Italia:
Da diversi anni, l'Associazione nazionale
assistenza vittime arruolate nelle
Forze armate
e
famiglie dei caduti porta avanti col Comitato
genitori di militari caduti in tempo di pace
un'opera di denuncia per far conoscere i casi di
militari italiani presenti nelle missioni in
Macedonia e Kosovo deceduti, colpiti da patologie
tumorali, o a cui sono
nati figli
malformati.
A tutt'oggi 2007 sono circa 170 i
morti per “sindrome dei Balcani”, e più di
2600 gli ammalati. Nel 2013 sono c.a.4.000
gli ammalati di cui il 10% e' gia' morto !
Le autorità governative e le "commissioni
appositamente costituite" per indagare sul
fenomeno, hanno escluso ogni correlazione tra
l'uranio impoverito e il tumore che ha colpito i
soldati, ma sono affiorati i FATTI che
dimostrano che sono i
Vaccini che
ammalano ed uccidono i nostri militari.
Secondo uno
schieramento trasversale composto da parlamentari,
associazioni di militari, medici e scienziati, la vera
causa delle patologie sarebbe nei
vaccini: un
cocktail di 30-35 vaccinazioni, fra quelle
effettuate da bambini (circa 16) + quelle al
servizio militare (altrettante) fatte ai militari
in tempi strettissimi, prima della partenza.
Sarebbero state queste a indebolire
gravemente le difese
immunitarie dei nostri militari.
vedi:
DANNI
dei VACCINI anche ai Bambini
+
Meccanismo dei Danni dei
Vaccini
+
Uranio Impoverito ?
NO sono i Vaccini
+ Contenuto dei
Vaccini +
Falsita'
della medicina ufficiale +
1000
studi sui Danni dei Vaccini +
Malassorbimento
Negli USA dal 1988
le vaccinazioni si sono triplicate ed i casi di
Autismo
sono aumentati del 270 % !!
Metalli tossici dei vaccini = Autismo vedi:
PDF - dott.
M. Proietti
video del dott.
Massimo Montinari a Don
Chisciotte - Ott. 2012
La sezione senese
della Lega per la Lotta contro i Tumori, il
dipartimento di Scienze Ambientali dell'Università
di Siena e il comando militare regionale, hanno
promosso una dettagliata indagine svolta nelle
regioni del Kosovo maggiormente colpite dai
bombardamenti dell'operazione condotta nel 1999
dalla Nato contro la Jugoslavia: i livelli di
radioattività provocati dall'uso di proiettili
contenenti uranio impoverito sono quasi
insignificanti.
Gli esami fatti su ben 602 soldati italiani di un
intero reggimento e su alcuni civili che hanno
operato nell'area dei Balcani hanno dato risultati
negativi, sono tutti quanto
immunodepressi.
Per i vari casi di leucemia
che hanno colpito i militari italiani impegnati
anche in quella operazione, le autorità si
trincerano dietro un "no comment", ed
aggiungono al massimo di rivalutare l'ipotesi
"sfiga".
Inoltre, dato che il numero di persone colpite si
aggirerebbe attorno alla media, ciò significa che
data la concentrazione di malati "alquanto
curiosa" tra i reduci del Kosovo - fanno
sapere i vertici militari....pero' i fatti
dimostrano che il 70% dei militari ammalatisi,
NON si sonon mai recati in zone di guerra, ma
sono rimasti sul territorio italiano...quindi ??
... sono i
Vaccini
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Des produits bovins de pays à risque ESB,
utilisés dans des vaccins (Francais) -
09/02/2001
Prodotti Bovini dai paesi a rischio
BSE,
utilizzati nei
vaccini
WASHINGTON (AFP) USA - Des produits bovins
provenant de pays où sévit l'encéphalopathie
spongiforme bovine (ESB) ou d'origine
géographique inconnue sont utilisés pour la
fabrication de vaccins aux Etats-Unis, a-t-on
appris jeudi auprès de l'Agence américaine de
contrôle des médicaments (FDA).
A l'issue de contrôles, la FDA a découvert qu'en
dépit de ses recommandations,
cinq groupes
pharmaceutiques, dont l’entreprise
Aventis,
GlaxoSmithKline, et la North American Vaccine,
racheté en novembre par
Baxter
International, continuent de fabriquer
des vaccins avec de produits susceptibles d'être
contaminés par la maladie de la vache
folle (ESB).
La FDA a demandé à ces fabricants de remplacer
ces produits par d'autres provenant
exclusivement de pays sans risque d'ESB, tout en
précisant que le risque de contagion par la
variante humaine de cette maladie est minime
pour les patients vaccinés, soit de l'ordre de 1
pour 40 millions de doses.
Aucun cas de la variante de la maladie
Creutzefeldt-Jakob, transmise à l'homme par la
consommation de produits bovins contaminés, n'a
jusqu'ici été décelée aux Etats-Unis, a indiqué
la FDA.
Les vaccins faits à partir de tissus de bovins
importés de pays à hauts risques où est présente
l'EBS sont des vaccins requis pour les enfants.
Il s'agit notamment de vaccins contre la grippe
à virus B, produit par Aventis Pasteur et
SmithKline Beecham, contre la diphtérie, le
tétanos et la coqueluche fabriqués par North
American Vaccine et SmithKline Beecham et d'un
vaccin contre l'hépatite A produit également par
SmithKline Beecham.
Les vaccins faits à partir de tissu de bovins
d'origine géographique inconnue sont un vaccin
contre la polio produit par Aventis Pasteur, l'Anthrax,
administré à tous les soldats américains
déployés dans le Golfe, et fabriqué par BioPort,
et un vaccin contre la pneumonie produit par
American Home Products.
© 2001 AFP. Tous droits de reproduction et de
représentation réservés.
Danemark: des vaccins risquent d'être
contaminés par l'ESB - 20 août 2001
COPENHAGUE (AFP) - Deux médecins danois ont
exprimé leurs craintes face au vaccin pour
enfants contre la rougeole, les oreillons et la
varicelle, MFR, qui pourrait constituer un
risque de contamination par la maladie de
Creutzfeldt-Jakob, une variante humaine de la
maladie de la "vache folle".
Dans un article publié lundi par la revue
hebdomadaire des praticiens danois, Ugeskrift
for Laeger, les docteurs Viggo Kragh Joergensen
et Palle Rosted ont appelé la direction de la
Santé publique à clairement indiquer le
risque potentiel que comporte ce vaccin et les
conséquences que sa prise peut entraîner.
Le vaccin MFR (les initiales des trois maladies
concernées) contient, selon ces médecins, un
produit sanguin, l'albumine humaine, produite à
partir d'un mélange de milliers de portions de
plasma sanguin. Ce plasma est testé pour le VIH
du sida et l'hépatite virale, mais non pour la
maladie de la "vache folle".
"Il y a toujours un risque dont il faut tenir
compte", ont-ils estimé, soulignant qu'il y
avait 0,3 milligramme d'albumine dans chaque
dose de vaccin MFR.
L'albumine est en outre utilisée contre la chute
de la pression artérielle, ont-ils rappelé,
observant une préoccupation croissante dans le
monde médical face au risque que l'encéphalopathie
spongiforme bovine (ESB) soit transférée à l'être
humain par le biais de produits sanguins.
Le directeur de l'Institut de Sérologie d'Etat,
qui a homologué les vaccins pour enfants, a
averti sur les ondes de la radio publique DR, qu'il
"ne conseillait pas aux parents de ne pas
vacciner leurs enfants. D'ailleurs, le ministère
de la Santé publique ne le fait pas au Danemark,
et on ne le fait nulle part ailleurs dans le
monde".
Il a estimé que "les risques de contamination
étaient théoriques et tout à fait hypothétiques,
qu'on n'est pas sûr que cette maladie soit
véhiculée par voie sanguine, et qu'on a
uniquement des soupçons là-dessus dans des
circonstances particulières".
Le Dr. Doris I. Stenver, de l'Agence des
médicaments, a affirmé, dans un communiqué
conjoint avec la direction de la santé publique,
"qu'il n'y avait aucun risque réel lié au vaccin
MFR, et que les avantages de l'utilisation de ce
vaccin dépassaient nettement les inconvénients".
Le médecin a souligné que le programme MFR de
vaccination des enfants existait au Danemark
depuis 14 ans, et qu'il était aussi en vigueur
dans la plupart des pays sans qu'on ait
enregistré un seul cas de maladie de
Creutzfeldt-Jakob lié à ce vaccin.
Les autorités danoises n'ont jamais constaté de
cas de cette maladie dans le royaume.
http://www.health.fgov.be/WHI3/krant/krantarch2001/kranttekstaug1/010821c04afp.htm
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3
dicembre 2004 - Elio Rossi
E'
uscito a novembre dopo 2 anni di lavoro e la spesa
di 81 miliardi di lire il rapporto della
commissione parlamentare inglese sull'epidemia
dell'encefalite spongiforme bovina (BSE) ovvero il
morbo della mucca pazza, e la sua diffusione
all'uomo, che ha causato nel Regno Unito fino ad
ottobre 2000 almeno 84 casi censiti e 77 persone
decedute.
Il
rapporto conferma la responsabilità del governo
inglese in carica in quegli anni di omissione dei
necessari controlli e di avere sottovalutato
ripetutamente le denunce della comunità
scientifica sul rischio di contagio dall'animale
all'uomo e sulla possibilità di trasmissione
alimentare della malattia.
Non solo. Era stata intrapresa, a beneficio degli
allevatori e dell'economia inglese, una campagna
di massa di rassicurazione sull'innocuità della
carne bovina e di accusa di allarmismo sociale e
catastrofismo per chi mostrava di temere che
potesse accadere ciò che poi in effetti successe.
Naturalmente la scoperta dei nuovi casi di BSE
rilevati a partire da novembre, prima in Francia
poi in Spagna, Germania, Grecia, ha smentito nei
fatti le parole rassicuranti spese fino a quel
momento e ha riportato drammaticamente alla
ribalta il problema, tanto da costringere in
dicembre i ministri della Agricoltura dei paesi
dell'Unione Europea alla grave decisione di
sospendere l'autorizzazione all'uso di farine
animali per almeno 6 mesi su bovini ed altri
erbivori.
I primi risultati del test di screening della
malattia fatto in modo estensivo su tutta la
popolazione bovina nella Loira, Bassa Normandia e
Bretagna, hanno consentito di censire 2 animali su
1000 ammalati di BSE, portando a 162 i casi totali
di malattia animale registrati in Francia fino al
novembre 2000 e di dimostrare che le più colpite
sono le vacche nate fra il 1993 e il 1995. Casi di
BSE sono stati segnalati dopo lo screening di
massa anche in Germania, paese ritenuto fino a
poco tempo fa esente dall'infezione, mentre in
Italia al momento non vengono segnalati casi
sospetti, ma i tests sono (naturalmente) in
ritardo di esecuzione.
A questo punto suonano male i comunicati di
rassicurazione che il Ministero della Sanità
inglese ha emesso dopo avere ordinato il ritiro
dal commercio di un vaccino antipolio contenente
materiale derivato da tessuto bovino proveniente
da capi inglesi e quindi considerati a rischio di
encefalopatia spongiforme. Secondo le autorità
sanitarie, infatti, il rischio di contrarre la
malattia con il vaccino antipolio era infinitamente
piccolo, dato che fino ad quel momento non
erano stati registrati casi di contagio da siero
di vitello, il materiale impiegato nella
preparazione del vaccino.
Il vaccino sequestrato è un vaccino Sabin,
prodotto dalla casa farmaceutica Medeva, in
violazione alle norme europee e inglesi che
vietano esplicitamente l'impiego di derivati da
tessuti bovini provenienti da paesi in cui si sono
verificati casi di morbo di Jacob. Nessun
controllo è stato effettuato per accertare che la
ditta seguisse scrupolosamente le norme di
fabbricazione, con il risultato che per molti anni
sono stati vaccinati con quel prodotto migliaia di
piccoli pazienti. Poco tempo dopo la diffusione di
questa informazione, il giornale La Repubblica del
21/12/00 pubblica la notizia che in Irlanda il
siero (?) di un donatore ammalato di Cruezfeld -
Jakob è stato utilizzato per la preparazione del
vaccino antipolio. Quindi non solo materiale
bovino potenzialmente infetto ma materiale umano
contaminatoè stato mescolato con il siero di
63000 donatori", come ha dichiarato il
Ministro della Sanità irlandese.
Il governo dice che non ci sono rischi fino a
quando non muore qualcuno e che per verificare se
il rischio teorico diventa reale ci vogliono
comunque almeno 10 anni è stato il commento
dei genitori, giustamente preoccupati, e delle
associazioni di auto aiuto a tutta la vicenda.
Non è la prima volta che viene lanciato un
allarme che porta poi al sequestro cautelativo di
un vaccino. Per esempio nel 1992 venne ritirato
dalla circolazione un vaccino antiparotite in
associazione con l'antimorbillo e l'antirosolia,
su segnalazione delle autorità sanitarie inglesi
che avevano registrato una percentuale di
encefaliti postvaccinali superiori a quelle
previste. I vaccini Pluserix e Immravax,
contenenti il ceppo virale Urabe Am9 avevano
prodotto sintomi di meningite in 53 pazienti per
una morbilità di 1 caso su 11 000 dosi.
Non più tardi di un paio di anni fa era stato
ritirato dal commercio un vaccino anti haemophilus,
il vaccino antimeningite, perché prodotto
utilizzando materiale bovino inglese.
Almeno 100 sarebbero i farmaci ancora in
commercio in Italia contenenti derivati da
tessuto bovino, pur essendo già stati ritirati
dal mercato nel '94/'95 i farmaci che contenevano
derivati da tessuto nervoso bovino, per i quali è
stato emanato un decreto applicativo della
direttiva UE 1999/82/Ce a tutela del consumatore.
Comunque questo allarme sulla possibile
connessione antipolio e morbo della mucca pazza
non è che l'ultima di una lunga serie di problemi
che il Sabin ha sollevato da quando, sostituendo
più di 40 anni fa il Salk, è stato impiegato su
larga scala mondiale.
Breve
storia dei problemi causati dal vaccino per la
Polio
Tra i problemi principali che la vaccinazione
antipolio Sabin ha sollevato nel corso del tempo
c'è anche la possibile trasmissione della
malattia del bambino all'adulto attraverso il
contagio da contatto con le feci (polio da
pannolino) che contengono il virus vaccinale.
Essendo gli adulti pur vaccinati spesso non
protetti o scarsamente protetti, questo è un
problema da non sottovalutare.
Un famoso caso in Italia fu quello occorso al sig.
Nurnberg, che contrasse la malattia dal figlio nel
1970 e morì nel 1978 all'età di 39 anni; la
moglie, medico, per anni portò avanti una causa
in cui si sosteneva la trasmissibilità della
malattia attraverso le feci contaminate dal
vaccino. Trasmissibilità negata inizialmente
dalle autorità sanitarie (nella fattispecie
l'Istituto di virologia dell'Università di
Milano) e infine ammessa dopo anni di faticosa
indagine e diverse perizie mediche.
Ci sono diverse ipotesi che spiegano la possibilità
di contrarre la polio da vaccino.
La malattia si trasmetterebbe con il vaccino a
virus vivo attenuato o per una riattivazione della
virulenza del virus attenuato oppure per
un'attivazione innescata dal vaccino di ceppi
virali selvaggi di cui il paziente può essere
portatore.
Negli Stati Uniti per esempio nella decade dal
1973 al 1984 i casi di polio sono stati 138 di cui
il 105 (76%) derivato da vaccinazione (JAMA,
257:1335-40;1987) Siccome la stragrande
maggioranza dei casi era avvenuta in
corrispondenza della prima somministrazione (82 -
94%), si deve considerare che l'eventualità
potesse quindi verificarsi ogni 520 000 dosi
somministrate, anziché ogni 2.6 milioni, cioè
considerando tutte le 3 inoculazioni previste,
come si è sempre sostenuto.
Già nei primi programmi di vaccinazione di massa
si constatava un'alta percentuale di polio in
soggetti vaccinati, il 20 - 28% dei casi (J.Pediatr.
91:2, 317-330, 1962).
I pericoli derivanti dall'uso di un vaccino vivo
attenuato sono stati tali da determinare nella
primavera del 1999 l'adozione da parte del
Consiglio Superiore di Sanità di un nuovo
protocollo vaccinale antipolio, tuttora in vigore,
che prevede la somministrazione di vaccino Salk
nelle prime due dosi e l'uso del Sabin nella
terza.
Si è parlato anche della possibile trasmissione
attraverso il vaccino antipolio Sabin del virus
SV40 che causa tumori cerebrali (ependimomi) nei
bambini (1). Dal momento che non esisteva alcuna
prova di avvenuta esposizione di questi pazienti
all'SV40 si ipotizzò che i bambini al momento
della nascita fossero stati contagiati dalla madre
vaccinata per la poliomielite con un vaccino
antipolio contaminato dall'SV40 negli anni dal
1955 al 1962.
L'ipotesi di gran lunga più inquietante è stata
tuttavia avanzata qualche anno fa a proposito di
una possibile correlazione tra vaccinazione
antipolio e la diffusione del virus HIV e
dell'Aids. L'ipotesi nasce dalla scoperta di
campioni di vaccino antipolio Sabin contaminati
con il virus SIV che provoca una sindrome da
immunodeficienza nelle scimmie, del tutto simile a
quella provocata dall'HIV negli umani. Siccome il
virus della polio veniva coltivato su reni di
scimmia è possibile che le scimmie malate abbiano
contagiato le colture virali e che il virus SIV si
sia così trasmesso all'uomo. Il virus scimmiesco
originariamente non patogeno per l'uomo, nel corso
di milioni di inoculazioni e passaggi dai primati
all'uomo avrebbe potuto subire le mutazione che ne
hanno permesso la
trasformazione da SIV a HIV e la conseguente
patogenicità che ha in seguito originato l'Aids e
la sua diffusione pandemica.
Mercurio
e metalli pesanti nei vaccini
Per fortuna se non altro i vaccini antipolio non
contengono normalmente mercurio, il thimerosal.
Anche di questo problema si comincia a discutere
su giornali e tv, nonostante le associazioni per
la libertà terapeutica insistessero da anni nel
segnalarne l'esistenza.
Il thimerosal è un conservante a base di
mercurio, usato fin dagli anni Trenta per
prevenire l'inquinamento batterico dei vaccini e
ancora presente in alcuni vaccini, come per
esempio quello contro l'Haemophilus influenzae di
tipo b (Hib), i tossoidi della difterite e del
tetano, la pertosse acellulare ( DTPa), l'epatite
B, l'influenza.
Anche in questo caso le autorità sanitarie si
sono affrettate a rassicurare la popolazione sulla
non tossicità del mercurio alle dosi contenute
nei vaccini. Per esempio lo ha fatto Francesco
Tancredi, primario di pediatria all'Ospedale
Annunziata di Napoli sul Corriere Salute del
22/10/2000 secondo il quale se le dosi sono di 3.3
mcg/Kg di peso e il vaccino antiepatite B ha 12.5
mcg di thimerosal, la quantità di mercurio del
vaccino è ben al di sotto della soglia
stabilita dall'OMS. L'organizzazione Mondiale
della Sanità infatti fornisce un valore
provvisorio di assunzione settimanale di 3.3
mg/kg, per la popolazione in genere, ma la dose
per donne gravide e per bambini dovrebbe essere
inferiore. Inoltre al mercurio contenuto
nell'antiepatite B si devono aggiungere le
quantità contenute nel vaccino antitetanico e
antidifterico (vedi Tabella 1)
L'EPA, l'Agenzia di Protezione Ambientale, stima
che il 7% delle donne in età fertile negli Stati
Uniti consumano 0.1 mg//kg o più di mercurio al
giorno, attraverso il pesce proveniente da aree ad
alto rischio, e l'1% delle donne consumano 0.37
mg/kg per giorno o più. Le leggi per la
limitazione dell'esposizione sono basate
sull'assunzione alimentare del mercurio, ma
non sulla tossicità della sostanza
somministrata per via iniettiva.
Le madri inoltre assumono il mercurio attraverso
l'alimentazione, soprattutto il pesce pescato in
acque inquinate. Il mercurio accumulato in queste
donne viene trasferito ai loro bambini durante la
gestazione e l'allattamento. Successive
esposizioni a sostanze organiche a base di
mercurio provenienti da altre fonti, inclusi i
prodotti biologici, si presume si aggiungano a
questi valori corporei di base. La lunga emivita
dell'etilmercurio (in media 50 giorni) risulta in
un accumulo che potrebbe essere pericoloso allo
sviluppo cerebrale del feto, che è il più
suscettibile a composti organici mercuriali,
rispetto al cervello dell'adulto.
I dati di 2 studi recenti che hanno esaminato la
relazione tra esposizione a metilmercurio e
alterazioni neuropsicologiche in bambini
suggeriscono che esposizioni rilevanti
intermittenti inducono un rischio maggiore delle
piccole dosi ripetute giornalmente (4, 6,7). In
bambini delle isole Faeroese di 7 anni esposti in
utero (durante la gravidanza) a dosi intermittenti
di metilmercurio nel cibo sono stati riscontrati
lievi danni neurologici valutati sulla base di
test neuropsicologici specifici (10).
In ogni caso va sottolineato che la Food and Drug
Administration (F.D.A.), l'organismo statunitense
di tutela della salute pubblica, ha disposto il
ritiro dal commercio dei vaccini contenenti
etilmercuritiosalicilato sodico o thimerosal nelle
dosi attuali tossiche; con
una lettera ai produttori di vaccini il
1° luglio 1999 la F.D.A. ha infatti richiesto dei
programmi per la
rimozione del thimerosal dai vaccini o
per giustificare il suo uso in futuro.
L'APP (American Academy of Pediatrics) e il US
Public Health Service (Servizio di Salute
Pubblica) hanno emanato una direttiva il 7 luglio
1999 richiedendo l'eliminazione o la riduzione del
thimerosal nei vaccini per bambini e raccomandando
lo slittamento della prima dose del vaccino
dell'epatite B per bambini nati da donne risultate
negative al test HbsAg (antigene di superficie del
virus dell'epatite) dal secondo al sesto mese di
vita.
Una presa di visione parallela su queste
problematiche ha portato l'Agenzia Europea per la
Valutazione dei Prodotti Medicinali ad emanare una
nota l'8 luglio 1999 per promuovere l'uso di
vaccini per bambini senza thimerosal al più
presto possibile.
L'APP ha poi emanato una nota ancora più
dettagliata il 14 luglio 1999 che ha informato i
medici del contenuto di mercurio nei vaccini e
della tossicità del mercurio, fornendo anche
consigli per la riduzione dell'esposizione da
mercurio da ogni sorgente e linee guida per l'uso
dei vaccini antiepatite B. L'APP ha suggerito
infine al FDA e ai produttori di ridurre in tempi
brevi il contenuto di thimerosal dei vaccini ed in
tempi molto brevi la FDA ha quindi approvato la
richiesta della Merck il 27 agosto 1999 di
immettere sul mercato un vaccino dell'epatite B
senza thimerosal per uso infantile. Anche la
Smith-Kline Beecham ha presentato domanda di
approvazione di prodotti senza o con poco
thimerosal.
Il Centro per la Prevenzione e Controllo delle
Malattie (CDC) e l'APP hanno incoraggiato
fortemente i medici a riprendere la vaccinazione
antiepatite B nei neonati nati da donne HbsAg
negative con prodotti senza o con quantità
ridotta di thimerosal.
Lo scorso 17 ottobre 2000 il
Ministero della Sanità
ha invece affermato che indagini retrospettive
condotte negli Stati Uniti d'America non hanno
portato alla luce alcuna evidenza a sostegno di un
maggiore rischio di malattie renali e di
alterazioni neurologiche nei bambini vaccinati, né
di altri effetti tardivi legati all'esposizione ai
quantitativi di mercurio contenuti nei vaccini.
Dunque il mercurio contenuto nei vaccini per
l'infanzia è innocuo. Nello stesso documento si
afferma però che è invece accertato che il
thimerosal può essere in grado di determinare, in
alcuni soggetti, sensibilizzazione anche nei
confronti di altri composti mercuriali, con
possibili conseguenti reazioni di ipersensibilità
ritardata di tipo cellulo-mediata, i cui
potenziali rischi debbono
essere considerati alla luce dei vantaggi offerti
dalle vaccinazioni in termini di eliminazione o
riduzione delle malattie bersaglio e delle loro
complicazioni. Tutto questo nonostante la
stessa OMS abbia comunque appoggiato le prese di
posizione assunte da associazioni mediche degli
Stati Uniti d'America (17) e dell'Agenzia Europea
per la valutazione dei medicinali (EMEA) circa
l'opportunità di arrivare gradualmente
all'utilizzazione di vaccini privi di thimerosal
per l'immunizzazione dei bambini (13).
Sindrome
della Guerra del Golfo e sindrome dei
Balcani
Si sta ampliando in questi giorni l'indagine
condotta sullo stato di salute dei soldati che
hanno prestato servizio nelle forze armate dei
paesi NATO nel corso delle varie missioni di
guerra prima in Bosnia, poi in Kosovo dal 1995 ad
oggi. La possibilità che il contatto prolungato
con uranio impoverito (DU, depleted uranio)
abbia determinato un aumento considerevole dei
casi di tumori del sistema linfatico nei militari
che hanno operato nelle zone di guerra. Sono già
7 i morti e 30 in totale su 40000 soldati
impegnati nella ex Yugoslavia i casi di tumore
(leucemia) accertati tra gli italiani, una media
certamente maggiore di quanto atteso a livello
nazionale: 8 - 10 casi di leucemia per 100000
abitanti nella stessa fascia di età. Almeno 9 i
casi in Spagna, 9 in Belgio, 4 in Francia e 6 in
Portogallo. Pare che ugualmente siano in aumento i
casi di tumore fra le popolazioni residenti nelle
zone contaminate, in cui per altro l'ONU ha
rilevato un aumento considerevole della
radioattività ambientale, ma i dati sono incerti
visto la difficoltà di monitorare zone così
travagliate in questi ultimi anni.
L'OMS infatti smentisce al momento l'accertamento
di qualsivoglia nesso di causalità fra
esposizione all'uranio impoverito e comparsa di
tumori.
Si affaccia sulla cronaca anche l'ipotesi che la
contaminazione radioattiva possa avere agito in
modo più patologico sulle truppe anche per uno stimolo
eccessivo sul sistema immunitario esercitato dalla
vaccinazione multipla a cui le truppe NATO
sarebbero state sottoposte prima di partire per le
aree belliche.
Un unico shot vaccinale che, oltre alle
vaccinazioni normali antitetanica, antidifterica,
antipolio, antiepatite A e B, antitifica, avrebbe
contenuto vaccini contro la meningite
meningococcica, l'encefalite da zecca, il colera,
e dal 1997 anche l'antimorbillo, parotite e
rosolia.
Dal 1994 -95 si è cominciato a parlare di una
possibile causa vaccinale della cosiddetta
sindrome della Guerra del Golfo. Molti soldati
americani, tra 70 e 90 mila, che avevano
partecipato nel 1991 a quella guerra riportavano
sintomi comuni quali eccessivo affaticamento,
dolori muscolari e articolari, perdita di
equilibrio, disturbi vescicali, eccessiva
sudorazione, problemi respiratori, disturbi
gastrodigestivi (nausea, vomito, diarrea) febbre,
anemizzazione, e sintomi più tardivi di tipo
neurologico, confusione mentale, perdita di
memoria, senso di estraneità, fobia sociale. Tra
le possibili cause, oltre naturalmente la
possibile esposizione a gas tossici, ad armi
chimiche, biologiche e a sostanze radioattive come
l'uranio impoverito, è stata considerata la
possibilità che
la sindrome sia stata provocata dall'inoculazione
di micidiali cocktails di vaccini e antidoti,
contenenti oltre a quelli precedentemente citati,
l'anti botulino, antrace, peste e
carbonchio.
A queste sostanze sarebbe stata aggiunta anche una
sostanza contro gli effetti dei gas nervini mai
sperimentata sull'uomo in precedenza (18) e che ha
provocato effetti collaterali nel 43% dei soggetti
che l'avevano assunta. Anche su questi temi si
sono pronunciati varie istituzioni, negando la
pericolosità di queste inoculazioni e
rassicurando i cittadini sulla sostanziale
innocuità delle vaccinazioni nel loro complesso.
Ma il dubbio ai più rimane.
Che altro aggiungere ? Siamo in attesa della
prossima, nuova emergenza sanitaria.
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National Academy Press; 1993.
vedi:
Bibliografia
Danni dei vaccini +
Bibliografia danni
2 +
1.000 studi sui Danni dei Vaccini
Commento NdR: questi
studi dimostrano e confermano cio' che insegniamo da decenni e
cioe' che i
Vaccini producono nei soggetti sottoposti a
quelle infauste pratiche in-sanitarie, spacciate per
tecniche preventive,
Malnutrizione
con perdita di fattori vitali essenziali alla
vita sana, alterazione e perdita di:
flora
batterica autoctona,
vitamine,
minerali,
proteine vitali),
oltre alle mutazioni
genetiche occulte,
immunodepressioni,
intossicazioni,
infiammazioni e
contaminazioni da
virus e/o batteri
pericolosi che nel tempo
possono
produrre malattie
le piu' disparate
! - vedi: Contenuto dei
vaccini
vedi anche:
Ruolo dei Vaccini nella Guerra del Golfo
+
Contenuto dei Vaccini
+
Uranio e Vaccini - 1
+
Uranio e Vaccini - 2
+
Guerra del Golfo, Uranio o Vaccini ?
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