Quando è in crisi il desiderio di Lei
- vedi:
Menopausa - 1
Se nell’uomo il calo della libido e
le disfunzioni sessuali sono piuttosto
“visibili” nelle donne questi disturbi
non sono altrettanto evidenti, ma ciò
non significa che non ci siano, anzi. Un
crescente numero di donne accusa questo
problema, riconosciuto a livello medico
come disturbo da desiderio sessuale
ipoattivo (hypoactive sexual desire
disorder, HSDD); uno studio recente ha
dimostrato che quasi un terzo delle
donne tra i 18 e i 59 anni ha perso
interesse rispetto alla vita sessuale.
Ancora una volta, a differenza della
disfunzione erettile degli uomini, la
soluzione non è semplice: i più grossi
disturbi sessuali femminili derivano
dalla combinazione di fattori fisici e
mentali e non ci sono pillole o farmaci
risolutivi.
Libido in calo
La sessualità femminile è molto
complessa e presenta molte
sfaccettature, per esempio, non è
semplice dare una definizione e una
misura del disturbo da desiderio
sessuale ipoattivo. Secondo il manuale
diagnostico e statistico dei disturbi
mentali, DSM IV, consiste nella mancanza
di fantasie sessuali e di desiderio di
attività sessuale persistente o
ricorrente, nell'evitare volontariamente
il contatto genitale con un partner.
Durante i rapporti sessuali le donne
incontrano anche un disturbo
dell'eccitazione con incapacità di
raggiungere o di mantenere un'adeguata
risposta agli stimoli attraverso la
lubrificazione e la tumescenza durante
il rapporto. Misurare l’entità del
disturbo però è tutt’altro che semplice,
in quanto, dicono gli esperti, non
esiste un frequenza standard dei
rapporti sessuali o comportamenti che si
possono definire nella norma.
Il mondo in una stanza
E’ importante riconoscere che le
cose cambiano nel tempo, e che molto
spesso le donne pagano il prezzo degli
sbalzi ormonali, dello stress da lavoro
e delle relazioni difficili. Il calo del
desiderio sessuale coinvolge fattori
psicologici e rapporti interpersonali:
la nascita di un figlio,
l’insoddisfazione emotiva per la
relazione in corso o per le prestazioni
del partner, sono elementi che si
intromettono in modo negativo nella
sfera sessuale femminile.
Anche la fisiologia dà il suo
contributo, il picco di testosterone,
che influisce sulla spinta sessuale, è
massimo quando si hanno 20 anni, ma è
destinato a diminuire fino a un crollo
drammatico con la menopausa.
Inoltre, alcune condizioni patologiche,
come depressione, endometriosi, fibromi,
disfunzioni tiroidee, hanno un impatto
negativo sulla sessualità femminile sia
nel decorso sia nel trattamento, ma
anche l’assunzione di contraccettivi
orali o di antipertensivi condiziona il
desiderio sessuale.
Tratto da: dica33.it
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Menopausa: Calo del desiderio, un problema
di testa o di testosterone
?
Il disturbo da desiderio sessuale ipoattivo (HSDD
- Hypoactive Sexual Desire Disorder) è un
problema di cui non si parla, che rischia di
essere banalizzato, ma che coinvolge molte donne
che troppo spesso lo vivono in silenzio e con
sofferenza. Per affrontare questo problema nasce
il “Progetto Lei”, iniziativa tesa a informare e
sensibilizzare le donne con menopausa chirurgica
sulla patologia e il ruolo del testosterone che
è stata presentata in occasione del II Congresso
Mondiale Gender-Specific Medicine and Aging, in
corso a Roma.
Il calo del
desiderio sessuale può essere un sintomo della
menopausa in generale, in particolare nelle
donne in menopausa chirurgica. Altri sintomi
includono: disturbi del sonno, vampate, calo di
energia, cambiamenti di umore e problemi
urogenitali, anch’essi generalmente più severi
nelle donne in menopausa chirurgica.
Per capire quanto è importante il problema,
basti pensare che in Italia ci sono circa un
milione di donne in menopausa chirurgica. Nelle
donne in menopausa chirurgica, e cioè che
subiscono l’asportazione bilaterale delle ovaie
cui si associa o meno isterectomia (asportazione
dell’utero), si verifica un rapido calo dei
livelli del testosterone, l’ormone che svolge un
ruolo chiave nella regolazione del desiderio
sessuale femminile.
Infatti, il testosterone, ormone maschile per
antonomasia, è naturalmente presente anche
nell’organismo femminile. Il testosterone,
prodotto per il 50 per cento dalle ovaie e per
il 50 per cento dalle ghiandole surrenali,
svolge una funzione chiave nella regolazione del
desiderio sessuale femminile. Con la rimozione
chirurgica dell’utero e di entrambe le ovaie, i
livelli di testosterone si abbassano di circa il
50 per cento entro pochi giorni dall’intervento.
Spiega Andrea R.
Genazzani, Professore Ordinario presso il
Dipartimento di medicina della procreazione e
dell'età evolutiva dell’Università di Pisa e
membro della Facoltà di Medicina e Chirurgia:
“Il disturbo da desiderio sessuale ipoattivo
riguarda un soggetto che soffre di vedere
ridotti il numero di pensieri, sogni, fantasie
di carattere sessuale al quale era abituato in
precedenza, indipendentemente poi dal numero di
rapporti sessuali effettivi.
Fino ad adesso la Medicina ha mostrato troppa
poca attenzione verso la sessualità, persino noi
ginecologi non chiedevamo in passato alle nostre
pazienti informazioni su problemi concernenti il
desiderio, ma ci limitavamo ad accogliere input
da parte loro”.
Molte donne non
sanno proprio che all’origine di questo problema
c’è spesso una ragione ormonale, che è possibile
curare rivolgendosi al proprio medico.
Spiega Rossella Nappi, ricercatrice presso
l'Unità di Endocrinologia Ginecologica & della
Menopausa IRCCS Fondazione Maugeri, Università
degli Studi di Pavia: “La menopausa rappresenta
un momento di grande cambiamento, perché
riguarda la ghiandola che produce gran parte
degli ormoni coinvolti nella sessualità, sia
estrogeni che androgeni. Un momento che si
associa anche a una mutata percezione di sé e
delle relazioni. Anche gli organi genitali
femminili vanno incontro a profonde
trasformazioni: diventano meno ricettivi, più
piccoli, meno disponibili insomma ad accogliere
il partner”.
Aggiunge Genazzani:
“Le vecchie regole sociali facevano in modo che
i coniugi arrivassero a questo appuntamento lui
a 70 anni in media e lei a 50, per cui diciamo
che ci si trovava ormonalmente d’accordo. Ora
invece ci si sposa tra coetanei, e si invecchia
insieme. Ma nell’uomo il desiderio resta
presente e la donna si sente inadeguata e teme
tradimenti. Nel caso della menopausa chirurgica
poi succede che una donna si guardi allo
specchio e si veda come in trasparenza, con un
vuoto dentro”.
Superare ogni tipo
di tabù nell’affrontare il tema del calo del
desiderio è decisivo, come spiega la Nappi: “La
paziente ci parla di altro, per paura di essere
giudicata ansiosa su un aspetto che ‘non è una
malattia’.
Le donne quindi dicono poco: solo il 4 per cento
ci parla di calo del desiderio, anche se in
fondo si tratta di donne che hanno fatto il ’68.
Deve essere il medico a rompere il ghiaccio, e
allora magicamente il 4 per cento diventa il 50
per cento e le donne si raccontano. C’è anche
uno specifico italiano: nelle donne mediterranee
è presente tantissimo la voglia di mantenere una
sessualità sana non tanto per piacere proprio,
quanto per fare felice il partner, per salvare
la coppia”. Genazzani aggiunge: “Dipende anche
molto dal medico, occorre dirlo. Molti dei
colleghi purtroppo hanno remore, lacune,
addirittura paura di essere in qualche modo
accusati di molestie”.
Anche per questa
ragione nasce il “Progetto Lei”, iniziativa che
vede impegnati i ginecologi italiani per
informare e sensibilizzare le donne con
menopausa chirurgica sulla patologia e il ruolo
del testosterone.
Un progetto nato con il patrocinio di tre
importanti Società scientifiche: ISGE (International
Society of Gynecological Endocrinology), SIM
(Società Italiana per la Menopausa) e SiGiTE
(Società Italiana Ginecologia della Terza Età).
Il progetto avrà inizio con un’indagine sul
territorio nazionale, con il coinvolgimento di
100 ginecologi e oltre 400 donne in menopausa
chirurgica. Tale indagine consentirà di
effettuare una fotografia sulla conoscenza del
calo del desiderio sessuale tra le donne in
menopausa chirurgica in Italia.
“Un’altra
informazione importantissima da dare alle
pazienti è che oggi esiste un trattamento
farmacologico in grado di alleviare questo grave
problema”, conclude Genazzani. Dopo Francia e
Germania, anche in Italia sarà presto disponible
infatti, su prescrizione medica, il cerotto
transdermico a base di testosterone.
By David Frati - Tratto da:
http://www.pensiero.it/ - 09/03/2007
- vedi:
Circoncisione
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