di
passività inesistenti. In relazione al
comportamento associato dei soggetti
autori e beneficiari dei reati
succitati, si può ipotizzare il reato di
associazione per delinquere e anche
l’applicabilità dell’art. 416 bis del
Codice Penale, sul reato di
Associazione
di tipo mafioso 416 bis CP. «[I].
Chiunque fa parte di un’associazione di
tipo mafioso formata da tre o più
persone è punito con la reclusione da
tre a sei anni. [II]. Coloro che
promuovono, dirigono o organizzano
l’associazione sono puniti, per ciò
solo, con la reclusione da quattro a
nove anni.
[III].
L’associazione è di tipo mafioso quando
coloro che ne fanno parte [628 comma 3
n. 3] si avvalgono [629-bis] della forza
di intimidazione del vincolo associativo
e della condizione di assoggettamento e
di omertà che ne deriva per commettere
delitti, per acquisire in modo diretto o
indiretto la gestione o comunque il
controllo di attività economiche, di
concessioni, di autorizzazioni, appalti
e servizi pubblici o per realizzare
profitti o vantaggi ingiusti per sé o
per altri ovvero al fine di impedire od
ostacolare il libero esercizio del voto
o di procurare voti a sé o ad altri in
occasione di consultazioni elettorali.
[VI]. Se le
attività economiche di cui gli associati
intendono assumere o mantenere il
controllo sono finanziate in tutto o in
parte con il prezzo, il prodotto o il
profitto di delitti, le pene stabilite
nei commi precedenti sono aumentate da
un terzo alla metà.
[VII]. Nei
confronti del condannato è sempre
obbligatoria la confisca [240 comma 2]
delle cose che servirono o furono
destinate a commettere il reato e delle
cose che ne sono il prezzo, il prodotto,
il profitto o che ne costituiscono
l’impiego (3).
[VIII]. Le
disposizioni del presente articolo si
applicano anche alla camorra e alle
altre associazioni, comunque localmente
denominate, che valendosi della forza
intimidatrice del vincolo associativo
perseguono scopi corrispondenti a quelli
delle associazioni di tipo mafioso».
È vero che,
in ambito bancario e monetario e
istituzionale, i predetti comportamenti
di reato vengono compiuti da molti anni
senza che vengano perseguiti, ma ciò non
impedisce di perseguirli ora, perché in
materia penale non esiste la desuetudine
delle norme.
È anche vero che è
possibile che alcune delle persone che
concorrono alla commissione di questi
reati non siano consapevoli di come
funziona il sistema e del fatto che ciò
a cui collaborano è illecito, e che
quindi non siano punibili perché in
buona fede; ma i dirigenti delle banche
e dei ministeri, i finanzieri, qualche
ministro, non possono essere
inconsapevoli di ciò che stanno facendo,
perché è il loro mestiere.
[1] Creating
New Money, New Economics Foundation
[2] New
Paradigm in Macroeconomics, Palgrave
2006
[3]
Economics, Prentice Hall
[4] La
Banca, la Moneta, l’Usura,
Controcorrente 2001
[5]
Euroschiavi, 3° ed. , Arianna
Macroedizioni, 2007.
[6] The Lost
Science of Money, American Monetary
Institute, 2002
Tratto da: marcodellaluna.info
vedere
anche:
“THE WEB OF
DEBT – The Shocking Thrue About Our
Money System And How We Can Break Free”
- LA RETE DEL DEBITO - la scioccante
verità del nostro sistema monetario e in
che modo noi
possiamo liberarci dalle
banche.
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Ma cosa è esattamente l'usura
? È il denaro ricavato dal mero utilizzo del denaro.
Ed
Ezra Pound, da annoverare tra i grandi uomini del
‘900, bollava impietosamente taluni governi di
servilismo e di sottomissione al
signoraggio sulla moneta
esercitato dal sistema
bancario privato e dalle banche centrali da questo
controllate.
Una ragnatela speculativa dove l’esclusivo interesse
privato strangola la sovranità politica e monetaria
degli stati nazionali e l’autodeterminazione dei popoli.
Tale sistema perverso nasce in Inghilterra ad opera
dello scozzese
William Paterson, mercante, avventuriero e
banchiere.
Il 27 luglio 1694 Paterson ottiene dal sovrano
protestante
Guglielmo III d’Orange (al potere dal 1689 come re
d’Inghilterra, Irlanda e Scozia dopo la deposizione di
suo zio Giacomo II, cattolico.
Ancora oggi l'oppressione "orangista", incentivata e
protetta da Londra, contro i cattolici repubblicani
d’Irlanda è oggetto di funesta cronaca quotidiana)
l’autorizzazione ad operare come banchiere ufficiale del
regno.
Fonderà la
Banca d'Inghilterra, prima banca di emissione
privata, che godrà così del privilegio di emettere
moneta da prestare ad usura
allo Stato (il primo prestito al governo
inglese ammonterà a 1.200.000 sterline).
Nella sua memorabile sentenza: “La banca trae beneficio
dall’interesse che pretende su tutta la moneta che crea
dal nulla” vi è racchiuso il nucleo ideologico del
significato di signoraggio sulla moneta.
È, quindi, a partire da tale
data che i governi perderanno la loro sovranità
economica e il potere di emettere moneta sarà
delegato ad una banca privata.
Non faranno ovviamente eccezione gli Usa, che nonostante
l'indipendenza dalla madrepatria proclamata con la
famosa dichiarazione del 4 luglio 1776, saranno sempre
soggetti all’usurocrazia monetaria della
Federal Reserve, divenendo ben presto il braccio
armato del liberismo mondialista.
Con due eccezioni, però, anche se di breve durata per la
tragica sorte toccata a chi osò andare controcorrente:
Abraham Lincoln e
John Fitzgerald Kennedy (NdR: tutti e due
Assassinati.....)
Tuttavia, ad onor del vero, già
Thomas Jefferson, al tempo in cui ricopriva la
carica di segretario di Stato durante la presidenza di
George Washington, si era fermamente opposto al
progetto di fondazione di una banca centrale privata (la
First Bank of the United States) caldeggiato
dall’allora ministro del Tesoro
Alexander Hamilton.
Personaggio ambiguo e contraddittorio (in origine
sosteneva esattamente l’opposto, e cioè che la cosa
pubblica non potesse essere delegata ad una banca
privata poiché questa tutelava esclusivamente i propri
interessi), l’Hamilton fu accusato di essere strumento
dei banchieri internazionali, probabilmente in combutta
con i
Rothschild, che proprio in quel periodo, per bocca
del fondatore della dinastia, l’ebreo askenazita
Mayer Amschel, memore forse della succitata celebre
frase del suo predecessore scozzese, aveva sentenziato:
“Lasciate che io emetta e controlli il denaro di una
nazione e non mi interesserò di chi ne formula le
leggi”.
Come siano andate poi le cose per il XVI e XXXV
presidente Usa è cosa tristemente risaputa.
Lincoln sosteneva che il privilegio dell’emissione della
moneta dovesse essere prerogativa esclusiva del governo
e che il denaro da padrone sarebbe dovuto diventare
servitore dell’umanità.
L’applicazione pratica di tali principi portò
all’emissione di banconote non gravate dagli interessi
da corrispondere ai banchieri privati. Il 15 aprile 1865
Lincoln veniva assassinato in un palco del teatro di
Washington.
Stessa sorte, cento anni dopo, toccava a Kennedy, il
quale, cinque mesi prima del suo assassinio,
aveva firmato l'ordine
esecutivo n. 11110 con il quale il governo aveva il
potere di battere moneta dietro copertura argentea.
Anche in questo caso lo Stato non pagava più gli
interessi alla banca di emissione privata.
Un duro colpo al signoraggio bancario che si infranse il
22 novembre 1963. Da allora nessun altro presidente Usa
si è più arrischiato a sfidare i
Signori del denaro.
By Salvatore Maiorca
vedi:
ACCESSO al VALORE di IO SONO
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Come riaccreditarsi il signoraggio subito - 25/01/2010 - (Da: Moneta Nostra)
 |
Ogni debito può essere soddisfatto da una di due cose o da entrambe: un pagamento e/o una promessa di pagamento.
Ogni pagamento avviene mediante una sostanza, e ogni promessa di pagare è operata da una moneta o da una carta che è tecnicamente nota come vincolo commerciale. L’assolvimento di un debito attraverso delle sostanze, è chiamato “il pagamento del debito”. L’assolvimento di un debito attraverso una promessa di pagare il debito, scritta o stampata, è chiamato “il discarico del debito”. Tutti i debiti sono “pagati” mediante sostanze. Ma tutti i debiti sono solo “liberati” dalla moneta, da note in denaro, o da altri vincoli commerciali (simboli econometrici). In questo secondo caso, il completamento del pagamento avviene solo quando poi il creditore rispende a sua volta con successo il simbolo monetario ricevuto. E’ come se il saldo fosse avvenuto a metà, questo si capisce bene se si ricevono delle banconote che – poniamo il caso – perdono valore legale il giorno dopo e ci dimentichiamo di cambiarle. A quel punto, dopo un paio di giorni, rimaniamo con un titolo cartaceo e senza valore in mano. Un po’ quello che succede – ad esempio – con dei biglietti prenotati di uno spettacolo teatrale ormai concluso.
Il simbolo dell’energia, in un sistema sociale, è chiamato denaro. Il denaro è principalmente di tre tipi: moneta sostanziale, carta moneta e credito. La moneta sostanziale comprende beni immobili (terreni), metalli preziosi (oro, argento, rame, ecc), gioielli, e altre cose di valore reale e durevole. La moneta cartacea consiste di note che dichiarano un debito o un obbligo e che promettono o ordinano un pagamento. Il denaro virtuale invece è sostanzialmente una scrittura contabile che viene spesso confuso con le altre forme di moneta. Tutti questi elementi di prova di un debito (dell’emittente), o obbligazioni, sono tecnicamente conosciuti come vincoli commerciali.
Queste note includono la valuta cartacea (per esempio, banconote della Banca Centrale Europea), assegni, bonifici, note di cambio (cartamoneta tra le banche) etc. Ogni forma di cartamoneta è un vincolo commerciale. Una (banco)nota della Banca Centrale Europea è (dovrebbe essere) un vincolo commerciale sulla stessa. Un assegno personale è un privilegio commerciale del portatore sul conto bancario di chi emette l’assegno. Un draft è un assegno con un accordo condizionato stampato sopra la parte della girata sul retro dell’assegno. Una nota di cambio è un vincolo tra le banche commerciali costituito da una banca che chiede il pagamento ad un’altra banca. Un assegno personale, passando tra banca e banca, è una nota di cambio. Anche uno scontrino di un registratore di cassa usato per ottenere un rimborso per merce difettosa, firmato e consegnato alla cassa come prova d’acquisto, è – e può essere usato come – mezzo di scambio/moneta dallo stesso negozio per ottenere un rimborso o dei prodotti sostitutivi dal produttore.
I conti bancari sono (dovrebbero essere) coperti o da moneta metallica o dal denaro cartaceo, o da entrambi.
La moneta-sostanza è chiamata garanzia collaterale. La cartamoneta può essere valuta (ad esempio, le banconote ed i biglietti di stato a corso legale), una apertura di credito da parte della banca, o degli assegni o altri fondi, come i vincoli commerciali ricevuti da altre fonti (cambiali, tratte, etc.).
Un debito che è soddisfatta da moneta sostanziale viene considerato come “pagato”. Un debito che è soddisfatto della carta moneta viene considerato come “liberato” (in pratica, trasferito).
La maggior parte dei debiti in Europa sono soddisfatti con l’uso di cartamoneta, assegni, o altra carta che rappresenta il valore (del debito da pagare), in altre parole, sono soddisfatti in generale con dei vincoli commerciali nei confronti dell’emittente, di conseguenza, la maggior parte dei debiti europei non sono “pagati”, sono solo “liberati” (scaricati o trasferiti). Giacinto Auriti diceva giustamente che: “non si può pagare un debito con un altro debito…”.
Una valuta di valore può essere creata attraverso una valida richiesta di debito mediante una dichiarazione giurata, in forma di un vincolo commerciale e consentendo che il vincolo maturi in tre (3) mesi (90 giorni) in crediti ricevibili a causa della mancata contestazione da parte del debitore rispetto al vincolo (e alla dichiarazione giurata) attraverso una sua contro-dichiarazione giurata.
Un vincolo deve contenere (1) i nomi delle parti, dei ricorrenti e dei debitori, (2) una dichiarazione attestante gli eventi che hanno creato l’obbligo, (3) una scrittura che mostra la rispondenza univoca tra gli eventi ed il loro valore (ad esempio, una fattura), (4) un elenco delle proprietà vincolate o richieste per assicurare il pagamento di tale obbligo, e (5) qualsiasi elemento di prova o dimostrazione a sostegno delle affermazioni fatte nei confronti del debitore.
Il metodo principale per creare un “vincolo commerciale monetario” o “titolo monetario cartaceo” è di combinare (1) una promessa di eseguire qualcosa (un contratto o un ordine), (2) una rivendicazione di una violazione di tale promessa, e (3) un periodo di tre mesi (90 giorni) di mancanza di contestazione o di una confutazione della pretesa violazione del contratto. Il vincolo commerciale valutario può assumere la forma di un assegno bancario, un draft, o qualche altro tipo di assegnazione di vincolo commerciale.
Senza ricorrere allo strumento del decreto ingiuntivo [1], come era avvenuto nel caso della rivendicazione in Tribunale del signoraggio, sarebbe possibile creare degli strumenti monetari attraverso il vincolo commerciale.
Cioè, sarebbe possibile utilizzare come “moneta” dei vincoli commerciali al portatore [2] che trovano copertura nella quota procapite di rendita monetaria sottratta dal sistema bancario ad ogni singolo emettitore.
Mi spiego meglio: supponiamo che la rendita monetaria procapite sottratta venga calcolata ad oggi in 1,3 milioni di euro [3], si apre un conto nominativo presso una cassa di deposito creata allo scopo (potrebbe essere una Società di Mutuo Soccorso) dove ogni cittadino interessato versa – tramite il deposito del vincolo commerciale cartaceo personale (una autocertificazione scritta collegata al proprio codice fiscale) – la cifra di 1,3 milioni di euro [4].
I debitori in solido del vincolo – ognuno disgiuntamente fino alla corrispondenza dell’intera somma, seguendo la dottrina delle fidejussioni – sono i partecipanti alla Banca d’Italia [5] che non hanno ufficialmente nessuna intenzione di rimborsare altrimenti il signoraggio [6]. Per attingere al conto, non sarà necessario attendere che il signoraggio venga rimborsato, poiché la cifra corrispondente può circolare indefinitamente fino al “redde rationem”, cioè fino a quando – anche mai – le banche non la restituiranno. Quindi, da questo conto nominativo di 1,3 milioni di euro, il cittadino potrebbe movimentare dei sottoimporti (fino ad esaurimento della cifra) o attraverso bonifici telematici o attraverso la stampa di tagliandi per frazioni dell’importo (ad esempio, 130mila tagliandi nominativi ognuno equivalente a 10 euro, al portatore).
Nei due modi, comunque, c’è la tracciabilità dell’emittente e la copertura teorica della cifra a rivalersi sul sistema bancario italiano. Per il successo dell’iniziativa non ha importanza, in questo caso, che ci sia un “permesso” da parte dei debitori o un decreto del giudice, visto tra l’altro che la magistratura si è dichiarata in vizio assoluto di giurisdizione [7], cosa comunque improbabile, ma è sufficiente che tutti i membri del circuito accettino la modalità dell’emissione che, tra l’altro, avviene su base equitaria (ognuno si trova la stessa cifra a disposizione, avendo calcolato la rendita monetaria su base demografica).
Poiché alcuni non sono d’accordo – o meglio, non capiscono – tutta questa vicenda della rendita monetaria, questi saranno liberissimi di non aderire al circuito, lasciando però liberi gli altri di scegliere come meglio credono. Ritengo tuttavia che dopo un breve periodo di rodaggio, il sistema si diffonderà a macchia d’olio [8]. La posizione dello Stato dovrebbe essere neutrale, poiché ha già dimostrato negli ultimi decenni (da quando ha smesso di emettere biglietti di stato a corso legale) di non essere granché interessato alla rendita monetaria, a parte quella delle monetine fino a due euro. Ma se noi limitiamo l’emissione dei certificati di signoraggio ad un taglio minimo di 5 euro, non entriamo in conflitto col misero signoraggio del conio metallico, con buona pace di tutti.
La Banca Centrale Europea, d’altra parte, non è competente, in quanto il signoraggio sull’euro rimane una funzione attinente le rispettive banche centrali. Occorre sottolineare che la nuova liquidità emessa dagli aderenti al circuito, potrebbe far uscire l’Italia dalla crisi in tempi brevissimi. Quando cominciamo?
Note:
[1] Nel caso di un decreto ingiuntivo emesso da un giudice, al debitore è data facoltà di fare opposizione al decreto, entro 40 giorni (di norma) dalla ricezione di esso. Con l’opposizione chi è stato erroneamente ritenuto debitore potrà contestare le affermazioni del presunto creditore, spiegando perché ritiene di non essere obbligato nei suoi confronti.
L’opposizione va fatta con atto di citazione a comparire avanti al Tribunale (o Giudice di Pace nei casi di sua competenza), indicando le ragioni per cui si ritiene che il Decreto Ingiuntivo non sia stato validamente emesso, ovvero la somma non sia dovuta a chi erroneamente si afferma creditore.
Segue un procedimento ordinario ed i tempi saranno più lunghi. Si precisa però che in alcuni casi sia all’inizio, quando il Giudice emette il Decreto Ingiuntivo, sia nel corso del successivo procedimento di opposizione, al ricorrere di determinati presupposti, previsti dalla legge, sarà possibile ottenere la provvisoria esecutività del Decreto Ingiuntivo.
Provvisoria esecutività significa che il decreto, ancorché opposto ovvero ancorché non siano decorsi i 40 giorni per l’opposizione, costituirà valido titolo per iniziare l’esecuzione forzata.
[2] Si potrebbero chiamare: “Buoni di Redenzione del Signoraggio”.
[3] Ho usato il seguente metodo di calcolo, che avevo determinato a suo tempo dopo averlo sottoposto allo scomparso Prof. Giacinto Auriti: (totale del debito pubblico, 1,8 trilioni di euro) – moltiplicato – (coefficiente inverso di riserva frazionaria, 50) – diviso – (numero degli abitanti in Italia, 57 milioni) Ho scritto una bella email in proposito, l’ho inviata al Prof. Guido Tabellini, il rettore della Bocconi. Non ha risposto: l’ho interpretato – libertariamente – come silenzio-assenso e validazione accademica.
In seguito, il prof. Tabellini ha declinato gentilmente l’invito a partecipare ad un documentario-dibattito televisivo sulla questione del signoraggio (su OdeonTv, il 27 aprile 2009), dandoci motivo di credere che Egli ritenesse adeguatamente preparati gli invitati che hanno effettivamente presenziato alla trasmissione, tra cui il sottoscritto.
Questa cifra ottenuta potrebbe essere utilizzata, “ceteris paribus”, per avere una stima di massima del valore di ogni singolo cittadino. Ad esempio, per la stima assicurativa del caso morte, oppure come cifra del credito individuale di base.
Quest’ultima ipotesi permetterebbe di rimettere “in bonis” tutti quelli che sono risultati insolventi – o falliti – per cifre inferiori. Cancellandoli così dal bollettino protesti e dalla centrale rischi, ma anche accreditando loro la differenza. Gli interessati sarebbero milioni.
[4] La cifra non è fissa: finché il sistema bancario continua a creare “euro”, non corrispondendo la relativa rendita al popolo sovrano, tenderà ad aumentare di conseguenza, sempre secondo la modalità di calcolo suindicata.
I clienti/correntisti della Società di Mutuo Soccorso si vedranno così periodicamente accreditata la cifra della quota-parte corrispondente.
[5] I partecipanti sono indicati nel sito Bankitalia:
http://www.bancaditalia.it/bancaditalia/funzgov/gov/partecipanti/Partecipanti.pdf
[6] Davvero, non hanno proprio nessuna intenzione di restituirlo:
Comunicazione della Banca d’Italia
http://www.bancaditalia.it/bancomonete/signoraggio/signoraggio_ss_uu_comunicazione.pdf
[7] Sentenza Cassazione:
http://www.bancaditalia.it/bancomonete/signoraggio/cass_SS_UU_16751_06.pdf
[8] Altrimenti sarebbe possibile un interessante business: comprare da ognuno degli scettici ad oltranza, per pochi euro, la cessione del loro credito da signoraggio e metterlo a capitale della Società di Mutuo Soccorso. Con questa ulteriore disponibilità, sarebbe possibile offrire mutui e prestiti senza interessi.
Fonte: http://www.stampalibera.com/?p=8811
EURO FALSO: TUTTI I DEBITI CONTRATTI CON LE BANCHE SONO ANNULLABILI !
Nel contrato non è scritto chi è il proprietario della moneta….quindi: chi è il creditore ? chi il debitore ?...e per cui TUTTI i debiti sono nulli “tutti i debiti contratti con le banche sono infatti annullabili”.
“Il sillogismo è semplice: siccome le banche evitano di iscrivere in contabilità, a patrimonio netto, la quota annuale di denaro virtuale che creano dal nulla, è evidente che lo considerano esse stesse “denaro falso“.
I debiti contratti con denaro falso ovviamente non sono giuridicamente validi.”
Ecco quindi che, se non tutti in generale, almeno quei debiti che implicano come creditore o controparte una banca, devono essere considerati nulli dalla nascita !
In sostanza, parafrasando, se il denaro non risulta “battezzato” contabilmente alla nascita certificandone l’origine, non può godere dei diritti civili.
Tratto dal testo dell’economista Nino Galloni, IL FUTURO DELLA BANCA, da dove si impara che la contabilità bancaria attuale è completamente falsa.
INOLTRE
Interrogazione UE con richiesta di risposta scritta E-000302/2012 alla Commissione Articolo 117 del regolamento
Marco Scurria (PPE)
Oggetto: Natura giuridica della proprietà dell’euro
In risposta ad un’interrogazione scritta sul medesimo tema presentata dall’on. Borghezio fornita il 16 giugno 2011, la Commissione informa il collega che “al momento dell’emissione, le banconote in euro appartengono all’Eurosistema e che, una volta emesse, sia le banconote che le monete in euro appartengono al titolare del conto su cui sono addebitate in conseguenza”.
Può la Commissione chiarire quale sia la base giuridica su cui si basa questa affermazione ?
Risposta: Olli Rehn non fa altro che ribadire che dopo l’emissione, ossia dopo la creazione fisica delle banconote o più verosimilmente dell’apparizione in video delle cifre sui terminali dell’Eurosistema (totalmente a costo zero, se si esclude l’energia elettrica che mantiene accesi i computers…) la proprietà dei valori nominali appartiene al nuovo proprietario.
....e se uno eè proprietario del denaro, non puo' essere contemporaneamente debitore, dato che il denaro precedentemente all'emissione nei fatti apparteneva al NULLA.....e non alla banca ! e quindi è al NULLA che semmai va reso....
Guardate cosa afferma il Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea – BCE - (Tratto dal sito ufficiale www.ecb.int) nel loro documento: “Decisione della Banca Centrale Europea del 6 dicembre 2001 relativo all’emissione delle banconote in euro”, al comma 3: “L’emissione delle banconote in euro non necessita di essere soggetta a limiti quantitativi o di altro tipo, visto che la immissione in circolazione di banconote è un processo indotto dalla domanda.”
Tratto da: http://www.ecb.europa.eu/home/html/index.en.html
Commento NdR: L'Eurosistema è nei fatti di proprietà di PRIVATI cosi come le varie Banche Centrali Nazionali dei paesi aderenti alla UE, quindi tutto il sistema bancario europeo e' in mano ai privati cosi pure come l'emissione della moneta (denaro)
Ricordiamo a tutti che le Banche facendo sorgere dal "nulla" (che non esiste, per proprietà intrinseca) il denaro, esse lo "prendono" dal TUTTO presente ed esistente SOLO ed UNICAMENTE nell'INFINITO, e ce lo accreditano nel nostro conto corrente di cui siamo proprietari e non debitori;, se noi chiediamo ad esse di darci un credito, quindi trattasi di DONAZIONE dell'Infinito a tutti noi, che le Banche ci RUBANO e ci chiedono pure gli interessi, I banchieri e le banche, sono dei veri e propri CRIMINALI, protetti dalle leggi inique degli "stati" (a loro volta aziende private) loro servi, perché i Banchieri immettono, sponsorizzano o pagano, i "loro" uomini politici e non, nei posti chiave degli stati, per ottenere ciò che vogliono... da questi ultimi, alla faccia del popolo che rimane in TOTALE schiavitù !
Quindi:
Cari amici e lettori, dovete rendervi conto che quando andate a chiedere un "prestito" ad una banca...voi subite un FURTO da parte della banca, perche l'emissione del denaro viene effettuata dal NULLA (che è al massimo di proprietà dell’INFINITO), sul vostro COGNOME e NOME; la banca non lo emette/accredita sul suo proprio conto corrente e poi gira la cifra a Voi con un bonifico dal proprio conto, ma lo accredita direttamente sul Vostro conto corrente, e quindi siete voi gli UNICI proprietari del denaro, cosi come ha confermato recentemente anche la UE, in una risposta ad una interrogazione fatta su: chi è il proprietario del denaro..?
Se il denaro viene emesso sul vs COGNOME e NOME, significa semplicemente che è VOSTRO e NON della banca, e siccome viene emesso dal NULLA (di proprietà dell’INFINITO e non della banca), quindi è a credito NON a debito ….. la banca non ha NESSUN titolo, né diritto, per chiedervi di restituire il capitale, che non è mai stato suo, né tanto meno di richiedere degli interessi su di un capitale che nei FATTI è SOLO VOSTRO all’atto della emissione fatta per mezzo del vostro COGNOME e NOME, infatti non può mai dimostrare di aver avuta la proprietà del denaro che è stato emesso sul vs conto corrente !
Inoltre le leggi italiane e quelle dei vari paesi occidentali, sui “prestiti”, confermano che: se un soggetto non e’ proprietario di un bene non può prestare nulla, anzi se viene attuato, diviene un’atto illegale.
Qui siamo alla totale follia illogica bancaria, per tentare di legalizzare un FURTO !
In più le banche, una volta sottratto il VOSTRO denaro, con la vostra firma, su di un modulo prestampato e senza la firma dell’amministratore della banca …. essa lo immette nel proprio bilancio, nei debiti, e non nei crediti, come sarebbe se fosse tutto regolare oltre ad essere logico amministrativamente, (cosa che non è, commettendo un falso in bilancio) ma e cosi, non solo non paga neppure l’iva sul servizio, ma non paga neppure le tasse allo stato…perché trattasi di un “debito”….ecco perché le banche dichiarano sempre un bilancio facilmente in passivo od a zero….
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