Verso una
Medicina Sistemica -
vedi: Medicina
Alternativa
Dall'emozione al
sintomo: un approccio
olistico alla
persona, la medicina sistemica e’ cosi’ chiamata perché pone la
massima attenzione all'interconnessione sempre esistente tra
aspetti psichici e fisici nel determinare l'insorgenza della
malattia e della sofferenza, di fatto e’ un altro nome della
Medicina naturale.
Qualcuno impreparato e/o in
malafede, le chiama impropriamente
Medicine "Complementari", cioe' a complemento, supporto,
della medicina allopatica
ufficiale; questo e' un termine veramente improprio e
dequalificante, ma la
medicina ufficiale spera di
chiamarle cosi, per denigrarle e
sminuirne l'importanza....la
realta' e' molto diversa, non si tratta di medicina
complementare, ma in quasi tutti i casi di medicina
Sostitutiva...alla faccia degli allopati...!
"Le Medicine Non
Convenzionali
(MNC) devono essere riconosciute"
-
vedi: Medicine Non Convenzionali -
2
Secondo stime del Parlamento
europeo i cittadini degli stati membri che utilizzano
terapie alternative o non convenzionali ammontano al
20-50 per cento della popolazione generale, con punte in
Francia dove gli utenti regolari di queste metodiche
rappresentano tra il 40 e il 50 per cento della
collettività. Con una preferenza per omeopatia,
agopuntura, chiropratica ed osteopatia.
E' sulla scorta di questi dati che il Consiglio
d'Europa ha approvato una risoluzione (numero 1206) con
la quale invita gli stati membri a regolarizzare lo
status di queste medicine in modo che possano essere
inserite a pieno titolo nei Sistemi sanitari nazionali.
Rispondendo cosi a una forte richiesta dei cittadini.
E non è la prima volta che un'istituzione
europea si pronuncia su tale tema. Infatti già nel
maggio del 1997 il Parlamento europeo aveva approvato
una risoluzione, a suo modo storica, nella quale si
invitava l'Unione Europea a mettere in moto il processo
di riconoscimento delle Medicine non convenzionali, dopo
aver condotto gli studi opportuni, e a sviluppare
programmi di ricerca sull'innocuità e l'efficacia di
dette medicine.
Una decisione che aveva fatto da battistrada anche in
Italia al delicato processo di integrazione delle
medicine non convenzionali nelle politiche per la
salute, voluta da pazienti ed operatori.
Il Consiglio d'Europa si muove quindi sulla
falsariga di quella presa di posizione e, pur
riconoscendo la superiorità della medicina
convenzionale, invita alla coesistenza delle diverse
forme terapeutiche che potrebbero completarsi l'una con
l'altra, a tutto vantaggio del cittadino.
Sulla questione dello status giuridico se da una
parte ribadisce l'importanza di salvaguardare le
diversità nazionali, dall'altra individua le possibilità
di "definire un approccio europeo comune al tema delle
medicine non convenzionali, basato sulla libertà di
scelta terapeutica dei pazienti", problematica di
scottante attualità.
Il Consiglio d'Europa non nasconde le difficoltà
insite in questo percorso ma ritiene che il cammino
indicato, per quanto accidentato, sia comunque da
preferire al caos della situazione attuale. Una
situazione in cui il livello di riconoscimento e lo
status giuridico di cui godono queste terapie variano
considerevolmente da uno stato all'altro.
E la regolarizzazione va sostenuta soprattutto a
garanzia dell'utente, il quale ha diritto a
professionisti preparati, consapevoli dei propri limiti,
dotati di un sistema di autoregolamentazione e
sottoposti a controllo esterno.
La risoluzione del Consiglio d'Europa prefigura
dunque un quadro di integrazione delle diverse forme di
medicina, convenzionali e non, che il paziente potrà
eleggere volta per volta su consiglio del medico di
famiglia o in base alla propria libera scelta.
Viene affrontato infine anche il tema della
formazione e della ricerca, fondamentali per un adeguato
sviluppo del processo di integrazione. Nel primo caso
auspicando il coinvolgimento delle Università alle quali
spetterebbe il compito di organizzare nelle proprie
strutture corsi adeguati sulle medicine non
convenzionali e complementari.
Per quanto riguarda invece la ricerca, l'Assemblea
invita gli stati membri a sostenere e sviluppare gli
studi comparativi e i programmi di ricerca in corso
nell'Unione Europea e a diffonderne ampiamente i
risultati.
Una richiesta che viene avanzata con forza, da anni, da
tutti gli operatori delle medicine non convenzionali.
Articolo di Mariella di Stefano e Elio Rossi - Trovato
su: La Repubblica Salute - Marzo 2000
Forse questa sarà la volta buona, qualcuno di Noi
(La Leva)
abbiamo sempre sostenuto la necessità di dare
al cittadino la massima libertà di scelta. Abbiamo
sostenuto e propagandato il
modello olandese, perchè in Olanda già da diversi
anni esiste la libertà di cura, oltre che la libertà del
cittadino di scegliere !
Tratto da:
laleva.cc
FIRMA anche TU:
http://www.unaleggeperlemedicinenonconvenzionali.it
Vogliamo le Medicine e gli operatori delle Medicine NON
convenzionali riconosciuti
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MEDICINE COMPLEMENTARI: la CONFERMA della LORO EFFICACIA ARRIVA
dall’ESTERO - Nov. 2017
Mentre in Italia il sentiment nei confronti delle medicine
cosiddette “alternative” continua a essere da parte di alcuni di
diffidenza quando non di ostilità, sul fronte internazionale
arrivano invece notizie che vanno in tutt’altra direzione. Tra i
Paesi che più di altri stanno ponendo l’accento sull’efficacia
delle terapie omeopatiche con politiche ad hoc o attraverso la
divulgazione di ricerche e studi scientifici e dei loro
risultati, citiamo i casi di Francia, Germania, India e Brasile.
In Francia, i risultati di uno
studio denominato EPI3 durato 7 anni sul monitoraggio del
decorso di migliaia di pazienti per stabilire se ci fossero
differenze significative tra chi si curava per le malattie più
comuni rivolgendosi a medici allopatici (o “convenzionali”) o a
medici specializzati in omeopatia, hanno dimostrato che la
percentuale di guarigione sia la stessa, ma usando l’omeopatia
ci sono meno effetti collaterali.
In India invece nel 2012 è stata
istituita una commissione governativa di alto livello presso il
Central Council for Researchin Homeopathy (CCRH) col compito di
“occuparsi dei problemi relativi alla falsa propaganda contro
l’omeopatia” e “di altri problemi correlati”. Concretamente la
commissione monitora la situazione dell’informazione intorno a
quel tema e invia lettere mirate e corredate da documentazione e
argomentazioni scientifiche agli autori di articoli in cui
l’omeopatia viene bollata come non efficace. La Commissione
opera anche attraverso la richiesta di repliche nei confronti di
quelle riviste su cui vengono pubblicati articoli sull’omeopatia
“per partito preso”.
I dati trasmessi dal Governo Indiano
indicano che dal 2014 a oggi la spesa effettiva a favore
dell’omeopatia continua a salire vertiginosamente, passando da
820 milioni a 1,67 miliardi di rupie. Il trend vale anche per i
fondi destinati alla ricerca. Infatti il CCRH ha condotto 141
nuovi studi scientifici e ha pubblicato 38 articoli di ricerca
tra il 2012 e il 2016; venticinque di questi studi riguardavano
il ricorso all’omeopatia per malattie trasmissibili e non
trasmissibili.
In Brasile, inoltre, la Camera
Tecnica per l'Omeopatia e il Consiglio Medico Regionale dello
Stato di São Paulo (CREMESP, Brasile) hanno preparato un Dossier
Speciale, "Evidenza scientifica in omeopatia" che ha avuto il
sostegno dell'Associazione medica omeopatica brasiliana (AMHB) e
dell'Associazione medica omeopatica di São Paulo (APH)
attraverso la divulgazione nella rivista scientifica "Revista de
Homeopatia": il dossier ha confermato che l'efficacia e la
sicurezza del trattamento omeopatico sono dimostrate da studi
clinici randomizzati e controllati con placebo, revisioni
sistematiche e metanalisi.
In Germania infine un gruppo di
lavoro di 11 scienziati, che hanno agito a titolo individuale,
ha redatto la dichiarazione "Prodotti e pratiche omeopatiche:
valutare le prove e garantire la coerenza nella regolamentazione
dei rimborsi sanitari all’interno dell'UE", pubblicata dal
Comitato di Consulenza delle Accademie Scientifiche Europee ("EASAC"),
allo scopo di "discutere sull’atteggiamento critico delle
affermazioni che mondo scientifico e sanità hanno fatto contro i
prodotti omeopatici". In sostanza la dichiarazione degli 11
scienziati intende riprendere e amplificare tutti gli aspetti
che sono già stati debitamente presi in considerazione
nell'attuale legislazione dell'UE: non vi è necessità di alcuna
azione legislativa ulteriore sulle Medicine Complementari, e
deve essere invece mantenuto l'accesso dei pazienti a medicinali
complementari sicuri e di alta qualità, di loro scelta.
“Nelle ultime settimane abbiamo
assistito a importanti passi avanti sul tema dell’efficacia
dell’omeopatia”, ha dichiarato Marco Del Prete, Presidente AMIOT,
Associazione Medica Italiana di Omotossicologia. “Le conclusioni
scientifiche della ricerca francese, ad esempio, fanno chiarezza
su molti dubbi e informazioni equivoche in tema di medicina
omeopatica: stessa patologia, ma cure differenti, omeopatiche e
allopatiche, danno come risultato stessa efficacia del
trattamento; difficile derubricare come al solito tutto a ‘un
caso o all’effetto placebo. Inoltre, chi è andato dagli omeopati
ha dimezzato gli antibiotici e gli antinfiammatori ingeriti, e
ha ridotto a un terzo gli analgesici e le benzodiazepine
(psicofarmaci della famiglia del Valium). Siamo molto contenti
che si possa parlare di omeopatia e informare i cittadini sulle
conclusioni scaturite da ricerche scientifiche come questa, che
dimostra ad esempio gli straordinari risultati dell’omeopatia
sulle allergie, sulle patologie croniche, e su tutte le malattie
che per essere combattute richiedono un rafforzamento del
sistema immunitario. E anche le novità provenienti da Brasile,
India e Germania - conclude Del Prete - sono assai
incoraggianti: la diffidenza verso questo paradigma di cura
centrato sulla Persona è sempre più debole, in quanto, di per
se, anti-scientifica”.
Arriva dall'estero la conferma sull'Omeopatia
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Studi pubblicati sulla situazione delle MNC (Medicine Non
Convenzionali) nel mondo, nella UE ed in Italia
By Paolo Roberti di Sarsina MD + Ilaria Iseppato
+ Roberta Nuzzi
PDF - 1 (MNC=Domanda
Sociale) +
PDF- 2 (MNC=Storia, Problemi e Prospettive in Italia) +
PDF - 3 (MNC=in
EU + IT) + PDF - 4 (MNC
in Italia)
Medicine non Convenzionali, in Europa regole troppo diverse
– Gennaio 2013
Serve un quadro normativo che renda omogenea le normative sulle
Medicine non convenzionali (Mnc) nelle singole realtà nazionali
europee. È quanto si evince dal quadro disomogeneo emerso da
un'indagine effettuata dalla Conferenza nazionale degli Ordini
dei Medici (Ceom) tramite questionari in 16 Paesi. Si passa da
un eccesso all'altro: in Francia e in Belgio leggi nazionali
codificano le discipline e la formazione è di tipo
universitario, mentre in Slovenia si rischia di essere radiati
dall'Albo. In vari Paesi le medicine alternative sono
rimborsabili dai sistemi sanitari, da noi un sol o progetto
pilota simile è stato attivato in Toscana.
«L'indagine ha suscitato una partecipazione compatta anche per
la volontà comune di intraprendere percorsi condivisi su
formazione e riconoscimento ufficiale delle Mnc» sostiene Nicola
D'Autilia, primo vicepresidente Ceom e coordinatore delle
attività internazionali della Fnomceo.
Tra gli nodi da sciogliere, secondo D'Autilia, vi sono «il
riconoscimento di un percorso formativo universitario omogeneo e
la copertura assicurativa da parte dei vari servizi sanitari».
Come utilizzare questi dati? «A livello europeo credo che nella
Ceom sarà opportuno analizzare ulteriormente i dati emersi dalle
risposte al questionario e avanzare proposte ai vari Stati
membri. L'obiettivo è quello di creare una piattaforme comune,
per esempio una Carta di Intenti sulle Mnc».
«Trovo molto importante e utile l'attenzione della Fnomceo verso
il problema delle medicine complementari» afferma Simonetta
Bernardini, presidente della
Società italiana di omeopatia e medicina integrata «e
apprezzo l'iniziativa di cercare di farne una questione europea
oltre che nazionale, con lo scopo di provare a dare armonia
anche a questo aspetto della medicina.
Come emerge dall'indagine la situazione è fortemente disomogenea
e ancora di più lo è se la si paragona all'esperienza degli Usa
o di altre nazioni extraeuropee, come, per esempio, India e Cin,
dove le medicine complementari riconosciute dalla Stato sono
usate da milioni di persone anche nell'ambito di strutture del
servizio sanitario pubblico».
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MEDICINE NON CONVENZIONALI, BOLOGNA
CHIAMA ROMA
- Mar. 2012
Appello al Governo Monti alla
Giornata Internazionale della
Medicina Antroposofica,
organizzata nel capoluogo emiliano
dalla ONLUS “Associazione per la
Medicina Centrata sulla Persona”:
subito una legge quadro per il
settore. «Il 14,5 % degli italiani –
ha detto lo psichiatra Paolo Roberti
di Sarsina, fondatore della Onlus –
si cura così»
In occasione della Giornata
Internazionale di Medicina
Antroposofica in memoria di Giuseppe
Leonelli, pioniere in Italia della
disciplina fondata da Rudolf Steiner
all’inizio del XX secolo, si sono
riuniti a Bologna il 3 marzo scorso
i massimi esponenti del settore,
italiani e stranieri, per richiamare
l’attenzione della pubblica opinione
sui temi delle Medicine Non
Convenzionali, sempre più diffusa
tra la popolazione ma ancora troppo
poco considerata a livello
istituzionale, sanitario e
accademico.
È l’iniziativa tenutasi il 3 marzo
2012 a Bologna, organizzata dalla
“Associazione per la Medicina
Centrata sulla Persona ONLUS” e
patrocinata, tra gli altri, da
Regione Emilia-Romagna, Provincia,
Comune, AUSL e dall’Ordine dei
Medici di Bologna, a riprova della
centralità e dell’assoluta attualità
della tematica.
«Le ricerche sulla
qualità dell’assistenza sanitaria
condotte negli Stati Uniti, in
Europa e in Italia – ha sottolineato
lo psichiatra Paolo Roberti di
Sarsina, presidente della Onlus –
mostrano che le priorità dei
pazienti sono l’umanizzazione e la
personalizzazione dei trattamenti, e
la necessità di avere informazioni
adeguate per una libera scelta del
proprio percorso di salute:
esattamente le linee-guida seguite
dalle medicine non convenzionali,
che si basano su una visione
olistica e su un trattamento
personalizzato del paziente».
L’evento è stato
aperto dall’intervento del
presidente dell’Ordine dei Medici di
Bologna, l’immuno-oncologo Giancarlo
Pizza, che ha sottolineato il ruolo
dell’Ordine dei Medici di Bologna
nel disegno di legge nazionale di
regolamentazione delle MNC che la
Regione Emilia-Romagna fino dalla
scorsa legislatura ha inviato al
Parlamento.
Al convegno di
Bologna è stato fatto il punto sulla
diffusione delle Medicine Non
Convenzionali. I dati emersi ne
hanno evidenziato l’importanza
crescente, tanto in Europa quanto
nel nostro Paese.
In Italia le
utilizza il 14,5% della popolazione
(Eurispes 2012). I medici italiani
prescrittori di medicinali
omeopatici e antroposofici sono
oltre 20.000. Nel settore omeopatico
e antroposofico operano 30 aziende,
che globalmente impiegano oltre
1.200 dipendenti.
L’Italia è il terzo mercato europeo
dopo Francia e Germania. Nel 2007 la
spesa per le cure con medicinali
omeopatici e antroposofici è stata
di circa 300 milioni di euro.
Attraverso l’IVA, l’IRES e l’IRAP,
il gettito dello Stato nel 2007 è
stato di 40 milioni di euro.
«Poiché né i medicinali né le visite
presso i medici professionisti delle
MNC gravano sul bilancio dello Stato
– ha sottolineato Roberti di Sarsina
–, il comparto ha fornito un attivo
netto a favore dello Stato Italiano,
escluso il risparmio sulle visite
mediche, di 40 milioni di euro».
Cifre di tutto
rilievo, quindi, e in costante
aumento, a riprova della progressiva
attenzione e fiducia del cittadino
nei riguardi di questi tipi di cura,
percepiti come più rispettosi della
sua individualità complessivamente
intesa, psiche e corpo insieme.
«Ciò nonostante – ha denunciato al
convegno di Bologna il senatore
Daniele Bosone, vicepresidente della
Commissione Sanità del Senato e
Relatore del Disegno di Legge di
Regolamentazione sulle Medicine Non
Convenzionali – in Italia il settore
è ancora privo di una legge quadro
di riferimento, da decenni attesa»;
e da tempo vigente, invece, nella
maggioranza dei Paesi europei.
La “Giornata” è stata
dunque occasione, per gli studiosi e
gli esperti delle Medicine
Tradizionali e Non Convenzionali,
per invocare quell’insieme di
normative indispensabili per fare
finalmente coesistere nella Sanità
italiana sistemi di cura diversi da
quelli della biomedicina, tra i
quali il cittadino possa liberamente
scegliere.
Per ulteriori informazioni: Prof.
Paolo Roberti di Sarsina, cell.
335.8029638 -
medicinacentratasullapersona.org
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Svizzera - La Medicina
Complementare nella Costituzione Svizzera – Mag. 2009
Con la vittoria schiacciante del sì al referendum la Svizzera
include la medicina complementare nella costituzione. Adesso si
attendono le misure concrete: come primo passo l'introduzione di
diritto nel sistema sanitario.
Il 17 maggio scorso i cittadini elvetici sono stati chiamati al
voto sulle Medicine Complementari e si sono dichiarati a favore
dell'introduzione di un nuovo articolo all'interno della
Costituzione. La Svizzera è il primo paese in Europa, che
richiede di contemplare la medicina complementare all'interno
della salvaguardia nazionale della salute.
Negli ultimi anni medici, terapeutici e produttori erano stati
messi al palo, subendo un discredito politico che aveva messo in
difficoltà il settore. I vari soggetti in questione hanno
pensato di lanciare un'iniziativa popolare, promuovendo il
referendum del 17 maggio. In conformità alla volontà popolare,
emersa attraverso uno schiacciante voto a favore (67% di sì),
nella costituzione della federazione elvetica viene introdotto
l'art.118 a BV secondo il quale: "La federazione e i cantoni,
nell'ambito delle proprie competenze specifiche, si preoccupano
di tenere in considerazione la Medicina Complementare".
Il Parlamento e le autorità competenti, in conformità al
principio costituzionale, devono adesso impegnarsi a farsi
portatori delle seguenti istanze:
1. Registrazione dei medici che operano secondo la medicina
complementare della medicina antroposofica, omeopatia, terapia
neurale, fitoterapia, medicina tradizionale cinese, all'interno
del servizio sanitario obbligatorio.
2. Creazione di diplomi nazionali per gli altri terapeuti
riconosciuti, fuori dal corpo medico, come
Naturopati o
Heilpraktiker.
3. Integrazione della Medicina Complementare nell'insegnamento e
nella ricerca scientifica.
4. Tutela del patrimonio dei rimedi sperimentati.
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…..E' utile sottolineare come nel giugno 2006 il
Parlamento Europeo, in seduta plenaria, abbia approvato il
Settimo Programma Quadro per 10 Sviluppo e la Ricerca 2007-2013,
nel cui ambito sono state incluse per la prima volta le MNC.
Come richiede l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
è necessario ed etico tutelare, salvaguardare, promuovere,
studiare, tramandare e applicare il patrimonio culturale dei
saperi e dei sistemi medici e di salute antropologici sia
occidentali sia orientali, nell'assoluto rispetto dell'integrità
originaria e tradizionale dei singoli paradigmi ed epistemi.
Inoltre l'OMS, il giorno 8 novembre 2008, in occasione del
Congresso Mondiale sulla Medicina Tradizionale tenutosi a
Pechino, ha emanato la "Dichiarazione di Pechino sulla Medicina
Tradizionale" in cui si richiede, tra l'altro, "la necessità di
azione e cooperazione da parte della comunità internazionale,
dei governi, nonché dei professionisti e degli operatori
sanitari al fine di assicurare un utilizzo corretto della
medicina tradizionale come componente significativa per la
salute di tutti i popoli, in conformità con le capacita, le
priorità e le leggi attinenti dei singoli paesi".
In Europa sono stati fondate nel
2004 due piattaforme di azione per le MNC: lo European Research
Initiative on Complementary and Alternative Medicine, EURICAM
(Vienna) e lo European Forum on Complementary and Alternative
Medicine, EFCAM (Bruxelles). Nel 2005 ha avuto luogo a
Bruxelles lo European Open Health Forum for Stakeholders "Health
Challenges and Future Strategy" ove in sessione plenaria l'8
novembre 2005 è stato sottoscritta e presentata alla Commissione
Europea la seguente mozione sulle MNC: "Questa mattina abbiamo
affrontato tematiche quali il porre le necessità del paziente
tra le priorità dell'azione nell'ambito delle politiche
sanitarie dell'Unione europea e proteggere il paziente dalle
minacce alla sua salute.
Se ci si rende conto che:
- esiste una domanda crescente di Medicine Non
Convenzionali da parte dei cittadini europei;
- che l'efficacia clinica delle Medicine Non Convenzionali
e, in molti casi, di efficacia almeno pari a quella della
medicina convenzionale, come ampiamente dimostrato da numerosi
studi di lunga durata che hanno incluso migliaia di pazienti;
- che le Medicine Non Convenzionali non sono solo efficaci ma
anche molto sicure;
- e che, di conseguenza, le Medicine Non Convenzionali possono
essere di concreto aiuto per ridurre l'enorme tasso di mortalità
e morbidità causato dagli effetti avversi dei medicinali
allopatici, è giunto il tempo che l'Unione Europea includa le
Medicine Non Convenzionali nella sua azione".
II 23 ottobre 2007 il Parlamento
Europeo e il Consiglio hanno adottato congiuntamente la
Decisione che istituisce un secondo Programma d'Azione
Comunitaria in materia di Salute (7th Framework Programme of the
European Community for research, technological development and
demonstration activities 2008-2013 - in sigla FP7).
Per la prima volta e stata inserita una voce che riguarda le
Medicine Non Convenzionali. Così facendo le Istituzioni
dell'Unione Europea in qualche modo riconoscono le Medicine Non
Convenzionali (in coerenza con le risoluzioni del 1997 e del
1999). Di seguito si riporla il testo nella versione italiana
della Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea: "Il programma
dovrebbe prendere atto dell'importanza di un'impostazione
olistica della sanità pubblica e tenere in considerazione nelle
sue azioni, ave appropriato e in presenza di prove scientifiche
o cliniche di efficacia, la medicina complementare e
alternativa". (20.11.2007 Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea
L 301/5)
Dato che la Commissione Europea, nell'ambito del Settimo
Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo (FP7), ha lanciato
nel terzo bando una specifica area per le Medicine Non
Convenzionali, è stata costituita a Berlino, tra istituzioni che
si occupano di MNC nelle nazioni della EU (il Comitato per le
MNC in Italia ne fa parte), la piattaforma "FP7-CAMbrella" per
presentare un grande progetto europeo di ricerca nei vari ambiti
delle MNC (3rd call for theme 1 "Health" of the specific FP7
work programme ‘Cooperation' includes under section 3.1 a
research topic on Complementary and Alternative Medicine, topic
3).
In occasione del primo European
Congress for Integrative Medicine, promosso dal Institute for
Social Medicine, Epidemiology, and Health Economics della
Charitè University Medical Center di Berlino e stato costituito
a Berlino (08.11.08) lo European Chapter della International
Society for Complementary Medicine Research, ISCMR.
Inoltre nel 2008 è stato avviato
sempre presso l'Institute for Social Medicine, Epidemiology, and
Health Economics della Charitè University Medical Center di
Berlino lo European Information Centre on Complementary and
Alternative Medicine, EICCAM.
All'European Open Health Forum 2008,
organizzato dalla Commissione Europea (Direzione Generale per la
Salute e la Protezione del Consumatore) l'11 dicembre 2008 a
Bruxelles, è stata sottoscritta e presentata alla Commissione
Europea la seguente mozione sulle MNC:
"Le Medicine Non Convenzionali (CAM, Complementary and
Alternative Medicine, secondo la definizione adottata dalla
Cochrane Collaboration a seguito della Conferenza di Consenso
tenutasi al National Institute of Health, Bethesda, USA) nella
considerazione che prestazioni mediche e sanitarie di queste
Medicine possono essere scelte sia in alternativa alle medicine
allopatiche (Alternative), cioè come prima scelta terapeutica,
ovvero in associazione a (Complementary) prestazioni mediche e
sanitarie della medicina allopatica o biomedicina, sono da
considerarsi priorità assoluta per la politica sanitaria
dell'Unione Europea.
- Infatti la richiesta di MNC e in forte aumento da parte dei
cittadini europei.
- Tale realtà riflette il bisogno da parte dei cittadini europei
di cure olistiche centrate sul singolo paziente.
- Circa il 70% della popolazione europea fa usa di terapie di
Medicine Non Convenzionali
- L'efficacia clinica delle Medicine Non Convenzionali e in
molti casi almeno pari all'efficacia della medicina
convenzionale, come e dimostrato da numerosi studi di lunga
durata che hanno coinvolto migliaia di pazienti.
- II profilo di sicurezza ed efficacia delle Medicine Non
Convenzionali è positivo, specialmente nel trattamento
individualizzato, centrato sul paziente
- Le tecniche di produzione dei medicinali non convenzionali
rispettano e proteggono l'ambiente
- L'inserimento delle Medicine Non Convenzionali fino dal
livello delle cure primarie può aiutare a ridurre i costi e
l'enorme problema della mortalità e morbidità causato dai
molteplici effetti avversi dovuti alla prescrizione di molti
medicinali allopatici
- Le Medicine Non Convenzionali sono richieste per promuovere e
mantenere la buona salute in Europa sia dei giovani che della
popolazione anziana.
- Le Medicine Non Convenzionali rappresentano un forte
contributo di promozione della salute
A beneficio di tutti i cittadini
chiediamo con forza che l'Unione Europea promuova l'inserimento
delle Medicine Complementari, Alternative e Tradizionali nella
sua politica sanitaria."
Un cordiale saluto - Il Presidente - By Dott. Giancarlo Pizza
Tratto da: primapaginamolise.it
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La formazione a profilo definito nelle Medicine Non
Convenzionali in Italia
Medicina Antroposofica: il requisito
è di almeno 600 ore distribuite nell'arco dei 3 anni della
scuola (quattro settimane all'anno di corso residenziale a tempo
pieno che per l'Italia ha luogo a Roncegno in provincia di
Trento) come concordato nella Conferenza Internazionale delle
Presidenze della Associazioni di Medicina Antroposofica (IVAA)
istituita presso la sezione di Medicina Antroposofica della
Libera Università di Scienza dello Spirito del Goetheanum di
Dornach.
La Scuola di Medicina Antroposofica è articolata in 4 settimane
annuali residenziali. Tale conferenza è rappresentata in Italia
dalla Società Italiana di Medicina Antroposofica (SIMA). Al
termine della scuola triennale c'è una tesi e un colloquio
durante il quale si valuta uno o più casi clinici.
La IVAA ha
stabilito l'obbligatorietà che il diplomato frequenti un
tirocinio pratico con supervisione presso strutture
antroposofiche in Italia o all'estero della durata di due anni.
Solo in seguito la sezione medica di Dornach iscrive al registro
il nominativo del medico quale medico antroposofico con liceità
di esercitare autonomamente la Medicina Antroposofica. La SIMA
fa parte del Comitato.
Medicina
Omeopatica: le Società
Scientifiche a profilo professionale definito si sono attenute
alle linee guida dell'European Committee for Homoeopathy (ECH)
in merito ai requisiti necessari per definire la competenza in
medicina omeopatica ("Homoeopathy in Europe", parr. 4.2, 5.1,
5.6) che si raggiunge attraverso un corso almeno triennale che
garantisca lo svolgimento del Programma Didattico Europeo, che
abbia al minimo 200 ore di teoria e 150 ore di contatti
supervisionati studente-paziente, oltre a ciò circa 600 ore di
studio (ibidem 5.2.1), corsi di aggiornamento e formazione
permanente (ibidem 5.2.3).
La Federazione Italiana della Associazioni e dei Medici
Omeopatici (FIAMO) e la Società Italiana di Medicina Omeopatica
(SIMO), società scientifiche italiane di Medicina Omeopatica,
aderenti allo European Committee for Homeopathy (ECH), passando
dai livelli definiti dalla stessa ECH come minimi (cioè 350 ore
fra ore di teoria e pratica clinica) a livelli formativi di
livello più elevato per definire il profilo del medico omeopata
accreditato, hanno quindi stabilito, attraverso una consensus,
600 ore di formazione teorico-pratica da acquisirsi con un corso
di base, con la formazione continua e grazie alla pratica
professionale e all'esperienza clinica. Tenuto conto della
diversità tra le varie regioni italiane e le varie epoche (le
scuole sono state fondate negli anni ‘80) si è ritenuto utile
fare riferimento ai registri già istituiti dalle Società
Scientifiche e che documentano le 600 ore di formazione
attraverso un curriculum ed una valutazione a punteggio
indipendentemente dalle scuole e dalle correnti di pensiero. La
FIAMO e la SIMO fanno parte del Comitato.
Omotossicologia: i criteri sono
fissati dall'Associazione Internazionale di Omotossicologia (Baden
Baden) che in Italia è rappresentata dall'Associazione Medica
Italiana di Omotossicologia (AIOT), i cui standards formativi
minimi sono di 330 ore in 3 anni. Tali standards sono in aumento
attraverso seminari clinici monotematici di approfondimento
conteggiati come crediti in due successive titolarità chiamate
Master (300 crediti) e Master Avanzato (600 crediti). L'AIOT fa
parte del Comitato.
Agopuntura: (FISA) che rappresenta
il 95% della realtà italiana dell'Agopuntura, sono quelli delle
università di medicina tradizionale cinese della Repubblica
Popolare Cinese. La FISA, che dal 1995 coordina l'attività
didattica di 15 Scuole di Agopuntura distribuite sul territorio
nazionale, ha tradotto questi programmi e contenuti in un corso
quadriennale di un monte ore teorico-pratico complessivo di
almeno 480 ore, con esami di ammissione da un anno al
successivo.
Il quarto anno è caratterizzato da stages politematici che
l'allievo può frequentare presso una qualsiasi delle Scuole
FISA.
La discussione della tesi finale di diploma ha luogo alla
presenza di commissario esterno componente la commissione
esaminatrice. Il conseguimento del diploma FISA consente
l'iscrizione al Registro dei Medici Agopuntori della FISA. La
FISA fa parte del Comitato.
Osteopatia: è una professione
sanitaria primaria e autonoma, titolo D.O. Dottore in Osteopatia
(tanto è vero che l'osteopata emette fattura con IVA). Il
Registro degli Osteopati d'Italia (ROI) segue lo standard della
statunitense AOA (American Osteopathic Association), riferimento
mondiale dell'insegnamento dell'Osteopatia, che stabilisce 5.000
ore (cinquemila); in Italia tale monte ore viene raggiunto
sommando alle 1.800 ore del corso esaennale di osteopatia delle
scuole aderenti al ROI le ore dei corsi di laurea o in Medicina
e Chirurgia o in Odontoiatria o in Fisioterapia o in Scienze
Motorie, il cui possesso rappresenta il prerequisito per
l'iscrizione al corso di osteopatia. In Italia è stato
recentemente costituito un ente di secondo livello, Consiglio
Superiore di Osteopatia, composto esclusivamente da associazioni
e non da singoli professionisti, che rappresenta l'assoluta
maggioranza, se non la totalità delle associazioni professionali
di osteopatia. Il ROI e il CSdO fanno parte del Comitato
Chiropratica: è una professione
sanitaria primaria e autonoma, titolo D.C. Dottore in
Chiropratica (tanto è vero che il chiropratico emette fattura
con IVA). In Italia la figura del Dottore in Chiropratica è
rappresentata dalla Associazione Italiana Chiropratici (AIC)
riconosciuta dalla Associazione Mondiale dei Chiropratici. Il
Council of Chiropratic Education fissa gli standard formativi
che sono costituiti da sei anni per un totale di 5.000 ore di
media. L'AIC fa parte del Comitato.
Fitoterapia: diploma biennale di 450
ore, che è lo standard più elevato come offerta formativa
attualmente presente in Italia, che vengono svolte in un corso
biennale che si svolge all'ASL 11 di Empoli, ivi svolto a cura
dell'Associazione Nazionale Medici Fitoterapeuti (ANMFIT).
Dall'anno accademico 2007-08 la Facoltà di Medicina di Firenze,
sede distaccata di Empoli, ha istituito un Master biennale di 2°
livello in "Fitoterapia Clinica" che prevede 1.500 ore. L'ANMFIT
fa parte del Comitato.
Medicina Avurvedica: l'offerta
formativa di standard elevato è quello offerto dalla Società
Scientifica Italiana di Medicina Ayurvedica (SSIMA) attraverso
la Scuola Ayurvedic Point che prevede un corso quadriennale di
600 ore con tirocinio pratico annuo obbligatorio in India. In
occasione del Primo Congresso Internazionale di Medicina
Ayurvedica, svoltosi a Milano il 21 e 22 marzo 2009, che ha
visto oltre 400 partecipanti, il Dipartimento del Governo
Indiano che tutela la Medicina Ayurvedica, la Medicina Unani, la
Medicina Siddha e la Medicina Omeopatica (AYUSH Department) ha
costituito in Europa, attraverso le scuole esistenti (per
l'Italia la SSIMA e Ayurvedic Point) lo European Council for
Ayurvedic Medicine.
In tale occasione è stato avviato assieme all'Università
Charitè di Berlino un progetto multicentrico europeo
concernente la Medicina Ayurvedica nelle malattie croniche, uno
dei cui responsabili è il presidente della Società Scientifica
Italiana di Medicina Ayurvedica e Direttore della Scuola
Ayurvedic Point, dott. Antonio Morandi, con la collaborazione
del dott. Guido Sartori, vice presidente della SSIMA.
Nel contempo tramite l'Associazione Pazienti Ayurvedici "Atah"
di Bologna, presidente Guido Sartori, l'AYUSH costituirà altre
associazioni di pazienti ayurvedici in Europa. SSIMA, Ayurvedic
Point, e Associazione pazienti Ayurvedici "Atah" (APA) fanno
parte del Comitato.
Medicina Tradizionale Cinese: corso
specifico di almeno 120 ore specifiche di farmacologia cinese,
oltre ai 4 anni della scuola di agopuntura.
Tratto da: primapaginamolise.it
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Ecco il "medico
integrato" alla Toscana - Italy
Il Consiglio
Regionale della Toscana ha da poco approvato una
proposta di legge che disciplina l'esercizio delle
medicine complementari da parte dei medici chirurghi e
odontoiatri, dei medici veterinari e dei farmacisti.
Il provvedimento è stato approvato all'unanimità. Le
disposizioni normative della legge riguardano le
medicine complementari, agopuntura, fitoterapia e
omeopatia, già inserite nei Livelli Essenziali di
Assistenza dal Piano sanitario regionale (vedi "Salute"
del 3/2/2005) e incluse nell'accordo regionale
applicativo dell'Accordo Nazionale sulla specialistica
ambulatoriale ("Salute" 30/11/2006).
La legge stabilisce che gli ordini professionali creino
elenchi di professionisti esercenti le medicine
complementari sulla base di requisiti, che verranno
definiti da un'apposita Commissione regionale. Agli
elenchi possono iscriversi i medici chirurghi e
odontoiatri, i medici veterinari e i farmacisti, purché
in possesso dei titoli previsti da un'apposita
commissione regionale.
Questa Commissione regionale è composta dai
rappresentanti della direzione generale dell'assessorato
al Diritto alla salute e politiche di solidarietà, dai
rappresentanti di medici, veterinari e farmacisti, dei
centri regionali di riferimento per le medicine
complementari, delle associazioni delle discipline in
oggetto (agopuntura, fitoterapia e omeopatia), delle
Università toscane e gli esperti designati dal Consiglio
Sanitario Regionale.
I compiti della commissione sono innanzitutto di
definire i criteri sufficienti per l'ammissione
all'elenco dei medici chirurghi, odontoiatri, medici
veterinari e farmacisti che praticano le medicine
complementari, quindi i criteri di accreditamento degli
istituti pubblici e privati di formazione nelle singole
discipline.
Gli istituti pubblici e privati che possono attestare,
con idonea documentazione, che adottano programmi di
studio conformi ai criteri che verranno definiti,
possono ottenere l'iscrizione all'elenco degli istituti
di formazione accreditati dalla Regione.
Grande soddisfazione ha espresso Fabio Roggiolani, primo
firmatario della legge: "La Toscana non solo afferma
il suo primato nell'utilizzo delle medicine
complementari ma può proporsi come apripista per
analoghe proposte di legge depositate alla Camera e al
Senato".
Un legge dunque che intende garantire il principio della
libertà di scelta terapeutica del paziente e la libertà
di cura del medico, riconoscendo pari dignità a terapie
che ora saranno finalmente integrate.
By Elio Rossi
Nota bene:
La Federazione nazionale - Italiana - degli Ordini dei
medici chirurghi e degli odontoiatri (FNOMCeO)
riconosce dal 2002 nove medicine non convenzionali (MNC):
agopuntura,
medicina tradizionale
cinese,
medicina
ayurvedica,
medicina omeopatica,
medicina
antroposofica,
chiropratica,
fitoterapia,
omotossicologia,
osteopatia.
Come richiede l'OMS l’Organizzazione Mondiale della
Sanità, è necessario ed etico tutelare,
salvaguardare, promuovere,
studiare,
tramandare e applicare
il patrimonio culturale dei saperi e dei sistemi medici
e di salute antropologici
sia occidentali sia orientali, nell'assoluto
rispetto dell'integrità originaria e tradizionale dei
singoli paradigmi ed epistemi.
È necessario riformulare quindi lo statuto
epistemologico della
medicina ufficiale
quale medicina centrata sulla
persona.
Ecco dunque la chiave di lettura: centrare l’attenzione
sulla persona e le sue necessità e non sul farmaco e
sugli interessi delle lobby dell’industria
farmaceutica.
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COMUNITÀ INTERNAZIONALE DIVISA:
I "TRADIZIONALISTI"
( NdR: anzi gli ALLOPATI) VOGLIONO le MNC FUORI da SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE
- 30/07/2007
Se qualcuno, incerto sulle cure mediche tradizionali
o sulla medicina alternativa, volesse approfondire la
questione, si troverebbe di fronte a un bel dilemma: a
chi credere ? In effetti la pubblicistica in materia è
piena di opinioni, commenti, riflessioni che parlano di
tutto e del contrario di tutto.
Ci sono personaggi autorevoli i quali sostengono che “la
medicina alternativa non è scienza”; mentre altri
sostengono il contrario. Persino la
chiesa
cattolica è intervenuta sul tema con un documento
dell’ufficio nazionale della Cei che ha messo sotto
accusa omeopatia e agopuntura perché “ispirate a
filosofie incompatibili con la fede”. Orientarsi in una
situazione del genere appare problematico.
Ma la questione non è di poco conto, se è vero che
milioni di donne e uomini nel mondo (in Italia 1
cittadino su 4) ricorrono alla medicina alternativa.
Un no definitivo alla equiparazione tra medicina
ufficiale e medicina alternativa lo hanno pronunciato,
in Italia, gli scienziati dell’associazione Galileo
2001, del Gruppo 2003 e della Società italiana di
medicina interna, alle quali appartengono scienziati del
calibro di Veronesi, Tirelli, Garattini, Regge, Mannucci,
Mantovani.
Nel documento ufficiale emanato si sostiene che il
Servizio sanitario nazionale “ha il dovere di offrire
solo interventi di provata efficacia e sicurezza”,
mentre mancano del tutto prove scientifiche
sull’efficacia della medicina alternativa. Dunque, si
potrebbero creare confusioni, false aspettative e uno
sperpero di denaro pubblico.
Ogni pratica che abbia a che fare con la salute,
sostengono in sostanza i nostri scienziati, dovrebbe
essere testata e monitorata per confermarne la provata
efficacia. Al contrario, sinora, non c’è alcuna evidenza
scientifica.
Già il “Lancet”, una delle più prestigiose riviste
scientifiche mondiali, aveva affermato che l’omeopatia
avrebbe fallito e che i dottori dovrebbero essere
“coraggiosi e onesti con i pazienti. I benefici
dell’omeopatia non si vedono”. Eppure queste pratiche
non sono state inventate oggi o nate all’improvviso, ma
le fondò e codificò 250 anni fa il dottor Samuel
Hahnemann.
Chi difende la medicina alternativa, al contrario,
sostiene che lo studio del “Lancet” nasce da errori
metodologici ed è stato anche criticato dalla comunità
scientifica. A chi sostiene che queste pratiche siano
uguali ad un “placebo” rispondono che sarebbero
egualmente efficaci e costituirebbero una valida
alternativa terapeutica in parecchi casi. Oltretutto,
dicono i sostenitori delle Mnc, svolgerebbero una
concreta azione biologica, come testimonierebbero i
numerosi elementi contenuti nelle banche dati
internazionali e confermate nel libro del professor
Sukul, intitolato “Farmacologia delle alte diluizioni”.
Comunque, tra critici e difensori della medicina
alternativa
si pongono invece quelli che ritengono che il fenomeno
meriti di essere approfondito e studiato,
perché non possono essere negate sapienze di secoli,
elementi che affondano in tradizioni espressi da antiche
civiltà.
In sostanza, quanti si trovano in mezzo ai due
schieramenti, sostengono: che paura c’è di discutere di
un tale argomento e perché ci si scaglia contro elementi
che potrebbero contenere anche rimedi validi ed efficaci
per la salute ?
Le opinioni in materia sono varie e contrastanti e
nessuno può dimostrare che la propria tesi sia
inattaccabile. Occorre semplicemente evitare che vengano
immesse nella società pratiche nocive o che vengano
propalate vane e inutili speranze nei malati che ad esse
si affidano. Per il resto, ognuno si affiderà alla
propria coscienza.
By Emilia Saugo
Tratto da:
avanti.it
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Pratiche “non
convenzionali” - L’Istat non documenta
l’esistente -
News del 27-08-2007
In Italia e nel mondo l’individuo,
la famiglia ed i gruppi sociali fanno comunemente ricorso ad un
repertorio di accorgimenti e strategie per prevenire le
malattie, ottimizzare la propria salute, curare i disturbi e le
malattie, migliorare la propria qualità della vita.
Questo repertorio comprende da un lato interventi autonomi,
allorché l’individuo applica su di sé conoscenze maturate da
solo o attraverso l’accesso ad utensili culturali e scientifici,
dall’altro interventi di altri, persone comuni o professionisti,
a cui l’individuo fa ricorso.
La quantità degli interventi che appartengono al campo della
cura di sé è in genere molto maggiore degli interventi che
appartengono al campo delle cure “ricevute”.
Tra le cure autonome: la pulizia e l’igiene personali, un
alimentazione sana, uno stile di vita salubre, la ricerca
dell’equilibrio, di relazioni e di ambienti gratificanti che
sostengano la propria vitalità ed il proprio benessere, la
preghiera per sé, cattolica, protestante, luterana, calvinista,
di rito bizantino, ortodossa, buddista, zen, hindu, lo yoga, la
meditazione, la ginnastica a corpo libero, la ginnastica in
acqua, step, Pilates, karaté, aikido, judo, atletica leggera,
attività sportive di gruppo, partecipazione da spettatori a
spettacoli ed avvenimenti sportivi reali o virtuali, televisivi,
radiofonici, via internet.
Tra le cure eteronome: tagli di capelli ed acconciature, cure
estetiche, cure podologiche, massaggi estetici o drenanti,
sensuali o linfatici, olistici, rilassanti, orientali,
taylandesi, coreani, cinesi, giapponesi, esalen, occidentali,
preghiera per altri, massofisioterapia, kinesiologia,
riflessologia, reflessologia, rolfing, integrazione posturale,
posturologia, cure dentali, shiatsu masunaga, oloshiatsu, meiso
shiatsu, zen shiatsu, keiraku shiatsu, shiatsu Namikoshi,
bioenergetica, terapia reichiana, orgono terapia, orgonomia,
Pilates, logopedia, naturopatia, medicina olistica, medicina
funzionale, medicina tradizionale cinese, nutrigenomica, terapia
nutrizionale, macrobiotica, vegetarianesimo, dieta zona, terapia
vibrazionale, pranoterapia, terapia bioradiante, nonché tutta la
medicina convenzionale, dalla culla alla tomba, ginecologia ed
andrologia, ostetricia, fisioterapia, scienze infermieristiche,
terapia della riabilitazione, psicologia, psicoterapia,
psichiatria, oncologia, cure termali, chirurgia, trapianti ed
espianti, anestesia–rianimazione, gerontologia.
Per l’istat e per la Fnomceo, di tutta la realtà “non
convenzionale” esiste solo la parte che i medici si sono
annessa.
Dovendo documentare statisticamente il fenomeno della medicina
da loro definita “non convenzionale”, l’Istat infatti che fa ?
Invece di documentare l’esistente ed operare un censimento delle
pratiche e degli utilizzatori restringe il campo al solo uso
eteronomo delle cure e per giunta ricerca soltanto l’uso di
quelle medicine “non convenzionali” da loro stessi definite
“solo mediche”, in testa alla lista della Fnomceo: omeopatia,
agopuntura e fitoterapia.
Ricordiamo ancora una volta le definizioni e la classificazione
del NCCAM che, nel rispetto della sua funzione istituzionale,
censisce e documenta l’esistente:
"Medicina Convenzionale, Medicina Complementare, Medicina
Alternativa, Medicina Integrativa. La medicina convenzionale é
praticata da dottori in Medicina e da dottori in Osteopatia, e
dalle professioni sanitarie associate, come quelle dei
fisioterapisti, degli psicologi e degli infermieri. Altri
termini descrittivi della medicina convenzionale sono:
allopatia, occidentale, ortodossa, biomedicina.
Alcuni medici convenzionali possono anche essere operatori della
medicina complementare alternativa.
La lista delle Medicine complementari ed alternative cambia man
mano che terapie e metodi vecchi o nuovi si dimostrano sicuri ed
efficaci e vengono inglobati nella medicina convenzionale e man
mano che altri nuovi iniziano ad essere sperimentati al di fuori
dell'ortodossia.
Si definisce medicina complementare quella che è usata insieme
alla medicina convenzionale. Per esempio l’aromaterapia, usata
come sollievo dopo interventi chirurgici.
Si definisce medicina alternativa quella usata al posto della
medicina convenzionale: per esempio una dieta speciale per
trattare il cancro al posto della chirurgia, della terapia
radiante o della chemioterapia, prescritte da un medico
convenzionale.
Medicina integrativa: uso combinato di terapie mediche
convenzionali e terapie complementari o alternative, per le
quali sussista evidenza scientifica, di alta qualità, di
efficacia e sicurezza.
Classificazione delle principali categorie della medicina
complementare e alternativa
Questo elenco ivi citato, è l’inventario, la classificazione e le definizioni del Nccam.
Che cosa va a determinare invece la forzata riduzione di varietà
all’italiana e le sue definizioni? Innanzitutto la creazione di
un settore sommerso che poiché non esiste non può che isolarsi,
non deve dar conto a nessuno di sé e delle sue pratiche e
diventare autoreferenziale, poi la perdita di qualità di tutti i
servizi, l’impossibilità di creare comunicazione e scambio di
esperienze tra mondo convenzionale e “non convenzionale”.
Il NCCAM invece mentre inventariava il settore, promulgava anche
i requisiti di qualità, trasparenza, evidenza ed efficacia,
nella pratica e nella ricerca, ai quali ciascuna pratica,
alternativa, complementare, tradizionale o integrativa si devono
adeguare, requisiti e standard al vincolo dei quali, per
l’occasione veniva ribadito, è chiamata ad adeguarsi ed a
rispondere sempre anche la medicina convenzionale.
Le corporazioni convenzionali della sanità italiana non sono
ancora pronte a rispettare questi vincoli e ad uscire dalla loro
posizione separata, superiore e non implicata dall’alto della
quale non intendono dar conto del proprio operato al di fuori
dei propri ordini professionali. Qui si tratta di rientrare
“peer to peer” nel parlamento delle cose, che è fatto anche di
prove di evidenza e di efficacia, per i singoli professionisti,
per gli enti, per gli ospedali, per i reparti.
Allo stato delle cose siamo lontani da queste possibilità. Le
nostre corporazioni allora non possono permettersi il lusso di
confrontarsi con nuove professionalità, nuove esperienze e nuove
conoscenze siano esse convenzionali o “non convenzionali”,
complementari, alternative, integrativi o tradizionali. Non
hanno scelta: Possono solo rimuoverle ed esserne reciprocate:
una lotta tra bande medioevali.
By Raffaele Cascone
Tratto da: Notizie RADICALI
vedi: Fondamenti della
Medicina Naturale
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ISTAT e Medicine Complementari -
La SIOMI contesta le
affermazioni del prof. Garattini
By Simonetta
Bernardini - Presidente SIOMI - Venerdì, 31
agosto 2007
I risultati diffusi
dall'ISTAT riguardanti la diffusione delle medicine
complementari in Italia sono stati riportati e commentati da
diversi organi di stampa. Nell'occasione il Prof. Silvio
Garattini ha ritenuto appropriato formulare le seguenti
affermazioni che vogliamo riprendere e commentare. Il
Professor Garattini ritiene che la diminuizione degli utenti
delle Medicine Complementari che si è verificata ultimamente
in Italia dipenda dal fatto che "circa 1 milione di
cittadini italiani" abbia realizzato l'insussistenza di una
medicina " basata sulle impressioni anziché sull'evidenza".
Egli attribuisce la "fuga dall'Omeopatia" anche alla presa
di posizione di Società scientifiche, associazioni di
consumatori e ricercatori. Auspica, infine, che vi sia un
ripensamento riguardo la necessità di una Legge dello Stato
italiano che regolamenti il settore delle Medicine
Complementari e che anche la Regione Toscana, che ha scelto
di accogliere l'Omeopatia nel Servizio Sanitario Regionale,
rivaluti i propri intendimenti. In riferimento a tali
dichiarazioni la SIOMI desidera precisare quanto segue:
1. La
pratica delle medicine complementari da parte dei medici
italiani è riconosciuta dalla Federazione Nazionale
degli Ordini dei Medici fin dal 2002. Contro tale
decisione, oramai ampiamente consolidata, sembra volersi
schierare apertamente il Prof. Silvio Garattini.
2. Le
medicine complementari in Italia sono a carico totale
dei cittadini i quali devono pagare di tasca propria sia
le visite che i medicinali. E'straordinario pertanto
constatare come, nonostante la non mutuabilità di tali
prestazioni, dal 1999 al 2005 gli utenti di tali
medicine siano enormemente aumentati, passando da 6
milioni a ben 9 milioni di cittadini (Doxa 2005,
indagine relativa all'anno 2004). In particolare,
secondo l'indagine DOXA 2005, ad utilizzare anche i
medicinali omeopatici per la cura della propria salute è
una percentuale addirittura maggiore, pari al 23,1%
degli italiani, ovvero 14 milioni di cittadini. Tale
medicina è più diffusa tra cittadini a più alto grado di
istruzione, a conferma del fatto che essa è tanto più
utilizzata quanto più è conosciuta.
La SIOMI ritiene che
la riduzione del numero di utenti di tali medicine che,
secondo l'ISTAT, si è registrata nell'anno 2005 debba
essere attribuita in primis a ragioni economiche. A
supportare tale affermazione è la stessa indagine ISTAT
che evidenzia come il ricorso alle medicine
complementari sia poco comune tra pensionati e operai.
Inoltre, è importante notare come l'ISTAT non riveli una
diminuizione degli utenti della medicina omeopatica
nella fascia d'età 0-14 anni a conferma che i genitori,
qualora fossero costretti a rinunciare a curare se
stessi con l'omeopatia, non rinunciano all'Omeopatia per
i loro figli. Questo premesso, tuttavia, è opportuno
anche sottolineare che le indagini di mercato relative
all'anno 2007 (fonte IMS) evidenziano una netta ripresa
della vendita dei medicinali omeopatici, con un
incremento, rispetto al 2006, del 8,1%.
3. La
SIOMI fa notare che, secondo la stessa indagine ISTAT
2007, la medicina Omeopatica viene riconosciuta efficace
da una percentuale elevatissima di pazienti: il 91% dei
suoi consumatori. Peraltro, una indagine realizzata
dall'Osservatorio Epidemiologico della Regione Toscana
ha evidenziato che in questa Regione (dove l'Omeopatia è
erogata anche negli ambulatori del servizio sanitario
regionale) la percentuale di utilizzatori è più alta
della media nazionale. Non solo, c'è anche da
sottolineare che i maggiori consumatori dell'Omeopatia
sono, in Toscana, proprio i medici, i quali se ne
avvalgono per la cura della propria salute in
percentuale superiore alla media degli altri cittadini.
4. Le
Società scientifiche negli ultimi anni si sono molto
adoperate per cercare di comprendere il valore della
medicina omeopatica grazie anche all'impegno della SIOMI
in favore del confronto e dello scambio culturale tra i
diversi protagonisti della medicina. Al giorno d'oggi
sono sempre più frequenti le collaborazioni tra SMS
delle Medicine Complementari e SMS della medicina
classica. La migliore prova è la costituzione
all'interno della Federazione delle Società Scientifiche
Italiane (FISM), che riunisce quasi tutte le Società
scientifiche italiane della medicina, di uno specifica
Commissione per le Medicine Complementari cui partecipa
la SIOMI e le altre SMS delle Medicine Complementari
federate.
5. Negli
ultimi anni si è registrato un aumento di Corsi di
formazione in Medicine Complementari anche nelle
Università italiane (Milano, Firenze, Chieti, l'Aquila).
Questo dimostra che anche in Italia si stia avviando un
percorso di integrazione del pensiero delle medicine
complementari nella medicina del nostro tempo. A tale
proposito si ricorda che già nel 2004 in America 36
Università si sono riunite in un Consorzio
interuniversitario per l'insegnamento delle Medicine
Complementari all'interno del Corso di Laurea in
Medicina e come più strutture ospedaliere, oramai, sia
in Europa che in America eroghino servizi di medicine
complementari a fianco delle offerte formative
convenzionali, con grande soddisfazione sia dei pazienti
che dei medici.
6. In
merito alla ricerca scientifica, sono oggi sempre più
numerosi i lavori di ricerca che dimostrano l'efficacia
di agopuntura, fitoterapia e omeopatia. Affermazioni
quali "le medicine complementari non hanno evidenze
scientifiche" o "i medicinali omeopatici sono solo acqua
fresca" appaiono inconcepibili per chi ha a disposizione
i data bases della letteratura scientifica.
Per quanto
riguarda l'Omeopatia, un panorama della letteratura
scientifica è ospitata nella Rivista on line " Omeopatia33"
edita da EDRA SPA, curata dalla SIOMI e distribuita a
circa 20.000 lettori tra medici, veterinari, odontoiatri
e farmacisti italiani.
7.
Riguardo le associazioni di consumatori, l'Associazione
dei Pazienti Omeopatici, APO Italia, è da anni
fermamente impegnata a rappresentare alle Istituzioni la
necessità di una Legge di regolamentazione del settore,
affinché i cittadini italiani che si avvalgono, con
piena soddisfazione, anche della medicina omeopatica
siano tutelati nella loro scelta di salute dallo Stato
italiano e siano protetti dai fenomeni di abusivismo
della professione medica che purtroppo possono
verificarsi in assenza di una regolamentazione.
La SIOMI auspica che lo Stato italiano ponga finalmente
rimedio in questa legislatura al vuoto legislativo esistente
da più di venti anni e approvi una Legge di regolamentazione
delle Medicine Complementari che riconosca ai cittadini
italiani il diritto di scegliere la medicina con cui
curarsi. Auspica inoltre che altre Regioni, constatata la
soddisfazione dei cittadini toscani, si adoperino per
integrare anch'esse le medicine complementari nei loro
Servizi Sanitari.
Fonte:
SIOMI, Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata
seguito su:
Fisica
dell'Intenzione, un nuovo modo di fare Medicina
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La qualità di una ricerca efficace
in Medicina Complementare
In questa pubblicazione di Jama, il gruppo di Weber
riporta i risultati di uno studio eseguito utilizzando
Hypericum perforatum. Questo lavoro, randomizzato, in doppio
cieco e placebo-controllo, è stato condotto per otto settimane
su un gruppo di 54 bambini tra i 6 e i 17 anni, ai quali era
stata fatta diagnosi di deficit di attenzione e disturbi da
iperattività (ADHD), bambini
selezionati tra coloro che non avevano ricevuto altre terapie
per la cura dell'ADHD,
farmaci inclusi, durante l'osservazione. Varie scale di
misurazione sono state utilizzate per valutare le variazioni dei
sintomi, lo stato di salute, i principali risultati, tra cui l'ADHD
Rating Scale-IV e il Clinical Global Impression Improvement
Scale. Ulteriori parametri impiegati sono stati il Child
Behavior Checklist e la Conners' Parent Rating Scale.
Questo è il primo tentativo per valutare l'efficacia di
Hypericum perforatum per la cura dell'ADHD
in bambini e adolescenti, oltre che un notevole esempio di
analisi controllata e randomizzata (RCT) in grado di valutare
una specifica terapia CAM nei bambini. Importanti sono le
risorse espresse dallo studio. E' presente non solo la
valutazione da parte di scale specifiche per l'ADHD,
ma anche la precisa ricerca di diagnosi di ADHD (Adem)
operata da una ben organizzata visita psichiatrica.
L'analisi dello studio viene effettuata durante un periodo di
completa eliminazione dei farmaci. Importante risulta l'utilizzo
del placebo e l'impiego del doppio cieco sia per i partecipanti
che per gli osservatori.
Un osservatore centrale e indipendente è preposto al controllo
della randomizzazione (avvenuta dopo una serie di esclusioni) e
dei dati ottenuti. Inoltre sono ben specificate le valutazioni
riguardanti l'adesione alla cura da parte dei partecipanti, i
controlli di conformità al doppio cieco, l'ottenimento di
risultati variabili, obiettivamente definiti e misurabili e
tutti i parametri riguardanti la randomizzazione dei
partecipanti. Allo studio primario ha partecipato il 57% dei
componenti iniziali.
Questo studio di qualità si inserisce in un programma di ricerca
nell'ambito delle CAM. In verità le CAM, così come i
probiotici, la
melatonina, i
massaggi, lo yoga
e l'agopuntura,
sono diventati parti importanti dell'armamentario della
medicina convenzionale,
mentre il confine tra CAM e medicina generale continua ad
assottigliarsi.
Recenti ricerche mostrano che molti medici di Medicina Generale
conoscono l'interesse dei loro pazienti verso le CAM, credono
che queste terapie possano avere effetti benefici e sono
desiderosi, per la pratica professionale e personale, di
valutare ricerche attendibili, basate sull'evidenza.
Il numero di RCT, per quanto concerne le CAM, è aumentato dai
200 dell'1982 a 1200 nel 2002 e a 7500 nel 2008. Oltre al
numero, tuttavia, esiste anche il bisogno che questi studi
abbiano una metodologia rigorosa e qualità standard per
riportare prove cliniche, come quelle riferite nello studio di
Hypericum perforatum.
Nel 2005 l'Institute of Medicine stabilì di applicare gli stessi
principi e standards di efficacia di trattamento a tutte le
terapie, sia di medicina convenzionale sia per quanto riguarda
le CAM.
Quindi il tempo della cattiva scienza, sia in medicina
convenzionale che in quella non convenzionale, è ormai finito.
By Italo Grassi
Tratto da: JAMA, 2008, 299, (22), 2633 - Per leggere l'abstract, cliccare
QUI
Bibliografia
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