Un legame tra "peccato" e malattia ? Perché stupirsi,
allora, del fenomeno Wanna Marchi ?
È il segno tangibile che nella nostra cultura la concezione
cattolica della malattia e della sofferenza è ben innestata e
radicata. Santoni e guaritori fanno leva proprio sul senso di
colpa che prende chi vive la malattia come un castigo, o
comunque come un evento oscuro, magari provocato dalla magia”.
Francesco De Falco è lo psichiatra responsabile del Servizio di
psico-oncologia dell'Istituto dei Tumori Pascale di Napoli:
nella sua esperienza ha assistito migliaia di ammalati di
cancro, conoscendo il loro dolore e addentrandosi nel vissuto
della loro sofferenza. Conosce bene, quindi, lo sforzo,
l'impegno, il percorso che bisogna fare per aiutare questi
ammalati a riportare la malattia al suo legame biologico. “In
chi si ammala di cancro, così come in chi si ammala di Aids,
cova il tarlo del senso di colpa.
Non è affatto raro, per esempio, che pazienti che hanno avuto un
tumore al seno o all'utero riconducano la loro malattia ad un
castigo per un aborto procurato o per un tradimento consumato. E
non è un caso, tra l'altro, che in entrambi i casi la colpa sia
legata al sesso, che per la Chiesa è il peccato per antonomasia,
d'altronde - continua lo psichiatra - correlare l'insorgere
della malattia ad un comportamento sbagliato serve anche a chi è
sano ad allontanare da sé l'idea del male, perché gli consente
di pensare che basta evitare di "peccare" per non ammalarsi”.
”Siamo in tempi oscuri. Tendenze sotterranee cercano ormai di
far prevalere il buio sulla luce”.
Duro, durissimo anche il giudizio della psicologa Gianna
Schelotto, sulle dichiarazioni dei teologi della Casa
Pontificia.
“Abbiamo impiegato decenni per liberarci da questa
idea oscura della malattia come castigo per i peccati commessi.
Tornare a parlarne oggi è un atteggiamento anti-storico,
anti-scientifico, e, quel che è peggio, anche anti-cattolico
perché poco pietoso e caritatevole.
E che peccati ha commesso
allora il Papa che pure è ammalato ? Perché buttare sulle spalle
di chi soffre anche il peso della colpa e della responsabilità
con tutto quello che questo può comportare per la sua psiche ?
“.
Già, la psiche. La Chiesa parla di una correlazione tra peccato
e malattia, ma quello che la scienza ha dimostrato, invece, è il
legame tra mente e corpo. Si sa, per esempio, che in chi è
depresso si verifica un abbassamento delle difese immunitarie.
Chi ha l'umore a terra, per dirla in parole povere, non è nelle
condizioni fisiche ideali per affrontare una malattia. Che
effetto possono avere, allora, dichiarazioni come quelle dei
teologi sugli ammalati ?
“Uso un termine duro: sono pura cattiveria”, risponde
secco il dottor De Falco. E poi spiega. “Nessuno può dire che
il cancro sia una malattia psico-somatica. Ma nessuno può negare
che la componente psichica è importante per affrontare una
malattia e la sua guarigione. Colpevolizzare un ammalato del suo
stato di sofferenza è una cattiveria, come lo è presentargli la
malattia come un'espiazione purificatrice. Aggravare la sua
sofferenza, le sue già provate condizioni fisiche, infine,
significa non metterlo nelle condizioni ideali per poter guarire”.
Di tutt'altro avviso il professor Ferdinando Aiuti. “Per noi
medici esiste un legame tra comportamenti a rischio e malattia,
se per la Chiesa alcuni di questi comportamenti a rischio sono
anche un peccato, il discorso fila. Ma è un ragionamento
religioso, non certo scientifico. Gli ammalati di Aids spesso
hanno rimorsi, ma non sensi di colpa riconducibili ai loro
presunti peccati. Credo che dichiarazioni del genere possano
avere ripercussioni soltanto per i cattolici praticanti” -
By Gaty Sepe
Commento NdR: …..e se al contrario di ciò che affermano
questi medici e/o “psicologi”, fosse proprio il “peccato”
ovvero la trasgressione alle
leggi che regolano gli organismi
viventi, che genera il
Conflitto Spirituale irrisolto, meglio definito come
“stato di incoerenza continuo”, (un inciso: la parola “conflitto”
in italiano, assomiglia alla parola: ”afflitto” =
) fra ciò che si dovrebbe
essere e ciò che si è, e' la
Causa Primordiale di scatenamento del
processo di autodistruzione che la
malattia ed in particolar modo il
cancro promette…..di
effettuare nell’organismo, la Vera eziopatogenesi delle
cosiddette malattie degenerative, tanto temute…..?????
Noi affermiamo e lo gridiamo con forza a questi “tecnici”, che
proprio ciò è la Verità, con la V maiuscola !
Infatti
ogni
Conflitto Spirituale se
risolto, provoca la guarigione spontanea e naturale del
cancro; ciò avviene nel 30% dei casi ed è scambiato per
…..”effetto
placebo”…..da coloro che non conoscono questi
semplici ma Veri meccanismi della Psiche…creatrice…..di bene e
male....benessere, malessere, salute o "malattia" !
Cancro
e
Pineale -
vedi:
BioElettronica
Dopo 25 anni di ricerche il dott.
Paolo Lissoni, oncologo della divisione di Radioterapia
del San Gerardo è riuscito nel suo intento. Infatti,
il National cancer institute di Washington, l'istituto
oncologico che divulga notizie scientificamente attendibili, ha
corroborato la fondatezza dei suoi studi sulla
ghiandola
pineale.
Lissoni parte dalla teoria di Cartesio che a metà del
'600 teorizzava il ruolo della ghiandola pineale (alla base del
cranio) come collegamento tra il corpo e l'anima.
Infatti, Lissoni si
rifà agli antichi filosofi che parlavano di unità della persona
tra corpo e anima, dai Magi a Platone, secondo cui la malattia
era il distacco dall'universale. Dall'ipotesi filosofica, poi è
passato a quella scientifica: la ghiandola produce quattro
ormoni (fra cui la melatonina), in alcuni casi utili come
antitumorali.
Secondo il dott.Paolo Lissoni non
basta curare solo la parte fisica del tumore, ma bisogna
occuparsi anche della psiche del paziente, perché la cura della
malattia non è semplicemente organica, ma deriva anche da un
malessere esistenziale. I quattro ormoni vengono prodotti nelle
quattro diverse fasi della giornata, seguendo il ritmo del sole.
Le teorie del medico monzese sono state a lungo derise, ma il National
Cancer Institute di Washington le ha riconosciute come
valide. Lissoni è stato chiamato dal National
cancer institute di Washington, il tempio della scienza
medica mondiale a cui venerdì riferirà dell'uso dei 4 ormoni
prodotti dalla ghiandola pineale.
Nel frattempo, il tempio della ricerca internazionale sta
compiendo gli stessi studi sugli animali, mentre a Monza Paolo
Lissoni ha già una casistica di 2500 pazienti in 25 anni (circa
il 15% dei pazienti del reparto).
Di conseguenza, il San Gerardo si ritrova ad essere l'unico
centro al mondo con una tradizione di studio sulla ghiandola
pineale.
«Non ho mai voluto spaccare il mondo degli oncologi come fece il
professor Di Bella - dichiara il dottor Lissoni - ma auspico
l'unione fra gli specialisti del settore, l'unità delle terapie
per rendere, per esempio le chemioterapie sempre meglio
accettate ed efficaci».
vedi
Cancro e Medicina Naturale +
Psichiatria e medicina
+
Psicosomatica +
PsicoNeuroEndocrinoImmunologia
Studio finlandese
rivela come le Emozioni si manifestano nel corpo modificandolo
Le RICERCHE
MOSTRANO un NESSO fra
MICROBIOMA
Intestinale (intestino)
e
CERVELLO - 09/01/2015
Chiamate collettivamente microbioma, le migliaia
di miliardi di microbi che abitano il corpo
umano vivono principalmente nell’intestino, dove
ci aiutano a digerire il cibo, a sintetizzare le
vitamine e a difenderci dalle infezioni. Ora,
recenti ricerche sul microbioma hanno dimostrato
che la sua influenza si estende ben oltre l’intestino,
fino ad arrivare al cervello. Negli ultimi 10
anni, vari studi hanno collegato il
microbioma intestinale a una serie di
comportamenti complessi, come umori ed emozioni,
appetito e ansia.
Il microbioma intestinale sembra contribuire al
mantenimento della funzionalità cerebrale, ma
non solo: potrebbe anche incidere sul rischio di
disturbi psichiatrici e neurologici, fra cui
ansia,
depressione e
autismo. Una delle modalità più
sorprendenti con cui il microbioma influisce sul
cervello è durante lo sviluppo.
“Esistono delle finestre evolutive critiche in
cui il cervello è più vulnerabile poiché si sta
preparando a rispondere al mondo circostante”,
spiega Tracy Baie, docente di neuroscienze
presso la facoltà di veterinaria dell’Università
della Pennsylvania. “Così, se l’ecosistema
microbico della madre si modifica - per esempio
a causa di infezioni, stress o diete - ciò
cambierà il micro bioma intestinale del neonato,
e gli effetti possono durare tutta la vita.”
Altri ricercatori stanno esplorando la
possibilità che il microbioma abbia un ruolo
nelle malattie neurodegenerative come
l’Alzheimer e il Parkinson.
Fonte: MedicalXpress.com :
http://tinyurl.com/kaa2j36
Commento NdR: ma cio’ puo’ accadere anche
e non solo per i
vaccini che il neonato subisce dai
due, tre mesi in avanti…infatti se una
madre ha delle
amalgami dentali in bocca (contengono
mercurio) il neonato potra’ subire delle
conseguenze anche gravi.
Infine vi sono i
Batteri detti "Psicobiotici" - vedi:
Spirito
Cosa sono gli psicobiotici ?
Sono probiotici che alterano la
mente,
e i ricercatori affermano che possono
migliorare l’umore, diminuire l’ansia
e la
depressione
e apportano molti
altri benefici. I probiotici sono microrganismi
vivi che sono simbiotici con i
batteri intestinali positivi e che riescono
ad arrivare nell’intestino integri. Ad esempio i
fermenti dello yogurt non sono considerati
probiotici perché muoiono appena entrano in
contatto con i succhi gastrici non sopportandone
l’acidità.
Fino a qualche anno fa era difficile credere che
alterando i
batteri nell’intestino, si potesse gestire
meglio lo stress, migliorare
l’umore, e anche
curare ansia o depressione. Eppure ci sono
moltissime ricerche scientifiche pubblicate da
vari ricercatori in tutto il mondo che
riguardano la connessione
intestino-cervello e che stanno dimostrando
proprio questo.
Ora sappiamo che è possibile modificare i batteri
intestinali in modo da influenzare
positivamente l’umore e la funzione del
cervello. Uno dei principali modi è quello di
assumere gli psicobiotici.
Gli psicobiotici sono organismi vivi che, se
ingeriti in quantità adeguate, producono un
beneficio per la salute nei pazienti affetti da
malattie psichiatriche.[1] Questa definizione,
coniata nel 2013, è troppo limitante se ci si
basa sulla più recente ricerca che dimostra che
non c’è bisogno di avere una depressione
clinica, un disturbo d’ansia, o qualche altro
disturbo psichiatrico affinché gli psicobiotici
influenzino positivamente il cervello.[2] Chi
soffre di stress cronico, depressione, o di
ansia ha il potenziale per beneficiare di questa
classe di probiotici.
Come gli psicobiotici agiscono sul
cervello
1. Uno dei modi per cui questi probiotici
“alterano la
mente” è attraverso la loro capacità di
produrre vari composti biologicamente attivi,
come i neurotrasmettitori. Diverse
molecole con funzioni neuroattive come l’acido
gamma-amminobutirrico (GABA), la serotonina, le
catecolamine e l’acetilcolina possono essere
prodotti dai batteri intestinali.[3] Quando
questi neurotrasmettitori sono secreti
all’interno dell’intestino, possono attivare
cellule all’interno del rivestimento epiteliale
che a loro volta rilasciano molecole che
stimolano la funzionalità cerebrale e
influenzano il comportamento.
2. Una seconda modalità attraverso cui gli
psicobiotici agiscono sul cervello è esercitando
effetti sul sistema di risposta allo stress del
corpo, che coinvolge il cervello e le ghiandole
surrenali.[4] Questo sistema, noto come asse
ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), diventa
disfunzionale in caso di stress cronico o
malattia. Quando si verifica una disfunzione
dell’asse HPA, la produzione ritmica di
cortisolo e di altri ormoni legati allo stress
diventa perturbata. Questo potrebbe svolgere un
ruolo centrale nel provocare disturbi dell’umore
e problemi cognitivi.[5]
3. Un terzo modo per cui gli psicobiotici
possono agire sul cervello è attraverso la loro
azioni anti-infiammatoria.[6]
I livelli cronicamente elevati di infiammazione
in tutto il corpo e nel cervello sono ormai noti
essere una delle principali cause della
depressione e di altri disturbi dell’umore e
cognitivi. Questa infiammazione può derivare
dall’intestino, e alcuni psicobiotici
apportare i loro effetti benefici nel cervello
abbassando l’infiammazione.
Quali probiotici sono psicobiotici ?
La ricerca sta cominciando a identificare quali
probiotici abbiano effetti sul sistema nervoso e
quali siano questi effetti.
Negli studi effettuati in persone sane, diversi
psicobiotici hanno dimostrato di migliorare
l’umore e la funzione cognitiva e di diminuire i
sintomi di stress e ansia. Alcuni psicobiotici
hanno anche dimostrato di curare la depressione,
l’ansia, e altri problemi di salute mentale e
cognitivi nei pazienti con disturbi psicologici
e / o altre condizioni mediche.
Psicobiotici per la
depressione e l’ansia
E’ stato effettuato uno studio clinico su
pazienti con disturbi depressivi maggiori, in
cui alcuni hanno assunto integratori prebiotici,
altri un placebo per otto
settimane.[7] L’integratore prebiotico era
costituito da Lactobacillus acidophilus,
Lactobacillus casei, Bifidobacterium bifidum (2
miliardi di CFU ciascuno). Dopo otto settimane,
i pazienti che hanno ricevuto il probiotico
avevano diminuito in modo significativo i
punteggi totali sulla Beck Depression Inventory,
un test ampiamente utilizzato per misurare la
gravità della depressione, rispetto ai pazienti
che avevano assunto il placebo. Inoltre, avevano
una significativa diminuzione della
infiammazione sistemica come misurato dal hs-CRP,
i livelli di insulina erano significativamente
più bassi, si era ridotta la resistenza
all’insulina, e si era verificato un
significativo aumento di glutatione, un
antiossidante.
Altri psicobiotici hanno conseguenze benefiche
sull’umore e sui sintomi di ansia, ma anche in
persone senza questi disturbi. In uno studio per
analizzare i possibili effetti su ansia,
depressione, stress in volontari sani, è stato
utilizzato un probiotico che contiene Lactobacillus
helveticus r0052 e Bifidobacterium longum
R0175 (Probio’Stick®), ed è stato dimostrato
che esso aveva alleviato lo stress psicologico,
in particolare la depressione, la rabbia,
l’ostilità, e l’ansia quando assunto per 30
giorni.[8] I ricercatori hanno concluso che L.
helveticus r0052 e B. longum R0175 hanno effetti
psicologici benefici nei soggetti sani. Possono
contribuire a rafforzare l’umore e alleviare
l’ansia nelle persone affette da varie malattie
croniche.
Lo stesso probiotico studiato sopra (Lactobacillus
casei ceppo Shirota) è stato utilizzato in un
altro studio controllato con placebo nei
pazienti con sindrome da stanchezza
cronica.[9] I pazienti sono stati divisi in
gruppi in cui uno ha ricevuto 24 miliardi di
unità formanti colonie di Lactobacillus casei,
ceppo Shirota e un altro un placebo al giorno
per due mesi. Le persone che avevano assunto il
probiotico avevano una significativa diminuzione
dei sintomi di ansia. Molti psicobiotici
supplementari hanno dimostrato di poter curare
la depressione e l’ansia in studi su animali. Il
Lactobacillus plantarum, ceppo PS128, per
esempio, è noto per l’effetto di aumentare la
dopamina e la serotonina e di diminuire i
comportamenti di depressione nei topi.[10]
Nei topi depressi che sono stati sottoposti a
stress precoce, questo stesso psicobiotico
diminuisce il cortisolo, normalizza il sistema
di risposta allo stress (HPA), e diminuisce la
depressione.[11] Sia il Bifidobacterium longum e
sia il Bifidobacterium breve riducono l’ansia e
migliorano le prestazioni nei test cognitivi nei
topi.[12] [13]
Psicobiotici per lo stress
E’ stato anche dimostrato che gli psicobiotici
aiutano le persone e gli animali sottoposti a
stress. Una bevanda di latte fermentato (kefir)
contenente il Lactobacillus casei, ceppo Shirota, ha
impedito un aumento di cortisolo ed ha aumentato
i livelli di serotonina negli studenti di
medicina stressati.[14] Inoltre, la bevanda
probiotica ha diminuito i sintomi fisici legati
allo stress come dolore addominale e sintomi del
raffreddore.
Gli autori dello studio hanno concluso che
l’assunzione di Lactobacillus casei, ceppo
Shirota “può esercitare effetti benefici per
prevenire l’insorgenza di sintomi fisici nei
soggetti sani esposti a situazioni di stress.”
Il Lactobacillus helveticus NS8 è stato
confrontato con l’SSRI (citalopram) nei ratti
con depressione, ansia e disfunzioni cognitive a
causa dello stress cronico.[15] Il prebiotico ha
funzionato meglio del citalopram nel ridurre
l’ansia indotta da stress, depressione e
disfunzioni cognitive. Esso ha abbassato il
cortisolo e riportato i livelli di serotonina e
di altri neurotrasmettitori cerebrali alla
normalità.
Altri probiotici contenenti Lactobacillus
helveticus hanno anche dimostrato, in studi
condotti su animali, di poter ridurre la
depressione legata allo stress e all’ansia,
influenzando la serotonina, il cortisolo, e
altri composti neuroattivi.[16]
Ad esempio, il Lactobacillus helveticus
r0052 combinato con il Lactobacillus rhamnosus
R0011 ha normalizzato i comportamenti simili
all’ansia e le carenze di apprendimento e di
memoria nei ratti immuno-deficienti con
disfunzioni dell’asse HPA.[17]
Alcuni prebiotici sono anche psicobiotici ?
I prebiotici possono anche agire come importanti
regolatori dell’umore e della funzione del
cervello. I prebiotici non sono organismi vivi
come i probiotici, ma sono sostanze vegetali che
stimolano la proliferazione dei batteri positivi
intestinali.
In un recente studio è stato dimostrato che essi
riducono la secrezione dell’ormone dello stress,
il cortisolo, e migliorano l’elaborazione
emotiva in volontari sani. I partecipanti hanno
ricevuto uno dei due prebiotici
(frutto-oligosaccaridi, FOS, o
Bimuno-galactooligosaccharides, B-GOS) oppure un
placebo (maltodestrine) al giorno per tre
settimane. I livelli di cortisolo al mattino
erano significativamente più bassi dopo
l’assunzione B-GOS rispetto a chi aveva assunto
il placebo. I partecipanti che avevano assunto
B-GOS hanno anche mostrato aumenti positivi
sulla vigilanza e attenzione, che è
un’indicazione che il prebiotico ha avuto
effetti anti-ansia. Nessun effetto è stato
trovato dopo la somministrazione di FOS.[18]
Le persone con l’intestino
irritabile spesso hanno l’ansia e / o
depressione, condizioni correlate direttamente
con la disbiosi e
con la diminuzione dell’attività intestinale e
della diversità microbica.[19] Uno studio ha
trovato che una miscela prebiotica contenente
galactooligosaccaride ha dato benefici
sull’ansia nella sindrome dell’intestino
irritabile.[20] Il trattamento giornaliero con
questa miscela per 4 settimane ha ridotto i
punteggi di ansia e ha avuto un notevole impatto
positivo sulla qualità della vita.
Conclusione
Nel complesso, i risultati di questi studi
dimostrano che gli psicobiotici hanno il
potenziale di avere un impatto positivo sulla
funzionalità del cervello, sul miglioramento
dell’umore, sul trattamento della depressione e
dell’ansia, e aiutano a gestire lo stress. I
migliori psicobiotici ed i relativi dosaggi
devono ancora essere determinati. In generale
sono raccomandati almeno 10 miliardi di CFU al
giorno per la maggior parte dei probiotici, tra
cui gli psicobiotici, ma possono anche essere
utili apporti superiori o inferiori. Basta fare
una prova per almeno un mese prima di decidere
se funzionano o meno.
La
chiave della salute è nel nostro intestino e
gli antichi di ogni tradizione lo sapevano
benissimo. Ippocrate, padre della medicina
moderna, ha detto 2400 anni fa: “Tutte
le malattie hanno origine nell’intestino“.
Commento NdR: anche e pur rispettando gli
autori dello studio, precisiamo: non e' che un
singolo batterio influisce sulla psiche, ma e'
l'insieme sinergico di TUTTI i
batteri autoctoni della flora intestinale,
il microbioma, che permette al soggetto di avere
una
psiche / mente lucida ed attenta,
senza distrazioni dai malesseri causati dalle
alterazioni della flora foriera di qualsiasi
danni o
ammalamento.
Riferimenti
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class of psychotropic. Biol
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Dis Treat. 2015; 11: 715–723.
[20] Aliment
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Tratto da dionideam.it
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