Questa tematica è
molto controversa e viene ignorata o
sottovalutata (o perfino rifiutata) da molti
fisici ancora legati a vecchi pregiudizi). Fatto
sta che la verità evidenziata dagli esperimenti
conduce inevitabilmente verso la sorprendente
concezione di un "Universo Mentale" -
La
filosofia di "Ipotesi sulla realtà"
La
coscienza è il teatro, e precisamente l'unico
teatro su cui si rappresenta tutto quanto
avviene nell'universo, il recipiente che
contiene tutto, assolutamente tutto, e al di
fuori del quale non esiste nulla (By Erwin
Schrödinger, fisico)
Fin dalla sua
nascita, avvenuta nel XVII secolo, la Scienza
moderna ha escluso il concetto di "mente" dal
mondo oggettivo che intendeva studiare.
Dovendo spiegare tutto in termini rigorosamente
materialistici, nei secoli successivi la Scienza
ha inevitabilmente considerato la "mente" come
un aspetto secondario della natura, nato per
caso sul nostro pianeta e confinato nel cervello
dell'uomo e degli animali superiori.
Ma le sorprendenti scoperte della fisica di
questo secolo potrebbero sconvolgere questa
concezione "ottocentesca" della realtà.
Al livello della fisica sub-atomica esistono
solo campi di energia, che vibrano o si
propagano per onde (come la luce): l'aspetto
"solido" della materia è solo un risultato
grossolano dovuto al gioco delle forze
sub-atomiche, le quali derivano da un unico
campo fondamentale che Einstein definì "campo
unificato".
In pratica, l'universo che sembrava
intrinsecamente materiale ha rivelato che la sua
essenza fondamentale è pura energia immateriale
(non molto diversamente da quanto immaginava
Berkeley, filosofo del secolo XVIII che reagì
all'illuminismo materialistico con il suo
"empirismo idealistico").
I campi fondamentali di energia che
costituiscono la base della realtà fisica,
obbedendo alle leggi proprie della fisica
quantistica, manifestano un ordine intrinseco
che rivela, al livello del campo unificato,
l'intelligenza più profonda della natura.
Einstein ed altri scienziati si sono spesso
meravigliati del cosiddetto "parallelismo tra
pensiero e leggi fisiche", cioè del fatto che le
leggi naturali siano esprimibili in termini
logico-matematici (ovvero in termini di "leggi
del pensiero").
Nella concezione che stiamo per esporre ciò non
è affatto sorprendente, poiché realtà oggettiva
e pensiero soggettivo nascono direttamente da
un'unico principio. Come disse Hegel, "Ciò che è
razionale è reale e ciò che è reale è razionale"
(e già Schelling aveva sottolineato che la
fisica, con le sue leggi, stava riducendo il
mondo "materiale" a puro pensiero).
Una straordinaria
conferma scientifica a favore di questa
concezione è stata ottenuta in alcuni recenti
esperimenti in cui si è verificata un'influenza
della consapevolezza umana su dispositivi fisici
(progetto PEAR presso la Princeton University,
con particolare riguardo ai dispositivi REG).
Un altro aspetto sorprendente e di cruciale
importanza è il seguente.
La fisica quantistica, che descrive questi
livelli fondamentali della realtà, presenta
incredibili paradossi che coinvolgono
l'osservatore cosciente: l'Universo
non si trova in uno stato puramente "oggettivo",
poiché un sistema fisico può comportarsi in modi
diversi a seconda della conoscenza che ne ha
l'osservatore !
Negli ultimi anni
tale inaspettata natura della realtà fisica è
stata confermata da vari esperimenti, ma
l'argomento è rimasto quasi sconosciuto
all'opinione pubblica (e perfino a molti
scienziati).
Per fortuna alcuni semplici esperimenti condotti
recentemente su dei fasci di luce laser ha reso
più comprensibile questa tematica (Le Scienze
n.235, 1988; Le Scienze n.289, 1992).
A tale riguardo si
consiglia vivamente la lettura dell'articolo:
"La fisica quantistica sembra suggerire che l'Universo
sia una struttura mentale".
Tale articolo, oltre ad introdurre i nuovi
concetti imposti alla scienza dalla fisica
quantistica, espone alcune questioni di grande
rilevanza filosofica, come l'esistenza del
"libero arbitrio" negli esseri coscienti resa
possibile dal principio di indeterminazione di
Heisenberg, che lascia un margine di
"indeterminazione" (per l'appunto), e permette
così un allontanamento dal "determinismo
assoluto" in cui credeva la fisica ottocentesca.
Inoltre l'articolo
in questione dimostra al di là di ogni dubbio
che la concezione materialistica ed
oggettivistica dell'universo
(il cosiddetto "realismo di Einstein") deve
necessariamente lasciare il posto ad una nuova
concezione, che in filosofia si direbbe
decisamente "idealistica".
Infatti gli "stati" fisici in cui si trovano gli
oggetti dell'universo (a livello microscopico)
sono degli stati "astratti", che portano in se
delle potenzialità fisiche ma non sono definiti
oggettivamente fino al momento della misura da
parte dell'osservatore: insistere nel costruire
un'immagine oggettiva di tali stati nello
spazio, conduce ad incredibili paradossi (che
vengono abbondantemente descritti nel lungo
articolo in questione, e vale davvero la pena di
leggerlo).
In definitiva, anche
se molti scienziati non se ne rendono conto (o
non vogliono farlo), tali scoperte (che
riguardano fatti reali ed incontrovertibili ed
hanno permesso concrete innovazioni
tecnologiche) ci riportano verso una concezione
simile alla visione di vari filosofi "idealisti"
(da Platone a Schelling, da Berkeley a Fichte e
ad Hegel), secondo cui la realtà naturale è solo
una manifestazione di un principio mentale
universale.
La concezione della
realtà che sembra delinearsi da queste scoperte
presenta straordinarie affinità con le
concezioni della tradizione orientale, ed in
particolare della filosofia indiana, la cui
concezione può essere definita un "monismo
idealistico" (non molto diverso da quello di
Plotino o di Schelling).
Secondo la filosofia
indiana, ogni manifestazione in natura nasce da
un unico principio trascendentale, il Brahman,
che è pura ed infinita potenzialità immanifesta.
Il concetto in questione è praticamente identico
a quello accettato nella fisica contemporanea,
in cui ogni particella o campo di forze è una
manifestazione di un unico "campo unificato",
ovvero una perturbazione dello stato di "vuoto
quantistico".
A tale proposito si
invita a leggere l'articolo di presentazione
scientifica.
Secondo la filosofia indiana inoltre l'intima
natura del Brahman è "pura consapevolezza
indifferenziata". Ed infatti gli incredibili
esperimenti di cui si è parlato sopra a riguardo
della fisica quantistica confermano l'esistenza
di paradossi di "natura mentale" nella realtà
fisica a livello fondamentale.
Infine le tecniche
mentali riscoperte ed insegnate da Maharishi
Mahesh Yogi, Maestro indiano laureato in fisica,
permettono di identificare lo stato di "pura
consapevolezza" sperimentabile soggettivamente,
con il "campo unificato" studiato oggettivamente
dalla fisica contemporanea.
Le tecniche di Maharishi permettono il
raggiungimento di "stati superiori di coscienza"
che esteriormente si manifestano con
un'altissima coerenza delle onde cerebrali,
capace di produrre incredibili fenomeni, come
l'Effetto Maharishi, ed anche con delle
modificazioni psico-fisiologiche fortemente
benefiche per l'individuo che pratica le
tecniche in questione.
Ma per approfondire questi temi si rimanda agli
altri articoli, in particolare al già citato
articolo di presentazione scientifica e all'
articolo di presentazione medico-psicologica.
In definitiva la nuova concezione che si delinea
da queste conoscenze supera le desolanti
convinzioni che considerano l'uomo come un
accidente del caso e gli restituiscono la sua
piena dignità di Re dell'universo.
Non si tratta
necessariamente di un ritorno all'antico
antropocentrismo.
Si tratta semplicemente di riscoprire
l'importanza dell'esistenza della consapevolezza
nell'universo e (poiché
il campo unificato va inteso come un principio
psico-fisico e non solo fisico) di
considerarla come fenomeno fondamentale e forse
come scopo dell'universo stesso (concezione
finalistica).
Nota: anche se non
vogliamo parlare di "antropocentrismo", occorre
notare che nel 1970 l'astrofisico Brandon Carter
formulò il cosiddetto "principio antropico",
basandosi su sconcertanti indizi solitamente
ignorati, che sottolineerebbero l'esistenza di
"incredibili coincidenze cosmiche" le quali
avrebbero permesso la
vita
dell'uomo e rivelerebbero in realtà che lo
scopo stesso dell'universo sarebbe appunto la
nascita dell'uomo (per esempio si veda
l'articolo "L'universo come parte di noi" di
J.Gribbin, L'Astronomia n.97, 1990). Va anche
precisato che successivamente altri scienziati
hanno modificato il "principio antropico"
snaturandone e stravolgendone il significato
originario attribuitogli da Brandon Carter.
Nota sull'autore
della citazione all'inizio di questa pagina.
Erwin Schrödinger, fisico austriaco (Vienna
1887-1961), premio Nobel nel 1933, celeberrimo
per aver sviluppato la geniale equazione d'onda
che sistema definitivamente la meccanica
quantistica, teoria cardine della fisica
moderna.
Versatile, eclettico e dotato di una visione
completa della vita e della realtà, fu anche il
primo scienziato ad intuire l'esistenza del DNA,
che egli chiamò "cristallo aperiodico", parecchi
anni prima che i biologi Watson e Crick lo
scoprissero ufficialmente (riconoscendo poi di
essere stati ispirati dalle sue indicazioni).
Dotato anche di una straordinaria intuizione
filosofica, egli può essere considerato a tutti
gli effetti un erede dell'idealismo di Kant,
Fichte e Schelling, sebbene si dichiarasse
seguace di Schopenhauer.
Facendo spesso riferimento al Vedanta di
Shankara, si dimostrò anche un profondissimo
estimatore dell'idealismo indiano.
Molte pagine del libro "Ipotesi sulla realtà",
per esempio nel cap.4, sono state da lui
ispirate.
Istituto Internazionale Psicosintesi Educativa –
Tratto da: counselingpsicosintetico.org
vedi anche:
http://www.esonet.org/Application/vis_articoli.aspx?nmart=197&nmcap=0&sett=30&Titolo='Ipotesi%20sulla%20Realt%C3%A0'
Continua in:
Universo mentale + Universo Intelligente
+
PsicoNeuroEndocrinoImmunologia
+ Universo Elettrico +
Universo
Armonico + Uomo Psico
Elettronico +
Fisica Quantistica
+
PsicoBioFisica
+
Uomo Psico Elettronico
INFORMAZIONE, CAMPO
UNIVERSALE e SOSTANZA=Campi MORFOGENETICI +
Studio finlandese rivela come le Emozioni si
manifestano nel corpo modificandolo
+
Modelli mentali
Cancro
e
Pineale
- vedi in
particolare:
BioElettronica
Dopo 25 anni di ricerche il dott.
Paolo Lissoni, oncologo della
divisione di Radioterapia
del San Gerardo è riuscito nel suo
intento. Infatti, il National cancer institute
di Washington, l'istituto oncologico che divulga
notizie scientificamente attendibili, ha
corroborato la fondatezza dei suoi studi sulla
ghiandola pineale.
Lissoni parte
dalla teoria di Cartesio che a metà del '600
teorizzava il ruolo della ghiandola pineale
(alla base del cranio) come collegamento tra il
corpo e l'anima.
Infatti, Lissoni si
rifà agli antichi filosofi che parlavano di
unità della persona tra corpo e anima, dai Magi
a Platone, secondo cui la malattia era il
distacco dall'universale. Dall'ipotesi
filosofica, poi è passato a quella scientifica:
la ghiandola produce quattro ormoni (fra cui la
melatonina), in alcuni casi utili come
antitumorali.
Secondo Lissoni non
basta curare solo la parte fisica del tumore, ma
bisogna occuparsi anche della psiche del
paziente, perché la cura della malattia non è
semplicemente organica, ma deriva anche da un
malessere esistenziale. I quattro ormoni vengono
prodotti nelle quattro diverse fasi della
giornata, seguendo il ritmo del sole. Le teorie
del medico monzese sono state a lungo derise, ma
il National
Cancer Institute di Washington le ha
riconosciute come valide. Lissoni è stato
chiamato dal National
cancer institute di Washington, il
tempio della scienza medica mondiale a cui
venerdì riferirà dell'uso dei 4 ormoni prodotti
dalla ghiandola pineale.
Nel frattempo, il tempio della ricerca
internazionale sta compiendo gli stessi studi
sugli animali, mentre a Monza Paolo Lissoni ha
già una casistica di 2500 pazienti in 25 anni
(circa il 15% dei pazienti del reparto).
Di conseguenza, il San Gerardo si ritrova ad
essere l'unico centro al mondo con una
tradizione di studio sulla ghiandola
pineale.
«Non ho mai voluto spaccare il mondo degli
oncologi come fece il professor Di Bella -
dichiara il dottor Lissoni - ma auspico l'unione
fra gli specialisti del settore, l'unità delle
terapie per rendere, per esempio le
chemioterapie sempre meglio accettate ed
efficaci».
Le RICERCHE
MOSTRANO un NESSO fra
MICROBIOMA
Intestinale (intestino)
e
CERVELLO - 09/01/2015
Chiamate collettivamente microbioma, le migliaia
di miliardi di microbi che abitano il corpo
umano vivono principalmente nell’intestino, dove
ci aiutano a digerire il cibo, a sintetizzare le
vitamine e a difenderci dalle infezioni. Ora,
recenti ricerche sul microbioma hanno dimostrato
che la sua influenza si estende ben oltre l’intestino,
fino ad arrivare al cervello. Negli ultimi 10
anni, vari studi hanno collegato il
microbioma intestinale a una serie di
comportamenti complessi, come umori ed emozioni,
appetito e ansia.
Il microbioma intestinale sembra contribuire al
mantenimento della funzionalità cerebrale, ma
non solo: potrebbe anche incidere sul rischio di
disturbi psichiatrici e neurologici, fra cui
ansia,
depressione e
autismo. Una delle modalità più
sorprendenti con cui il microbioma influisce sul
cervello è durante lo sviluppo.
“Esistono delle finestre evolutive critiche in
cui il cervello è più vulnerabile poiché si sta
preparando a rispondere al mondo circostante”,
spiega Tracy Baie, docente di neuroscienze
presso la facoltà di veterinaria dell’Università
della Pennsylvania. “Così, se l’ecosistema
microbico della madre si modifica - per esempio
a causa di infezioni, stress o diete - ciò
cambierà il micro bioma intestinale del neonato,
e gli effetti possono durare tutta la vita.”
Altri ricercatori stanno esplorando la
possibilità che il microbioma abbia un ruolo
nelle malattie neurodegenerative come
l’Alzheimer e il Parkinson.
Fonte: MedicalXpress.com :
http://tinyurl.com/kaa2j36
Commento NdR: ma cio’ puo’ accadere anche
e non solo per i
vaccini che il neonato subisce dai
due, tre mesi in avanti…infatti se una
madre ha delle
amalgami dentali in bocca (contengono
mercurio) il neonato potra’ subire delle
conseguenze anche gravi.
Infine vi sono i
Batteri detti "Psicobiotici" - vedi:
Spirito
Cosa sono gli psicobiotici ?
Sono probiotici che alterano la
mente,
e i ricercatori affermano che possono
migliorare l’umore, diminuire l’ansia
e la
depressione
e apportano molti
altri benefici. I probiotici sono microrganismi
vivi che sono simbiotici con i
batteri intestinali positivi e che riescono
ad arrivare nell’intestino integri. Ad esempio i
fermenti dello yogurt non sono considerati
probiotici perché muoiono appena entrano in
contatto con i succhi gastrici non sopportandone
l’acidità.
Fino a qualche anno fa era difficile credere che
alterando i
batteri nell’intestino, si potesse gestire
meglio lo stress, migliorare
l’umore, e anche
curare ansia o depressione. Eppure ci sono
moltissime ricerche scientifiche pubblicate da
vari ricercatori in tutto il mondo che
riguardano la connessione
intestino-cervello e che stanno dimostrando
proprio questo.
Ora sappiamo che è possibile modificare i batteri
intestinali in modo da influenzare
positivamente l’umore e la funzione del
cervello. Uno dei principali modi è quello di
assumere gli psicobiotici.
Gli psicobiotici sono organismi vivi che, se
ingeriti in quantità adeguate, producono un
beneficio per la salute nei pazienti affetti da
malattie psichiatriche.[1] Questa definizione,
coniata nel 2013, è troppo limitante se ci si
basa sulla più recente ricerca che dimostra che
non c’è bisogno di avere una depressione
clinica, un disturbo d’ansia, o qualche altro
disturbo psichiatrico affinché gli psicobiotici
influenzino positivamente il cervello.[2] Chi
soffre di stress cronico, depressione, o di
ansia ha il potenziale per beneficiare di questa
classe di probiotici.
Come gli psicobiotici agiscono sul
cervello
1. Uno dei modi per cui questi probiotici
“alterano la
mente” è attraverso la loro capacità di
produrre vari composti biologicamente attivi,
come i neurotrasmettitori. Diverse
molecole con funzioni neuroattive come l’acido
gamma-amminobutirrico (GABA), la serotonina, le
catecolamine e l’acetilcolina possono essere
prodotti dai batteri intestinali.[3] Quando
questi neurotrasmettitori sono secreti
all’interno dell’intestino, possono attivare
cellule all’interno del rivestimento epiteliale
che a loro volta rilasciano molecole che
stimolano la funzionalità cerebrale e
influenzano il comportamento.
2. Una seconda modalità attraverso cui gli
psicobiotici agiscono sul cervello è esercitando
effetti sul sistema di risposta allo stress del
corpo, che coinvolge il cervello e le ghiandole
surrenali.[4] Questo sistema, noto come asse
ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), diventa
disfunzionale in caso di stress cronico o
malattia. Quando si verifica una disfunzione
dell’asse HPA, la produzione ritmica di
cortisolo e di altri ormoni legati allo stress
diventa perturbata. Questo potrebbe svolgere un
ruolo centrale nel provocare disturbi dell’umore
e problemi cognitivi.[5]
3. Un terzo modo per cui gli psicobiotici
possono agire sul cervello è attraverso la loro
azioni anti-infiammatoria.[6]
I livelli cronicamente elevati di infiammazione
in tutto il corpo e nel cervello sono ormai noti
essere una delle principali cause della
depressione e di altri disturbi dell’umore e
cognitivi. Questa infiammazione può derivare
dall’intestino, e alcuni psicobiotici
apportare i loro effetti benefici nel cervello
abbassando l’infiammazione.
Quali probiotici sono psicobiotici ?
La ricerca sta cominciando a identificare quali
probiotici abbiano effetti sul sistema nervoso e
quali siano questi effetti.
Negli studi effettuati in persone sane, diversi
psicobiotici hanno dimostrato di migliorare
l’umore e la funzione cognitiva e di diminuire i
sintomi di stress e ansia. Alcuni psicobiotici
hanno anche dimostrato di curare la depressione,
l’ansia, e altri problemi di salute mentale e
cognitivi nei pazienti con disturbi psicologici
e / o altre condizioni mediche.
Psicobiotici per la
depressione e l’ansia
E’ stato effettuato uno studio clinico su
pazienti con disturbi depressivi maggiori, in
cui alcuni hanno assunto integratori prebiotici,
altri un placebo per otto
settimane.[7] L’integratore prebiotico era
costituito da Lactobacillus acidophilus,
Lactobacillus casei, Bifidobacterium bifidum (2
miliardi di CFU ciascuno). Dopo otto settimane,
i pazienti che hanno ricevuto il probiotico
avevano diminuito in modo significativo i
punteggi totali sulla Beck Depression Inventory,
un test ampiamente utilizzato per misurare la
gravità della depressione, rispetto ai pazienti
che avevano assunto il placebo. Inoltre, avevano
una significativa diminuzione della
infiammazione sistemica come misurato dal hs-CRP,
i livelli di insulina erano significativamente
più bassi, si era ridotta la resistenza
all’insulina, e si era verificato un
significativo aumento di glutatione, un
antiossidante.
Altri psicobiotici hanno conseguenze benefiche
sull’umore e sui sintomi di ansia, ma anche in
persone senza questi disturbi. In uno studio per
analizzare i possibili effetti su ansia,
depressione, stress in volontari sani, è stato
utilizzato un probiotico che contiene Lactobacillus
helveticus r0052 e Bifidobacterium longum
R0175 (Probio’Stick®), ed è stato dimostrato
che esso aveva alleviato lo stress psicologico,
in particolare la depressione, la rabbia,
l’ostilità, e l’ansia quando assunto per 30
giorni.[8] I ricercatori hanno concluso che L.
helveticus r0052 e B. longum R0175 hanno effetti
psicologici benefici nei soggetti sani. Possono
contribuire a rafforzare l’umore e alleviare
l’ansia nelle persone affette da varie malattie
croniche.
Lo stesso probiotico studiato sopra (Lactobacillus
casei ceppo Shirota) è stato utilizzato in un
altro studio controllato con placebo nei
pazienti con sindrome da stanchezza
cronica.[9] I pazienti sono stati divisi in
gruppi in cui uno ha ricevuto 24 miliardi di
unità formanti colonie di Lactobacillus casei,
ceppo Shirota e un altro un placebo al giorno
per due mesi. Le persone che avevano assunto il
probiotico avevano una significativa diminuzione
dei sintomi di ansia. Molti psicobiotici
supplementari hanno dimostrato di poter curare
la depressione e l’ansia in studi su animali. Il
Lactobacillus plantarum, ceppo PS128, per
esempio, è noto per l’effetto di aumentare la
dopamina e la serotonina e di diminuire i
comportamenti di depressione nei topi.[10]
Nei topi depressi che sono stati sottoposti a
stress precoce, questo stesso psicobiotico
diminuisce il cortisolo, normalizza il sistema
di risposta allo stress (HPA), e diminuisce la
depressione.[11] Sia il Bifidobacterium longum e
sia il Bifidobacterium breve riducono l’ansia e
migliorano le prestazioni nei test cognitivi nei
topi.[12] [13]
Psicobiotici per lo stress
E’ stato anche dimostrato che gli psicobiotici
aiutano le persone e gli animali sottoposti a
stress. Una bevanda di latte fermentato (kefir)
contenente il Lactobacillus casei, ceppo Shirota, ha
impedito un aumento di cortisolo ed ha aumentato
i livelli di serotonina negli studenti di
medicina stressati.[14] Inoltre, la bevanda
probiotica ha diminuito i sintomi fisici legati
allo stress come dolore addominale e sintomi del
raffreddore.
Gli autori dello studio hanno concluso che
l’assunzione di Lactobacillus casei, ceppo
Shirota “può esercitare effetti benefici per
prevenire l’insorgenza di sintomi fisici nei
soggetti sani esposti a situazioni di stress.”
Il Lactobacillus helveticus NS8 è stato
confrontato con l’SSRI (citalopram) nei ratti
con depressione, ansia e disfunzioni cognitive a
causa dello stress cronico.[15] Il prebiotico ha
funzionato meglio del citalopram nel ridurre
l’ansia indotta da stress, depressione e
disfunzioni cognitive. Esso ha abbassato il
cortisolo e riportato i livelli di serotonina e
di altri neurotrasmettitori cerebrali alla
normalità.
Altri probiotici contenenti Lactobacillus
helveticus hanno anche dimostrato, in studi
condotti su animali, di poter ridurre la
depressione legata allo stress e all’ansia,
influenzando la serotonina, il cortisolo, e
altri composti neuroattivi.[16]
Ad esempio, il Lactobacillus helveticus
r0052 combinato con il Lactobacillus rhamnosus
R0011 ha normalizzato i comportamenti simili
all’ansia e le carenze di apprendimento e di
memoria nei ratti immuno-deficienti con
disfunzioni dell’asse HPA.[17]
Alcuni prebiotici sono anche psicobiotici ?
I prebiotici possono anche agire come importanti
regolatori dell’umore e della funzione del
cervello. I prebiotici non sono organismi vivi
come i probiotici, ma sono sostanze vegetali che
stimolano la proliferazione dei batteri positivi
intestinali.
In un recente studio è stato dimostrato che essi
riducono la secrezione dell’ormone dello stress,
il cortisolo, e migliorano l’elaborazione
emotiva in volontari sani. I partecipanti hanno
ricevuto uno dei due prebiotici
(frutto-oligosaccaridi, FOS, o
Bimuno-galactooligosaccharides, B-GOS) oppure un
placebo (maltodestrine) al giorno per tre
settimane. I livelli di cortisolo al mattino
erano significativamente più bassi dopo
l’assunzione B-GOS rispetto a chi aveva assunto
il placebo. I partecipanti che avevano assunto
B-GOS hanno anche mostrato aumenti positivi
sulla vigilanza e attenzione, che è
un’indicazione che il prebiotico ha avuto
effetti anti-ansia. Nessun effetto è stato
trovato dopo la somministrazione di FOS.[18]
Le persone con l’intestino
irritabile spesso hanno l’ansia e / o
depressione, condizioni correlate direttamente
con la disbiosi e
con la diminuzione dell’attività intestinale e
della diversità microbica.[19] Uno studio ha
trovato che una miscela prebiotica contenente
galactooligosaccaride ha dato benefici
sull’ansia nella sindrome dell’intestino
irritabile.[20] Il trattamento giornaliero con
questa miscela per 4 settimane ha ridotto i
punteggi di ansia e ha avuto un notevole impatto
positivo sulla qualità della vita.
Conclusione
Nel complesso, i risultati di questi studi
dimostrano che gli psicobiotici hanno il
potenziale di avere un impatto positivo sulla
funzionalità del cervello, sul miglioramento
dell’umore, sul trattamento della depressione e
dell’ansia, e aiutano a gestire lo stress. I
migliori psicobiotici ed i relativi dosaggi
devono ancora essere determinati. In generale
sono raccomandati almeno 10 miliardi di CFU al
giorno per la maggior parte dei probiotici, tra
cui gli psicobiotici, ma possono anche essere
utili apporti superiori o inferiori. Basta fare
una prova per almeno un mese prima di decidere
se funzionano o meno.
La
chiave della salute è nel nostro intestino e
gli antichi di ogni tradizione lo sapevano
benissimo. Ippocrate, padre della medicina
moderna, ha detto 2400 anni fa: “Tutte
le malattie hanno origine nell’intestino“.
Commento NdR: anche e pur rispettando gli
autori dello studio, precisiamo: non e' che un
singolo batterio influisce sulla psiche, ma e'
l'insieme sinergico di TUTTI i
batteri autoctoni della flora intestinale,
il microbioma, che permette al soggetto di avere
una
psiche / mente lucida ed attenta,
senza distrazioni dai malesseri causati dalle
alterazioni della flora foriera di qualsiasi
danni o
ammalamento.
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Tratto da dionideam.it