Scienza
- L'Universo è come una
matrioska
Lo afferma il padre della teoria frattale Luciano Petronero (ANSA)-
ERICE, 15 Dic. 2004
L'Universo potrebbe essere una 'matrioska' dove le
galassie sono all'interno di strutture piu' estese, di diverse dimensioni
ma uguali forme.
Dunque non un Universo omogeneo ma 'frattale', un termine utilizzato dagli
astrofisici per indicare questa caratteristica. Lo ha annunciato, il padre
della teoria dell'Universo frattale, il fisico Luciano Pietronero.
'A
rafforzare l'ipotesi che la distribuzione della materia nel Cosmo sia
disomogenea - spiega Pietronero - sono i risultati del progetto Sloan.
http://www.ansa.it/main/notizie/awnplus/scienza/news/2004-12-15_3511174.html
https://it.businessinsider.com/che-forma-ha-luniverso-si-pensava-fosse-piatto-invece-sarebbe-una-sfera-e-questo-ha-implicazioni-clamorose-1-non-e-infinito/
Vedi questo sito gestito dalla
scienziata italiana Giuliana Conforti, che contiene
tanti articoli molto INTERESSANTI:
https://www.giulianaconforto.it/post/9706
La notizia apparsa
sul
New Scientist Magazine a fine settembre attesta che
non c'è più alcun dubbio, nuove prove matematiche
spazzano via le ultime obiezioni
in merito alla realtà di molti
UniVersi
o mondi paralleli definita da alcuni: ripugnante per il
senso comune - Luglio 2010
Il Dr Deutch, sempre di Oxford, aveva già dimostrato
matematicamente che la struttura simile ad un cespuglio
dagli innumerevoli rami creata dall'universo che si
separa in altrettante versioni parallele di se stesso
può spiegare al meglio la natura probabilistica del
risultato quantistico.
Questa dimostrazione finora
attaccata ha trovato conferma rigorosa grazie a David
Wallace e Simon Saunders che hanno dichiarato: "Abbiamo
chiarito gli ultimi punti oscuri e siamo giunti ad un
ben chiaro verdetto che ci porta ad affermare con
autorevolezza che il lavoro di Everett funziona".
Secondo l'audace osservazione di Everett infatti
l'UniVerso è in costante ed eterna divisione, quindi non
c'è nessun collasso d'onda (o di realtà) bensì ogni
possibile risultato a seguito di una misurazione
sperimentale accade in un diverso universo parallelo.
Ogni volta che c'è un evento a livello quantistico - il
decadimento di un atomo radioattivo - per esempio, o una
particella di luce che avvolge la retina - si suppone
che l'UniVerso si divida in tanti
UniVersi o mondi
differenti.
A questo proposito Scienza e Conoscenza N°
18 ha intervistato l'estate scorsa Lev Vaidman, una
delle autorità mondiali del settore.
Da allora, le
ultime scoperte sembrano sottrarre completamente la
teoria dei "molti mondi" dalla sfera metafisica per
farla entrare a tutti gli effetti tra i più importanti
sviluppi del mondo della scienza.
Per il linguaggio, anche per il più poetico, è difficile
spiegare un paradosso, per un'equazione matematica no.
Chi si ricorda il film Sliding doors ?
Un rompicapo
fantasioso ? Non si direbbe. Secondo la matematica
quantistica sembra facilmente inscrivibile in
un'equazione, tra le più scientifiche.
Questa intervista ci permette candidamente di scivolare
nella sobrietà e eleganza matematiche dei molti mondi,
verso un'interpretazione della meccanica dei quanti
degna di una pellicola hollywoodiana. E, di una scuola
scientifica, tra le più ortodosse.
Provate ad immaginare: vi trovate di fronte a una scelta
da compiere e qualcosa, magari una telefonata o un
ingorgo stradale, interviene a farvi intraprendere una
strada piuttosto che un'altra. Immaginate che in quel
preciso momento il vostro mondo si divida in due, uno
stesso passato e due futuri, chissà anche molto diversi.
Immaginate che questo capiti molte e molte volte e che
una miriade di mondi popolino il nostro
UniVerso.
Ricorda molto la trama di un film, ma questa è la
conseguenza esperienziale di una rigorosa teoria
matematica, la Teoria dei Molti Mondi, appunto.
Si
tratta di un'interpretazione della meccanica quantistica
di cui il fisico israeliano di fama internazionale Lev
Vaidman, che abbiamo intervistato durante un suo
soggiorno in Italia, è uno dei più importanti
sostenitori. Con lui abbiamo parlato dell'origine e
degli sviluppi, della forza e delle debolezze di una
teoria che riesce a conservare il formalismo originario
della fisica dei quanti eliminando il più problematico
dei suoi postulati: il collasso d'onda.
SeC: La Teoria dei Molti Mondi non è nuova, il primo a
introdurla fu
Hugh Everett nel 1957. Ma la sua
popolarità tra i fisici sta crescendo solo di recente.
Forse è bene ricordare ai lettori di cosa parliamo.
Cosa si intende con Many-Worlds Interpretation (MWI) ?
Lev Vaidman: Si intende una teoria fisica, in grado di
dare spiegazione della nostra esperienza con un
formalismo matematico molto "economico" ed elegante, che
non cambia le leggi di base della meccanica quantistica.
L'idea che sta alla base è quella dell'esistenza di
miriadi di mondi nell'Universo in aggiunta al mondo che
percepiamo. Questi mondi prendono inizio ogni volta che
avviene un esperimento quantistico, in un laboratorio di
fisica come nella vita di tutti i giorni.
L'esperimento,
ad esempio lo sfarfallio incerto di una luce al neon, ha
diversi risultati possibili, la cui probabilità si dice
non-zero.
Noi ci accorgiamo unicamente del verificarsi
di uno dei risultati possibili, quello che si avvera nel
mondo che osserviamo (la luce si accende in un
determinato momento), ma secondo la MWI tutti i
risultati possibili si realizzano, ognuno in un mondo
differente. In tal senso questa interpretazione della
meccanica quantistica si può dividere in due parti: una
teoria matematica rigorosa e una spiegazione delle
nostre esperienze alla luce di questa teoria e in
correlazione con il concetto di stato quantico
dell'Universo, ossia della funzione d'onda che lo
descrive.
Perciò è dalla teoria matematica che prende le mosse
l'interpretazione dei Molti Mondi. Lei la definisce una
teoria estremamente economica ed elegante.
Da che cosa è nata l'esigenza di un nuovo formalismo
matematico ?
Lev Vaidman: E' importante comprendere il fatto che il
formalismo della meccanica quantistica, le equazioni
quantistiche, danno una rappresentazione della realtà
che corrisponde a quella dei molti mondi. Una realtà
nella quale in un esperimento quantistico tutti i
risultati possibili si avverano.
Questo è stato chiaro fin dagli inizi della fisica dei
quanti, ma l'idea è sempre stata considerata tanto
assurda e in palese contraddizione con l'osservazione
sperimentale da pretendere l'introduzione del postulato
del collasso: l'esito di un esperimento quantistico non
è determinato dalle condizioni iniziali dell'Universo
prima dell'esperimento, ma solo le probabilità sono
governate dallo stato iniziale. Ecco "spiegato" il
perché osserviamo l'avverarsi di uno solo dei risultati
possibili.
Nel corso degli anni i fisici sono stati,
però, molto scontenti di questo postulato e hanno
provato a risolvere il problema modificando oppure
aggiungendo qualcosa alla meccanica quantistica
(definendo il collasso come un effetto casuale genuino,
o introducendo l'ontologia delle traiettorie della
particella bohmiana).
Dal mio punto di vista questi
tentativi non hanno avuto molto successo. Al contrario
la teoria dei Molti Mondi si presenta come una proposta
per rimanere fedeli alla meccanica quantistica, così
come è nata originariamente senza bisogno del postulato
del collasso, e quindi consente di ammettere le
conseguenze filosofiche di questa teoria, ossia che ci
siano mondi paralleli in ognuno dei quali si avvera uno
e uno solo dei possibili risultati di un esperimento
quantistico. Non ci sono evidenze sperimentali in favore
della teoria del collasso e contro la teoria dei Molti
Mondi. La MWI è una teoria deterministica per un
universo fisico e spiega perché il (o, meglio, un) mondo
appare non deterministico agli osservatori umani.
vedi: Cosmologia
Cosmogonia + PFD:
Universo e la
teoria delle stringhe
Buchi neri dell'Universo simili a quelli atomici -
vedi PDF studio-ricerca di fisici
In base a che cosa si crea un nuovo mondo ? Ossia,
qualsiasi possibilità si trasforma in un mondo e quindi
si realizza ?
Lev Vaidman: Non tutti i mondi che si possono immaginare
esistono. Quando si costruisce un esperimento
quantistico c'è una probabilità non-zero che ci sia un
insieme di risultati. Quello che sappiamo è che ci sarà
una separazione in un numero di mondi pari al numero di
possibili esiti che vengono associati a questo
esperimento. Per proseguire nell'esempio di prima, potrà
accadere che io sia condizionato da una luce al neon
rotta che si accende e si spegne, e questo evento potrà
cambiare o ritardare una mia scelta. Questo è un evento
quantistico e provocherà una separazione e la nascita di
mondi distinti.
Perché avvenga questa separazione
abbiamo bisogno di una situazione fisica particolare che
ne sia causa.
La meccanica quantistica ci assicura che
ci sono un certo numero di esiti per un esperimento, ma
non ci assicura del fatto che io sia sufficientemente
forte o sufficientemente convinto di dare atto a
qualcosa, pur se nell'esperimento i diversi esiti sono
previsti. Se non sono sicuro di poter dividere il mio
mondo in due strade distinte, probabilmente io non darò
seguito all'esistenza di entrambe queste strade. Quello
che io non posso fare è fermare questo dispositivo
quantistico e gli esiti che può dare.
Si tratta senz'altro di comprendere un nuovo significato
dei termini fondamentali utilizzati per descrivere
l'Universo dal punto di vista della MWI. Cerchiamo di
capire più a fondo: che cos'è Un Mondo e dove si
collocano
i Molti Mondi ?
Lev Vaidman: La fisica descritta dall'equazione di
Schrödinger, che riassume il formalismo dei Molti Mondi,
dovrebbe mettere in connessione l'interpretazione
matematica con la nostra esperienza. Ma, in effetti, non
esiste un linguaggio adeguato ed è perciò necessario
aggiungere delle spiegazioni. Per definire Un Mondo
nella MWI si può far ricorso alla definizione basata sul
comune punto di vista condiviso dagli esseri umani: Un
Mondo è la totalità degli oggetti macroscopici in uno
stato definito, descritto classicamente.
Ciò, però, non implica che Un Mondo possa essere
descritto come "tutto ciò che esiste", perché "tutto ciò
che esiste" è l'Universo tridimensionale, il solo
Universo fisico che esiste. L'ontologia di questo
Universo in termini di meccanica quantistica è uno stato
quantistico. Viene frequentemente chiamato come funzione
d'onda quantistica e questa funzione d'onda quantistica
è lo spazio delle configurazioni. Lo spazio delle
configurazioni è la moltiplicazione dello spazio usuale
per molte variabili, molte particelle. Quindi c'è ancora
un significato per il nostro spazio normale
tridimensionale, possiamo chiederci che cosa sta
succedendo in una particolare area, in un
particolare spazio.
Ma siccome ugualmente le particelle
che ci sono in questa zona possono essere intrecciate, entangled, con le particelle di un'altra zona, dunque
non ci potrà essere una descrizione di una particolare
area in termini di stato puro quantistico.
Per la fisica la località è molto importante. Se tu fai
qualcosa in un posto, niente potrà cambiare in un altro.
Questo è a livello dell'universo fisico.
Questi mondi di
fatto sono una particolare decomposizione della funzione
d'onda dell'Universo.
Non sono locali perché sono
presenti dappertutto. Dove si collocano i Molti Mondi ?
Stanno tutti nel nostro spazio tridimensionale e vivono
in parallelo. Ogni parte della funzione d'onda sente
tutto lo spazio. E ce ne sono alcuni che tra loro sono
davvero molto differenti.
Quanto differenti ? Non posso trattenermi dal domandare
se in uno degli altri mondi io potrei essere
completamente diversa da quella che sono in questo
mondo.
Lev Vaidman: Ognuno di noi può esistere in un mondo e
non esistere in un altro e quindi presentarsi o meno
come osservatore di questo mondo.
Ci può essere un
particolare evento quantistico per il quale questo
osservatore viene creato mentre in un altro mondo non lo
sarà. Potrebbe essere un evento quantistico che cambia
il mio percorso da un punto a un altro. In uno di questi
mondi incontro una donna e metto al mondo dei figli,
mentre in un altro non lo faccio o lo faccio in un
momento molto posteriore. Quando, un osservatore compie
una qualsiasi misura abbiamo una divisione in due storie
diverse. Se possiamo inserire queste storie diverse
nella funzione d'onda più generale abbiamo, allora, più
mondi diversi. Di fatto un mondo è una particolare
storia. Mondi differenti corrispondono a storie
differenti.
Tutti gli oggetti possono trovarsi in posti differenti e
se sono nello stesso posto appartengono anche alla
stessa storia.
Non posso avere esperienza di questo, ma
posso crederlo. Se ricordo di aver fatto un particolare
esperimento quantistico, con la convinzione di fare un
esperimento con un certo esito ed un altro con un esito
diverso, io sono abbastanza sicuro che c'è un altro me
in un mondo parallelo. Questo mondo che osservo non è
più reale di un altro.
Che cosa vuole dire IO nell'ambito della MWI ? Come posso
ancora parlare della mia identità ?
Lev Vaidman: Nel linguaggio usuale io sono definito in
maniera molto precisa: io sono un oggetto macroscopico,
definito in un particolare momento di tempo, attraverso
una descrizione completa e classica dello stato del mio
corpo e del mio cervello.
Ma nell'interpretazione dei
Molti Mondi quello che io sono ora, tra qualche minuto,
quando farò l'esperimento quantistico, si dividerà in
due IO, che avranno in comune solo il ricordo di quel
momento e del prima, non il futuro.
Ora che senso ha
dire che ci sarà un altro
IO o chiedersi quale dei due
IO mi apparterrà di più ? Già in questo momento ci sono
molti Lev in molti mondi diversi e neppure la loro somma
rappresenta il concetto di IO, benché io corrisponda a
tutti quei Lev.
E' chiaro che in quest'ottica si deve
abbracciare la critica al concetto di identità
personale.
Qual è in questa teoria il ruolo della dimensione
temporale ?
Lev Vaidman: Nella meccanica quantistica, il tempo è un
parametro, e si comporta senza proprietà particolari. E'
lo stesso tempo per questo grande
UniVerso fisico e per
ciascuna parte di questo
UniVerso rappresentato dai
Molti Mondi. Se voglio andare a una teoria fisica più
generale che tenga conto ad esempio della gravità
quantistica e comunque voglia rispondere anche ad altre
domande, in questo caso dovrei cambiare il mio
atteggiamento nei confronti del tempo.
Ma nel quadro
della meccanica quantistica e dell'interpretazione dei
Molti Mondi il tempo non è un problema.
Nella meccanica
quantistica c'è un tempo che va da meno infinito a più
infinito, ed è rilevante per la funzione d'onda
associata a tutto l'Universo. La funzione d'onda è
decomposta, secondo un certo criterio, in tanti rami che
corrispondono ai diversi mondi.
E quindi quello che
succede col tempo è che alcuni di questi rami si
dividono ulteriormente. Ci saranno pertanto alcuni mondi
che nascono in un particolare momento e che non esistono
in un altro momento. Il collasso è una separazione di
mondi.
Nel momento del collasso ciascuno di questi mondi
inizia la sua evoluzione a partire da quel momento.
Risulta difficile capire il peso delle nostre scelte in
un UniVerso in cui tutti i risultati possibili (o quasi)
accadono. Quale metro di valutazione resta per
indirizzare i nostri comportamenti ?
Lev Vaidman: In effetti ci si può domandare come
dovrebbe agire chi crede nella teoria dei Molti Mondi.
Di fatto in questa teoria il concetto di probabilità non
ha significato perché tutte le possibilità avvengono: si
tratta di una teoria deterministica, non c'è casualità
né ignoranza (i due elementi che definiscono la
probabilità).
Questo potrebbe portare ad un
comportamento del tutto irrazionale o all'incapacità di
compiere delle scelte. A mio parere la questione va
risolta introducendo il concetto di misura di esistenza.
In un qualsivoglia esperimento quantistico, pur nella
convinzione che tutti i risultati si verificheranno, si
può definire l'incidenza di un risultato rispetto a
quella di un altro. Un risultato con una maggiore
incidenza corrisponderà ad un mondo con una maggiore
misura di esistenza.
Abbiamo già detto che io sono strettamente legato a
tutti i miei "successori" che si divideranno a seguito
di un esperimento quantistico.
Questo vuol dire che dovrò preoccuparmi della sorte che
toccherà a tutti i Lev dei mondi che si creeranno
proporzionalmente alla loro misura di esistenza.
Cercherò di favorire il mondo con misura di esistenza
più grande, senza però dimenticarmi dei mondi meno
importanti.
Non si torna così a reintrodurre di fatto il concetto di
probabilità ?
Lev Vaidman: C'è una seria difficoltà con il concetto di
probabilità nel contesto della MWI. In una teoria
deterministica, quale è la MWI, il solo possibile
significato di probabilità è una probabilità di
ignoranza, ma non ci sono informazioni rilevanti delle
quali un osservatore che si sta accingendo a fare un
esperimento quantistico sia ignorante. Non ha senso
domandare quale probabilità ci sia che il risultato sia
A o B, perché io corrisponderò ad entrambi i Lev:
quello che osserva il risultato A e quello che osserva
il risultato B. Ho tentato di risolvere il problema
costruendo una probabilità di ignoranza nel quadro
della MWI.
I mondi che si creano a seguito di un
esperimento quantistico, si formano prima che
l'osservatore si accorga del risultato.
Ciò diventa più
comprensibile nel caso in cui all'osservatore venga
dato un sonnifero immediatamente prima dell'esperimento.
Quando si sveglia certamente l'osservatore si troverà
di fronte al risultato A o al risultato B, ma prima di
aprire gli occhi sarà ignorante riguardo a questo fatto
nel momento in cui gli viene posta la domanda. Ora la
"probabilità" di un risultato di un esperimento
quantistico è proporzionale al totale delle misure di
esistenza di tutti i mondi che si realizzano.
Così posso
definire la probabilità di un risultato di un
esperimento quantistico, che deve essere ancora fatto,
come la probabilità di ignoranza del successore di Lev
riguardo all'essere in un mondo con un particolare
risultato. L'argomento del sonnifero non riduce la
probabilità di un risultato di un esperimento
quantistico al concetto usuale di probabilità del
contesto classico.
La situazione quantistica è
fondamentalmente differente. L'argomento semplicemente
spiega il principio di comportamento al quale uno
sperimentatore si deve affidare: agire come se ci fosse
una certa probabilità per risultati diversi.
Dal
momento che, come si è detto, lo sperimentatore è
strettamente legato a tutti i suoi successori e, tutti
loro vivranno come rilevante ogni risultato della
scelta dello sperimentatore.
Esiste la possibilità di un collegamento tra i Molti
Mondi ? E qualora fosse possibile si tratterebbe di una
connessione locale o non-locale ?
Lev Vaidman: Per le situazioni pratiche i mondi, dal
punto di vista macroscopico, sono mondi diversi e
quindi evolveranno separatamente. Solo teoricamente è
possibile costruire un esperimento gedanken in cui
riunire i mondi.
Per farlo sarebbe necessario causare
un'ulteriore divisione tra questi mondi. Poniamo di
avere i mondi A e B. Dovremmo dividere il mondo A in C
e D e dividere il mondo B in C e in un qualsiasi altro
mondo. Almeno un mondo dovrebbe essere comune.
Allora i
due mondi separati potrebbero fare interferenza. Il
problema è che, però, nel caso degli oggetti
macroscopici separati è estremamente difficile, per non
dire attualmente impossibile, farli interferire. Se
abbiamo avuto successo fino ad oggi a stabilire
interferenza, ciò è stato possibile solo con molecole
che sono composte al massimo da 70 atomi.
Un corpo
macroscopico ha 1020 atomi. Comunque ipotizzando di
poter fare interferire due oggetti macroscopici,
bisogna ricordare che il singolo mondo è un concetto
non locale, mentre l'Universo è locale. Avremmo bisogno
di portare un oggetto macroscopico in un punto comune
in ciascuno dei due mondi. Proprio qui dovrebbe avvenire
l'ulteriore separazione.
Ciascun atomo, e molecola, dei
due oggetti macroscopici dei due mondi dovrebbe
mantenere la stessa posizione.
Questo processo
avverrebbe in tutta la zona in cui l'oggetto esiste e
quindi anche localmente tutti i punti dovrebbero essere
uguali. Quando si dividono due mondi dal punto di vista
dell'UniVerso c'è un forte effetto
entanglement, perché
tutte le particelle che erano presenti nello stesso
punto, sono ora separate.
Tutte le particelle del corpo
sono "intrecciate" (entangled) alle loro corrispondenti
e noi abbiamo bisogno di separarle nuovamente.
Questo entanglement deve essere distrutto almeno in un ramo per
tornare allo stesso mondo, per creare interferenza tra
i mondi. Se voglio tornare ad un solo mondo devo
ripercorrere il processo al contrario, attuando una
evoluzione che riporti i due mondi al punto iniziale.
Il suo approccio è senz'altro molto ortodosso e legato
alla forza del formalismo matematico, ma ugualmente si
spinge in regioni in cui il limite tra scienza e
filosofia è molto labile. Quale la relazione tra fisica
e metafisica ?
Lev Vaidman: In effetti ci muoviamo lungo questo limite.
La mia ricerca ha a che fare con la metafisica, che non
considero una brutta parola.
Quando ragioniamo in
termini di MWI, se pur descrivendo una realtà
apparentemente lontana dal nostro modo di vedere il
mondo, riusciamo a spiegare esperienze e paradossi che
altrimenti restano inspiegabili. E riusciamo a farlo
attraverso un formalismo matematico, il più economico ed
elegante possibile.
Tratto da: ufoplanet.ufoforum.it - Fonte Scienza &
Conoscenza n° 8
TEORIA delle
STRINGHE e MULTIVERSO
Michio Kaku assicura di avere scoperto la prova
scientifica che
Dio esiste - 23/03/2014
Uno degli scienziati più rispettati dichiara di aver trovato
la prova dell’azione di una forza che ”governa tutto”. Il
noto Fisico teorico Michio Kaku ha affermato di aver creato
una teoria che potrebbe comprovare l’esistenza di Dio.
L’informazione ha creato molto scalpore nella comunità
scientifica perché Kaku è considerato uno degli scienziati
più importanti dei nostri tempi , uno dei creatori e degli
sviluppatori della rivoluzionaria teoria delle stringhe ed
è quindi molto rispettato in tutto il mondo.
Per raggiungere le sue conclusioni, il fisico ha utilizzato
un “semi – radio primitivo di
tachioni” (particelle teoriche
che sono in grado di ”decollare” la materia dell’UniVerso o
il contatto di vuoto con lei, lasciando tutto libero dalle
influenze dell’universo intorno a loro), nuova tecnologia
creata nel 2005.
Anche se la tecnologia per raggiungere le vere particelle di
tachioni è ben lontano dall’essere una realtà, il semi-radio ha alcune proprietà di queste particelle teoriche, che
sono in grado di creare l’effetto del reale tachyon in una
scala subatomica.
Secondo Michio, viviamo in un ”Matrix”: “Sono arrivato alla
conclusione che ci troviamo in un mondo fatto di regole
create da un’intelligenza, non molto diverso del suo
videogioco preferito, ovviamente, più complesso e
impensabile.
Analizzando il comportamento della materia a scala
subatomica, colpiti dalle primitive tachioni semi-radio,
un piccolo punto nello spazio per la prima volta nella
storia, totalmente libero da ogni influenza dell’universo,
la materia, la forza o la legge, è percepito il caos
assoluto in forma inedita.
“Credetemi, tutto quello che fino a oggi abbiamo chiamato
"caso", non avrà alcun significato. Per me è chiaro che siamo
in un piano governato da
regole create e non determinate
dalle possibilità universali, Dio è un gran matematico.” ha
detto lo scienziato.
“I cieli narrano la gloria di Dio, e il firmamento mostra
la sua opera”. (Salmo 19:01 )
Tratto da: evidenzaliena
L'UniVerso
è un desiderio
Spirituale che diviene un sogno (Progetto
di Vita), creando un suono coerente informato,
omnipresente nell'Infinita'
che fa emanare dal
Vuotoquantomeccanico l'in-form-azione/energia (ciò che si
sta formando/con il movimento, la vibrazione), prodotta dal sogno stesso, che per mezzo
della
Cimatica muove, fa vibrare l'energia
informata,
emettendo suoni armoniosi e coerenti di informazione, e
creando, come un'orchestra, ed in contemporanea, i vari livelli della
Mater-Ia cosi informata - La salute e/o la malattia sono solamente
la coerenza o l'incoerenza di questo immutabile
processo.
Il cosmo prima del
Big Bang
Secondo una ricerca, le onde concentriche
scoperte nella
radiazione cosmica di fondo sarebbero una prova a
favore del modello "ciclico" dell'universo. Ma la teoria
resta minoritaria tra gli
astrofisici.
Un'infinita sequenza di universi che si "riciclano"
l'uno nell'altro, di cui il nostro non sarebbe che il
più recente.
Questa teoria, controcorrente rispetto al modello
cosmologico prevalente tra gli scienziati, avrebbe
ricevuto una prima conferma sperimentale, secondo uno
studio condotto da Roger Penrose, uno dei fisici
matematici più noti e controversi, assieme a Vahe
Gurzadyan dell'Istituto
di Fisica di Erevan, in Armenia.
Analizzando la radiazione cosmica di fondo, o CMB
(Cosmic Microwave Background, la radiazione
elettromagnetica residua del Big Bang che permea tutto
l'universo nello spettro delle microonde) Penrose e
Gurzadyan hanno notato degli "anelli", simili ai cerchi
concentrici generati da un sasso in uno stagno,
all'interno dei quali la temperatura è più uniforme che
nel resto della CMB. L'ipotesi degli studiosi è che
siano le tracce delle collisioni tra
buchi neri avvenute in un
universo precedente.
Quando due buchi neri
si scontrano, emettono onde di energia dette
onde gravitazionali, tanto più numerose e potenti
quanto più massicci sono i buchi neri. Le onde
gravitazionali distorcono la trama dello spazio tempo e,
secondo Penrose e Gurzadyan, lasciano traccia del loro
passaggio in forma di anelli concentrici. Quelli
scoperti nella radiazione cosmica di fondo sarebbero
quindi "sopravvissuti" dell'universo precedente,
finestre che, scrivono gli autori, ci permetterebbero
"di sbirciare al di là del Big Bang".
Come facciano queste onde a sopravvivere a un Big Bang
appare poco chiaro anche ad astrofisici affermati.
"Questa parte mi lascia perplesso", dice ad esempio
James Zibin, della
University
of British Columbia, in Canada. "Mi sembra bizzarro
che gli effetti di queste onde possano sopravvivere a
tutte queste transizioni. È uno dei tanti dettagli
ancora da chiarire".
Il
riciclaggio degli universi
Lo studio, pubblicato su
arXiv.org,
il prestigioso archivio di articoli scientifici non
ancora sottoposti a revisione gestito dalla Cornell
University, è un nuovo tassello del modello di universo
ciclico che Penrose sta sviluppando da diversi anni.
Secondo questa teoria, prima del Big Bang da cui è nato
il nostro universo ce n'è stato almeno un altro, che ha
dato vita a un universo precedente.
E prima ancora,
sostiene Penrose, potrebbero essere esistiti
innumerevoli altri universi.
Ogni ciclo dell'universo - Penrose li chiama "eoni"
- ha una durata di lunghezza inimmaginabile, molto più
dei 13, 7 miliardi di anni che si calcola siano l'età
dell'universo corrente. All'inizio di ciascun eone c'è
un Big Bang; poi, nel corso del tempo, l'universo appena
nato si evolve, da un magma informe di particelle
omogenee a un insieme di strutture sempre più complesse:
galassie, stelle, pianeti, forme di vita.
Contemporaneamente l'universo si espande a una velocità
sempre maggiore, probabilmente per l'effetto della
misteriosa energia oscura che causa anche l'espansione
accelerata del nostro universo. Inevitabilmente, tutta
la materia viene fagocitata da buchi neri supermassicci
annidati nel cuore delle galassie più grandi, come la
nostra Via Lattea.
I buchi neri crescono,
scontrandosi e fondendosi tra loro. Secondo la teoria,
le onde gravitazionali create da queste collisioni hanno
lasciato tracce in forma di cerchi nella radiazione
cosmica di fondo. Alla fine questi buchi neri giganti
consumano tutta la materia a disposizione. Cosa accade
allora ?
Secondo la teoria esposta da Stephen Hawking nel
1970, quando i buchi neri smettono di fagocitare materia
cominciano a "evaporare", perdendo massa sotto forma di
radiazioni. Dunque, passati molti miliardi di anni,
l'universo tornerebbe a essere un mare di particelle
uniformi.
A questo punto, ipotizza Penrose, l'universo subisce
un'ulteriore trasformazione, contraendosi in un punto di
dimensioni infinitesimali, condizione per il verificarsi
di un nuovo Big Bang.
Insomma "tutto quello che era grande diventa piccolo, e
tutto quel che era freddo diventa caldo", riassume Amir
Hajian, astrofisico del Canadian Institute for
Theoretical Astrophysics di Toronto. "Così, il vecchio
Universo, che era grande e freddo, ritorna denso e
caldissimo".
Tuttavia, Penrose e Gurzadyan non spiegano come avvenga
questa trasformazione. Questo e altri aspetti del
modello devono essere chiariti, sostiene Hajian,
coautore di uno dei tre articoli indipendenti, anch'essi
pubblicati su arXiv.org, che contestano le conclusioni
della ricerca. "Sulla carta funziona, ma mancano ancora
parecchi dettagli e previsioni quantitative", dice.
Interpretazioni diverse
Nessuno, comunque, mette in dubbio l'esistenza degli
anelli nella radiazione cosmica di fondo. "Abbiamo
confermato che ci sono", spiega Zibin, anch'egli
coautore di un articolo che respinge le conclusioni di
Penrose e Gurzadyan. "Abbiamo identificato con esattezza
i segnali che hanno descritto. Non siamo d'accordo solo
sull'interpretazione di quei segnali".
Tutti e tre gli articoli "contestatari" notano che il
modello ciclico di Penrose non prevede il fenomeno
dell'inflazione.
La
teoria inflazionistica, secondo la
quale l'universo appena nato attraversò una fase di iperespansione, spiega come l'universo stesso abbia
raggiunto forma e dimensioni attuali, risolvendo una
serie di incongruenze dell'originaria teoria del
Big Bang emerse anche grazie allo studio della radiazione
cosmica di fondo.
Ad esempio, visto sulla scala degli ammassi di galassie,
il nostro universo appare omogeneo, con diverse regioni
che essenzialmente si somigliano.
La teoria
dell'inflazione spiega questa uniformità, perché l'iperespansione
avrebbe "sciolto" le aggregazioni di materia.
Tuttavia, secondo Penrose, se prima del nostro universo
ne è esistito un altro che, proprio come il nostro, si
espandeva a una velocità accelerata, presupporre
l'inflazione non è più necessario. "Sarebbe stata
l'espansione accelerata avvenuta nell'eone precedente a
rendere uniforme l'universo", spiega Zibin: "nel modello
di Penrose, questa teoria prende il posto
dell'inflazione".
Gli
articoli alternativi a Penrose presentano una serie di
modelli realizzati al computer che simulano radiazioni
cosmiche di fondo simili a quella visibile nel nostro
universo, e basati sulla teoria inflazionistica. A
differenza di quanto sostiene Penrose, però, anche in
questi modelli appaiono le onde concentriche. "Per
sostenere che la sua teoria è migliore di quella
inflazionistica, Penrose deve trovare un altro 'marchio
di fabbrica' che la distingua", afferma Zibin.
Haijan concorda: "Gli anelli non
sono per nulla anomali. Anzi, sono perfettamente
normali, e i nostri modelli mostrano che possono
verificarsi in un universo coerente con la teoria
inflazionistica".
Invece della prova dell'esistenza di universi
precedenti, aggiunge Zibin, gli anelli potrebbero essere
una sorta di illusione ottica creata da variazioni
naturali della radiazione cosmica di fondo. "Più studi
la radiazione di fondo, più cose puoi trovarci",
sostiene. "È una delle lezioni che possiamo trarre da
questa vicenda".
Fonte:
http://www.nationalgeographic.it - Tratto da:
antikitera.net
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E SE VI FOSSE un UNIVERSO PARALLELO COMPLETAMENTE
OPPOSTO al NOSTRO ?
Lo ha affermato, in una intervista apparsa sul sito
internet di Gizmodo,
Jean-Pierre Petit scienziato francese specializzato
in meccanica dei fluidi, ex direttore di ricerca al CNRS
francese, il quale lavora da anni su una "teoria della
bi-gravità", che si basa sull'ipotesi di una struttura
dove l'Universo, denominato "Giano", possiede "una parte
anteriore e una posteriore". Nel "retro" di questo
"Universo Giano", al passaggio, il tempo scorrerebbe
all'indietro.
Gizmodo.fr: Più di
quarant'anni dopo Sakharov, l'ipotesi di un universo
parallelo ma temporalmente inverso riemerge a galla.
Perché c'è più enfasi oggi che negli anni sessanta del
Ventesimo secolo ?
JJP: Nel corso del 2011 gli astrofisici Saul Permutter,
Adam Riess e Brian Schmidt hanno ricevuto il premio
Nobel per aver dimostrato che l'espansione
dell'Universo, invece di rallentare, accelera. Ma questa
osservazione solleva una domanda imbarazzante poiché
questa accelerazione poggierebbe allora su una "energia
oscura", che rappresenta il 70 percento del contenuto
dell'Universo, ma nessuno può definire la natura e la
composizione. La sola teoria in lizza, attualmente,
consiste di attribuire questa accelerazione alla
"costante cosmologica" che è presente nell'equazione di
Einstein e che tutti gli scienziati, fino ad allora,
erano d'accordo nel pensare che fosse...nulla !
La Teoria dei Gruppi Dinamici (J.M.Souriau, B.Kostant,
A.Kirillov, anni settanta del secolo scorso) conduce,
tuttavia, a legare l'inversione della massa
all'inversione...del tempo. Possiamo quindi considerare
l'Universo come una varietà M4, a quattro dimensioni,
dotato di due parametri, che sono soluzioni di un
sistema di due equazioni di campo congiunte. Possiamo
quindi costruire una soluzione esatta, instabile, dove
questo sistema dimostra che le specie di massa positiva
(noi) accelerano.
Gizmodo.fr: La sua teoria
rimette in discussione le equazioni di Einstein ?
JPP: Come fece Albert Einstein nel 1917 con una unica
equazione di campo (E=mc2), io sostengo ugualmente un
ritorno al "tutto geometrico". Ma presento un sistema di
due equazioni, congiunte. Per rappresentarle, possiamo
immaginare un Universo dotato di una parte anteriore,
dove circolano le particelle che noi conosciamo, e uno
"posteriore", dove circola ciò che gli scienziati
chiamano "energia oscura", che è composta da una materia
negativa fatta di protoni, di neutroni e elettroni, di
massa e di energia. Il sistema di due equazioni che ho
introdotto riflette semplicemente una interazione tra la
parte anteriore dell'Universo e il suo lato posteriore,
che raggiunge anche le idee espresse da Sakharov nel
1967. Vi invito a visitare il mio sito internet per
meglio comprendere i miei lavori.
Gizmodo.fr: Le idee di
Galileo o di Copernico non ricevettero un'accoglienza
molto favorevole da parte dei loro contemporanei. Vi
attendete un qualcosa di simile per questa teoria ?
JPP: Il mio interesse per gli UFO mi ha fatto un
emarginato e molti astrofisici respingono i miei lavori
senza nemmeno preoccuparsi di leggerli. Ma dopo una
cinquantina di tentativi infruttuosi di numerose
riviste, Astrophysics and Space Science, e Modern
Physics letters A, pubblicazioni di alto livello hanno
deciso di pubblicare due miei articoli su questo mondo "bimetrico".
Le cose si evolvono lentamente e attraverso il mio sito
internet, posso diffondere direttamente i miei lavori al
grande pubblico. Una possibilità che purtroppo non
avevano Galileo o Copernico.
Gizmodo.fr: Si questa teoria
fosse confermata, potrebbe essa semplificare i viaggi
interstellari ?
JPP: Essa è a mio avviso la chiave. Concetti come buchi
neri, wormholes o, più recentemente, il "motore a
curvatura" hanno incontrato un certo successo tra il
grande pubblico, ma la mia teoria permetterà di prendere
in considerazione una nuova forma di viaggi
interstellari, di "invertire la massa" di un veicolo e
dei suoi occupanti, con termini compatibili con la vita
umana e, il passaggio, permetterà di spiegare i molti
aspetti degli avvistamenti di UFO... .
Gizmodo.fr: E se si parla di
questo nuovo spazio-tempo, potremmo anche ugualmente
immaginare di viaggiare....nel tempo ?
JPP: Non credo. Ci sarebbe semplicemente solo uno
spostamento temporale tra il tempo vissuto dai
passeggeri di una nave e quelli rimasti "sulla Terra".
Ma non è un qualcosa di eccezionale. Gli astronauti
della Stazione Spaziale Internazionale, a causa della
loro velocità e della Relatività Ristretta "invecchiano
meno di noi", di...qualche millisecondo. Questo Universo
è colmo di una infinità di misteri.
Tratto da: antikitera.net
vedi anche:
Energia=Informazione=sostanza
+
Big Bang fine della teoria
+
Universo
Elettrico 1 +
Universo
Mentale
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Cosmologia, Cosmogonia + Esperimento
Archiviato +
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è, cosa è, dov'è dio
?
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UNIVERSALE e SOSTANZA-Campi MORFOGENETICI
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