L'INFINITO (dal
Latino finitus, cioè "limitato" con prefisso negativo
in-, e solitamente denotato dal
simbolo ,
talvolta detto
lemniscata) in
filosofia è la qualità di ciò che non ha limiti o
che non può avere una conclusione perché appunto
infinito, senza-fine, non ha limite.
In Ebraico l'Infinito si dice "Ain Souf", probabilmente
derivato dal termine "l'Uno
Infinito" (she-en lo
tiklah) tradotto anche da
Solomon ibn Gabirol. A/Ein Sof può tradursi con "Senza
fine", "Nulla infinito", "Interminabile", o
semplicemente
Infinito.
un inciso: Ain e' l'anagramma
di Ani che sempre in ebraico significa
IO
!
Nella concezione
cristiana (solo in alcune tipologie: sette-chiese di
cristiani) il concetto coniato nell'ambito del
pensiero greco trova la sua coincidenza con
l'impropria parola "dio",
quale Essente
Infinito.
"L’infinito ! Nessun altro problema ha mai scosso
così profondamente lo spirito umano; nessuna altra idea
ha stimolato così proficuamente il suo intelletto; e
tuttavia nessun altro concetto ha maggior bisogno di
chiarificazione che quello di infinito".
By David Hilbert (1921)
L'INFINITO analizzato da vari punti di vista:
Ma le definizioni sull’INFINITO cambiarono nel corso
del tempo, ad esempio con
Plotino, che disse: "E non potrebbe
(l'Uno) neppure avere dei limiti: infatti, chi lo
limiterebbe ? Ma neppure può essere infinito quanto a
dimensioni. Dove avrebbe bisogno di avanzare, e per
diventare che cosa, se non manca di nulla ? E la sua
potenza a essere infinita".
L’infinito plotiniano, dunque, non è l’infinito dello
spazio o del tempo, né l’infinito della quantità (legata
alla spazialità), ma, come in una certa misura già in
Filone di Alessandria, l’infinito è inteso
come illimitata, inesauribile, immateriale «potenza
produttrice».
L’Uno per Plotino non è un “infinito potenziale” (nel
senso attribuito all’espressione da Aristotele, il quale
per “potenza” intendeva potenzialità, possibilità), cioè
qualcosa che si può accrescere indefinitamente, p.e. una
retta; bensì un “infinito attuale o in atto”; secondo
Aristotele inconcepibile e quindi non reale),
cioè del tutto completo e compiuto, effettivamente
attuato, altro che solo nel tempo e lo spazio.
Tutto cio’ e’ illogico, ma comprensibile perche Plotino
ed Aristotele, non conoscevano lo
Zero……perche’ al lor tempo, lo Zero non
faceva parte dei “numeri”, quindi non era contemplato in
matematica, ne’ in filosofia.
Infatti l’INFINITO e' stato successivamente
rappresentato dal segno
Zero = Buco senza fondo o circolo chiuso su se stesso,
per la parte osservabile,
ma senza fondo al suo interno o nel suo movimento
circolare, e’ un circolo senza fine su se stesso...in
eterno movimento, per cui in matematica, lo Zero
e’ in potenza di essere fino a qualsiasi numero si possa
enumerare, non e' quindi rappresentabile dall'Uno che e'
gia' un definito, (come affermo' Plotino) infatti anche
il suo segno grafico e' rappresentato dall'inizio di una
linea e dalla sua fine....quindi e' un finito ....Quindi
la definizione data all’Uno da Plotino e’ illogica !
Commento logico ed informativo:
Mentre in un normale conteggio, verbale o scritto, il
numero iniziale è 1, in
informatica lo
Zero
è un'indicazione del "punto" matematico di inizio,
come nei fatti lo E'.
Per esempio, in un
linguaggio di programmazione l'indice degli
array (posizione degli elementi nell'elenco) parte
per
default dall'indice 0.
Sembra quindi evidente che l'INFINITO, se noi lo
guardiamo dalla prospettiva della progressione numerica,
è in “potenza”, in quanto appunto avremo sempre la
possibilità di aggiungere ancora infiniti numeri a
quelli che si sono già enumerati, quindi sarà sempre
incompiuto, sempre e per sempre infinitamente lontano
dalla realizzazione…..
Inoltre, NON si possono contare tutti i numeri
all'infinito contemporaneamente, in quanto i numeri sono
potenzialmente in “potenza d'essere” man mano che vanno
verso l'infinito, quindi e' impossibile contarli
contemporaneamente tutti...di conseguenza e' illogico
fare affermazione del tipo: "ora conta gli infiniti
numeri tutti contemporaneamente adesso", (come fossero
solo un insieme)
Infatti, qualcuno dice che : “se lo si guarda dal punto
di vista del suo
insieme, ma non e’ possibile farlo
essendo INFINITO, cioe’ non finito, come e' un'insieme,
infatti lo si puo' definire. Ma anche la parola Insieme
non puo' mai essere definita come INFINITO, ma solo come
finito, in quanto un'insieme e' definibile e quindi fa
parte del Finito.
Inoltre l'INFINITO con-tiene lo
spazio/tempo e non lo esclude....quindi E' ed HA
una eterna interRELAZIONE, fra Egli ed Esso.
l'INFINITO è quindi attualità, pura realizzazione, in
eterna manifestazione, in quanto appunto non può mancare
di nulla, dev'essere anzi la quint'essenza della
compiutezza in eterno divenire. Tant'è vero questo, che
appunto, come abbiamo visto, è anche potenziale, oltre
che attuale, ovvero è anche il suo contrario”.
Inoltre puntualizziamo che l'INFINITO non si puo’
identificare la parola “molteplice” = pluralita', con la
parola INFINITO, sono due parole dal significato
diverso, la prima definisce una “funzione”, che e'
quindi una particolarita' dell'INFINITO che pero' non lo
definisce in toto....quindi equipararle e’ un’azione
illogica.
In quanto il molteplice fa parte intrinseca del TUTTO
che e' dentro l'INFINITO.
Il TUTTO anch'esso non puo’ essere la definizione totale
dell’INFINITO in quanto l’INFINITO lo conTiene dentro,
quindi il Tutto non e’ l’INFINITO, ma e’ una sua parte,
che puo’ comunque espandersi all’interno dell’INFINITO.
Definiamo
quindi
l'INFINITO
quel qualcosa o quell’Idea,
che
ha
od
avrà spiegazione
di
Sé, in
Sé,
in
ogni punto
di
Sé,
all'Infinito
(senza termini-confini = illimitato), non avendo confini e' presente
quindi in ogni punto di Se'....nell'Infinita' dello
spazio e del tempo.
Breve osservazione: da
Galileo, Bolzano, Dedekind e Cantor in poi, i matematici
accettano come definizione di "Infinito"
la proprietà di un
insieme A, di includere almeno un
sottoinsieme proprio, che si possa porre in biiezione
(*vedi) con A
(esempio banale: i numeri pari come sottoinsieme dei
numeri naturali, ma la definizione non è ristretta ai
numeri), trovo questa soddisfacente.
(*vedi):
In matematica una corrispondenza
biunivoca tra
due insiemi X e Y è una relazione binaria tra X e Y,
tale che ad ogni elemento di, corrisponda uno
ed un solo elemento
di, e viceversa ad ogni elemento di Y corrisponda uno ed
un solo elemento di X.
Lo stesso concetto può anche essere espresso usando le
funzioni. Si dice che una funzione è biiettiva se
per ogni elemento y di Y vi è uno e un solo elemento x
di X tale che..., una tale funzione è detta anche biiezione, bigezione, funzione
bigettiva o funzione
biunivoca.
Dizione errata anche se e' stata accettata da certi
personaggi....:
un insieme per poter essere definito come "insieme A",
DEVE essere definito dai "limiti dello stesso A", quindi
non e' paragonabile all'Infinito..; solo se per
"insieme" si definisce cosi: "insieme all'Infinito", lo
si puo' definire un "insieme Infinito", altrimenti
rimane ed e' una idea/definizione illogica ....Il
che non pregiudica eventuali differenti sviluppi futuri.
Illimitato invece significa senza confine (frontiera),
che è una cosa diversa.
Esempio: la superficie terrestre, o quella di una
anguria, è finita (non infinita) e illimitata (non
limitata da un confine).
Queste sono definizioni topologiche che finora
sufficientemente soddisfacenti, o perlomeno non superate
da altre.
Quindi "infinito" non è sinonimo di "illimitato".
Inoltre, bisogna fare attenzione a cosa guardiamo di un
osservato.
Esempio: un segmento è un oggetto metricamente limitato
(possiamo misurarlo per confronto con un altro
segmento), ma contiene infiniti
punti euclidei (che, non a caso, sono a
misura nulla).
Quindi se uno dice "un segmento è un oggetto finito" ha
ragione, se si riferisce alla sua misura metrica, ha
torto se si riferisce al suo essere insieme di punti.
Qualcuno afferma che:
L'infinito E', e
quindi non crea, non distrugge, ma trasforma infinite
volte all'Infinito. Vero, ma non e' la sua definizione
totale, siccome E', e quindi e' INFINITO, contiene anche
il TUTTO, perche' in Egli/Esso e' l'InFINITO, ed il
TUTTO e' quindi in Egli/Esso contenuto...e non perde MAI
NULLA e lo comprendiamo solamente attraverso il TUTTO
che manifesta l' esistenza dell'INFINITO !
La parola "dio"
se paragonata alla parola
INFINITO (per strumentalizzazione di alcuni
religiosi) perde la sua INFINITA' perche ' essi lo
personalizzano in un solo essere ! COSA/IDEA ERRATA !
L'INFINITO E' ed ha...., qualsiasi cosa sia disponibile
nelle menti degli Esseri Viventi, quali suoi Puncta-Punti di osservazione ed e' per questo che
l'INFINITO e' OMNISCIENTE ed OMNIPRESENTE, in
quanto i tendenti ed esistenti infiniti
IO SONO (Tempo presente prima persona
singolare, del verbo Essere coniugato all'INFINITO),
sono i suoi punti di osservazione....
La distinzione fra l'INFINITO e la parola "dio", e' semplicemente una
distorsione mentale, per cui cari religiosi, svegliatevi
e rimettetevi in carreggiata, non e' difficile, basta
volerlo, sostituite in ogni pensiero/discorsi, le parole
"dio" in
INFINITO, e capirete tutto quanto !
Il "dio"
dei religiosi, non rappresenta nulla, se viene distinto
dall'INFINITO
!...perche’ quel "dio" e' solo un altro
Puncta-Punto degli INFINITI Punti di osservazione.....e
se seguite quel "dio".....al posto del riconoscervi
nell'IO SONO nell'INFINITO come suo punto di
osservazione, non siete ancora completamente consapevoli
della REALTA'.
Se avete ancora quelle idee di separazione fra le parole
"dio" ed INFINITO, e' evidente che l'incoerenza
ragionativa e mentale vi impedisce, per ora, di
comprendere semplici ragionamenti logici, ma siccome
tutto si trasforma, anche voi che pensate in quel falso
modo, arriverete a questa comprensione totale.
Infinito Matematico
L'infinito in matematica:
concetto ragionevole o paradossale ? - By Claudio GIORGI
Per cominciare dobbiamo domandarci: perché l’infinito
riemerge continuamente nel discorso matematico, e che
ruolo ha ?
Parlare dell'infinito in matematica ad un pubblico che
non è familiare con il linguaggio ed il formalismo
matematico è impresa assai difficile. Tuttavia,
sforzandoci di superare l'iniziale obiezione "questo non
fa per me", vale la pena di accettare la sfida di queste
domande per poter finalmente scoprire la profonda
umanità della matematica.
Spesso, anche per colpa di come viene insegnata, essa è
identificata con un insieme di regole "costringenti",
applicate senza fantasia (attraverso aridi calcoli
numerici, operazioni obbligate, etc...). In altre
parole, viene pensata come un luogo in cui la libertà
personale non ha cittadinanza, anzi deve
auto-sospendersi per non "alterare" l'oggettività della
formula.
Ebbene, la dimensione paradossale dell’infinto si
colloca proprio a questo punto, come una sfida tra
“regola” e libertà”. Paradossale, infatti, non significa
assurdo, irragionevole, ma indica qualcosa di
ragionevole che però si colloca oltre l’orizzonte del
senso comune. Qualcosa, insomma, che stimola la libertà
della ragione ad andare oltre la regola. Iniziamo con
una brevissima introduzione storica del concetto di
infinito (si veda P.Zellini, Breve storia dell’infinito,
Adelphi, 1980).
E per comprendere bene la questione va detto che il
concetto di infinito, nel senso in cui se ne parla
comunemente oggi, è maturato molto lentamente nel corso
della storia. All'inizio della riflessione filosofica,
esso non fu oggetto specifico di dibattito, ma venne
utilizzato con significati diversi, soprattutto
negativi. In particolare, per i Pitagorici solo ciò che
è finito è perfetto in quanto compiuto, nel senso che
non ha bisogno di nulla per la sua completezza;
diversamente per l'infinito, che poiché non ha fine non
sarà mai terminato, compiuto nella sua realtà. Diversa
la posizione di Melisso di Samo, che riporta il
dibattito sulla possibilità dell'Infinito di
rappresentare una qualità positiva dell'Essere. Con
Anassagora e Democrito il concetto di infinito entra a
pieno titolo nell'ambito della realtà fisica, nel primo
come qualità relativa dell'essere, nel secondo come
superamento del paradigma arcaico del cosmo come luogo
finito. Entrambe le concezioni non ebbero un seguito
immediato, ma riemergeranno nel pensiero moderno.
Nonostante le posizioni di Anassagora e di Democrito, il
termine "infinito" mantenne per lungo tempo il suo
significato negativo (infinito = non-finito,
indefinito), In particolare Aristotele distingue fra
infinito in atto (o "attuale") e infinito in potenza (o
"potenziale"). Con l'espressione infinito potenziale
egli intendeva la possibilità di aggiungere sempre
qualcosa a una quantità determinata senza che ci sia mai
un elemento ultimo, mentre l'infinito attuale era inteso
come collezione infinita, compiutamente data, di tutti i
punti di una grandezza geometrica.
Secondo Aristotele: “il numero è infinito in potenza,
ma non in atto …Questo nostro discorso non intende
sopprimere per nulla le ricerche dei matematici, per il
fatto che esso esclude che l’infinito per accrescimento
sia tale da poter essere percorso in atto. In realtà
essi stessi allo stato presente non sentono il bisogno
di infinito, ma di una quantità più grande quanto essi
vogliono, ma pur sempre finita…” E fino a Dedekind e
Cantor fu proprio così: i matematici hanno sempre
preferito parlare di “infinito potenziale”.
Per esempio, la moderna definizione di limite
“divergente all'infinito" (di una successione di numeri,
per esempio) si basa proprio sul fatto che sia possibile
"scavalcare" una grandezza fissata grande a piacere, ma
comunque finita. In questo approccio la dimensione
paradossale dell’infinto si manifesta clamorosamente
nelle serie numeriche. L’aggiunta ripetuta all’infinito
di termini positivi sempre più piccoli può portare a due
risultati completamente diversi: o ad una somma finita,
come nel caso delle serie geometriche di ragione minore
di 1 (vedi pannello 5.09), o ad una somma infinita, come
nel caso della serie armonica (vedi exhibit “Un
‘ponte’….verso l’infinito”).
La concezione dell’infinito “in atto”, invece, rimase a
lungo relegata agli enti geometrici. Fin da Archimede
era noto che i punti di una retta e di un segmento sono
infiniti: infatti, dati due punti distinti, comunque
vicini, ne esiste sempre un terzo compreso tra essi
(proprietà archimedea). Inizialmente, però, non era
affatto chiaro se e come tali punti potessero essere
associati a insiemi numerici. Oggi siamo abituati ad
associare ad ogni punto della retta un numero reale, ma
anche i numeri razionali sono infiniti e godono della
proprietà archimedea. Perché allora i numeri razionali
non vanno bene?
Sostanzialmente perché non sono “abbastanza numerosi e
vicini” per rappresentare la “proprietà di continuità”
che è propria dei punti di una retta. Come mostrato da
Dedekind con il suo metodo delle sezioni, solo
completando l’insieme dei razionali si ottiene l’insieme
R, quello dei reali, che può essere ragionevolmente
candidato a rappresentare i punti di una retta.
L’assioma del continuo esprime infine l’ipotesi
(accettata, ma non dimostrabile) che l’insieme dei reali
sia il più piccolo insieme che consente questa
rappresentazione.
Continua QUI:
http://dm.ing.unibs.it/~giorgi/Altro_Materiale/Art_Infinito.pdf
Sintesi: in matematica-aritmetica, noi definiamo
l'Infinito con il numero 0 (Zero) e siccome lo 1 (uno)
proviene dallo 0, significa che TUTTI i numeri sono la
definizione, materializzazione, fisica bidimensionale
grafica (segno) e concettuale (idea) di parti dello 0
(Zero).
Senza la definizione del segno grafico corrispondente al
numero, non e' possibile vedere, definire, chiamare e
designare (da disegno=del segno) l'ente numerico,
quale parte definibile dello zero che e' non
identificabile in ogni sua singola parte se essi, le
singole parti non si rappresentano con la loro
firma=forma (il segno del proprio numero =
1,2,3,4,5,6,7,8,9....all'infinito).
Infinito
Ontologico
L'Infinito ontologico, cioe' l'Ente,
dimostra la sua esistenza SOLO quando si manifesta, si
movimenta, si rende visibile, concreto e quindi entra
nel Fisico, si materializza, entra nella fenomenologia,
dello
spazio/tempo, infatti la nostra analisi concettuale
(umana) e' quella di poter "osservare" l'Infinito
attraverso la nostra relativa realta' anche mentale e
dedurre che l'esistenza dell'Essere e quindi anche di
te,
di me, di noi esseri Viventi (TUTTI quanti) e'
INFINITA, nell'INFINITO ! Deduzione logica: NOI tutti
esseri viventi siamo Entita' spirituali, immortali, e
dobbiamo vivere esperienze (movimento) per poterci
manifestare (vivere nella materia) e quindi Vivendo,
riuscire a dedurre anche i concetti che dimostrano anche
l'esistenza dell'INFINITA' !
Cio' significa che l'Infinito NON avendo confini e'
quindi anche QUI,
ed e'
anche dentro di noi ! e lo si sperimenta
sicuramente e certamente con la nostra esistenza stessa
che certifica e dimostra con la propria sperimentazione
della vita che esso/egli E'.
Nei fatti l'Infinita' e’ un qualcosa dimostrabile per
mezzo della Sua manifestazione e per mezzo di Noi
stessi.
Questo perche’ l'INFINITO passa per mezzo del movimento
che diviene vibrazione, dal concettuale, dal
trascendentale, dal metafisico,.....fino alla fisicita',
all’energia/materia
informata, cio' e’ la materializzazione del
concetto stesso, cioe’ significa che esso/Egli rientra e
manifesta qualsiasi cosa ed OGNI idea o parti-cella, e
quindi comprende anche il TUTTO !
Discorso deduttivo:
Cio' significa che e' anche dentro di noi ed in tutti
gli esseri Viventi, in Noi e' rappresentato nel
IO
SONO (buco
nero, simbolico, ma certo, anche nel fisico dal
buco nero pupillare), ed e' un punto di
osservazione dell’Infinita manifestazione per mezzo
degli infiniti Enti, punti, parti.
Consiglio ai lettori:
leggete il libro di un grande fisico francese Jean Emile
Charon con il quale ho avuto il piacere di corrispondere
epistolarmente (oggi e' gia' trapassato....si e'
trasformato in Essere di energia), "L'esprit
cet inconnu" + "Mort
voici ta défaite"
Conclusione:
L’INFINITO
e’ quindi e necessariamente "l'interfaccia interiore” di ed in ogni cosa esistente, dalle
parti-celle subatomiche alle galassie dell’UniVerso, degli InFiniti possibili
UniVersi e
si evidenzia nei vari tendenti infiniti,
buchi neri
presenti in
OGNI ATOMO,
di ogni particella quantistica, quindi
di ogni cosa creatasi o da sempre manifestata.
E’ un Infinita
CoScienza che attraverso le varie
parti-celle dell'Etere,
manifestate e queste, con le loro “unioni
duali per insiemi” fino ai minerali,
vegetali, animali, umani, fino al Super umano ecc.
accumula, per mezzo dei suoi “sensori”, l’inFormAzione
(dati che si stanno formando nella materia),
per poter giocare alla creazione di infiniti possibili
UniVersi nell’Infinita’ !
Questa “interfaccia” e’ il “buco
nero” dell’IO
SONO > Ego/IO,
esistente in OGNI cosa manifestata, che e’ parte integrante
dell’Infinito ovvero un “buco dalla e sull’Infinita’, la
mente
e’ il bordo (orizzonte degli eventi) del buco
nero e manifesta la personalita' della
mEnte; questo buco di Infinito ha la caratteristica
propria dell’Infinita’ ed e’ quella che
RIFLETTE,
COMUNICA,
AGISCE attraverso e per
mezzo dell’AMORE
infinito, se ne ha consapevolezza la sua
mEnte,
all'Infinito, per cui possiamo affermare che l'IO
SONO e la sua personalita' sono immortali in
continua trasformazione per rendersi consapevoli di se',
degli altri, della madre natura, dell'UniVerso
e dell'INFINITA', la quale manifesta se stessa
nella forma/materiale, di qualsiasi tipo e nelle
tendenti infinite dimensioni od
Universi, per mezzo dell'AmOr
Infinito.
Vedi “L’esprit cet Inconnu” di
J. E. Charon
Ogni cosa manifestata, cioe' “creata” dal
pensiero in "principio", nel
Progetto
di Vita, alla
materia-pensante, viene registrata e
riflettuta come da uno specchio in immagini in altri
spazi-tempi, per cui NULLA si perde, perche'
TUTTO si trasforma e si
rimanifesta all’InFinito in altri spazi-tempi.
Grazie od
Infinita’,
per questo meraviglioso
Progetto di Vita, donata ad ogni
“sensore” creato
nell’UniVerso e nei possibili
infiniti Universi.
Che le nostre azioni siano impostate in ogni situazione
seguendo queste meravigliose caratteristiche:
Riflessione, Comunicazione, Azione,
Amore.
Quindi
Tutto ciò che esiste, che Vive ed ha percezione
di Sé, potrebbero-dovrebbero divenire
simili all'INFINITA' per mezzo dell'AmOr
Infinito, ......si
dovrebbero fare-costruire ad immagine e somiglianza Sua,
partecipando alla manifestazione (dell’Unione,
dell’Amore Giusto), quale corpo di manifestazione
dell'Infinito; inoltre
i vari soggetti che stanno percorrendo questa via,
dovrebbero comprendere che l'UNICO e VERO "Dio"
= l'INFINITO,
NON ha
mediatori di Nessun tipo, né preti, né santi, né
madonne, né cristi, né altri che si possa
inventare, né farmaci, né medicinali ecc., ma
che l’Essere è, è Stato e Sarà, se egli
partecipa alla Manifestazione dell’Amore
nell’UniVerso; siamo solamente NOI STESSI in
"Dio"
e "Dio" in Noi Stessi e nella Natura, la
Manifestazione dell’INFINITO.
“Fino
a
quando
gli
esseri umani non usciranno
per
Amore
della Conoscenza
dell’InFinità, da questo giro
vizioso di psico dipendenza dagli attuali schemi
mentali,
NON vi sarà evoluzione
del
pensiero, miglioramento
della
specie, né soluzione
ai
gravi problemi
che
l’affliggono”.
...questo e' il VERO
ed UNICO messaggio
cristico
e di cio' che questa parola indica;
quindi cristo non e' il cognome di
Gesu' il nazareno !, ma e' una funzione, un
comportamento determinato dall'azione
dell'unzione con l'olio sacro (speciale) che il
cervello secreta quando l'Essere e' in armonia
con la legge Universale dell'AmOr....e
come dicono i religiosi cristiani occorre
imparare e praticare l'AmOr
cristico.
Quando
trapassiamo (moriamo)
l'AmOr
Infinito chiedera' ad ognuno di noi: "quanto
hai Amato, indipendentemente dal modo di
pensare religioso, filosofico, ateistico,
partitico, settario, ecc." ?...ecco l'unico
metro di giudizio esistente nell'INFINITA' !
Battetevi
con ardore sociale per ottenere Salute
Vera, Giustizia Giusta, Lavoro
Onesto e questo per TUTTI.
Uscite
dallo stato di “Robot”, psico
dipendenti dalle varie idee religiose o
schiavi degli stati (matrix), per
divenire esseri Spirituali, auto programmati che
vivono l'AmOr
Infinito.
L'uomo ha come compito iniziale di capire
chi e' da dove
viene e dove va...nell'INFINITA'....e per arrivare a
cio' fa esperienza vede, sente, tocca, ama, vive,
fino a
quando comprende la verita' su quelle domande, e da
allora PARTECIPA nel ed al
progetto Vita all'INFINITO....
che e' l'atto di
Amore piu' grande che si possa concepire, questo e'
l'UNICO scopo della Vita Terrestre.....manifestare
l'INFINITO nell'INFINITA' del tempo e dello spazio, negli
infiniti
possibili Universi....e Tutto cio' e' semplicemente
MERAVIGLIOSO, alla faccia di mediatori, santi, madonne,
gesu' cristi, preti, pastori, guru, rabbini, preti,
iman...partiti, psicologi, psichiatri, ecc. !
Ci siamo solo NOI e l'INFINITO che noi rappresentiamo
nel tempo presente e nel qui ora (consapevolmente o
meno)....per raggiungere quelle consapevolezze e per
iniziare anche noi a creare Universi nell'INFINITA' !
…
fare altri ghirigori intellettuali, sono solo degli
schemi mentali, perdite di tempo che generano divisioni
fra gli uomini !
vedi:
Energia=Informazione=sostanza
+
INFORMAZIONE, CAMPO UNIVERSALE e SOSTANZA - Campi
MORFOGENETICI
+
Cosmologia
e Cosmogonia
+
Definizione di Atomo
+
Vuoto
QUANTOMECCANICO Intelligente ? +
Il
Big Bang NON esiste
+
Il tachione di Dio
+
Teoria dei Gradienti e delle Onde Portanti
Buchi neri dell'Universo simili a quelli atomici -
vedi PDF studio-ricerca di fisici
 |
Sintesi:
In
altre parole, cio' significa che l’INFINITO
si specchia nel in-Finito, per avere percezione di
Sé e degli altri tendenti all’Infinito Sé; Essi per definirsi si
pongono nel Limite, per potersi sentire Vivi, Essenti e Partecipanti e per
comprendere l'INFINITO, all'Infinito. !
Inoltre, la parola “INFINITO”
nei suoi vari significati etimologici, ha la verità inscritta nella parola
stessa - dal dizionario di italiano:....ciò
che non ha limite..., ma ciò che si trova nelle sue variegate forme
(scritte e sonore) nelle lingue antiche latino e greco, aggiunge altre
definizioni utili per meglio comprendere questa “potente” parola: vedi
dal latino = “in-finitus” (in, negazione
di finitus), in greco è “apériron” e “aparé-phatos”, che sono
divenute le radici della parola italiana “apparire”, ma introduce
anche il concetto del “fato” = destino = anche phatologia-patologia =
malattia;
il "Phatos=fato", ciò che è stato annunziato,
pre-destinato, ma che con un aggiunta di una “t” diviene “il
fatto”, ciò che è fatto e quindi il fare, agire, creare.....e quindi
il “fati-care”.
Ancor più,
la parola latina “fatum”, deriva da “fari” che in italiano è un
punto emanante luce, il faro, quindi energia, luce = in-for-mazione...........
Di
INFINITO ve ne è
UNO SOLO,
l'Infinito stesso, che può manifestarsi
SOLO nelle sue tendenti infinite parzialità-relativita' (Universi
e singole Entita') e
non nella sua UNICA Assolutezza; quindi l'INFINITO
(padre) è
Inconoscibile fin tanto che non si
manifesta nel Finito (il figlio), egli è ...... l'Immanifesto reso manifesto ! quindi
anche questo
Universo
o gli altri tendenti Infiniti Universi, sono parti integranti dell'InFinito, il quale
manifesta le sue matrici di Infinità sempre in modo relativo, parziale, perché
possano essere rese
visibili, concretizzate, quindi conoscibili; ciò significa che l'InMANIfesto (ciò che
non è visibile, non manifesto) si MANIfesta solo in questo modo per essere
ri-conosciuto da qualsiasi Essente.
L'INFINITO è formato da due concetti
inscritti nella stessa parola "Infinito": Infinito = il senza limite e lo
inFinito = il Finito (in) dentro nell'Infinito, quindi l'UniVerso è uno dei contenuti
relativi dell'Infinito; anche tutti gli esseri Viventi sono dei contenuti relativi
dellInfinito, essi sono
Campi PsicoEnergoBiofisici
relativi ed individualizzati che
tendono a vivere allInfinito, utilizzando e fabbricando dei corpi fisici, (nel
nostro caso sulla Terra, la "Forma Uomo" o quella dei Viventi in
genere) costruiti con il tipo di
"materia" (energia) necessaria a seconda del livello e tipo di manifestazione nella quale
debbono o vogliono apparire.
Per la forma Umana, aumentare il proprio potere informazionale
(Negentropia - entropia negativa e/o
Sintropia) e quindi quello del proprio Campo (CEI) nel Giusto, nella
Coerenza, nellOrdine e nella Bellezza dellAmOR, secondo il Sacro Principio
"è meglio fare meglio", significa essere CoerEnti con le
Leggi di questo
Universo e ciò è quindi, l’Unico e Sacro scopo della
Vita, rendersi
consapevoli
ed essere
YAOUE, lo
Akkad.
L'INFINITO E'...NON e'
mai nato e mai finira', per intrinseca proprieta'
funzionale...!
IO SONO,
Tu SEI, Egli e', NOI siamo, Voi siete, Essi sono, …..questa
e' l'unica realta', e per di piu’ NOI TUTTI, siamo un buco
sul e dell'INFINITO, siamo Entita' – Essenze incarnate,
eterne ed immortali alla faccia dei vari religiosi,
mediatori, spacciatori di falsita': profeti, messaggeri,
salvatori, gesu-cristi, madonne, preti, pastori, iman,
rabbini, guru....ecc. !
Conclusione: il
dio o gli
dei dei religiosi quindi NON esistono !
….. esiste solo l'INFINITO nell'Infinita' con tutti i
suoi Punti-Enti-mEnti,
di osservazione = TUTTI i VIVENTI !
Questo video vi aprira'
gli occhi per vedere la realta' anche da un'altro punto di vista
Michio Kaku assicura di avere scoperto la prova
scientifica che
Dio esiste - 23/03/2014
Uno degli scienziati più rispettati dichiara di aver trovato
la prova dell’azione di una forza che ”governa tutto”. Il
noto Fisico teorico Michio Kaku ha affermato di aver creato
una teoria che potrebbe comprovare l’esistenza di Dio.
L’informazione ha creato molto scalpore nella comunità
scientifica perché Kaku è considerato uno degli scienziati
più importanti dei nostri tempi , uno dei creatori e degli
sviluppatori della rivoluzionaria teoria delle stringhe ed
è quindi molto rispettato in tutto il mondo.
Per raggiungere le sue conclusioni, il fisico ha utilizzato
un “semi – radio primitivo di
tachioni” (particelle teoriche
che sono in grado di ”decollare” la materia dell’UniVerso o
il contatto di vuoto con lei, lasciando tutto libero dalle
influenze dell’universo intorno a loro), nuova tecnologia
creata nel 2005.
Anche se la tecnologia per raggiungere le vere particelle di
tachioni è ben lontano dall’essere una realtà, il semi-radio ha alcune proprietà di queste particelle teoriche, che
sono in grado di creare l’effetto del reale tachyon in una
scala subatomica.
Secondo Michio, viviamo in un ”Matrix”: “Sono arrivato alla
conclusione che ci troviamo in un mondo fatto di regole
create da un’intelligenza, non molto diverso del suo
videogioco preferito, ovviamente, più complesso e
impensabile.
Analizzando il comportamento della materia a scala
subatomica, colpiti dalle primitive tachioni semi-radio,
un piccolo punto nello spazio per la prima volta nella
storia, totalmente libero da ogni influenza dell’universo,
la materia, la forza o la legge, è percepito il caos
assoluto in forma inedita.
“Credetemi, tutto quello che fino a oggi abbiamo chiamato
"caso", non avrà alcun significato. Per me è chiaro che siamo
in un piano governato da
regole create e non determinate
dalle possibilità universali, Dio è un gran matematico.” ha
detto lo scienziato.
“I cieli narrano la gloria di Dio, e il firmamento mostra
la sua opera”. (Salmo 19:01 )
Tratto da: evidenzaliena
Video in spagnolo dello scienziato:
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